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Autore: LiduenKvaedhi    03/09/2013    3 recensioni
I problemi familiari spingono Gwen, una ragazza appena diciottenne, a fuggire di casa, sotto proprosta di un ragazzo del suo solito Boxing Club. Tutto sembra andare per il meglio, finchè Gwen scoprirà i segreti più oscuri della vita del ragazzo.
Dal testo:
“MA SEI IMPAZZITO?!” urlò inconsciamente Gwen verso ragazzo.
“A me sembra un'idea magnifica” protestò lui con un sorriso stampato in faccia.
One-shot trasformatasi in Short poi chissà, potrebbe addirittura diventare una long.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Finì di sistemare tutte le sue cose. Erano le quattro ed era sola in casa.
Si distese sul letto, osservando la stanza. Si sentiva a casa, adesso.

Passò un mese da quel momento. Si accorse presto dello strano via vai che c’era nella casa: i ragazzi andavano uscivano per lavoro ad ore sempre diverse, certe volte non tornavano per giorni, altre tornavano in poco tempo. Spesso rimaneva a casa da sola, oppure con Courtney, oppure nessuno si muoveva da lì per giorni. Per non parlare poi del telegiornale: la sezione dei gialli era sempre attentamente ascoltata e non volava mai una mosca.
E in tanto cercava un lavoro, possibilmente che avesse a che fare con la sua passione, l’arte. Desiderava fin da piccola fare la pittrice o la tatuatrice, perché con entrambe poteva lasciare un segno indelebile nelle persone: con la prima nei ricordi e con la seconda fisicamente; avrebbe potuto anche fare entrambe, se avesse voluto.
Così ogni giorno esaminava la sezione Cercalavoro, speranzosa di riuscire nel suo intento.

