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Autore: idrilcelebrindal    03/09/2013    4 recensioni
Seguito de "L'Erede di Durin"
Kili e Miralys stanno insieme da un mese e, dopo tante traversie e momenti difficili, tutto sembra finalmente andare per il suo verso. Ma una nube minacciosa compare all'orizzonte e minaccia i loro progetti di matrimonio: le rispettive madri. A causa di una ruggine vecchia di oltre un secolo, le due volitive signore sembrano intenzionate a creare problemi al giovane Re di Erebor ed alla sua compagna. E ancora: Ori alle prese con una nana ninfomane, Dàin che rivela doti di scrittore satirico, una truppa di cortigiani indolenti, un nano molto raffinato, una spia poco fedele... anche dopo la Riconquista, la Montagna Solitaria è un posto molto interessante!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dìs, Kili, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Erede di Durin'
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8 I Nani dei Colli Ferrosi
Ciao! Rieccomi.
Questo è un capitoletto di passaggio, dove vediamo i nostri  amici che fano i loro preparativi per il grande evento... preparativi di ogni genere, appunto. Buona lettura!


8 I Nani dei Colli Ferrosi


Uno splendido sole primaverile brillava sulla strada che conduceva alla Montagna Solitaria. La vecchia carrareccia era stata ampliata e lastricata a nuovo; una fila continua di carri carichi di merci la percorreva lentamente, e su tutto si avvertiva un senso di urgenza, perché mancavano solo due giorni alla grande duplice cerimonia dell’Incoronazione del Re sotto la Montagna  e del suo matrimonio.
La fila di carri procedeva sul lato destro della strada, regolarmente superata da colonne di personaggi elegantemente vestiti di tutte le razze: gli invitati stavano arrivando. Una delegazione di Alti Elfi era giunta da Imladris più di una settimana prima;  ambasciatori ed inviati arrivavano a getto continuo,  Uomini di Gondor,  Nani delle Montagne Grigie,  Elfi di Lorien… e poi Bard con gli Uomini di Dale e di Laketown, il principe Legolas in rappresentanza di suo padre, accompagnato da un gruppo di nobili Elfi Silvani. Una strana coppia era giunta quella stessa mattina da Ovest: un anziano Uomo vestito  di grigio con un cappello a punta, accompagnato nientemeno che da un Mezzuomo! I pettegoli identificarono subito quest’ultimo nel più singolare membro della Compagnia di Thorin Scudodiquercia, grande amico personale del nuovo Re sotto la Montagna; mentre l’altro era nientemeno che Gandalf il Mago in persona, universalmente conosciuto per i suoi favolosi fuochi d’artificio. La festa prometteva di essere davvero spettacolare.
Infine, fu avvistata  la delegazione più numerosa ed importante: Dàin, Signore de Colli Ferrosi, con la sua nobile consorte, i figli, le nuore ed il seguito : la famiglia della sposa. I soliti pettegoli si lanciarono subito in ipotesi più o meno piccanti sul motivo per cui la principessa dei Colli Ferrosi non si trovasse con i genitori; la versione ufficiale precisava che le suddetta si trovava da tempo alla Montagna in qualità di dama di compagnia della nobile Dìs, madre dello sposo, ma la fantasia popolare elaborò un’ipotesi più inverosimile dell’altra, tra cui quella che gli sposi si fossero incontrati sul campo, durante la Battaglia dei Cinque Eserciti, e che  in quell’occasione lei fosse addirittura travestita da nano!
I testimoni dell’evento tuttavia erano stranamente reticenti sull’argomento. Tutto quello che i curiosi riuscirono ad accertare fu che la principessa era conosciuta e molto amata dai  suoi futuri sudditi.

Dàin cavalcava alla testa del suo gruppo in compagnia dei due figli maggiori, Nàin e Gràin, seguiti dal portastendardo; subito dopo, su una sontuosa carrozza coperta, viaggiava Eldris, elegantemente vestita ed in compagnia di due dame, ed al suo fianco cavalcava il figlio prediletto, il terzogenito Elder. Al contrario dei fratelli, guerrieri  fino al midollo, Elder era un Nano molto elegante, e molto attento al suo bell’aspetto, dai capelli biondi accuratamente intrecciati ed arricciati, alla barba inanellata, al mantello ricamato, studiatamente gettato di traverso su una spalla. Il giovane  chiacchierava con la madre, ostentando una grande noia.
