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Autore: Minori Kuscieda    04/09/2013    4 recensioni
Clara Alonso è un’insegnante di Lettere nel Liceo Scientifico Evita Peron di Buenos Aires.
Mollata dal fidanzato che la tradiva con un’altra, come se non bastasse, deve affrontare il tiranno Rodrigo Pedreira, vicepreside della scuola, e le cattiverie di Valentina Frione, sua acerrima nemica.
Ma dalla sua parte ci saranno Florencia Benitez, sua migliore amica, e Diego Ramos, suo corteggiatore incallito.
Anche tra gli studenti si susseguono molte avventure: amore, litigi, amicizie.
Vivili con loro seguendo questa storia!
(La storia è leggermente ispirata al telefilm 'Fuoriclasse', la cui protagonista è la grandiosa Luciana Lettizzetto)
Consigliata agli amanti della coppia Germangie, Dietini (Diego x Tini) e altre....
Se vi interessa leggete e recensite :D
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Angie, German, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo le vacanze si respira aria di sfida!

Era seduto sul letto con il telefono in mano da mezz’ora.
Aveva selezionato il suo numero dalla rubrica, ma ancora non ci decideva a premere il tasto che avrebbe fatto partire la chiamata.
Stava per premere ‘chiama’, ma la voce della madre lo fermò.
Mamma: Nicolaaaaas! Tra dieci minuti dobbiamo uscire! Sbrigati!
Sospirò, ai limiti di una crisi di nervi, e rispose alla madre.
Nicolas: Tra un po’ arrivo! Devo fare una cosa!
Senza accorgersene aveva premuto il tasto verde, e la chiamata era partita. Voleva chiudere ma…troppo tardi! Doveva farcela!
Avvicinò il telefono all’orecchio e aspetto che la persona all’altro capo della linea rispondesse.
“Dai, rispondi!” Pensò
???: Pronto?
Nicolas: C-ciao Palu, sono Nicolas!
Paloma: Nico, che piacere sentirti!
“Wow, mi ha detto che è felice di sentirmi!”
Nicolas: Ecco io…volevo chiederti una cosa.
Paloma: Dimmi.
Nicolas: V-vuoi uscire con me…un giorno?
 
Dall’altro capo del telefono Paloma, seduta alla scrivania, spalancò gli occhi. Possibile che…qualcuno poteva essersi innamorato di lei? O forse Nicolas voleva uscire con lei solo perché erano amici? O forse la prendeva in giro… Nooo! Come poteva pensare questo? Nicolas era troppo dolce, non sembrava un ragazzo che poteva far soffrire volontariamente una ragazza!
Paloma: …si, mi piacerebbe molto! Quando?
Nicolas: A te la scelta!
Paloma: Facciamo sabato, cioè dopodomani, alle sei in villa?
Nicolas: Certo!
Si salutarono e Nicolas chiuse il telefono, uscì dalla camera e scese le scale due a due per la felicità!
Mentre Palu, con le guance rosse e gli occhi lucidi, si stringeva al petto il telefono, emozionata.
 
