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Autore: Dulcet    03/09/2013    2 recensioni
Io vivo in un mondo dove c'è la magia. Dove c'è il bianco, dove c'è il nero. Dove, a volte, non c'è niente e non c'è nessuno, tranne me.
Non ho un nome e non ho un'età. Non so perchè e come e quando mi sono trovata qui. Quello che riesco a ricordare è poco; c'è sempre stato troppo poco.
Mi sono svegliata e non vedevo niente, c'era una luce da un piccolo foro e ho cominciato a guardare: questa è una delle poche cose che ricordo.
Da quel foro ci guardo ancora, tutti i giorni e a tutte le ore io sono lì e guardo tutto quello che posso guardare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando riapro gli occhi capisco di non aver fatto la fine di quell'animaletto. C'è una cosa strana che mi sveglia. Tutto si muove e non riesco a stare sulle mie gambe. Tutto cade, tutti gli scaffali che contengono il cibo. Tutti gli animali scappano più veloci che mai.
Ma la cosa peggiore è che sento urlare. Sento la soffice voce di Ruthie trasformarsi in un pauroso urlo mentre cerca di farsi strada tra i mobili caduti. Sta piangendo. Non riesce a tirar fuori Lacie da tutto quell'ammassamento di mobili.
Lacie!-urla con tutta la voce e la paura che ha.
Sento un rumore di passi, veloce, ma non ritmato. Come di una persona in preda al panico che corre o almeno, cerca di correre.
Nella stanza appare il ragazzo, visibilmente terrorizzato.
-Ruthie! Stai bene?- urla.
-Io sì, ma Lacie è là sotto!- urla lei indicando con un dito il posto dove è sepolta la sua amica.
Qualcun altro appare nella stanza. -Ci penso io.- E' Stephen. Sembra molto coraggioso e sa affrontare la situazione ma è spaventato. Non deve essere facile sapere cosa fare in un brutto momento.
Ma non sarà che questo movimento e questi mobili che cadono siano il terromoto? Stephen aveva detto che sarebbe intervenuto solo in questo caso. Allora è davvero così? Sì. Questo è il terremoto.
Mi accosto al foro, sia perchè dalla paura non posso più muovermi sia perchè voglio vedere cosa succede. Stephen, mentre io non guardavo è riuscito a tirar fuori Lacie e adesso stanno parlando, seduti a terra.
-Dobbiamo aspettare che finisca?- Chiede Ruthie.
-Sì. Non ci si può muovere se trema tutto.- Risponde Stephen.
Più in là c'è il ragazzo, che tiene la testa tra le mani.
-E' la fine- dice sottovoce, ma tutti lo sentono e sanno che ha ragione.
Rimangono in silenzio e si sente solo il rumore del pavimento che si muove velocemente, mentre tutto cade. Nel frattempo ho trovato uno spazio in cui non c'è niente che possa crollarmi addosso e credo che anche loro siano al sicuro. Sfortunatamente non posso guardare dal foro, perchè lì è pericoloso.
Mi sento così sola... Anche io vorrei stare con loro e anche se sono in una situazione pericolosa, insieme è meglio, credo.
Non so cosa fare. Chiudo gli occhi e mi addormento. Ormai quel movimento sembra confortante, mi fa addormentare meglio, mi fa rilassare e non mi fa sentire sola. Forse farà crollare il muro che mi divide da Ruthie, da Lacie, dal ragazzo e da Stephen.
Mi sveglio dopo un po', accorgendomi che il pavimento ha smesso di muoversi e i mobili hanno smesso di cadere ovunque.
Li sento ancora parlare; o forse parlano piangendo perchè quando mi avvicino al foro per guardare, le loro voci sono spezzate da singhiozzi continui. Deve essere una situazione terribile quella in cui si trovano adesso; vorrei tanto stargli vicina.