“Finalmente questo viaggio ovvibile è giunto al tevmine, madve… i miei capelli sono in uno stato pietoso, e ho uvgente necessità di un massaggio tonificante… ma la piccola Mivalys non poteva sposave uno dei nostvi? Eva proprio necessavia un’alleanza con questo bavbavo nato nelle Montagne Azzuvve, che di cevto non sa nemmeno come vivono le pevsone civili?”
“Caro,” rispose Eldris, “questo Kili sarà anche un barbaro, ma il tesoro di Smaug è talmente immenso! Tuo padre si è fatto infinocchiare come un idiota da questo ragazzino delle Montagne Azzurre, che pare non abbia nemmeno una degna barba, e quindi l’alleanza è diventata decisamente vantaggiosa. Del resto tua sorella è abituata a trattare con  barbari e plebei, e quindi si trova nel suo elemento. Anzi, Elder, guardati bene in giro: non dovrebbe essere difficile abbindolare qualcuno di questi zotici pieni d’oro…”
La testa della colonna di fermò.
“Madve, vado a vedeve cosa sta succedendo…” Elder spronò il pony e raggiunse i fratelli giusto in tempo per vedere il padre che stringeva calorosamente la mano ad un enorme guerriero  calvo coperto di tatuaggi.
“Dwalin, ti presento i miei figli… “stava dicendo Dàin.
“Sono lieto di rivederti, cugino, e di conoscere il resto della tua famiglia: degni discendenti di Durin, vedo…! Siete attesi con impazienza, così non vi tratterrò. Del resto ho un’incombenza spiacevole da portare a termine prima dei festeggiamenti…” così dicendo indicò tre Nani dall’aspetto miserando e coperti di catene, circondati dalle Guardie.
“Traditori?”
“Peggio! Non hanno onorato il contratto, pensa! Si sono rifiutati di fare il lavoro per cui erano stati accettati ad  Erebor!” Lo sguardo di Dwalin era talmente truce che avrebbe fatto fuggire un troll a gambe levate. Dàin sbattè un attimo le palpebre, poi socchiuse gli occhi.
“Certo, un grave crimine! E la pena?”
“Una enorme ammenda. Abbiamo già confiscato tutti i loro beni, ma non è stato sufficiente, quindi li sto portando alla Fiera di Dale per venderli  come schiavi per le navi di Gondor.”
A quel punto i tre prigionieri si gettarono in ginocchio.
“Per pietà no! Le navi no!” Dwalin li guardò sprezzante, poi parve dubbioso.
“Ci sarebbe  un posto di addetto alle latrine del cantiere ovest… Glòin dice che l’ultimo è morto dopo aver  contratto una orrenda malattia…”
“Sì, sì! Io! Io!”
“Ho detto un  posto.. soldati, portateli fuori dal ciglio della strada e vediamo di risolvere questa faccenda. Dàin, non ti trattengo oltre! Ti auguro buona giornata, ci vedremo di sicuro questa sera!”
E così dicendo condusse oltre il suo gruppetto,  fermandosi su uno spiazzo in prossimità della strada.
Sui Nani dei Colli Ferrosi era calato un silenzio agghiacciato, che fu Dàin a rompere.
“Vedete, figlioli, Re Kili ha un Regno da ricostruire: non può permettersi bocche inutili da sfamare.”
“Ma padve, se hanno tutto quell’ovo…” azzardò uno sconvolto Elder.
“Figlio mio, devi imparare che l’oro non si mangia!”
Il racconto dell’episodio si propagò tra i cortigiani come un incendio in un bosco dopo tre mesi di siccità, e molti rividero i loro progetti con lodevole prontezza.
Se qualcuno dei Colli Ferrosi si fosse voltato, avrebbe visto Dwalin congratularsi con i suoi uomini, in preda ad una incontenibile ilarità, per l’ottima scena.     

