»Chapter 5
Alive - As Ink On Paper
Mi
sento come l'aereo, che è precipitato. Distrutta.
Mi
sento come il deserto, che è monotono. Noiosa.
Mi
sento come il pilota, che è lì da solo. Disperata.
Mi
sento come l'elefante, che è stato mangiato dal serpente.
Inghiottita.
Mi
sento come il bambino, che non viene preso sul serio
dagli adulti. Incompresa.
Mi
sento come la pecora, che è stata disegnata nella
scatola. Imprigionata.
Mi
sento come il pianeta, che è lontano. Piccola.
Mi
sento come il tramonto del sole, che è diventato
abitudine. Senza valore.
Mi
sento come il baobab, che è in pericolo. Indesiderata.
Mi
sento come il vulcano, che sta per esplodere. Impaziente.
Mi
sento come il re, che si aspetta troppo. Delusa.
Mi
sento come il vanitoso, che vorrebbe essere ammirato.
Insoddisfatta.
Mi
sento come l'ubriacone, che beve per dimenticare.
Dipendente.
Mi
sento come l'uomo che accende i lampioni, oppresso dalla
consegna. Schiacciata.
Mi
sento come il geografo, che vuol capire tutto ciò che
esiste. Ignara.
Ma
sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono
anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la
volpe, che
riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi.
E
di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che
non sono.
Ma
ho una paura dannata del morso del serpente.
E
Beth
si sentiva proprio così.
Distrutta. Noiosa. Disperata. Inghiottita. Incompresa. Imprigionata.
Piccola.
Senza valore. Indesiderata. Impaziente. Delusa. Insoddisfatta.
Dipendente.
Schiacciata. Ignara. Paurosa.
E queste erano le parole che cercava da una vita per rispondere alla
domanda
"Parlami di te, descriviti" , alla quale aveva sempre risposto con un
mezzo sorriso e silenzio.
Perchè l'unica risposta che sapeva dare, era quella: silenzio.
Beth Smith, non amava parlare di se. Preferiva che le persone
scoprissero chi
fosse conoscendola. Perchè forse, inconsciamente, sapeva di
non sapere chi
fosse. E tutt'oggi non l'aveva ancora scoperto.
Beth amava ascoltare. Stare ore in silenzio ascoltando musica.
Ascoltando le
pagine dei libri. Ascoltando vite immaginare, ma così
maledettamente vere, nei
film. Ascoltando i problemi degli altri, e cercando di risolverli.
Perchè i
problemi degli altri appaiono facili da risolvere ma i propri sembrano,
invece,
impossibili.
E quell'impossibile cercava di renderlo possibile.
Per non
lasciare niente dietro. Non avere pentimenti e non lasciare niente
incompiuto.
Beth, era così, un libro con pagine ancora bianche,
impazienti di essere
scritte e di avere un lieto fine, ma al contempo desiderose di essere
lasciate
così, con un continuo ancora da scrivere. Una vita davanti
da vivere. E un
tempo, ancora indefinito, per essere scritte.
***
La prima settimana di scuola, era passata nel più noioso dei
modi. Ora dopo
ora, per sette giorni, si erano alternate lezioni, interrogazioni,
mensa,
compiti, e quel poco tempo libero che rimaneva, lo impiegava a dormire.
Il lunedì era alle porte. E rimanevano poche ore, per
aggiustare la settimana
che stava scadendo.
Indossò il suo Parka verde militare e uscì di
casa.
Ed e Hannah erano in macchina, la salutarono con un sorriso. Lei
ricambiò.
Il ragazzo mise in moto, e si diressero verso quella che sarebbe stata
la prima
festa dell'anno.
Samantah, una delle chearleader, organizzava quella festa ogni anno, e
tutti
erano invitati.
Beth, solitamente restava a casa, con un libro da leggere e una tazza
fumante
di cioccolata.
Ma quella sera, non aveva trovato nessuna scusa. E, sinceramente, non
voleva
trovarla.
Aveva solo voglia di divertirsi. Smettere di pensare e sentirsi libera.
La
villa della biondina, si era trasformata in una
discoteca. La musica arrivava al fondo della strada, dove giacevano
file di
macchine. Parcheggiarono e s'incamminarono.
Il giardino gremito di persone, sembrava essere lo scenario di un
concerto.
Dentro casa, una fitta macchia di corpi ballava a ritmo di musiche, le
cui
parole erano incomprensibili. Fiumi di bottiglie vuote scendevano dalle
scale e
sgorgavano sul pavimento. Birra e altri alcolici sostavano
momentaneamente sui
ripiani in cerca di qualcuno che li bevesse. Le stanze non occupate dai
prodigiosi ballerini erano scenario di notti o sveltine di passione,
per chi
voleva privacy, altri, più sfacciati, usavano i bagni o le
scale per i loro
amplessi.
