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Autore: Water_wolf    03/09/2013    5 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Più si avvicinava alla stanza in cui era rinchiuso Dimitri, più avvertiva i sentimenti i suoi sentimenti farsi prepotentemente strada dentro di lei. C’era odio, rabbia, delusione, paura.
Shai fu sicura di trovarsi davanti alla porta giusta quando, attraversato un intero corridoio, una fitta di dolore acuto le trafisse il petto.
Che gli avrà fatto Zeigen? si domandò, in ansia.
Fece un grande respiro, poi sferrò un calcio contro la porta. Quella resistette a un altro colpo ancora, ma, alla fine, Shai riuscì a scardinarla. Si passò una mano sulla fronte sudata.
<< Dimitri! >> chiamò.
<< Shai! Che cosa ci fai qui? >> chiese il ladro, sbalordito.
La violinista sbuffò di sollievo, recuperando un po’ di calma e sangue freddo. << Ti aiuto a portare le chiappe al sicuro, no? >>
Dimitri rise, divertito dalla spavalderia della sorella.
<< Sono intrappolato dentro il mio stesso attacco, Shai, in una gabbia trasparente che si ritorce contro di me. >> spiegò. << Non ho idea di come fare a contrastarla… >> ammise subito dopo, lasciandosi cadere seduto.
La violinista si appoggiò alla parete, pensosa. C’era lo zampino della magia, questo era certo, ma una diversa da quella che fluiva nel corpo dei Custodi, forse persino una variante della componente di quella angelica.
Rifletté sul problema per alcuni minuti che parvero ore, finché non esordì << Dimitri, crea un’altra gabbia come quella in cui sei dentro e ordinale di espandersi. >>
Il ragazzo lanciò un’occhiata di sbieco a suo indirizzo, lì dove percepiva la sua presenza e dove proveniva la sua voce. << Non riuscirò a romperla dall’interno, ci ho già provato. >> obiettò, scettico.
<< Infatti, non si romperà completamente. >> replicò Shai, sicura.
Dimitri scosse la testa, poco convinto, ma iniziò a far fluire ugualmente energia dal suo corpo. Quando fu sicuro che fosse abbastanza potente, la lasciò andare in un’ondata compatta con l’ordine di espandersi.
Le due gabbie cozzarono con un’esplosione di luce e un rumore di vetri rotti. Si contrastavano a vicenda, una premeva per rimanere al suo posto, l’altra per uscire.
Dimitri fece per dichiarare l’ennesimo piano di fuga fallito, quando uno strano sbilanciamento colse la prima gabbia.
Quella che premeva verso l’esterno aveva fatto una breccia nell’altra, che non aveva fatto in tempo a richiudersi, così la seconda la stava inglobando. La trappola fu inghiottita completamente e, prima che potesse espandersi all’infinito, il ladro la bloccò e riportò l’energia dentro di sé, recuperando un po’ di forze.
Si alzò in piedi con un grido di gioia. Si diresse a passo sicuro verso Shai, e l’abbracciò stretta. La mora fu colta impreparata, visto che non aveva visto nulla se non lo scoppio luminoso iniziale, ma rispose con ugual trasporto.
<< Siamo perfetti: tu la mente, io la forza bruta. >> scherzò Dimitri, nonostante fosse infinitamente grato alla sorella.
<< Già, proprio bruta a giudicare dalla tua faccia. >> buttò lì Shai.
Dimitri sorrise. << Potevi tirarla fuori prima la grinta, sorellina. >>
I due si  strinsero forte, cullandosi per minuti interi, stranamente al sicuro nella casa del nemico.
<< Dobbiamo andare ad aiutare gli altri. >> esordì il ladro.
Shai annuì nel buio. << Muoviamoci, non sappiamo ciò che Zeigen ha architettato per loro. >>
Uscirono come dei fulmini dalla stanza, questa volta affidandosi al potere del ladro. La sua mente era già proiettata avanti, verso un’unica destinazione: Emilia. Che trattamento le aveva riservato Zeigen?
Rabbrividì, quando alcune idee gli sfiorarono la coscienza. Le scacciò con forza, ripetendosi che sarebbe arrivato in tempo per evitare l’irreparabile. Corse fino a farsi bruciare i polmoni, seguendo la traccia che lo avvicinava sempre più a lei.
Il corridoio che aveva percorso Shai, per prima, sembrava non finire mai. Le porte erano distanti metri e metri le une dalle altre, ma almeno tutte in fila.
La prossima, la prossima, si ripeteva.
