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Autore: CaTtY    09/03/2008    10 recensioni
Avete presente la solita routine di tutti i giorni, quella a cui ormai siete abituati da una vita?
Quella routine in cui ogni singola persona ha un ruolo, sempre lo stesso, con cui classificarsi nella vita mondana?
Ci sono i potenti, i deboli e poi...loro. Le regine.
E non si scherza con le regine. Tutti lo sanno.
Ma se nella vita mondana arrivasse qualcosa, qualcuno...che cercasse di stravolgere tutto? Che cercasse di cambiare la solita routine?
Il problema è che non sarà così facile...perchè una regina per non perdere il proprio trono è disposta a tirar fuori le unghie. E se si arriva a questi punti...è guerra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomiiiii! Scusate il ritardo, c'è stato il "problema gita" ultimamente e non sono potuta arrivare al pc... comunque ho avuto la fortuna di visitare una piccola parte della Germania in qsta settimana, ed è davvero bellissima... meglio di quanto pensassi! Il capitolo undici è già in rielaborazione, spero di riuscire ad aggiornare in settimana! Buona lettura cari lettori, spero di non deludervi anche questa volta. Questo capitolo sarà visto dal punto di vista di Julia e di Bill... nel capitolo successivo ci sarà un... approfondimento... xDxD.

Ah, come ultima cosa premetto che... I Tokio Hotel NON mi appartengono ((per mia grande sfortuna, anche perchè sennò NON sarei qua xD)) e questa storia è scritta per pure piacere personale, senza alcun scopo di lucro.

Buon divertimento! =)

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Julia.


Aprii gli occhi per la cinquantesima volta.

Mi rigirai di nuovo nel comodo letto, rannicchiata sotto il mio piumino nero.

I grandi numeri rossi segnati a caratteri cubitali nella sveglia sul comodino alla mia destra segnavano le 3 di mattina.

Sbuffai di nuovo.

Perché mai non mi addormento stanotte?

Mi alzai, ignorando il freddo pungente che mi arrivò addosso appena uscita dalle lenzuola. Mi avvicinai alla scrivania, illuminata solo dalla flebile luce proveniente dalla grande finestra con il balcone che avevo in camera.

Allungai la mano alla cieca, raggiungendo l’interruttore dell’abatjour. Una luce un po’ più forte illuminò tutta quanta la stanza.

Molte volte mia madre mi aveva rimproverato per il disordine. E troppe volte io le avevo risposto di farsi gli affari suoi.

Sbuffai, ricordando quegli episodi.

Questa è la mia camera. Il mio disordine. Ma che vuole?

Ignorando quei pensieri afferrai con la mano sinistra una grande fodera nera, adagiata sulla sedia della scrivania. Tirai giù lentamente la cerniera lampo e ne estrassi lo strumento custodito: una bellissima chitarra acustica Martin, in legno scuro.

La tenetti salda tra le dita, rimirandola un poco in tutta la sua bellezza. Adoravo quella chitarra.

Poi mi avvicinai alla finestra, spalancandola.

Fuori l’aria era pungente. I nuvoloni nascondevano in parte la luna piena, ma la sua luce quella sera pareva più forte di loro.

Mi sedetti sul bordo della sedia di ferro bianca che c’era sul balcone.

Ammirai per un’altra volta la chitarra che tenevo stretta tra le mani, per poi posizionarmela sul ginocchio destro.

Dopo una breve pausa incominciai a pizzicare le corde della mia chitarra classica in modo dolce. Le dita scorrevano piacevolmente sulle corde, dandomi un senso di libertà.

Poi aumentai il ritmo, andando sempre più veloce.

Ed ecco, la stonatura. La solita, bastarda stonatura che mi rovinava l’intero pezzo.

Bloccai le corde con il palmo della mano, sbuffando.

non mi verrà mai bene…

Ci provavo ogni volta e ogni volta stonavo in quel punto.

Non mi consideravo un asso come chitarrista, ma ci tenevo particolarmente a riuscire a fare bene quella melodia. Era dolce, malinconica…ma allo stesso tempo aggressiva, con la voglia di uscire, di scappare, di cambiare tutto.

Avevo deciso di iniziare a suonare la chitarra per poter sfogarmi in qualche modo, per poter trasmettere le mie sensazioni suonando. Come faceva Gustav. Lui sì che era bravo…e che energia, quando si sedeva dietro a quei grandi piatti. Lo ammiravo tantissimo.