Dàin ed il suo seguito, entrati nella Montagna, furono indirizzati alle rispettive destinazioni. Coloro che non avevano mai visto Erebor, e cioè la maggior parte dei Nani anziani e tutti  quelli giovani, rimasero a bocca aperta con il naso alzato. Lo spettacolo intimidiva. Perfino Elder rimase senza parole, ma non per molto.
“Maledizione, madve!” disse ad Eldris, “Tutto questo ben di Mahal nelle mani  di un bavbavo! Ma cosa pensava mio padve quando ha deciso di non contendevgli la covona?”
“Ha dimostrato un enorme buon senso!” la voce dietro le sue spalle era quella di Gràin. “Tutti questi Nani che vedi sarebbero stati contro di lui, ed anche buona parte dei nostri! Re Kili ha dalla sua parte il diritto, e ha dimostrato di non mancare di forza. Sai che anche nostro fratello Nàin lo ha seguito, sul campo di battaglia?”
Elder si accigliò, infastidito per il rimprovero.
“Nàin seguivebbe anche un somavo puvchè bvandisse una spada!”
“Forse, ma così hanno fatto molti. Sicuro  di voler affrontare  tutta questa gente con le armi in pugno? Oh, scusa, dimenticavo che le armi non ti piacciono molto, fanno fare tardi all’appuntamento con il sarto e rovinano la piega ai capelli…”
Elder arrossì di stizza, ma non replicò.
   
Quando Dàin, seguito dai suoi, entrò nella Sala di Thròr, trovò ad aspettarlo il Re sotto la Montagna, accompagnato da Balin, Oìn e Dori; contemporaneamente, dal corridoio dietro il trono, entrò Miralys, seguita da Bleis.
I due sovrani si strinsero calorosamente la mano, scambiandosi i convenevoli d’uso. Kili strinse la mano ai figli di Dàin, valutandoli rapidamente, e salutò con un cenno del capo la futura suocera.
“Mia signora…”
Aveva tanto sentito parlare di lei che la guardò con curiosità. E’ molto bella, ed effettivamente la mia Mira le somiglia… ma lo sguardo è infinitamente diverso. Miralys ha il fuoco, sua madre la pietra.
Da parte sua, Eldris era impressionata dal giovane Re, e la cosa la stizziva. Non l’avrebbe mai ammesso, tanto meno avrebbe ammesso che lo sguardo altero la mettesse in soggezione; tuttavia rivide rapidamente i suoi piani.
Miralys stava salutando con una riverenza il padre e  la madre. Dàin le sorrise, ma Eldris no.
“Figlia, l’abito è adeguato, ma una sola dama di compagnia è poco per una occasione ufficiale.”
Miralys fece per rispondere, ma fu Kili ad intervenire, senza nemmeno pensare. La frase lo aveva irritato oltre misura.
“Non ho piacere che la mia fidanzata sia circondata da oche starnazzanti. Meglio poche ma buone.”
La risposta secca zittì immediatamente Eldris, che sbattè involontariamente le palpebre: non era abituata ad essere rimbeccata. I suoi progetti subirono una ulteriore revisione, e passò alla modalità adulazione.
“Naturalmente, mio signore. E quando avrò il piacere di incontrare la cara Dìs? Immagino ti avrà detto che ci conosciamo..”
“Oh, certo, mia signora,” rispose Kili, mentre Miralys teneva gli occhi bassi. Non era certa di non tradirsi. “Ho sentito molto parlare di te. Purtroppo in questi giorni mia madre non si sente bene; ti prega di scusarla, ma preferisce risparmiarsi per le cerimonie.”
“Naturalmente, è comprensibile. Con tutto quello che è successo, capisco che sia molto provata. Andrò a salutarla appena si sentirà meglio.”
Kili strinse i denti. Quella nana gli faceva l’effetto delle unghie  trascinate sul marmo.
“Come vuoi, mia signora. Dori ed i suoi assistenti vi accompagneranno alle vostre stanze, e naturalmente le nostre terme sono a vostra disposizione. Dàin, quando sarai comodo, potremo parlare nel mio studio privato.”