La traccia si rafforzò, e Dimitri si fermò all’improvviso. Abbatté la porta con una spallata ben piazzata, incapace di pensare a nient’altro che non fosse farsi strada al più presto. Corse, o meglio, si sbilanciò verso l’interno, senza fermarsi.
Non fece caso ai sensi che gli suggerivano la conformazione della stanza e quello che c’era dentro, così, inciampò, fece un volo in avanti e atterrò dolosamente sull’oggetto al centro dell’ambiente. Dimitri imprecò sonoramente; Shai sobbalzò, allarmata.
<< Cos’è successo!? >>
Il ladro la ignorò. Batté un pugno su quella che aveva identificato essere una bara, tastando tutt’intorno, e gridò << Emilia! Emilia! Sei qui dentro? Emilia! >>
Avvertì un calore innaturale sulla superficie del legno. Si alzò sui gomiti, convinto di sognare. Ma non era così. Sulla bara lampeggiava una scritta al contrario che recitava: SÌ, FAMMI USCIRE DA QUI, SUBITO!
Dimitri ci mise un attimo a decifrarla, ma, appena fatto, non esitò un secondo di più. Si alzò e strappò con la forza del pensiero la porta, ansioso di rivedere la ragazza, la sua ragazza.
La bionda uscì con un balzo di paura e sollievo dalla bara, gettando le braccia al collo di Dimitri. Lo baciò con passione, trasmettendo così tutte le emozioni che aveva provato in quella prigionia solitaria.
Il ladro rispose con passione, sorreggendola e aggrappandovisi come se non volesse sciuparla, ma avendo timore che potesse scomparire. Shai, entrata nella stanza, osservò estasiata scintille e fuochi d’artificio circondare i due amanti. Non poté che sorridere a quello spettacolo inusuale, forse ritenuto impossibile, e augurò loro tutta la felicità del mondo.
Quando il respiro mancò a entrambi, le loro labbra si separarono. Il viso di Dimitri era illuminato fievolmente dai fuochi d’artificio, ma Emilia vide ugualmente ciò che il ragazzo sillabava.
Sei bellissima.
Lei rispose con malizia.
Lo sono sempre stata.
<< Eh-ehm, abbiamo un’altra coppia da riunire, non vorrete privarli di questa possibilità, giusto? >> li interruppe Shai, ma sorrideva.
<< Chi manca? >> domandò subito Emilia.
<< Ci siamo solo noi, restano ancora Chiara, Jonas e Andre’. >> rispose il ladro.
<< E che cosa stiamo aspettando, allora? Abbiamo tanto da fare, su! >>
Si staccò definitivamente da lui, uscendo a grandi falcate dalla porta, desiderosa di rivedere sana e salva la sua migliore amica.
Non mi ha nemmeno chiesto come sto, pensò Dimitri, ma era troppo felice per rifletterci più di un attimo.
Questa volta con meno foga, ma più attenzione, il ladro guidò le due ragazze alla prossima porta, quella di Chiara. La aprì con i suoi poteri, percependo una strana attività all’interno.
Un fiume d’acqua quasi lo travolse, ma lo evitò per un soffio. Una larga pozza si estese rapidamente, allagando a velocità doppia rispetto al normale il corridoio.
<< Chiara! >> urlò Emilia, ma non sperava in una risposta.
La Custode dell’Acqua, però, aveva avvertito la perdita improvvisa e la mancanza della porta. Si fece forza, sapendo che fuori la aspettavano i suoi amici. Ordinò a una corrente di trasportarla da loro, abbandonando quella stanza di tortura.
Non appena si ritrovò sul pavimento del corridoio, innalzò una parete di ghiaccio per bloccare temporaneamente l’acqua e le fiamme.
<< Dimitri, serve un muro! >>
Il ladro eseguì, sigillando la stanza. Solo allora Chiara si concesse di respirare normalmente, regolarizzando il battito del cuore e cercando nuova calma.
<< Jonas? >> chiese, alzandosi in piedi, iniziando a strizzarsi i capelli bagnati.
<< Dobbiamo ancora prenderlo. >> rispose Emilia, fissandosi le punte delle scarpe.
Chiara si interruppe. << N-non siete tutti? >> domandò, interdetta.
Non aveva neanche controllato in quanti fossero i suoi salvatori, ma, dopo aver notato che con lei erano solo in quattro, si diede della stupida per non averci pensato.
Prima che Shai potesse rispondere, disse << Muoviamoci, Andre’ e Jonas avranno sicuramente bisogno di noi. >>
In realtà, la preoccupazione per l’angelo era un milione di volte superiore di quella per il Custode della Terra, e, riconoscendo il proprio egoismo, evitò di pressare i compagni a andare direttamente da Jonas.