Era domenica pomeriggio e Martina si stava preparando per uscire con Diego.
Ancora non poteva crederci: Diego era un ragazzo affascinante, misterioso, uno dei ragazzi più belli della scuola, e lei aveva l’opportunità di uscire con lui!
Farsi scappare questa opportunità era come essere bocciati:  ci sarebbe rimasta male per molto molto tempo.
Pensando alla sua fortuna, uscì di casa e raggiunse la piazza. Si sedette ad aspettare e dopo un po’ si sentì chiamare.
???: Tini!
Si girò, credendo di vedere Diego, ma trovò una brutta sorpresa: suo padre!
Martina: P-papà! Che ci fai tu qui? Non eri a lavoro?
Papà: Si, ma sono venuto a comprare una cosa per tua madre. Tu, invece?
Martina: Ehm…aspetto un’amica. Deve aiutarmi a fare un compito!
“Brava ad inventare scuse, no?” Pensò
Proprio in quel momento, da dietro il padre, Martina vide Diego, che la salutò.
Diego: Ciao Tini!
Papà: *Si gira* Ma chi…?
Martina fece in tempo a far girare il padre verso di lei, poi allungò il braccio e fece segno a Diego di nascondersi dietro ad un albero.
“Giusto in tempo!” Pensò la povera ragazza.
Papà: Chi ti ha chiamata? Era la voce di un ragazzo! E cos’hai al braccio?
Martina: Eheh…c’era un insetto e l’ho scacciato. Chi mi ha chiamata? Nessuno papà, te lo sei immaginato. Era un uomo che è passato in macchina e ha urlato ‘Che carini!’. Ora vai su, altrimenti farai tardi!
Il padre di Martina scrollò le spalle e se ne andò, mentre Diego usciva da dietro il nascondiglio e la ragazza tirava un sospiro di sollievo.
Diego: Wow, per un attimo ho creduto il peggio! Quello era tuo padre? *Le da un bacio sulla guancia*
Martina: *Annuisce* Già, ce la siamo vista brutta! Ora però iniziamo a camminare, prima che mio padre ci veda insieme!
I ragazzi si alzarono dalla panchina e iniziarono a camminare, fino a raggiungere il parco.
Mezz’ora dopo erano mano nella mano, seduta su una panchina.
Diego: Tini, ascolta…
Martina: Si?
La ragazza si girò, per rendersi conto che Diego era molto vicino a lei, più di quanto si sarebbe aspettata.
Diego: Tu…mi piaci.
Glielo disse praticamente sulle labbra, per poi stringerla a se e baciarla.
Martina lo circondò con le braccia e ricambiò il bacio. Quando si staccarono, con riluttanza, Tini lo guardò, arrossendo di botto.
Martina: A-anche tu…
Diego le sorrise, per poi tornare a baciarla.
 
Era il ventidue dicembre, l’ultimo giorno di scuola prima dell’inizio delle vacanze Natalizie.
In terza Martina era intenta a raccontare quello che era successo dieci giorni prima tra lei e Diego.
Lucia era emozionatissima, non solo perché tra lei e Rodrigo andava a meraviglia, ma anche perché era felice per la sua migliore amica, che aveva la sua storia d’amore.
Solo Palu non aveva avuto fortuna. Così almeno credevano loro…
Paloma non aveva ancora detto nulla alle amiche, anche perché quel sabato non era successo nulla tra lei e Nicolas: erano usciti, ma nessuno aveva avuto il coraggio di dichiararsi. Il lato positivo era che si erano dati appuntamento il ventisei di dicembre per uscire di nuovo insieme.
E Palu sperava che, quel giorno, con la magia del Natale ancora nell’aria, qualcosa sarebbe potuto accadere.
 
Quando all’una suonò la campanella, i professori seduti nelle cattedre delle classi, si videro sfrecciare davanti tutti i ragazzi che corsero nel giardino della scuola, si salutarono e tornarono ognuno a casa propria pronti per passare due settimane nell’ozio più totale, nonostante i compiti assegnati.
 
Era il ventiquattro, la Vigilia di Natale, e Alfredo era in giro per i negozi, per trovare un regalo per la nipotina, la figlia del fratello. Doveva anche comprare un dolce da portare a casa della madre, dove si sarebbe riunita tutta la famiglia, come da usanza.
Sospirò, iniziando a pensare alle domande che la madre gli faceva ogni anno, riguardo al fatto che era l’unico a essere ancora scapolo: ‘quando deciderai di iniziare a cercare una donna che faccia per te? Tu sei un uomo in gamba, e molte donne ti vorranno come marito!’. Sempre così, ogni maledetto anno. E lui doveva sempre rispondere la stessa cosa: ‘Non ho nessuna intenzione di trovarmi una donna, mamma! Io voglio rimanere single! Non ho alcun desiderio di sposarmi!’ Tanto vale che si trovava un registratore e ci registrava la sua voce, per fargliela sentire ogni volta che gli faceva quella domanda.
Chissà perché, mentre ripesava alle domande indiscrete della madre, gli venne in mente…Mirta. Forse sua madre avrebbe apprezzato quel tipo di donna, che per lui era perfetta.
Ma a cosa stava pensando? A Mirta? Oh mamma, si era proprio rimbecillito!
Arrivò davanti al negozio di dolci ed entrò: optò per una crostata con la marmellata di arancia, buona e salutare.
Solo a casa si accorse di aver comprato il dolce preferito di Mirta…
 