Mi impegnavo tanto, veramente tanto. Ma quel maledetto pezzo non mi veniva.

Adagiai la chitarra al suolo freddo, rannicchiandomi di più sulla sedia.

L’indomani non ci sarebbe stata scuola, era l’ultimo giorno del weekend.

Non sapevo se avrei visto Mitzi, forse lei doveva uscire con Frerich

Mi raggomitolai ancora di più su me stessa, fregandomene de brividi di freddo che mi percorrevano il corpo.

Ne avrei potuto approfittare per andare a fare un po’ di shopping, magari.

Il mio guardaroba era diventato monotono già da un po’ di tempo, ma non ne avevo mai voglia di rinnovarlo. Dopotutto le quattro cose che avevo le adoravo.

Avrei fatto un giretto per negozi con l’mp3 sparato nelle orecchie e alla fine avrei comprato poco e niente, come al solito.

Chiusi gli occhi per un istante.

Un solo istante.

Tutto nero, tutto vuoto.

Era come se intorno a me il mondo si fosse fermato. Non c’era niente, solo buio.

Improvvisamente un paio di occhi castani si fecero spazio in quell’oscurità, costringendomi a sbarrare i miei.

Un solo istante.

O almeno così credevo.

Mi guardai intorno per un attimo, spaesata.

Dentro la camera la sveglia sul comodino segnava le quattro e quaranta di mattina. Mi ero addormentata.

Mi passai una mano sul viso stanco, sbadigliando.

Raccolsi la chitarra da terra e la riposi nella fodera nera, rientrando in camera.

Chiusi la porta-finestra alle mie spalle, lasciando che il tepore della camera mi riscaldasse un poco, prima di recuperare il lettore mp3 dalla tasca della giacca abbandonata su una sedia e calcarmi le cuffie nelle orecchie.

Le note di “In the shadow” dei Rasmus mi entrarono dentro a forza, trasportandomi con loro. Mi lasciai cullare da quella musica e da quella canzone che ormai sapevo a memoria.

“Lately I’ve been walking,

Walking in circles

Watching,

Waiting for something…”

Già…forse era vero. Ultimamente sto aspettando qualcosa…ma non so neanche io cosa. Forse una svolta, una novità. Forse…qualcuno.

All’improvviso mi tornarono in mente quegli occhi. Un paio d’occhi castano intenso. Un paio d’occhi incantatori. …Quel paio d’occhi da cui tanto mi tenevo lontana.

Scossi negativamente il capo più volte.

Oddio, adesso me lo sogno anche la notte? Non basta vederlo a scuola?

Nono, siamo seri.

Mi tolsi le cuffie dalle orecchie, posandole con l’mp3 sul comodino. Mi ricacciai sotto le coperte, continuando a darmi mentalmente dell’idiota.

Il sonno mi raggiunse in poco tempo, ma la mattina dopo non mi ricordai cosa avevo sognato.

Niente, vuoto completo.

Eppure…avevo la strana sensazione di sapere cosa sognai quella notte…o forse, sarebbe meglio dire “chi”

…………………………………………………………………………………………………………

Bill

< No Bill, non se ne parla! >

Sbuffai, di nuovo.

< Eddai Tomi…che ti costa? > chiesi implorante al mio gemello, in piedi davanti a me.

Aveva le braccia incrociate al petto e un’adorabile smorfia imbronciata dipinta sul volto.

< Mi costa un intero pomeriggio che potrei passare con una bella ragazza, ad esempio! > bofonchiò per tutta risposta lui.

< Tom, non fare storie! Tu vieni con me, fine della storia. > esordii poi io, aprendo l’armadio davanti a me, iniziando ad esaminarne il contenuto.

< Bill ma…- > provò a replicare lui.

< Niente ma! > lo interruppi però io, girandomi di scatto verso di lui, con la maglietta ancora stretta in pugno.

Sbuffò, portando gli occhi al cielo.

< Bill, non ne ho voglia! È… è… è NOIOSO! > alzò la voce lui, imbronciandosi ancora di più.

< Tom, mi vuoi bene? > domandai allora io, punto sul vivo.

< Certo, ma…- > rispose lui, sbuffando di nuovo.

