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Autore: Louise98    03/09/2013    6 recensioni
Ecco a voi la mia seconda fanfiction su "Le 5 Leggende"!
Un piccolo fagottino abbandonato davanti ad un orfanotrofio assieme ad una lettera e ad un libro. Che cosa significherà mai? Leggete e lo scoprirete!
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivarono tutti al Polo e cominciarono a discutere sul da farsi.
<< Come facciamo? >> chiese Calmoniglio.
<< Non possiamo fare nulla… Dobbiamo solo aspettare che si faccia rivedere. >> disse Nord.
Merida corse fuori dal nascondiglio di Nord e corse in città, sul tetto dell’orfanotrofio.
Non appena si sedette a guardare la Luna si sentì un sottofondo di pianoforte che accompagnava tutto ciò che diceva.
<< Speravo di diventare un arcobaleno in modo da poter brillare su mia madre facendole capire che ero al sicuro qui con te quando si sedeva sotto la mia anima colorata. >> disse rivolta alla Luna. << La vita non è proprio come hai sempre pesato che fosse, sai? Ed è ancora peggio quando vedi un bambino abbandonato sulle scale di un orfanotrofio che viene curato da altre persone. Ora la mia mente è verde, piena di speranza in attesa di ricordare ciò che mi è stato rubato. Sai, non ho mai conosciuto l’amore di qualcuno, o almeno, non me lo ricordo, ma se così non fosse scommetto che era piacevole quando mi teneva la mano. Magari c’è qualcuno in questa città che mi ha detto di volermi bene, ma chi avrebbe mai detto che tutto sarebbe finito a causa della lama affilata di una vita breve? Beh, ho avuto abbastanza tempo… >>
Merida guardò la Luna.
<< Un penny per le persone che amo? Oh, no! Loro valgono molto di più! Ce ne sono molte di più da quando me ne sono andata… >> disse indicando delle bambine che uscivano correndo dall’orfanotrofio. << Quando sentirete le parole che sto cantando ora capirete quanto è divertente vedere come la gente comincia ad ascoltare una volta che te ne sei andato… >>  disse per poi posare lo sguardo sulla Luna. << Speravo di essere sepolta nel fiume su di un letto di rose per poi essere adagiata sul fondo del fiume al tramonto ed essere accompagnata lungo il mio tragitto con una canzone d’amore… >> disse tornando ad osservare una delle bambine che aveva cominciato a piangere dopo essere caduta. << Prendi le tue lacrime e mettile in tasca, in modo da poterle tirare fuori quando ne avrai più bisogno! >> disse sorridendo tristemente.
Osservò nuovamente la Luna.
<< Quello che non ho fatto ormai è stato fatto… >> disse abbassando lo sguardo.
Detto questo il sottofondo musicale finì.
<< Ehi! >> disse Jack avvicinandosi.
<< Ehi! >> esclamò Merida asciugandosi le lacrime. << Hai sentito qualcosa? >>
<< Praticamente tutto… >> disse Jack portandosi una mano alla nuca.
<< Capisco… >> disse Merida senza voltarsi.
Ci furono alcuni minuti di silenzio.
<< Facciamo così: come promesso ti aiuterò a trovare i tuoi ricordi! >> disse Jack mettendosi davanti a Merida.
<< Davvero? >> chiese Merida mentre dei pixel le passarono lungo il corpo.
<< Certo! Dopotutto te lo avevo promesso, non è vero? >> rispose Jack facendole un occhiolino.
<< Allora ti porto nel mio nascondiglio! >> gridò Merida alzandosi in piedi.
<< Cosa? Tu hai un nascondiglio? >> chiese Jack incredulo.
<< Certo! Dove credi che sia rimasta per questi trent’anni? >> chiese aprendo le braccia. << Avanti, seguimi! >> disse spiccando il volo.
Mentre volava aumentava gradualmente la velocità e, d’un tratto, si girò e vide che Jack non era più dietro di lei così si fermò.
<< Tutto qui quello che sai fare? >> chiese Jack.
Merida si girò e vide che Jack l’aveva raggiunta.
<< Beh, siamo quasi arrivati, la gara viene posticipata! >> disse Merida scendendo.
<< Che posto è questo? >> chiese Jack guardandosi intorno.
<< Una casa abbandonata. E’ così da circa venti anni… >> rispose Merida aprendo la porta dell’edificio. << Benvenuto nella mia casa! >> esclamò entrando nella sala.