<< Dritti dal piccolo genovese, allora. >> dichiarò Dimitri, mettendosi in marcia.
Emilia affiancò l’amica, aiutandola ad asciugare vestiti e capelli. In un modo o nell’altro, io finisco sempre zuppa,  pensò Chiara.
Camminarono spediti fino all’altra porta, non osando immaginare ciò che avrebbero visto dentro. Dimitri la aprì, che fu subito scardinata da una raffica di vento allucinante. I quattro si scambiarono un’occhiata preoccupata.
<< Ci penso io. >> disse Shai e, con uno schiocco di dita, il movimento convulso all’interno si arrestò.
Era uno spettacolo surreale poter osservare un fulmine a metà corsa, una fiamma prolungata all’infinito. La violinista fece cenno agli altri di rimanere fuori, che poteva entrare da sola.
Si orientò grazie alle vampe di luce delle fiamme, che si erano accanite contro un guscio di costoni di terra e pietra. Sentiva il calore che emanava la roccia anche a un metro di distanza.
<< Andrea! >> gridò a pieni polmoni. << Mi senti? Esci da qui, non c’è pericolo! >>
Non sperò in nulla di particolare, ma continuò a chiamarlo ugualmente. Fuori, gli altri tre pensavano al peggio.
All’improvviso, con una scossa che fece tremare il pavimento, i costoni rientrarono nel terreno ed emerse la figura del ragazzo, sudato e con un sorriso stanco sulle labbra; si stringeva al petto il polso rotto.
<< Mai pensato di fare il tenore al posto della violinista? >> scherzò, infinitamente felice.
<< Oh, sta’ zitto e ringraziami! >> fece lei,  abbracciandolo.
Andre’ sentì le guance insolitamente calde, e fu grato alla semi oscurità che lo nascondeva. Shai, si staccò, sistemandosi i vestiti con aria imbarazzata, come chi si è appena esposto troppo. Il biondo si lasciò sfuggire un gemito, quando il polso gli inflisse una fitta di dolore intenso.
<< Sei ferito? >> domandò subito la violinista, allarmata.
Fuori, i ragazzi trattennero il fiato.
Jonas sarà tutto intero? pensò Chiara, e si morse un labbro.
<< Io… sono caduto e… >> balbettò Andrea, mentre Shai, pratica, gli aveva già preso il braccio tra le mani.
Ne pose una sulla frattura, chiuse gli occhi e si concentrò. Era più difficile accelerare il tempo di rimarginazione su qualcosa di spezzato, invece che solo tagliato.
<< Scusa, avrei dovuto farlo ieri, ma mi era proprio passato di mente e non immaginavo l’attacco di Zeigen. >>
<< Tranquilla, non era e non è nulla. >>
<< Certo, raccontalo a qualcun’altra. Ti faceva male, non mentire. >>
Andrea arrossì, incapace di fare altro. Io non le capisco le ragazze: un minuto prima gridano il tuo nome che se ne andasse della loro stessa vita, un minuto dopo diventano fredde come il ghiaccio.
Sospirò, seguendo Shai fuori dalla stanza. Quando fu fuori, riuscì a sentire di nuovo la terra sotto di sé. Lanciò una rapida occhiata in giro. C’erano tutti, tranne Jonas.
<< Avanti, andiamo. >> incalzò Chiara, evidentemente in ansia.
Dimitri colse la sfumatura della sua voce e andò spedito verso la prossima porta. Presto, però, si accorse che il corridoio finora regolare si diramava in molte, troppe direzioni da percorrere.
Il ladro corrugò la fronte, impegnandosi a chiarire la traccia di Jonas. Chiara, dietro di lui, si fece sempre più irrequieta.
Dimitri scelse un corridoio che partiva da sinistra e si perdeva in un labirinto di vie e incroci fittissimo. Mentre ci si addentravano, sotto la pronta guida del Custode dello Spazio, il messaggio di Zeigen si delineava con chiarezza: Non riuscirete a salvarlo un’altra volta vivo.
Dimitri percepì un’ultima, forte, traccia e poi più nulla. Tutto scomparso, svanito.
Il ragazzo si fermò di botto, rischiando di far inciampare gli altri. Il corridoio terminava lì, in un vicolo cieco.
<< Dimitri… >>
<< No, Chiara, il percorso è giusto, ma ora non c’è più. Si è volatilizzato il segno lasciato da Jonas. >> la interruppe subito.
<< Allora la strada era giusta. >> obiettò lei.
<< Non voglio litigare, non è il momento adatto, ma forse la traccia si è interrotta per qualche altro motivo. >>
Si voltò per affrontare la reazione della ragazza, consapevole dell’argomento spinoso. Chiara stringeva le mani in pugni così forte da farsi male.