Miralys si congedò con un cenno del capo  e uscì velocemente dalla Sala. Come al solito era in preda a sentimenti contrastanti… anche se si era divertita molto nel vedere lo scontro tra Eldris e Kili. Forse per la prima volta mamma ha trovato pane per i suoi denti! Al suo fianco, Bleis ridacchiava.
 “Non sapevo di essere la tua dama di compagnia,” mormorò.
“Nel vocabolario di mia madre non esiste la parola amica…”
 Le due Nane avevano simpatizzato fin dall’inizio, ed ora Bleis era la compagna abituale della futura Regina. Kili le aveva raccontato di Bleis e Fili una sera, a letto, mentre come al solito si scambiavano le impressioni della giornata; e Miralys aveva abbracciato il suo amato con un brivido.
“Oh, Mahal! Non riesco neanche a pensare a quello che sta provando…”
“Lo so,” aveva risposto Kili, “mi fa male al cuore pensare a quello che avrebbero potuto avere… per Durin !”  Non per la prima volta, si era trovato a chiedersi perché il destino fosse stato così spietato.
Fee, non è giusto...!
Per Durin, lo ripeti da quando avevi quattro anni e mamma ti mandava a letto senza cena per qualche marachella. Quante cose non sono giuste sotto il cielo, fratellino? Tutti noi facciamo le nostre scelte meglio che possiamo, ed il resto è nella mani di Mahal.
“Non sopporto nemmeno l’idea che possa mai accaderti qualcosa,” sussurrò Miralys. “Sappi che se farai qualcosa di stupido come farti ammazzare, non ti perdonerò mai!” Kili ridacchiò.
“Ti giuro che farò tutto il possibile per imitare il nostro lontano antenato… Durin il Senzamorte!”
Con un bacio il giovane Re pose fine ai pensieri tristi.

“Non è un po’ esagerato, Bofur?”
Il nano girò lentamente lo sguardo per la stanza, ammirando il suo capolavoro.
“No, direi di no. L’hai sentita, stamattina, vero? ‘Una sola dama di compagnia…’  Da prenderla a schiaffi.”
“Mmmh.. il letto d’oro può andare, anche il tavolino da trucco con lo specchio circondato da smeraldi… a proposito, dove hai trovato questa roba?”
“Non hai idea, mia cara Bleis, di quello che si trova nei magazzini di questa Montagna. Vuoi un cavallo a dondolo di brillanti?”
“E cosa me ne farei..? No, quello che mi lascia perplessa sono i due corvi rampanti d’oro che ci sono sul caminetto…”
“Lo sai che il Corvo imperiale è il simbolo  di Erebor.”
“Sì, ma sono altri almeno un metro!”
“Vedrai che la madre della nostra Miralys rimarrà debitamente impressionata dalle stanze preparate per la futura Regina! E’ una donna che capisce un solo linguaggio.”
“Ma ci vedi Miralys e Kili a dormire qui dentro?”  Bleis e Bofur si guardarono, cominciarono a ridacchiare per finire poi per ridere fino alle lacrime.
Alla fine, Bleis guardò i teneri occhi castani del nano.
“Grazie, Bofur, sei stato meraviglioso.”
Il sorriso del nano si fece smagliante.
“Sempre al tuo servizio, amica mia…”   

“Allora, amore mio: come procedono i tuoi intrighi con mia madre?”
Appoggiato come ai solito ai cuscini, Kili teneva la sua amata tra le braccia e giocherellava con un ricciolo dorato.
“Bene, direi, anche se non ho mai passato così tanto tampo ad occhi bassi. Bleis dice che sono trasparente, così parla quasi sempre lei. Mia madre si è presentata alle stanze di Dìs, ma Nenuis le ha detto che “la principessa era molto sofferente”. Dìs si sta annoiando un po’ ma si tiene informata: tutte le cameriere le fanno rapporto ogni ora. Ho passato uno dei pomeriggi più noiosi della mia vita in un salotto con Eldris, le mie cognate ed una serie di dame imbalsamate. Mi hanno dato una serie di consigli importantissimi su come ‘gestire’ un uomo.”