Non era una casa molto grande però era molto spaziosa. Non appena si entrava ci si ritrovava nella sala dove vi erano un divano con penisola ed un tavolino da tè e, dietro al divano sulla parete opposta all’entrata, c’era un enorme camino. A destra c’era una porta che portava ad una cucina, anche questa poco arredata, c’era giusto il minimo indispensabile, invece, a sinistra c’era una porta ce portava ad una camera da letto dove c’erano un letto ad una piazza e mezza, un comodino, un armadio ed una libreria.
<< Non è molto, ma è casa! >> disse Merida mentre i pixel le attraversarono il corpo.
<< Wow! >> si limitò Jack. << Ma tu… vivi qui da sola? >>
<< Certo, che ti aspettavi? >> disse Merida entrando in camera. << Nessuno riesce a vedermi e non so perché… >> disse per poi distendersi sul letto supina. << Questa è una delle gioie dell’essere ME. >> disse alzando le braccia.
<< Io ti aiuterò, ok? >> esclamò Jack sedendosi sul letto. << Che tu lo voglia o no, io ti aiuterò a ritrovare i tuoi ricordi! >>
Il viso di Merida si illuminò.
<< Beh, ora è tardi… Che ne dici se andiamo a dormire? >> chiese Jack indicando il letto.
<< Va bene, dopotutto sono settimane che non dormo! >> esclamò Merida mettendosi sotto alle coperte.
Jack fece lo stesso.
<< ‘Notte Jack! >> esclamò Merida mentre guardava gli occhi di Jack.
<< ‘Notte piccola! >> rispose Jack accarezzandole i capelli.
Merida chiuse gli occhi e in quella venne nuovamente attraversata da una scia di pixel.
<< Ehi, aspetta. Cosa sono tutti quei pixel? >> chiese Jack.
<< Non lo so di preciso. >> rispose Merida aprendo gli occhi. << So solo che mi accade  quando cerco di ricordare qualcosa o mi accade qualcosa di improvviso… >>
<< Ho capito! Ora dormi, domani andiamo alla ricerca dei tuoi ricordi! >> sussurrò Jack.
<< Sì! >> disse Merida sorridendo.
Il giorno dopo Jack si svegliò e vide che Merida non era più al suo fianco.
<< Merida? Merida! >> gridò Jack sedendosi.
<< Ehi, non gridare! Sono qui. >> disse Merida entrando in camera sorridendo.
<< Ti sei svegliata presto… >> osservò Jack.
<< Sì, ero troppo emozionata per dormire fino all’alba! >> disse sorridendo.
<< Allora partiamo! >> disse Jack alzandosi e prendendo il suo bastone.
Merida annuì.
Una volta usciti dalla porta di casa Merida cominciò a saltellare.
<< Avanti, Jack! >> gridò Merida. << E’ vero? Sta accadendo veramente? Insomma, l’ho sognato per così tanto tempo che ora potrei… ora potrei vomitare. >> disse Merida fermandosi per reggersi lo stomaco. << Una specie di vruttino! >>
<< Un cosa? >> chiese Jack.
<< Un ruttino e del vomito insieme! Che puoi assaporarlo e sentirlo salire, oh… sono così eccitata! >> gridò Merida saltando.
<< Già, lo è! >> disse Jack.
<< Ma sono pronta? Cosa succederebbe se non piacessi ai bambini? E se nel mio passato ci fossero cose che non dovrei sapere? >>
<< Ehi, ehi! Vacci piano. Chi non adorerebbe una bambina come te? >> chiese Jack sorridendo e Merida fece lo stesso. << Forza, andiamo! >> disse Jack spiccando il volo.
Merida lo seguì, ma dopo alcuni metri si fermò.
<< Oh, aspetta! >> esclamò Merida.
<< Cosa c’è? >> chiese Jack fermandosi a sua volta.
<< Ho dimenticato una cosa, torno subito! >> disse tornando in casa.
<< Bambini, eh? >> sospirò Jack tornando con i piedi per terra.
<< Oh, eccoti qui! >> esclamò una voce maschile.
<< Pitch! Razza di-! >> gridò Jack saltandogli addosso.
<< Ehi, calmati. Non sono qui per scontrarmi con te. Voglio fare un accordo. >> disse Pitch.