-Penso che sia il momento di andare all'entrata, al cospetto del re. Quel che temevamo è successo: il terremoto si è verificato e tutti sappiamo che in Germania c'è solo questa reggia ed Euthure è stata l'epicentro del disastro.- dice Stephen -non so cosa sia successo davvero, ma mi sembra un'assurdità... Vi accompagnerò e vi farò da guida. Vi proteggerò finchè ne avrò la possibilità. Più di questo non posso dirvi.-
Vedo Stephen molto preoccupato anche se cerca di mantenere la calma. Gli trema la voce, ha una coperta addosso e trema, non dal freddo ma dalla paura.
Deve avere un gran peso sulle spalle, ci sono tre persone che dipendono solo da lui. Comincio ad ammirarlo per come si prenda cura di loro, anche se li conosce da poco.
Mi chiedo se si prenderebbe cura di me se uscissi da qui, un giorno. Quel giorno non verrà ed è inutile essere così felice. Tuttavia sono certa che mi tratterebbe bene. Posso saperlo anche solo guardandolo dal foro.
Adesso si stanno alzando, sono pronti per andare e io non li rivedrò più. Quello che mi ha fatta felice sta andando via da me.
Non rivedrò più Ruthie, con i suoi bellissimi capelli che a volte si alzavano nell'aria.
Non la sentirò più parlare con Lacie del ragazzo che stava con loro, nè più la sentirò studiare, nè più cantare.
Non sarà lì neanche Lacie, con i suoi capelli quasi bianchi e il suo carattere scontroso. E' una ragazza molto determinata e forte, ma so che è dolce anche se vuole nascondere questo suo aspetto.
Anche il ragazzo di cui non conosco il nome mi mancherà. Mi mancherà il suo modo di prendersi cura di Ruthie e di Lacie.
E anche Stephen, pur avendolo visto da poco, mi mancherà.
Mi mancheranno tutti.
Mi mancherà tutto di loro.
-Coraggio.- dice Stephen. Poi tutti scompaiono e io non posso più vederli.
Ormai non ci sono più. Forse torneranno un'ultima volta per prendere le loro cose e andarsene via, chissà dove.
Mi muovo un po', decido di andare a prendere qualcosa da mangiare. Magari qual tipo di cibo che appena ne prendi un po' ti viene subito sete e continui a mangiarne tanto. Quello mi piace. Mi fa sentire più forte dopo averlo mangiato.
Muovo le gambe nel buio e man mano comincio a sentire delle voci. Mi avvicino a una parete e ci appoggio l'orecchio.
Qualcuno sta parlando, sembra arrabbiato perchè urla.
-Questa è la rovina per Euthure, per Berlino e per la Germania intera, maledizione! Cosa pensate dovreste fare adesso?!-
-Io, Ruth Grimm, nata nella nobile reggia di Etuthure il 29 marzo dell'anno 1763, mi dichiaro colpevole.- E' la sua voce. La voce di Ruthie! Sono spaventata per lei. Cosa le faranno? Dove la porteranno? Stephen la accompagnerà, ma quando dovrà lasciarla, dove la lascierà? Farà la fine di quell'animaletto?
Adesso è Lacie che parla.-Io, Lacie Grimm, nata nella nobile reggia di Euthure l'11 febbraio dell'anno 1763, mi dichiaro colpevole.-
Pensavo che Ruthie e Lacie fossero amiche, non sorelle. Portano lo stesso cognome, eppure, nello stesso anno, Lacie è nata un mese prima di Ruth e so che questo non è possibile. Sicuramente hanno madri diverse. E poi non si somigliano per niente.
Ho imparato queste cose ascoltandole ripetere quando studiavano. Non ho seguito tutta la spiegazione quella volta perchè ero andata a prendere da mangiare, ma quando sono tornata a guardare dal foro stavano ripetendo qualcosa come ''La gravidanza è il periodo di nove mesi durante il quale una nuova forma di vita si sviluppa all'interno del corpo materno'' o qualcosa del genere. Ancora prima, quando Ruth e Lacie erano ancora piccole, avevo imparato i nomi dei mesi e dei giorni e ancora oggi me li ricordo e so che marzo viene dopo febbraio e non mi ci vuole tanto per capire che 1763 e 1763 sono numeri uguali.