< E allora silenzio! Non è una cosa noiosa, è divertente! > lo interruppi allora io, tornando a rovistare nell’armadio.

< ma non ne ho voglia! > urlò allora lui, stremato.

< Te la fai venire! > replicai io.

< Non ci penso neanche! Io non vengo! > ribattè quello.

< Sì che ci vieni! > gli imposi io.

< No! >

< Sì! >

< No! >

< Sì! >

< N- >

< Basta! >

mio fratello stava per replicare quando una signora non molto alta, con i capelli di un rosso acceso accuratamente piastrati abbandonati in modo ordinato sulle spalle, fece irruzione nella nostra camera. Indossava una camicetta bianca, la quale sovrastava una gonna, lunga fino al ginocchio, nera. Teneva le mani sui fianchi, con un’espressione furibonda dipinta sul volto.

Io e Tom ci zittimmo all’istante, avvicinandoci l’uno all’altro sempre di più.

< M-mamma… > esordimmo poi insieme, balbettando.

< Si può sapere che diavolo sta succedendo qui…? > sibilò lei, gli occhi ridotti a fessure.

< Ecco, vedi…- > cominciai io, venendo però interrotto da Tom

< Mamma Bill mi vuole costringere ad andare di nuovo con lui a- > cercò di difendersi infatti il disgraziato.

< Ehi! Non ti sto mica costringendo! Ci divertiamo! > lo interruppi a mia volta io, prendendo la parola.

< Oh, smettetela! Non avete più cinque anni, ragazzi! > rispose lei, con tono autoritario < Bill, non puoi costringere le persone a fare ciò che non vogliono. >

< Ma…- > cercai di protestare io, mentre mio fratello si lasciava sfuggire risatine di scherno.

< Niente ma! > precisò lei, interrompendomi < E tu, Tom… > continuò poi, rivolgendosi verso quell’essere che rideva al mio fianco < …potresti essere più comprensivo verso tuo fratello, ogni tanto. Che ti costa accontentarlo? >

< Mamma ma io mi annoio… > si difese il malcapitato, assumendo il tono di voce da “bambino ferito”.

< Brutto…- > sibilai io, fulminandolo con lo sguardo.

< Bill… > mi riprese lei, con uno sguardo che andava via via sempre più addolcendosi < …dai su, non assillare tuo fratello e vieni con me, ti devo dare una cosa. >

senza aggiungere una parola si dileguò nel corridoio, con me al seguito.

Arrivammo in cucina e mi fece segno di sedermi. Obbedii, mentre lei faceva lo stesso.

< Tesoro > incominciò allora, guardandomi negli occhi < tu e tuo fratello siete così uguali…ma così diversi. Lo sai. È logico che non vi piacciano le stesse cose, non puoi obbligarlo. >

mi sorrise.

Era vero, non potevo obbligarlo.

< Comunque… > riprese a parlare lei, alzandosi per andare a prendere la sua borsa di pelle scura, abbandonata sulla poltrona in salotto < …ieri mi hanno pagata al lavoro. E visto che questo mese non ci sono state spese tanto grandi, e visto che ti conosco abbastanza da saper come renderti felice… > estrasse dalla borsa il portafoglio, aprendolo e porgendomi il suo contenuto < …tieni tesoro, divertiti e vedi di riportarne a casa qualcuno. > terminò sorridendo, dopo che ebbi preso i soldi.

Mi alzai tutto sorridente, saltandole al collo.

< Danke shon, mutter! > la ringraziai poi, schioccandole un bacio sulla guancia.

Lei si mise a ridere, una risata cristallina, dolce.

Uscii dalla cucina, precipitandomi in camera.

Afferrai il giubbotto abbandonato sul letto, sotto lo sguardo incuriosito del mio gemello.

Ma bastò un mio solo sorriso smagliante per fargli capire che non ce l’avevo con lui, anche se mi avrebbe fatto piacere se mi avesse accompagnato.

Contraccambiò il sorriso, piegando la testa da un lato.

Stavo quasi per uscire saltellante dalla porta della camera, quando mi chiamò dal letto.

< Ehi Bill! >

Tornai sui miei passi a marcia indietro, guardandolo con il sopracciglio destro alzato.

< Si, Tom? > lo sollecitai allora.

< Scusa … > sussurrò appena, facendomi tornare il sorriso.

< Ehi fratellone, non importa! Scusa te se ho insistito… > risposi allora io, visto che eravamo in vena di scuse.

