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Autore: __avatar__    02/09/2013    2 recensioni
Questo è il seguito di "Non sei solo".
Uno nuovo pericolo minaccia la terra e i nostri Vendicatori, ma si alleeranno con una vecchia squadra
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alna


Erano passati tre giorni da quando era stato catturato e sostituito. Doveva fare qualcosa. In quei giorni gli scagnozzi di Dorrekk gli avevano inflitto le torture peggiori dei Nove Regni. Il suo corpo, solitamente candido, era ricoperto di lividi e tagli, talmente fitti che non rimaneva più un pezzo di pelle sana. La sera del quarto giorno, entrò nella cella Dorrekk, questa volta da solo; lo Skrull gli si avvicinò e prese a girare intorno, esaminando il corpo del moro.

<< Sai. Tutto questo è un spreco – iniziò a dire, fermandosi davanti a Loki – Saresti un ttimo combattente, e mi saresti più utile di tuo padre. >>
Loki lo guardò di sbieco.
Dove voleva arrivare?

<< I miei ragazzi hanno esagerato. Però tu dovresti collaborare, ci servono solo poche informazioni. >> iniziò a dire, ma venne subito interrotto

<< Non so come funzioni Cerbero, o come accedervi. – lo fermò il dio – E comunque, anche se lo sapessi non ve lo direi. Ora, se hai finito, ho di meglio da fare. >> “come tentare di scappare” pensò

Dorrekk lo guardò, inizialmente era quasi sereno, poi la sue espressione cambiò, lasciando posto a uno sguardo duro e arrabbiato.

<< Perfetto. Ho cercato di venirti incontro, di essere amichevole. L’hai voluto tu. >> finì di parlare e uscì dalla stanza.

Loki lo guardò divertito; non appena lo Skrull uscì, lentamente e senza fare rumore, cercò di liberare le mani. Dopo una quindicina di minuti, e vari tentativi, capì che era tutto inutile; l’arrivo dei suoi due nuovi amici, armati di tutti gli aggeggi di tortura esistenti lo fecero smettere. Appena chiusero la porta lui li guardò e disse

<< Buona sera. Vi stavo aspettando. >>
Ma di li a dieci minuti era già svenuto.

Andò avanti così per altri due giorni, prima Dorrekk cercava di interrogarlo e convincere di unirsi a loro, ma puntualmente Loki si rifiutava di parlare e collaborare. Verso la fine della settimana, mente Dorrekk perdeva per l’ennesima volta le staffe, entrò nella cella uno dei suoi Capitani.

<< Mio signore. –disse inchinandosi, quando lo Skrull gli fece cenno di continuare parlò ancora- Non abbiamo ricevuto notizie dalla sentinella 23. Ho mandato due dei miei in avanscoperta, e… >>ma vedendo lo sguardo truce del suo re, un po’ per via di Loki un po’ per quella situazione, il Capitano tentennò.

<< E cosa? Parli Capitano. >> quasi urlò Dorrekk

<< Abbiamo scoperto che il gigante di fuoco è tornato sulla Terra, mentre i suoi amici sono riusciti a scoprire la vera identità della nostra sentinella. È stato catturato e imprigionato. >>
Lo sguardo di Dorrekk passò da odio a ira nel giro di un nanosecondo. Loki dal canto suo, se la rideva bellamente.

<< Capitano, non dobbiamo assolutamente permettere che questi viscidi umani scoprano il nostro piano. Questo è un ordine, fate tutto ciò che potete per fermali. Avete due giorni di tempo per prepararvi. >> e così il Capitano si mise sull’attenti e uscì.
Passarono un paio di minuti, durante i quali lo Skrull continuò a rimuginare sul da farsi. Però il dio degli inganni non resistette e disse

<< Dai miei calcoli, deduco che hai sottovalutato gli umani. E aspetta che lo venga a sapere Thor. Lui e Sam possono essere brutali quando qualcosa a loro caro viene toccato. >>
Lo Skrull si girò verso il moro e gli tirò un pugno, ma Loki riuscì a scansarlo con un sorrisino malefico sul volto, scatenando l’ira più profonda dell’essere.

