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Autore: Glorfindel of Utumno    10/03/2008    0 recensioni
Una nave galleggia solitaria nello spazio. Un capitano mezzo pirata pensa di ricavarne un utile. Ne ricavera' la piu' grande rivoluzione dai tempi della dimenticata Numenor.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Il racconto potrebbe tranquillamente dirsi finito col capitolo precedente. Considerate questo come un finale alternativo... non a tutti piacera'.

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Il vento soffiava sferzante, sollevando la sabbia radioattiva in mulinelli luminosi. Le viscere aperte dell’immensa montagna bianca troneggiavano, torri di roccia spaccata e pareti dirute, sopra il biancore abbagliante della spiaggia. Le onde scorrevano impotenti in lunghe lingue sulla sabbia.


Alcuni individui restavano fermi sotto il vento. Tre uomini si fronteggiavano sulla spiaggia deserta. Uno, alto, dai capelli d’oro come il Sole ormai svanito, di una bellezza quale mai si era vista tra i Mortali; era cinto da una corona. Il secondo, anziano ma ancora vigoroso, dai lunghi capelli bianchi ed il viso rugoso, portava una spada al fianco ed uno scettro in mano. Il terzo, anch’egli non piu giovane, la testa rasata ad eccezione di radi ciuffi bianchi, vestiva una divisa dalle molte decorazioni ed una pistola alla cintura.


L’ombra della montagna si ritrasse dalla riva, lasciando al sole i tre uomini. La corona lampeggiò. Ma tosto un’altra ombra si allungò, scura, cupa. Un’altra montagna sorgeva dal mare, più alta ed imponente. Una montagna dall’aspetto brutto, contorto, malvagio e potente. Un’immensa massa di metallo minaccioso. La sua ombra sovrastò la spiaggia, e poi si allungò sulla montagna sviscerata.


L’uomo con lo scettro parlò.


“Io, Ar Pharazon il Dorato, Re di Numenor, finalmente libero dalla prigionia, non sussistendo qualsivoglia opposizione, dichiaro questa terra proprietà mia e di Numenor, adesso e per sempre.”


L’uomo con la pistola parlò.


“Io, Comandante James Gold della nave Alcarondas II, parlo in nome dell’Umanità, e dichiaro finito il Tempo dei Valar. Ora inizia il Tempo dell’Uomo, e che possa durare per sempre!”


Ingwe cadde sulle ginocchia, e pianse. La corona rotolò sulla sabbia.

  
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