< Io… ti voglio bene. > mi disse lui allora, sinceramente pentito.

< Anche io, lo sai > gli sorrisi nuovamente io, facendo per andarmene.

< Ah, Bill! > mi chiamò di nuovo.

Reinserii nuovamente la retromarcia, tornando sui miei passi per la seconda volta.

< Sì, Tom? > scandii bene le parole, facendogli capire quando mi fremeva andare.

Sogghignò divertito, guardandomi negli occhi.

< Buono shopping, fratellino, e non spendere troppo! > mi augurò allora lui, sapendo benissimo che erano tutte inutili quelle raccomandazione per me.

Gli sorrisi ancora, smagliante.

< Fidati! > ridacchiai, per poi fiondarmi giù per le scale.

Salutai velocemente la mamma, prima di aprire la porta di casa e di uscire sul vialetto.

L’aria fredda e tagliente mi colpiva il volto e il collo, ma non ci facevo molto caso.

Adesso l’unica cosa importante era trovare buoni acquisti per cui spendere quei soldi. Eh sì, era tempo di rinnovare il guardaroba.

Sorrisi tra me e me, niente e nessuno avrebbe potuto rovinare o sconvolgere quel pomeriggio che si prometteva fantastico.

Beh, forse…qualcuno sì…

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Ed eccolo qua... Fatemi sapere!

E adesso i ringraziamenti...

FrancescaKaulitz: ahaha è vero Bill-assassino è splendido! sxo che ti sia piaciuto questo capitolo di "stallo"... fammi saxe!

loryherm: eeeeh si... QUALCOSA accadrà di sicuro al + presto... non posso ancora svelare tutti i miei progetti ((anche perchè sono troppi e devo riordinarli nella mia mente sennò sai che casino?? xD)) xò posso dire solamente che QUALCOSA accadrà... eheh... per la vostra e la mia gioia. =)=) danke sono contenta ti piacciano i miei personaggi, sxo di nn averti delusa ^^

me stessa: jaja... Bill è Bill... ed è fantastico così com'è! ^^ sxo continuerai a seguirmi, alla prossima!

hilaryssj: danke shon! jaja, Gusty è Gusty... lo adoroo!!! =)=) kiss al prossimo chappy!

Clarizla...Diega: bella diegaaaa... ma quanto ci siamo sciallate in gita??? io.voglio.tornare.in.germaniaaaaaaaa!!!! siggsigg... xò prima saltino a roma nèè?? xDxD... eeeeh shi... sn un pò lenta ma alla fine aggiorno sempre! non abbandono le mie storielle io... =)=) allo che ne dici? ti piace questo chappy prima dewlla "tempesta"? muahahah... muà nn dice niente di +! baciotto ti adoroo

lipsia8: shorellina teshorosa miaa! ekkumee... alla fine ho aggiornato x la gioia tua =)=) ...mi shei mancata tanto in qsta settimana! mi mancavano le nstre chiaccherate.. eheh cm ti avevo detto questi ultimi due chappy erano chappy di "riposo".. poi si vedrà xDxD! shorellina ti liebo di bene!! al prossimo chapp!

V x Vendetta: halloo!! hai cambiato nome, jaja! l'altro era + lungo ma sempre bellisshimu xò! =) sn contenta di nn averti delusa e sxo anche questo rientri nelle tue aspettative. danke che aspetti che aggiorno, anche xk me lo dico da sl che sn un bradipo x queste cose!! è ke voglio che i capitoli non siano deludenti e così me li riguardo mooooolte volte.. xk x me non sono mai belli!! xDxD oh povera me... beh, fammi saxe! ciauz!

GemyBillina: dankee! alla fine hai commentato davvero =)=) sono contenta ti piaccia, sxo continuerai a seguirmi! un bacione

Ciiiii: grazie Cii!!! ihih dai magari riesco anche a farteli piacere i miei quattro angeli!! non si sa mai... =)=) al prossimo chappy, bacio tivibi!

GilliX: Bella Aleeee!! eheh ma dai BIBI non è mica ridicolooo! è tenero tenerosho come nomignolooo! ihihi.. danche x i compliments.. sn sempre bene accetti! ^^ mi sei mancata trpp in sta settimana! ci vediamo doma at school.. un mega bacioo!! e fammi saxe =)=)

  
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