<< Voglio sapere dov’è. Sei o no il Custode dello Spazio? >>
La sua voce risuonò strana anche a lei: era innaturale, quasi metallica, insensibile. Invece, dentro di sé, ogni particella del suo corpo era in subbuglio.
Emilia le mise una mano sulla spalla. << Non ti preoccupare, Di- >>
<< Non ti preoccupare! >> scattò Chiara, scostandosi con furia.
<< Non ti preoccupare?! Ti rendi conto della stronzata che hai detto, eh?! >>
Emilia aveva calcolato un’esplosione del genere, ma ne rimase comunque impressionata.
<< Calma, sarà solo l’ennesimo trucchetto di Zeigen, lo salveremo. >>
<< Come posso stare calma? Come?! Io non me ne resterò qui ad aspettare che il segnale colpisca Dimitri come un’antenna quando Jonas morirà, per è questo quello che succederà, la fine che vuole per noi Zeigen! >>
Per la frustrazione, scagliò un pugnale di ghiaccio contro la parete di destra. Il muro si squarciò, come se fosse una tela.
Shai, Dimitri, Andrea e Emilia spalancarono gli occhi.
<< Che c’è?! >> esclamò Chiara, il petto che viaggiava su e giù velocissimo.
Emilia ebbe appena la forza di indicare con l’indice lo squarcio. La ragazza si voltò, e quasi fece un balzo.
Non era il muro in cui aveva aperto una ferita a inquietarla, ma ciò che c’era dietro.
Una parete premeva contro il basso, come una pressa gigante, e si intravedevano delle spalle chinate per lo sforzo e delle ali candide.
<< Jonas… >> mormorò, incredula. << Jonas! >> gridò subito dopo.
Emilia lanciò una palla infuocata all’interno, così da poter vedere meglio. La Custode dell’Acqua ampliò lo squarcio con furia, impugnando lei stessa i pugnali di ghiaccio. Il rumore assordante riempì il corridoio con tutta la sua potenza.
<< Jonas! >> chiamò ancora Chiara e, questa volta, l’angelo si voltò. Sorrise.
E quel piccolo gesto bastò fargli perdere la concentrazione. Una mano scivolò via dall’elsa di Chion, e la parete sembrò inghiottirlo del tutto.
Fu un attimo.
Chiara oltrepassò il muro che ormai non esisteva più e si lanciò dentro.
Arrancò per qualche metro, avvicinandosi il più possibile a Jonas. Quando si ritirò su, i palmi aperti contro il cielo, sentì l’agghiacciante peso che aveva sopportato l’angelo fino a quel momento da solo.
Maledisse, inveì e indirizzò quanti più insulti conosceva a Zeigen, mentre il dolore onnipresente le strappava un grido gutturale. Nonostante ciò, continuò a sostenere più che poteva la parete.
Voltò, con estrema difficoltà, il viso e guardò verso il basso.
Jonas giaceva con le ali scomposte sul pavimento, una mano stringeva ancora Chion, il corpo era squassato dai tremiti e la maglietta zuppa di sudore, sotto il giubbotto antiproiettili; teneva gli occhi chiusi e si imponeva di respirare con calma.
<< J… >> gemette Chiara.
L’angelo le sorrise ancora. << … Zeigen mi ha riservato una suite di lusso… si vede che mi vuole proprio bene… >>
<< Smettila di fare il cretino, non è il momento! >>
Chiara era conscia che non sarebbe riuscita a resistere sotto quella pressa più di qualche minuto ancora, e aveva la mente troppo occupata dal dolore per pensare liberamente. Si impose di dominarsi, e gridò ai compagni << Shai, Dimitri! Fermate questa cosa, presto! >>
Si voltò di nuovo verso Jonas.
<< Ti tirerò fuori da qui. >> promise, determinata.
L’angelo non rispose. << Muovetevi! >> ordinò, con una smorfia di dolore.
I due fratelli, fuori dalla stanza, unirono le mani e fusero i loro poteri. La parete smise di premere verso il basso, poi, lentamente, andò verso l’alto, lasciando ai due Custodi tempo per respirare.
Chiara smise di sostenere il peso e abbassò le braccia, imprecando per le fitte che le attraversavano spalle e avambracci.
Come ha fatto Jonas a resistere così tanto? Quel pensiero le ricordò che non era sola.
<< Ce la fai ad alzarti? >> domandò.