“Ho l’impressione che tu non abbia bisogno di lezioni. Io mi sento gestito benissimo… specialmente quando mi baci.”
“Volevano a tutti i costi vedere il mio abito da sposa, ma ho risposto che era una sorpresa: non ho la minima intenzione di permettere che nessuno si immischi, a parte Bleis e le mia amiche di Gran Burrone. L’unica cognata che mi interessava un poco non ha aperto bocca, quindi…”
“E chi sarebbe?”
“Sarebbe Meltis, la moglie di Elder.”
“Intendi quell’idiota vanesio che ai bagni mi ha chiesto che tipo di massaggi mi facevo fare per avere dei pettorali ben definiti?” Miralys ridacchiò.
“Sì, dev’essere lui. Cosa gli hai risposto?”
“Che  fin da bambino ho avuto un allenatore eccezionale e che se voleva gli avrei organizzato una seduta con lui. L’ho anche avvisato che però, una volta iniziato, non avrebbe potuto interrompere. Lui ha accettato, e io gli ho fissato un appuntamento per una sessione di addestramento alla spada con Dwalin.”
Miralys spalancò gli occhi.
“Certo,” contunuò Kili, “per domani mattina. Ho già parlato con Dwalin, e mi ha risposto che ci penserà lui. Stava già ghignando.”
“Dei, perchè non posso presentarmi? Devo mandare qualcuno a vedere la scena per avere notizie di prima mano.”
“Mi dispiace, sarà una sessione assolutamente privata. Non ho intenzione di procurarmi un nemico implacabile, anche perché tuo fratello mi sembra il tipo che non esiterebbe a decorarmi le scapole con un pugnale mentre passo per un angolo buio. Però, se vuoi, ti presto Nori.  Anche per quanto riguarda la signora.”
“Accettato. Ci pensi tu a istruirlo?”
“Di solito Nori si istruisce da solo: gli basta un nome, o in questo caso due. Mi pare di capire che non apprezzi molto questo fratello.”
“Indovinato. Quindi sono curiosa di capire che tipo sia la poveraccia che l’ha sposato. Credo non si sia nemmeno  accorto di lei: vede solo se stesso! E a te che impressione ha fatto la mia famiglia? A parte Elder.. come hai detto?  Idiota vanesio?
“Gràin è astuto quanto tuo padre, quindi dovremo stare attenti con lui. Anche Balin è d’accordo con me; in ogni caso credo che possa essere un alleato affidabile, se trattato con i dovuti modi. A  parte questo, come persona mi piace molto, gradevole ed intelligente. Mi ricorda un po’ Fili.”
“Nel complesso, azzeccato. Sua moglie Lois è altrettanto sveglia: non si amano, ma si rispettano molto; Gràin se l’è scelta personalmente, e secondo me sono ben assortiti…se si escludono faccenduole come l’amore…” Miralys si allungò  per baciare il suo amato, e per un po’ nessuno dei due parlò.
“E Nàin?” chiese infine la nana.
“Ricordo di aver visto Nàin sul campo di battaglia, ma non quando parlai con tuo padre quella notte. Non dice mai  molto, vero?”
“Era in infermeria, quella notte; aveva un braccio rotto. Quanto a parlare… Nàin combatte. E’ l’unico linguaggio che conosce. Credo che mio padre sarebbe più tranquillo se fosse Gràin l’erede; e sono certa che tra loro la questione è stata affrontata. Fortunatamente, Nàin  sa di essere solo un grande guerriero, non uno statista; e non vuole essere altro. Già ora è abituato a seguire i consigli di Gràin… purchè espressi in linguaggio semplice, come ‘ A cuccia’, ‘Seduto’, Attacca’, ‘Fai il morto’…”
“Mira! Che cosa terribile da dire di un fratello!”
“Amore, è la verità.  Voglio molto bene a Nàin, come a Gràin, ma li conosco entrambi. Ed Eldris?”
“Se questa notte ti svegli e non mi trovi, non preoccuparti: sono in qualche galleria a preparare un trabocchetto…
  
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