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Autore: _Lince_    04/09/2013    0 recensioni
"Fallo"disse una vocina nella mia testa. La distanza fra noi si accorciò. Eccolo, il momento che avevo sempre sognato.
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Mi baciò dolcemente e appassionatamente allo stesso tempo. Il mio cuore rischiava di avere un'infarto di felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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~Capitolo 8~
Pov Juliet

Amelie era strana. Non le avevo detto niente ma avevo notato il ragazzo che l’aveva aiutata ad alzarsi e avevo notato anche che era lo stesso ragazzo che faceva il cameriere in quel bar. Mi coricai nel mio soffice giaciglio e mi addormentai. Verso le quattro e mezza del mattino mi svegliai, senza riuscire più a prendere sonno. Alle 7 mi alzai dal letto, che era divenuto scomodo a causa della mia insonnia. Mi lavai la faccia e mi guardai allo specchio. Capelli in disordine, occhi stanchi e occhiaie. Pazienza. Mi lavai e mi vestii. Bevendo il caffè mi accasciai sul tavolo e dormì per 5 minuti, poi Amelie mi diede un colpo sulla spalla e mi svegliai. Sbadigliai sonoramente, mi alzai e presi la borsa stracolma di libri. Quasi caddi dalle scale e uscita di casa, l’aria fredda del mattino mi fece svegliare, seppur leggermente. Salì sul tram e mi sedetti.
-Oh guarda, c’è Nicole. Vado a salutarla, vieni?- Scossi la testa e Amelie si diresse verso Nicole. Chiusi gli occhi. Dopo un po’ sentì qualcuno sedersi affianco a me e, pensando fosse Amelie, poggiai la testa sulla sua spalla. Dopo circa un quarto d’ora qualcuno mi toccò la spalla. Aprì gli occhi e notai che la spalla di Amelie era più larga e più forte.
-Ehi Amelie, hai iniziato a fare palestra?- chiesi assonnata, sfregandomi gli occhi. Quando li aprì notai che quella persona che credevo fosse Amelie era un ragazzo dagli occhi grigio-azzurri e i capelli biondo cenere. Arrossì violentemente.
-Ehm…scusa- sussurrai e scappai da Amelie.
-Questo rossore da cosa è dovuto?- disse Amelie con uno sguardo malizioso. Le porte del tram si aprirono e feci per scendere ma scontrai qualcuno e mi cadde la borsa… solita sbadataggine! All’altra persona caddero dei libri. Poi la vidi: la mia agenda. Era lei perché sulla copertina avevo incollato delle farfalle colorate. Alzai lo sguardo ed incontrai quello del ragazzo-cuscino, il ragazzo su cui mi ero addormentata pochi minuti prima.
-…Scusami di nuovo…- dissi arrossendo nuovamente. Riuscì a racimolare un po’ di coraggio, il tanto giusto per poterlo guardare.
-L’agenda, dovrebbe essere mia…- continuai titubante.
-L’altro ieri mi sono scontrato con qualcuno, e quando sono tornato a casa…ho trovato quest’agenda tra i miei libri…-disse. Aveva una bella voce, un po’ roca.  Che carino…non potevo pensarlo, lo avevo appena conosciuto. Mi inchinai per raccogliere le mie cose, e contemporaneamente si abbassò anche lui. Le nostre teste si scontrarono. Ma perché qualunque cosa facessi dovevo creare così’ tanta confusione?
-Oh…no! Scusami, per la terza volta…-borbottai, mentre raccoglievo velocemente la borsa. –Forse è meglio se scendiamo, stiamo bloccando il passaggio.- dissi titubante. Una volta scesi. Fermi sul marciapiede gli chiesi: –Posso vedere l’agenda?-
-Certo…- Disse porgendomela. Per un nano secondo le nostre dita si sfiorarono. Sfogliai l’agenda. Era proprio la mia.
-È la mia, allora tu sei il ragazzo che  ho scontrato l’altro giorno!- che frase stupida, era ovvio! –Come ti chiami?- non so da dove ne come fossi riuscita a tirare fuori tutto quel coraggio per porre quella domanda.
-Mi chiamo…- non finì la frase perché fui trascinata via da Amelie.
-Scusa! Ci vediamo!- urlai. Sicuramente pregava di non rivederci mai più, dato tutto quello che gli avevo fatto passare. Mi trasferì nel mondo reale e mi accorsi della presenza di Amelie.
-Chi era?- eccolo, di nuovo quello sguardo malizioso.
Troppo imbarazzata per rispondere le dissi: -Cuscino!- e ridendo corsi verso l’università.
Dopo ore e ore estenuanti di studio, tornai a casa, con Amelie che mi trotterellava intorno come un cane.
-Chi era? Chi era? Chi era?- chiese curiosa.
-Un ragazzo.- risposi.
-Non me ne ero accorta!- disse Amelie con un tono sarcastico.
-Mi sono addormentata su di lui, contenta?- chiesi.
-Seriamente?- disse Amelie cercando di non ridere.
-Era lo stesso ragazzo che mi aveva preso l’agenda.- Gliela mostrai e la sfogliai. Mi bloccai in una pagina in cui non avevo mai scritto nessun numero. La pagina corrispondeva alla J (Je=Io in francese), ma non  c’era il mio numero. Mostrai l’agenda ad Amelie che mi suggerì di provare a mandargli un messaggio. Tirai fuori il telefono dalla borsa e composi il numero. “Ciao, ho trovato il tuo numero nella mia agenda, chi sei? J       Lo inviai e  dopo pochi attimi di silenzio si sentì una vibrazione. Immaginavo a chi appartenesse il numero, ma volevo esserne certa. Lessi la risposta. “Sono il ragazzo su cui ti sei addormentata” . Feci leggere il messaggio ad Amelie che mi disse: -Uh sento odore di storia d’amore!-
-E tu non mi devi parlare di un certo ragazzo che ti ha raccolta sul tram e che ti ha fatto un cuore sulla cioccolata?- Amelie abbassò lo sguardo e fece finta di niente. Stavo per chiedere al ragazzo come si chiamasse quando il cellulare si spense. Batteria scarica. Sembrava che il destino non volesse che io conoscessi il nome di quel ragazzo!
Era notte fonda, e, come la notte precedente, non riuscivo a dormire. Sapevo che mi sarei annoiata tutta la notte perciò mi cambiai, presi un libro ed uscì, nella fresca notte parigina. Mi diressi in una panchina, vicino alla Torre Eiffel. Frugai nella borsa e con mia sorpresa ci trovai una mela. Iniziai a mangiare, con il libro in grembo. Dopo circa un’ora di lettura il sonno non era ancora arrivato. Decisi di tornare a casa e di prepararmi una camomilla o una tisana. Tornata nella mia umile dimora, cercai di far meno rumore possibile, per non svegliare Amelie. Poggiai il libro sul tavolino nel salottino minuscolo e mi diressi in camera. Rimisi il pigiama e accesi il telefono, in carica sul comodino. Appena lo accesi trovai un messaggio: “Come ti chiami? Io mi chiamo Romeo J”. Mi diressi in cucina, sicura che fosse uno scherzo. Mi preparai una tisana  e sentendo il torpore del sonno arrivare, mi sdraiai nel soffice letto. Tra mille pensieri, mi addormentai felice.

*Spazio autrice*
Dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare la storia, finalmente :D Spero che i due capitoli vi piacciano :) Baci.
                                                                      Juliet
  
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