<< Fate venire qui Laufey. È ora che io mantenga la mia parola. >> disse guardando maligno il dio.
Loki rimase impassibile, anzi non vedeva l’ora di affrontare suo “padre”. Dopo dieci minuti, la temperatura della cella calò all’improvviso; le pareti si ricoprirono di brina; poi la porta si aprì ed entrò Laufey, con una luce assassina negli occhi.

<< E’ tanto che aspetto questo momento sai?- disse girando intorno a Loki -  Da quando sei nato ho capito che eri solo una desolazione, che non valevi niente. Avrei dovuto ucciderti subito, e non lasciarti al tempio. >>
Loki non lo guardava neanche, ascoltava, ma ad ogni parola il ghigno sul suo viso diventava sempre più grande, finché disse

<< Sai, dei bravi cattivi non perdono tempo a ciarlare. Agiscono e basta. Stai perdendo solo tempo. >>

<< Sei impertinente. Cosa potresti mai fare li, legato come un essere umano qualsiasi? Sei debole, non riusciresti a muovere un dito senza che i sergenti di Dorrekk ti fermino. >>
Il moro, a quelle parole, scoppiò in una fragorosa risata, nascondendo il dolore lancinante alle costole. Anche solo respirare gli dolevano.

<< E così, il grande Laufey si abbassa a prendere ordini da un viscido essere come Dorrekk? Devi essere caduto proprio in basso. >>
Laufey ringhiò e si portò davanti al figlio, prendendolo per i capelli gli sollevò il viso per vederlo meglio

<< Stai attento a come parli. La tua dipartita è vicina, non ti conviene scherzare. >>
Loki riuscì a liberarsi dalla sua presa e disse

<< Si beh, vorrei molto restare qui a parlare con te; ma vedi ho degli amici che saranno molto preoccupati per me. E Sam, è meglio non farla aspettare troppo. >> e mentre diceva questo, un fulmine seguito da un tuono, illuminò e squarciò il cielo. Sul volto di Loki si dipinse un’espressione di puro divertimento a vedere quella dello Jotun. Paura pura.

<< Bene, bene. Thor ha ricevuto la notizia. >>
E così dicendo riuscì a liberarsi dalle catene, le quali erano state chiuse male delle guardie, e quindi la loro magia non aveva più effetto sul dio. Prima di cadere svenuto per un pugno di Loki, Laufey lo guardò stupefatto.

<< Sorpreso di vedermi così? >> parlò Loki, prima di sferzare un pugno ghiacciato e mettere k.o lo Jotun.
Le due guardie appostate fuori la cella, allarmati dai rumori, entrarono e videro Loki libero; cercarono di catturarlo, ma lui con il poco di energie rimaste, riuscì a scomparire.


La sua meta era la X-Mason, ma era troppo debole per utilizzare a pieno il seiðr, così appena riuscì a stabilizzarsi e non cadere per terra, notò che si trovava sul ciglio di una stradina di campagna. Il sole stava calando rapidamente, e l’orizzonte era di colore rosso fuoco con qualche striatura di rosa.
Iniziò ideare qualcosa per uscire dal quel casino. Ma come? Non aveva cellulare, l’auricolare glielo avevano portato via probabilmente mentre era svenuto. Intorno a lui non c’erano case o altro, solo l’immensa campagna di un luogo qualsiasi sulla Terra. Non si accorse neanche della macchina che gli stava venendo addosso.

Si sentì un rumore sordo, poi quello di una macchina che esce di strada e un grido.