<< Che tipo di accordo? >> chiese Jack abbassando il bastone.
<< Voi volete che io vi lasci in pace, non è così? >> disse Pitch appoggiando una mano sulla spalla di Jack. << Io ho i ricordi di Merida, giusto? >>
<< Va’ avanti. >> disse Jack.
<< Io vi lascerò in pace se mi fate parlare con la bambina. >> disse Pitch staccandosi da Jack.
<< Perché dovrei fidarmi di te? >> chiese scettico Jack.
<< Perché è colpa tua se siete finiti così, costretti ad affidarvi ad una bambina di sei anni per salvare i bambini! >> disse Pitch. << Ti lascio pensare… per qualsiasi cosa, basta chiamare! >> disse Pitch per poi sparire.
<< Eccomi! >> gridò Merida avvicinandosi a Jack. << Ti sono mancata? >> disse tenendo le mani dietro alla schiena.
<< Ehm… sì! Senti, possiamo parlare per un secondo? >> disse Jack.
<< Sì. >> rispose velocemente Merida.
<< Perfetto. Senti- >>
<< Ma prima: inginocchiati! >> esclamò Merida interrompendolo.
<< Cos-? No, aspetta io- >> balbettò Jack.
<< Tu fallo e basta! >> disse Merida.
Jack eseguì l’ordine.
<< Perfetto. Ora: chiudi gli occhi. >> disse Merida avvicinandosi al viso di Jack.
<< Io- >>
<< Zitto! Chiudili! >> gridò Merida zittendolo nuovamente.
Non appena Jack chiuse gli occhi Merida gli mise un nastro al collo.
<< Ok, ora aprili! >> disse allontanandosi.
Jack seguì il nastro e prese il ciondolo che vi era legato alla fine.
<< Sei il mio eroe. >> disse Jack mentre leggeva ciò che era scritto sulla medaglia.
<< L’ho fatta per te! >> disse Merida arrossendo. << Ci ho messo un po’, ma è stato divertente! >>
<< E come l’hai fatta? >> chiese Jack incuriosito.
<< E’ del semplice metallo modellato con una scritta incisa sopra! Non è nulla di che! >> disse sorridendo Merida.
<< Grazie, piccola. Senti, ora io- >>
<< Ora alzati, mio reale amico! Ho un appuntamento con il destino! >> lo interruppe volando via.
Jack rimase in ginocchio ad osservare la medaglia.
<< Sai, io credo che, insomma… dovresti andare a parlare con Pitch. >> disse Jack alzandosi.
<< Cosa? Perché dovresti pens- >> cominciò Merida scendendo a terra per poi posare lo sguardo sulla spalla di Jack. << Aspetta un secondo… dove l’hai presa questa? >> chiese prendendo in mano la sabbia nera che Pitch aveva lasciato.
Jack fece un respiro profondo.
<< Senti, io voglio essere sincero con te: ho parlato con Pitch Black! >> disse diretto Jack.
<< Pitch Black?! Mi hai venduta? >> chiese Merida con la voce tremolante mentre i pixel la attraversavano.
<< No, aspetta! Non hai capito! >> esclamò Jack.
<< Oh, no… Capisco perfettamente, traditore! >> gridò Merida lanciandogli la sabbia sulla felpa.
<< Non sono un traditore! >> gridò Jack togliendosi di dosso la sabbia.
<< Sei solo un traditore! E non ho bisogno di te. Recupererò i miei ricordi da sola! >> disse Merida alzando i piedi da terra. << Tu sei solo un cattivo… >> disse volando via mentre i pixel la attraversavano nuovamente.
<< Merida… >> sussurrò Jack mentre stringeva in mano la medaglia che gli aveva appena regalato.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi con il quinto capitolo del giorno! RECORD!
Jack: Non pensavo di essere io l’artefice del tradimento… *si porta una mano al viso sconvolto*
Io: Su, non fare così… C’è di peggio! *mette una mano sulla spalla di Jack*
Jack: Tipo? *alza lo sguardo speranzoso*
Io: Io mentre ti rincorro cercando di ucciderti perché continui a leggere quello che scrivo… *la voce comincia a sembrare più cattiva mentre la frangia le copre gli occhi*
Jack: Ops! *corre*
Io: Corri, ghiacciolo! Questa volta non la passi liscia! *corre*
 
Al prossimo capitolo: “La prigione dei ricordi
Louise98
  
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