L’angelo scosse lievemente la testa. << … credo di no… scusa… >>
La ragazza si chinò sul ragazzo, lo prese sotto le ascelle e incominciò a trascinarlo via dalla stanza. A metà strada le venne incontro Andrea, che trasportò da solo Jonas con poco sforzo, prendendogli anche la Spada della Pace dalle mani.
<< Andiamo via da questo labirinto. >> consigliò Shai.
Il biondo si issò Jonas, contro le sue proteste, e seguì Dimitri che li guidava fuori dal dedalo di corridoi. Chiara seguiva con apprensione il ragazzo, dimentica della propria spossatezza.
Raggiunto la via principale, i Custodi si fermarono.
Andrea lasciò Jonas con la schiena appoggiata contro la parete. Chiara gli fu subito affianco.
Scrutò i visi dei compagni, i quali cercavano qualcosa che potesse aiutare Jonas a recuperare le forze. Un pensiero colpì Emilia proprio in quel momento: Il Xeyl era il dono della sopravvivenza, capace di plasmare e distruggere, ma soprattutto di dare vita.
Fece l’occhiolino a Chiara, che sorrise, intuendo che l’amica aveva la soluzione.
La bionda si chinò sull’angelo, inginocchiandosi di fronte a lui, e gli diede un bacio sulla fronte. Infuse nel suo corpo pace, tranquillità, tutta la vita che animava il fuoco. Jonas, meravigliato, iniziò subito a sentirsi meglio.
Quando Emilia si tirò su, aveva nuove energie pronte all’uso nel sangue.
L’angelo l’afferrò per un polso, attirandola a sé.
<< Grazie. >> le sussurrò all’orecchio, così piano che nemmeno Chiara riuscì a sentire.
Emilia sorrise, maliziosa. << Non ringraziare me, è la tua ragazza che ti ha salvato. Ti ricordi cosa ti avevo detto un giorno? Falle del male e te la vedrai con me, che la vita te la posso anche togliere, oltre che donare. Ma >> aggiunse a voce ancora più bassa << ho capito che l’unico modo per renderla infelice sarebbe se tu non ci fossi. >>
Jonas si lasciò andare in una breve risata.
Emilia si alzò, affiancandosi a Dimitri, che le rivolse un’occhiata interrogativa.
<< Cosa credi, che ti abbia messo le corna? >> lo schernì.
<< Be’… >> provò a dire il ladro, ma la bionda gli scoccò un bacio a stampo, interrompendo la protesta sul nascere.
<< Lo dai anche a me un premio, Ly? >>
<< Idiota. >> borbottò Chiara, ma lo accontentò, oltre che far felice se stessa.
Shai scosse la testa, gli occhi rivolti al soffitto. << A quanto pare siamo finiti in un covo di colombi. >> sospirò.
Andrea non disse nulla, ma sorrise tra sé.
Solo allora la violinista raccontò loro di come si era sbarazzata di Zeigen, e che poteva scoprire dove aveva passato le ultime ore. Jonas e Chiara si tirarono su, Emilia e Dimitri si scambiarono un’occhiata penetrante. << Andiamo. >> dissero all'unisono.

 
***
Angolo dell'autrice
Guten Tag miei prodi! Purtroppo siamo già a settembre, l'estate è quasi finita çwç
Hanno pure cambiato l'editor dell'HTML, volevano farmi prendere un colpo viste le mie grandi abilità informatiche. Almeno è semplice uguale^^
Cooomunque, veniamo al capitolo. All'inizio doveva essere drasticamente più corto, mi sono lasciata prendere la mano ed è venuto fuori un robo 3.000 caratteri xD
Quindi rimandiamo lo scontro con Zeigen per poco.
Sicura che più di qualcuno avrà storto il naso per i vari momenti 'ti-amo-non-ti-lascerò-mai' e non sapete quanto mi sia servito il mio stesso montio dell'introduzione: -un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!) LoL
Be', anche la mia protagonista doveva msotrare il suo amore al mondo, non esistono solo Dimilia è.é Quindi c'è anche un po' di Brothership ShaixDimitri^^
Durante la scrittura ho aggiunto un sacco di dettagli per via delle stanze al buio e dei giubbotti antiproiettili, che ogni tanto mi colpivano come rivelazini del genere: "Jonas non ha solo la maglietta, cogl****!"
L'ordine delle cadute non sono in relazione alla successione delle porte, Zeigen ha fatto i suoi giri come gli pareva.
Be', che dire d'altro, mi sto deprimendo perché la storia è agli sgoccioli -_- manceranno sì e no uno o due capitoli e l'epilogo, poi fine çwç
Ringrazio sempre i lettori silenziosi e i recensori, kuss:*

Water_wolf

 
 
  
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