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Autore: _Joey_    09/03/2008    3 recensioni
Prologo - About A Girl.
“Magari farò un viaggio in Europa, passando per tutte le più importanti capitali: Roma, Madrid, Londra, Parigi. O magari sarò in una nave da crociera, a crogiolarmi al sole. Chi lo sa?”
Ecco come ho risposto quando un giornalista, la scorsa settimana, mi ha chiesto cosa avrei fatto per le vacanze di Natale, mentre camminavo più o meno tranquillamente per le vie di Los Angeles.
Onestamente, conoscendomi, avrei fatto sia il viaggio in Europa che la crociera, senza preoccuparmi più di tanto di parenti e amici. Sarei andata via volentieri.
Ma, invece, non l’ho fatto. Sono rimasta qui a LA: ho accontentato i paparazzi che, sicuramente, gioiranno per una foto mentre esco sbronza da un locale, o un’altra in cui sono con un amico che per loro diventerà automaticamente il mio ultimo flirt.
Dovrebbero edificare una statua d’oro in mio nome, paparazzi e giornalisti, per tutti i soldi che ho fatto incassare loro con il mio lavoro, i miei amori, le mie bravate, la mia “vita da modella, all’insegna della sregolatezza”.
Già, perché nonostante il fatto che non sia sempre divertente vedere la mia vita sbattuta in settima pagina in un giornale di gossip, neanch’io posso negare di vivere tra studi fotografici, passerelle e festini. Anche se spesso i giornali si divertono a togliere qualcosa e aggiungere qualcos’altro che, sicuramente, farà vendere più copie. Perché la gente ama farsi i fatti degli altri, la gente ama il solo pensiero di poter essere come noialtri. E, sicuramente, ora penserete che sono una stupida egocentrica che se la tira. Ma non è vero. O meglio, il mio egocentrismo non viene fuori quando si tratta di questo genere di cose.
Perché, nonostante tutto, sono convinta che a nessuno, tra tutta quella gente, piacerebbe andare ad un party il 26 dicembre. Loro preferiscono stare in famiglia perché è così che bisognerebbe passare le festività. Beh, a dire il vero, anch’io sono in famiglia, visto che il party è a casa di Simon, mio fratello, che, inutile negarlo, sfrutta al massimo la mia popolarità.
E quindi sono qui, a casa mia, sola come sempre, che mi preparo per l’ennesimo festino.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco qui l'ultimo capitolo! Grazie ancora una volta a Giù e BlueAndYellow X***


Capitolo 9 – And All Things Will End.

La hall dell’Hilton non mi è mai sembrata così grande. Durante le quattro settimane passate qui, intendo. A dire il vero non l’ho mai neanche osservata con attenzione. Tutte le volte che sono passata da qui di giorno andavo di fretta e, la notte, ero troppo ubriaca o troppo assonnata per iniziare a guardarmi intorno, squadrando ogni particolare. Non mi ero mai accorta del grande orologio antico che fa come da guardia ai banconi della reception e che, a detta di un gruppo di signore appena passato, è preciso quasi fosse svizzero. Adesso segna le 14:58.
Quasi sicuramente state pensando che io sia agitata, ma vi sbagliate. E stavolta, credetemi, non lo dico per mascherare le mie debolezze o chissà quale ipotesi vi sia appena venuta in mente. La verità è che non ho avuto il tempo materiale di preoccuparmi e/o agitarmi e, se ne volete una prova, dite alle persone qui attorno di fare silenzio e aspettate che il mio stomaco brontoli: oggi niente pranzo, proprio per mancanza di tempo.
Improvvisamente, in mezzo al suono delle chiacchiere delle persone nella hall e a quello dei pensieri nella mia testa, distinguo chiaramente il rumore della grande porta di vetro che si apre. Mi volto, un po’ per curiosità, un po’ perché l’ansia sta iniziando ad insinuarsi in me, ed osservo dal basso all’alto la persona appena entrata.
Nike blu scure con il logo bianco, jeans neri, scoloriti, strappati, maglia nera e bianca, felpa nera della Syn Gates Clothing, pelle perfetta, labbra sottili, piercing al naso, occhi scuri, ammalianti, luminosi, capelli scuri. E il cuore inizia a martellare forte nella mia cassa toracica, quasi volesse venirne fuori. Sorrido, mentre Syn mi viene incontro, mentre lo saluto con un “Ciao” quasi impercettibile, mentre una sua mano si poggia sulla mia schiena, attraendomi a lui, mentre mi chiede se è questo il modo di salutare dopo un mese senza vederci.
E nella mia testa sorrido anche mentre le sue labbra si posano sulle mie, mentre si scontrano con le mie, in un bacio passionale.
Probabilmente molte di voi, se si fossero trovate al mio posto, dopo tutto quello che è successo, si sarebbero limitate ad un bacio timido e fugace. Ma io no. Perché? Perché sia io che Syn ormai sappiamo perfettamente cosa proviamo l’uno per l’altra, sappiamo cosa vogliamo, forse non sappiamo se andrà bene o se andrà male, ma sappiamo che stiamo per fare il cambiamento di cui tutti si sono spaventati.

***

“…E così ho lasciato Michelle.”
Termino il racconto con un leggero sorriso in volto, aggiungendo poco dopo qualcos’altro.
“Ah, dimenticavo, Matt ti porge le sue scuse.”
Stavolta, invece, parlo con un tono più scherzoso: Shads non si scusa sempre così facilmente.
“Matt è un idiota.”
Dice Bree, mettendo su una specie di broncetto. So che le sembra molto difficile, ora come ora, perdonare Matt, ma so anche, o forse spero semplicemente, che prima o poi lo farà. Con quello che le ha fatto le ha davvero rovinato l’inizio del 2008 ma, probabilmente, senza quello scambio di idee tra loro, io non mi sarei mai deciso a lasciare Michelle.
“Avanti, sai che, in fondo, l’ha fatto solo per Val.”
“Si…lo so. Lei, a proposito, lo sa?”
“Perché?”
“Perché dovrebbe farle capire quanto Matt tiene a lei…è una strana sottospecie di gesto d’amore, dopo tutto.”
Guardo negli occhi Bridget: è allegra, sorride. L’ha fatto per tutto il tempo, oggi, tranne che per qualche istante, quando abbiamo parlato di Shads, proprio come prima.
“Questa non è un’affermazione da te, Bee-cuore-di-ghiaccio.”
“E’ tutta colpa tua.”
Mormora lei, in risposta alla mia presa in giro, mentre si avvicina e mi da un bacio leggero.
“Tu, piuttosto, cos’hai fatto qui a Londra?”
Le chiedo, ricambiando i suoi sorrisi.
Così inizia a parlare, Bee, raccontandomi ogni dettaglio dei suoi lavori qui, di quello che è stato di lei in questo mese. E io la osservo con attenzione: i suoi occhi, oggi, sono chiari, come quando l’ho conosciuta. La sua pelle è chiara e contrastante con i capelli scuri. E’ bellissima, ed è felice. E sono felice anch’io perché so di essere la causa di almeno il 50% di quella felicità. Ed è questo a darmi la conferma definitiva. Perché stavolta sono pronto. Sono pronto per il cambiamento di cui tutti abbiamo avuto paura, e so che anche Bee lo è. Così come lo sono Matt, Val e il resto della band.
Nessuno sa come finirà, se finirà bene o male, nessuno lo può prevedere, ma forse è meglio non chiederselo neanche. Forse è meglio pensare all’inizio, prima di pensare alla fine e, per me, quest’inizio promette davvero bene.
  
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