Un giorno rimase sola a casa con Duncan, così decise che era il momento giusto per fare la domanda che da tanto le ronzava in testa.
Bussò alla porta dello studio e dopo che il ragazzo urlò un ‘Avanti’, Gwen entrò.
– Ehi, Gwenny! – esordì sorridente lui. La ragazza gli sorrise.
– Siediti pure, di cosa hai bisogno? – continuò Duncan con il suo solito tono spavaldo.
– Di farti una domanda – rispose lei semplicemente.
Il moro la scrutò meglio, leggermente spaventato, perché in cuor suo sapeva esattamente cosa gli stava per chiedere la coinquilina.
– Spara – esclamò lui, incrociando le mani dietro la nuca. Poi ripensò a quello che aveva appena detto, e ridacchiò: gli sembrò divertente il modo e momento in cui aveva usato quell’affermazione.
Gwen storse la bocca, chiedendosi se stesse facendo bene o male a fargli quella domanda.
Sospirò e tutto d’un fiato chiese – Che lavoro fate voi ragazzi? – Poi aprì un occhio, per vedere l’espressione di Dunca, poi cominciò a parlare nervosamente – Cioè, so che non sono affari miei. Ma… ma… insomma… beh, voi uscite di casa alle ore più bizzare, non tornate per giorni, altre volte non vi muovete per giorni. Poi il telegiornale, come lo ascoltate! Insomma, ormai vivo qui da un po’ più di un mese e per quanto ne so ci starò ancora per un po’! Poi perché Trent aveva un’arma a portata di mano? E’ un po’ sospetta la cosa, sai. Quindi, beh, se mi puoi dare qualche spiegazione…
Dopo aver fissato per tutto il tempo il pavimento, alzò lievemente lo sguardo, che si incrociò con quello di Duncan. Lui le sorrise – Ogni cosa al suo tempo, poi è meglio che tu non conosca il nostro lavoro. Fidati, lo dico per te! E ora, perché non andiamo a fare un giro in città?
Gwen rimase perplessa da quella risposta, ma decise di non darci troppo peso, anche perché a quel punto avrebbe scoperto da sola cosa facevano i ragazzi durante le loro uscite misteriose.
Annuì ed andò a prepararsi; si cambiò i vestiti di casa con una minigonna nera, una maglia nera con una scritta verde e le converse verdi. Si truccò alla meno peggio e uscì da camera sua. Duncan era già pronto alla porta: aveva un paio di jeans neri, una maglia verde scuro e delle converse nere.
I due uscirono di casa e presero il la BMW bianca per andare in centro.
Parcheggiarono nei sotterranei di un centro commerciale. Gwen non amava particolarmente fare shopping, ma le piaceva comunque gironzolare nei centri commerciali. Duncan camminò spedito, ovviamente con una meta precisa. La ragazza lo seguiva facendoli qualche domanda, ma quello che si limitò a rispondere lui fu – Ma non ti stufi mai di fare domande?! L’era dei come, quando, dove e perché è passato da un po’ dolcezza – La ragazza si infastidì: le aveva appena dato della bambina per caso?
Così chiuse il becco e si limitò a seguirlo.
Si ritrovarono così in un grande negozio di abiti da sera. Gwen guardò perplessa la miriade di vestiti delle marche più costose sulla faccia della terra.
Una commessa alta, bionda e con gli occhi azzurri si avvicinò ai due ragazzi.
– Buon pomeriggio! Avete un appuntamento? – l’accento russo era così marcato che quasi infastidì Gwen.
– Si! A nome Malone – rispose Duncan. La donna sfoderò un sorriso enorme e invitò la coppia a seguirla. La mora era ancora confusa, perché non capiva cosa stesse succedendo.
La commessa lasciò i due ragazzi in mano ad una seconda, questa volta mora con gli occhi castani, sempre altissima.
– Il mio nome è Shanna, e sono qui per aiutarvi a scegliere il vestito. Cosa cercate?
– La prossima settimana abbiamo un importante evento con il mio capo e lei accompagnerà un mio collega. Non è potuto venire lui personalmente, ma l’assisterò io – rispose il ragazzo, come se tutto andasse a meraviglia. Gwen lo guardava a bocca aperta, incapace di capire se era più furiosa per il fatto che non le avessero detto niente del galà oppure perché nessuno le aveva chiesto se voleva andarci, tanto meno con Trent!
– Come ti chiami cara? – la commessa si rivolse a lei.
– Gwen – si limitò a rispondere scocciata.
– Bene Gwen, diamo un occhiata in giro! – e le due si avviarono a perlustrare le decine e decine di espositori, facendo una selezione accurata degli abiti. Duncan intanto stava seduto davanti al camerino, aspettando ansiosamente di vedere la mora in quegli abiti meravigliosi.
Alla fine tornarono con dieci abiti ed entrarono nel camerino.
L’abito numero uno era rosso fiamma, di raso, senza spalline e lungo, piuttosto semplice. Però una volta provato, non la convinse molto. Così provò il secondo, una abito lungo, corallo, monospalla e molto ampio. Gwen lo trovò troppo fiabesco, quindi bocciò anche quest’ultimo. Come fece con il seguente, quello dopo e quello dopo ancora. Nulla le piaceva veramente.
Così provò il sesto e quello si che la colpì: aveva il corpetto a cuore senza spalline, davanti era corto, ma dietro si allungava in uno strascico. Era bianco, decorato con un pizzo nero pregiatissimo fatto a mano. Era aderente e le donava alla perfezione. Così decise di farlo vedere a Duncan.
Il ragazzo rimase a bocca aperta, senza parole: era così bella che avrebbe oscurato anche Coco Rocha o Tyra Banks se si fossero trovate insieme. E in quel momento invidiò da morire Trent, perché quella sera avrebbe avuto una tale bellezza al suo fianco.
– Sei uno schianto dolcezza! – esclamò lui facendole l’occhiolino. Gwen arrosii.
Provò comunque gli altri quattro abiti, ma nessuno poteva comparare il sesto.
Andarono alla cassa e Shanna riempì dei moduli per ritirare l’abito fra quattro giorni.
– Il costo è di 10.000 dollari – Gwen sbiancò, ma Duncan non si preoccupò e con nonchalanche tirò fuori la carta di credito.
A quel punto, la mora era più determinata che mai a scoprire qual’era l’occupazione dei suoi coinquilini.

- I bla, bla, bla di Chiara -
Si, ok. Questa capitolo fa cagare. Inoltre Gwen penso sia un po' OOC. Mi scuso e vi posto la foto del vestito di Gwen, di cui mi sono innamorata :3
A presto, Chiara xx
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