<< Maledizione Liza! Non ti farò mai più guidare la mia macchina! >> disse una ragazza a un’altra. La quale aprì la portiera del guidatore e raggiunse l’altra davanti alla macchina
<< Ma dai Sarah. Come la fai tragica. >> disse la ragazza chiamata Liza.
Le due ragazze erano bionde, alte e slanciate. Potevano essere benissimo essere sorelle, o comunque parenti. Sarah era però più alta, e di sicuro più grande di Liza, che dimostrava appena sedici anni.

<< La faccio si tragica. Hai ucciso una persona. >> esclamò Sarah con voce strozzata

<< Ma smettila – parlò Liza, lanciando uno sguardo distratto dietro l’altra – Non andavo così forte. >>
Sarah stava per ribattere, quando dietro di loro Loki emise un verso di dolore e disse con sarcasmo

<< Oh non preoccupatevi per me. Ho solo preso una macchina addosso, ma tranquille, restate pure li a parlare come se niente fosse. >>
Sarah corse subito in suo aiuto, tutta preoccupata, mentre Liza sbuffò e la seguì controvoglia. Si chinarono e lo tirarono su dalle ascelle, lo trasportarono verso la macchina e lo fecero sedere sul sedile del passeggero.

<< Visto non si è fatto niente. Parla, cammina e non ha perso un occhio. >> commentò Liza

<< Abbi un po’ di tatto. Potevi ucciderlo. – scatto su Sarah, poi si rivolse a Loki – Deve scusare questa scellerata di mia cugina. Non capisce mai che fa più danni che altro. >> Loki sorrise divertito, ma una fitta di dolore al costate le fece gemere

<< Non importa. Sono abituato alle persone che fanno solo casini – poi vedendo l’espressione preoccupata della ragazza continuò – Non mi sono fatto niente, era solo un dolore intercostale. Tutto nella norma. Mi presento, io sono Loki, i vostri nomi già li conosco. Vorrei solo sapere dove mi trovo. >>
Le due ragazze si guardarono confuse, come se Loki fosse impazzito. Era sul ciglio della strada e non sapeva di si trovava

<< Siamo poco fuori Queensbury. Mi sembra ovvio. – parlò Liza, indicando dietro di se. Poi con un cenno indicò davanti e disse -  Mentre da quella parte c’è Boothtown. Ci sei ora? >>
Loki scrollò per un attimo la testa, poi si inventò una scusa qualsiasi. Non poteva certo dire che era un dio che era stato fatto prigioniero da degli esseri viscidi venuti da un altro mondo, e che grazie alla sua magia si era teletrasportato li per sbaglio. No, non era una cosa di dire.

<< Ehm ecco, i miei amici mi hanno fatto uno scherzo. Sapete per dormire ho bisogno di prendere delle medicine, e loro ne hanno approfittato per lasciarmi qui. >> le due ragazze si guardarono allibite.

<< Begli amici. E te che ti lamenti che l’ho preso in pieno. Quelli sono peggio di me. >> Sarah le diede uno scappellotto dietro la testa.

<< Comunque non possiamo lasciarti qui così. Hai un cellulare, o un posto dove possiamo portarti? >> chiese Sarah guardandolo

<< Non ho niente con me. Ho solo bisogno di riposarmi un attimo. Anche in macchina va bene. >>

<< Nono. Ti portiamo a casa nostra. Li potrai riposare mangiare. Non ti offendere ma hai un bruttissimo aspetto. >>

<< E odore. >> concluse Liza, beccandosi un’occhiataccia dalla cugina
Salirono tutti in macchina, per dirla tutta, Loki si stese sul sedile posteriore. Aveva assoluto bisogno di recuperare le energie, così da teletrasportarsi definitivamente a New York. Sarah era alla guida, fece inversione di marcia e tornarono verso Queensbury. Il viaggio fu breve, nel giro di cinque minuti erano arrivati. La casa era un villetta di due piani, con il tetto sporgente. Era di un colore verde acqua molto chiaro, sui davanzali c’erano molti vasi con fiori e piantine. Sarah aprì il piccolo cancelletto nero e fece passare Loki, seguito da Liza e infine Sarah.
Una volta dentro casa, il moro si guardò intorno. Il pavimento era di legno, qua e la c’erano veri tappeti soffici. L’ingresso non era molto ampio le pareti erano di un beige chiaro, sulla sinistra c’erano delle scale che portavano al piano di sopra, sulla destra una porta bianca socchiusa e il dio poté vedere un pezzo del salotto.