Poi ho imparato anche che i figli nati dalla stessa madre e dallo stesso padre si somigliano tra loro fisicamente. E non è questo il caso.
Solo ora mi rendo conto che le cose che ho imparato sono molto importanti per capire il mondo. Se avessi potuto avrei studiato anche io con loro. Avrei aperto quelli che loro chiamano ''libri'' e avrei letto le parole o me le sarei fatte leggere, e adesso saprei molte più cose. Mi è sempre piaciuto sapere le cose. Rendono tutto meno misterioso e meno spaventoso.
Adesso tocca al ragazzo, di cui tra poco conoscerò il nome.
-Io, Leonardo Grimm, nato nella nobile reggia di Euthure il 17 luglio dell'anno 1760, mi dichiaro colpevole.-
E così adesso conosco il suo nome. Forse l'ho sentito mille volte prima, quando erano più piccoli e giocavano, quando erano più grandi e parlavano, ma non avevo interesse a sapere come si chiamassero. Non so dire perchè e quando ho cominciato a interessarmi in questa cosa.
Leonardo è sicuramente il fratello maggiore di Ruthie. Non fratellastro però, perchè lui e sua sorella si somigliano tanto, anche come carattere.
-Adesso, affinchè venga stabilita la colpa da attribuirvi per aver fatto versare nel panico e nella distruzione Euthure e aver fatto perdere l'onore dell'unica reggia presente in Germania, verrete accompagnati alla capitale Berlino. Lasceremo che le autorità competenti decidano cosa fare.
Da adesso in poi Stephen Wilson diverrà il vostro accompagnatore. A lui sono affidate le vostre vite e le vostre morti. Vi accompagnerà fino a Berlino su una carrozza. Poi verrà decisa la vostra colpa.-
Il signore che parla deve essere il re, prima Stephen aveva detto che ''era ora di andare al cospetto del re''.
-A te le chiavi della cantina, mi raccomando, una volta entrato chiudi subito la porta dietro di te. Non deve rimanere aperta, capito?- Sussurra a Stephen, ma io riesco a sentirlo.
Ora ho altre due domande: cosa sono le chiavi? e cos'è la cantina? e la porta?
Stephen non dice nulla, probabilmente ha solo annuito.
Sento un rumore di passi che si fa sempre più vicino. Corro a vedere fuori dal foro.
Il cuore mi batte così forte che lo sento quasi uscire dal petto. Stephen è vicino, anzi no, proprio davanti al foro. Vedo le sue mani che giocano con dei pezzi di metallo luccicante.
Sto ancora guardando il foro quando Stephen inserisce uno di quei pezzi di metallo nel foro.
Non mi sono mai sentita così. Il cuore non mi è mai battuto così forte.
Perdo la capacità di muovermi e di pensare e rimango a guardare una parte del muro, quello dove c'era il foro, andare indietro.
Poi tutta la luce si riversa su di me. Non ne ho mai vista così tanta. E' un sogno, sì. Sto sognando.
C'è Stephen, dritto davanti a me. E' immobile anche lui.
Forse stiamo sognando insieme, ma lui continua a guardarmi.
Poi mi accorgo che in quegli occhi c'è l'azzurro del cielo, c'è la luce dei suoi capelli.
Non ho mai visto una persona guardarmi.
Mai.
Guardo Stephen mentre apre gli occhi più che può. Muove la bocca, ma non riesco a sentirlo.
Cado a terra pensando che non devo essere felice di un sogno, perchè non è la realtà.
Chiudo gli occhi e li riapro, ma è ancora lì.




Messaggio dell'autrice: Mi scuso per il testo piccolo e non giustificato, ma non sono riuscita a modificare l'html con efp. Meno male che sapevo il codice per andare accapo!
  
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