Beth afferrò una Corona, e insieme ai suoi amici diede
un'occhiata in giro.
Dopo due ore, la situazione era solo peggiorata.
Beth, si ritrovò in pista con Hannah a ballare sulle note di
Numb dei
Linkin Park, una delle sue preferite. Aveva bevuto più di
quattro birre, e
l'alcool incominciava a fare effetto.
Nessuno dei suoi amici l'aveva mai vista così su di giri, di
solito non ballava
mai, neanche sotto tortura.
Ed sorrise, consapevole che quella ragazza fosse piena di sorprese e
certo, che
nessuno la conoscesse veramente.
Alec, era appena uscito da una delle camere da letto. La ragazza, di
cui non
sapeva il nome, dormiva.
Scese le scale, afferrò una birra e si diresse alla ricerca
di Jake.
Quella sera, aveva bevuto più del solito, e non aveva
intenzione di smettere.
Diede qualche gomitata per passare tra la folla e si guardò
in giro.
I suoi occhi si fermarono sulla figura di una ragazza, indossava un
semplice
abitino nero stretto in vita. Si muoveva sinuosamente ondeggiando i
fianchi, le
mani accarezzavano il tempo e i lunghi capelli neri risplendevano.
Alec, non sapeva per quel motivo non riuscisse a non smettere di
guardarla,
forse era la canzone dei Linkin Park, una delle sue preferite, o un
altro
motivo a lui sconosciuto. Ma sapeva, solo che non aveva mai visto una
ragazza
muoversi in quel modo, così...così
dannatamente sexy.
Il corpo della ragazza seguiva la musica, ma ad un ritmo estraneo, come
se
desse lei il tempo.
Sembrava seguire il battito del cuore di quel ragazzo che la mangiava
con gli
occhi, desideroso di scoprire chi fosse.
Staccò per un attimo gli occhi da quella visione e si
guardò intorno. Altri
ragazzi la guardavano in preda all'eccitazione.
Strinse le mani in due pugni, facendo diventare le nocche bianche preso
da uno
strano sentimento mai provato.
Distolse lo sguardo e lo riportò sul quel corpo che sembrava
modellato dal
migliore scultore al modo.
La
ragazza, si fermò, lì in mezzo alla pista e
lentamente si
voltò.
Il cuore del riccio, incominciò a battere ad un ritmo mai
scandito, irregolare
e veloce.
Fu un attimo, un solo attimo e si immerse in quei pozzi blu, che tanto
desiderava rincontrare. Rivedere.
Brillavano.
Alec,
ne era sicuro, non aveva mai visto degli occhi
così..., di un colore così..., di una
luminosità così...
Semplicemente non aveva mai visto degli occhi come quelli di quella
ragazza,
che ora era scomparsa.
E
Alec, non era sicuro di averla incontrata davvero. Forse,
era stato solo uno scherzo giocatogli dall'alcool o dalla sua testa,
che non
smetteva di pensare a lei. Ma, ciò che aveva provato era
così vero.
E Alec Cooper non si era mia sentito, in vita sua,
così vivo.
Beth
era in macchina, Ed la stava riportando a casa, la
testa era appoggiata al finestrino.
Il suo corpo era lì, rannicchiato, ma la sua mente era
scomparsa, in un mare di
confusione.
Beth stava annegando.
Mentre ballava, si era fermata e presa non sapeva da quale istinto, si
era
girata e per un attimo, un solo attimo, e le sembrò di
immergersi nuovamente in
quei due pozzi neri, che aveva tanto desiderato rincontrare. Rivedere.
Brillavano.
Poi,
Hannah, l'aveva trascinata via. E ora era in macchina.
E,
non era sicura di averlo incontrato davvero. Forse, era
stato solo uno scherzo giocatole dall'alcool o dalla sua testa, che non
smetteva di pensare a lui. Ma, ciò che aveva provato era
così vero.
E Beth Smith non si era mia sentita, in vita sua,
così viva.
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Ink
Droplets
Care
lettrici,
ecco un nuovo capitolo Alive, spero vi piaccia.
Non è molto lungo, ma
doveva finire così, nel modo in cui è finito. Non
ci sarebbe potuta essere un'altra
fine per questo capitolo, o forse si, ma io non l'ho trovata.
Cosa ne pensate dell'evoluzione della storia?
Di Alec? Di Beth?
Avete idee per un continuo?
Anche questa citazione, che trovata all'inizio del capitola,
è tratta dal
romanzo Cose che nessuno sa di Alessandro D'Avenia.
E' un passo del libro che amo. E' uno specchio e io mi ci rifletto,
senza
maschere, senza segreti, senza bugie.
Bando alle ciance, spero vi piaccia.
Pubblicherò il prossimo capitolo dopo aver ricevuto, minimo,
due recensioni.
Questo perchè voglio sapere se vale la pena continuare a
scrivere questa
storia.
Xoxo Fil