Coppia: Theodore/Hermione
Tipo di coppia: Het, Crack pairing
Note: Missing Moments
Contesto: II guerra magica/libri 5-7
Genere: Commedia, Triste
Rating: Verde
Introduzione: Gli eventi? Costruttori ingannevoli e sadici demolitori di quei palazzi splendenti che hanno nome sentimenti.
NdA: il titolo è tratto dal romanzo di Goethe "Le affinità elettive".
Affinità elettive
I.
“È occupato?”
“No.”
“Ti spiace?”
“No.”
Lei accompagnò quel secondo no con un sorriso cortese e lui, sprovvisto finalmente di remore, le sedette accanto, distribuendo sulla propria porzione di banco il materiale per la lezione di Rune.
Quella fu la prima occasione in cui osservò Hermione Granger da vicino e, con sorpresa, si ritrovò a pensare che fosse piuttosto carina nella sua estrema semplicità. Seguivano quel corso assieme da due anni e un semestre, eppure, come conveniva alle loro Case, non erano mai stati seduti l’uno accanto all’altra. Theodore non si stupì nel constatare che fosse un’ottima compagna di banco.
II.
“Nott?”
“Granger,” ribatté lui, distraendosi dalla lettura.
“Ti manca molto?”
“Direi di sì,” chiarì spiccio, tornando gli occhi piccoli e scuri sulla pagina.
Hermione si morse il labbro inferiore, infastidita e imbarazzata al contempo, non aveva confidenza con quel ragazzo, ma le occorreva disperatamente il volume di Aritmanzia che lui leggeva. Fu così che, armandosi di una buona dose di sfacciataggine, s’accomodò al tavolo della biblioteca occupato da Theodore.
“Cosa fai?” chiese lui, allibito.
“Aspetto.”
“Cosa?”
“Te,” rispose a disagio.
Lui fu ancora più perplesso, ma, dopo l’istante d’indecisione, porse a lei il volume, sorridendo sghembo. “Pensandoci, finisco prima Erbologia.”
III.
“Hermione!” chiamò Theodore.
Hermione si voltò, incrociando il volto magro dell’interlocutore. “Ciao,” salutò, stranita che l’avesse fermata nel bel mezzo del corridoio, appellandola addirittura col nome di battesimo.
“Hai già un collega per la relazione di Aritmanzia?” chiese con sguardo vago, tentando di camuffare l’imbarazzo.
“Oh,” esordì scioccamente lei, stringendo i libri al petto. “No… direi di no. La facciamo insieme?”
“Io punto a una E, per questo… Sì, se per te va bene, sì,” biascicò lui, maledicendo la propria goffaggine, a cui Hermione non badò e annuì sorridendogli. Al Serpeverde parve assurdo che apparisse sinceramente contenta d’averlo come collega.
IV.
Nessuno dei due seppe spiegarsi come s’erano ritrovati nascosti dietro quello scaffale della biblioteca, in pieno pomeriggio, a scambiarsi un incerto e dolce bacio. Erano due mesi che, malgrado la Umbridge che seminava discordia, i pregiudizi tra le Case e la contrarietà dei rispettivi amici, studiavano assieme quelle materie complementari che solo loro due e pochi altri studenti sembravano degnare della giusta attenzione. Da lì a sentirsi a poco a poco attratti, il passo era sembrato a entrambi breve e inevitabile.
“Cosa ti piace di me?” chiese lui insicuro.
“E a te? Cosa piace di me?” ribatté lei imbarazzata.
“Tutto.”
V.
“Hermione, lasciali perdere, questi vermi della Squadra di Inquisizione.”
A dirlo fu Ernie Macmillan, diligente e coraggioso Tassorosso del quinto anno, membro dell’ES e fiero sostenitore di Harry. Non era passato troppo tempo prima che agli studenti venisse chiesto di scegliere: o il Ministero o Silente. Hermione e Theodore, senza neanche accorgersene, si ritrovarono a far parte di due mondi paralleli, quindi, non incrociabili.
“Arrivo,” disse lei all’indirizzo di Ernie, con cui aveva preso l’abitudine di studiare Rune e Aritmanzia.
Theodore, ch’aveva assistito in silenzio, riuscì solo a scuotere impercettibilmente il capo, come a dire ‘lo so, è giusto così’.