Aaaah, il Natale, che festa magica!
Il ventiquattro e il venticinque dicembre, anche a Buenos Aires, l’aria era diversa.
Il grande albero nella piazza principale era bellissimo, tutto illuminato; e il Presepe sotto l’abete era fatto, quasi interamente, di carta pesta.
I balconi, le porte e le finestre delle case era incorniciate da luci rosse, verdi e blu.
Alle porte erano appese le ghirlande natalizie, con su scritto ‘Buon Natale’.
All’interno delle case, invece, gli alberelli delle famiglie giacevano in un angolo, luminosi, pieni di addobbi; sotto, accanto al tronco, sul pavimento, c’erano tanti regali, grandi e piccoli.
Dopo il Natale c’era Capodanno, poi l’Epifania, e poi…beh, poi si ritornava a scuola.
 
L’otto gennaio, alle otto in punto, tutti i ragazzi erano davanti alla scuola, ad aspettare la prima campanella che avrebbe anticipato il ritorno a scuola e alle lezioni, che non tardò a suonare.
In quinta, l’ora era iniziata da dieci minuti, ma nessun professore si era fatto vivo.
I ragazzi stavano facendo il solito rumore, quando entrò la professoressa Alonso, seguita dal preside e…da una ragazza.
Clara si sedette alla cattedra, mentre il preside e la ragazza rimasero in piedi.
Preside F: Allora ragazzi, innanzitutto ben tornati dalle vacanze. Spero le abbiate passate in serenità e armonia, e che adesso voi siate pronti a rincominciare, anche perché fra cinque mesi ci saranno gli esami di maturità, e io non voglio nessun bocciato. *Li guarda* Ma, adesso, pensiamo al presente: la ragazza che vedete vicino a me si chiama Valeria Baroni, e viene da una città vicino Buenos Aires. Si è trasferita qui per il lavoro del padre, e frequenterà questa scuola. Comportatevi bene, mi raccomando! *Si rivolge alla ragazza* Ora, vai a sederti in quel banco vuoto, vicino a Candelaria.
La ragazza si sedette vicino alla mora, che la salutò, per poi iniziare a seguire la lezione di letteratura.
 
Alla ricreazione tutti i ragazzi si avvicinarono alla nuova arrivata, per fare amicizia.
Valeria si ritrovò circondata da una sacco di ragazzi, felici di fare la sua conoscenza.
Ma, in quel gruppo, un tipo la colpì più degli altri: un ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi, che, come venne a sapere dopo, era fidanzato con quella bionda; aveva capito a primo acchito che quella le stava già antipatica, e sapeva anche che conquistare quel ragazzo sarebbe stata una passeggiata…
 
All’uscita di scuola, come sempre, Jorge e Stephie, erano insieme.
Stephie: Oh no, ho dimenticato una cosa in classe, vado e torno!
La bionda si allontanò, e Valeria non perse l’occasione per avvicinarsi.
Valeria: Ciao!
Jorge: Ciao!
Valeria: Io volevo chiederti il tuo numero di telefono, se vuoi darmelo.
Proprio in quel momento, a Valeria cadde il telefono, e, i due, si piegarono insieme per prenderlo, trovandosi a pochi centimetri di distanza.
“Avanti, manca poco e le mie labbra toccheranno le sue…” Pensò Valeria.
Ma proprio in quel momento una mano toccò la sua spalla, facendola voltare.
Stephie: Ehi carina, perché non ti allontani un po’? Lui è già fidanzato!
Valeria: Scusa, ma mi stava solo aiutando a raccogliere il cellulare!
Stephie: Per raccogliere un cellulare non ci vogliono due persone!
Valeria: Come vuoi! Io adesso vado, ciao!
Valeria si allontanò, e la bionda guardò Jorge.
Stephie: Cosa voleva?
Jorge: Solo il mio numero di telefono.
I ragazzi si salutarono, e tornarono ognuno a casa propria.
“Il cellulare? Ma non credo proprio! A me quella non mi frega, può usare tutte le scuse del mondo!” Pensò Stephie.

*Angolo Autrce*
E finalmente....DIETINIIIII *^* Dedico questo capitolo agli amanti della coppia ;)
Ed è arrivata Valeria... :( Cosa succederà?
A preeeesto :D 

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