<< Va bene. Io ora ti porto di sopra, così potrai fare una doccia e dormire. Liza per piacere, prepara qualcosa di commestibile da mangiare. >> ordinò Sarah.
Liza sbuffò, ma fece come le era stato detto, così si incamminò verso la porta in fondo al corridoio, che Loki non aveva notato; venne poi accompagnato da Sarah al piano di sopra, che era pressoché uguale a quello inferiore, c’era solo una porta in più.

<< Questo è il bagno -  parlò Sarah aprendo la prima porta -  nel mobiletto bianco troverai gli asciugamani puliti. Quando hai finito, vai nella stanza in fondo al corridoio, ti metterò un cambio pulito e porterò la cena. Fai con comodo. >>

<< Mi sembra strano tutto ciò. >> disse il moro guardando la ragazza. La quale fece un’espressione confusa

<< Vi fidate a portare in casa vostra un estraneo? >>

<< Se volevi farci del male, lo avresti fatto sul ciglio della strada. E non in casa, dove abbiamo telefoni e vicini. Coraggio, sbrigati che caschi dal sonno. >> e così dicendo si avviò verso la camera che aveva indicato poco prima.

Il moro restò li in piedi qualche altro minuto, poi si girò ed entrò nel bagno. Non era niente di speciale; completamente rivestito di piastrelle bianche, con una striscia blu che faceva il contorno a meta del muro. C’erano un lavandino con uno specchio e mobiletto, il wc e un boc doccia. C’erano anche alcune mensole, piene di prodotti da donna, Loki si domandò dove fossero le cose per il padre di Sarah, ma scacciò subito il pensiero. Aprì il mobiletto bianche vicino al lavandino e prese un asciugamano blu scuro. Si tolse i vestiti, cercando di fare piano, dato che il sangue delle ferite fresche si era rappreso e appiccicato ai vestiti. Una volta tolti anche gli scarponi, buttò la vecchia divisa in un angolo della stanza ed entrò nella doccia; il getto dell’acqua calda sulla pelle le fece gemere, un po’ dal sollievo, un po’ dal dolore. Si sbrigò a fare la doccia, non sopportava di avere male dappertutto.

Quando ebbe finito, si avvolse l’asciugamano intorno alla vita, prese i vestiti strappati e aprì piano la porta. Controllò che in corridoio non ci fosse nessuno, non voleva che una delle due ragazza vedesse i suoi lividi e tagli, cosa avrebbe spiegato?
Corse veloce alla stanza, aprì la porta, entrò e la richiuse con un colpo secco. Notò subito che quella era la stanza di un uomo perché non c’erano articoli femminili sparsi ovunque, aveva un letto molto ampio, le coperte verdi e bianche. Di fronte al letto c’era una scrivania, con alcuni libri poggiati sopra, un portapenne e una lampada. Verso il fondo della stanza un grosso armadio con tre ante e quattro cassetti di legno scuro. Si avvicinò al letto e vide poggiati una maglietta nera a maniche lunghe e un paio di pantaloni di una tuta. Li indossò, erano leggeri e morbidi. Nascose i suoi stracci sotto il letto, poi si sdraiò sul letto di schiena, così da non schiacciare le ferite.
Nel giro di pochi secondi crollò tra le braccia di Morfeo, e non sentì neanche che gli venne portata la cena. 



 
Angolo autrice
Va bene, sono tornata dalle vancanze.
Con questa "roba" qui.
Ho voluta dare più spazio a Loki, e anche nel prossimo capitolo unaparte sarà incentrata su di lui
Che dire, spero vi piaccia :)
  
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