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Autore: M_Cullen    04/09/2013    1 recensioni
Era strano... come se una parte di me fosse morta, ma in realtà, per la prima volta mi sentivo vivo davvero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec, Demetri, Felix, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Lo osservai gettarsi nel vuoto, fino a quando si inoltrò tra la fitta vegetazione.

Sentivo già la sua mancanza… sembravano minuti interminabili, senza lui. Ormai era mio, e il pensiero che fosse lontano chilometri da me, mi uccideva.

Non avrei potuto inspirare il suo profumo, né sfiorare la sua pelle perfetta, né assaporare le sue labbra… era come una droga per me, non potevo più fare a meno di lui, almeno non adesso che faceva parte di me.

Lasciai i miei appartamenti, con l’intenzione di fare visita a Felix.

Mi mancava maledettamente, e l’idea che io avrei potuto trascorrere la notte in compagnia di Alec, di sicuro, lo aveva distrutto.

Mi sentivo l’essere più felice dell’intero universo, per aver ottenuto l’amore della persona che desideravo, ma allo stesso tempo mi sentivo un verme, per aver ferito il mio miglior amico… colui che mi aveva reso immortale, dandomi una possibilità, una nuova vita. Ed io lo avevo ricambiato così… amando un altro.

Nel giro di pochi secondi, ero già davanti alla porta di camera sua.

Abbassai la maniglia. Lui era lì, immobile, a fissare un punto fuori dalla finestra.

Il suo atteggiamento mi fece comprendere che fosse già al corrente di quella amara verità.

Ebbi come una fitta al mio interno… lo avevo deluso profondamente, solo per soddisfare un mio desiderio. Che perfetto  egoista… non meritavo più la sua amicizia.

“Felix…”

Si voltò lentamente,  come se non avesse percepito la mia presenza.

La sua espressione era triste, delusa, depressa… ma nonostante tutto, cercava di nascondere quei suoi sentimenti, venendomi incontro.

“Felix… so come ti senti. Non puoi nasconderti da me…”

“Shh… ti prego.” Premette un dito sulle mie labbra, carezzandomi dolcemente i capelli.  “Non rovinare questo momento…”

“Ma io ti ho deluso… ti ho tradito…” gli spiegai, cercando in tutti i modi di fargli capire che non ero la persona adatta a lui, anche se questo, faceva male persino a me, ammetterlo.

“Non mi hai tradito, Demetri… hai fatto la tua scelta, ed io la rispetto pienamente…” rispose, continuando a far scorrere le sue dita vellutate sul mio viso. “Sei libero di amare chi vuoi…”

Non ebbi il tempo di parlare, che i suoi occhi si soffermarono su un punto preciso del mio corpo.

Scostò la mia camicia, giusto il minimo per riuscire a scoprire la parte interessata.

Appena sotto la clavicola, vi era, ben visibile, la cicatrice di un morso.

Ricordavo perfettamente il momento in cui Alec mi aveva lasciato quel segno indelebile. Provai una vergogna immensa.

Felix continuava a disegnare dei piccoli cerchi su di essa, come se fosse in trance, procurandomi un misto di piacere e fastidio… le mie labbra si lasciarono sfuggire dei lamenti di dolore, quando i suoi polpastrelli, si soffermavano sulle ferite provocate dai canini.

“Ti ha fatto del male???” ringhiò, sibilando tra i denti.

“No, Felix…” ‘anzi, ho provato piacere’  avrei risposto spontaneamente, ma riuscii a trattenermi in tempo… non era completamente il caso.   “Calmati, adesso…” cercai di tranquillizzarlo, sfiorandogli il viso.

“Come immaginavo…” abbassò lo sguardo, sconfitto, allontanandosi di poco.

“Ehi…” lo afferrai da un braccio. “Cos’è successo a Santiago?”

“Non ci disturberà più quel verme… puoi starne certo.” La sua espressione mutò radicalmente, al suono di quel nome. “Gli anziani lo hanno esiliato dal palazzo… non sarà più una minaccia per noi.”

Non riuscii a trattenere un ghigno di piacere… anche se avrei voluto vederlo morto.

“Grazie, Felix…”

“È il minimo che io possa fare per te… mio dolce angelo…” disse, avvicinandosi nuovamente a me. “Aspetterò in eterno, pur di assaggiare nuovamente le tue labbra…” mi sussurrò, ad un soffio della mia bocca, tale che io riuscii a sentire il profumo sublime del suo alito freddo.

Sapevo che non era la cosa giusta da fare, e soprattutto inappropriata, ma mi sentivo come in dovere, nei suoi confronti… ero totalmente invaghito da lui.

“Permettimi di esaudire il tuo desiderio…”
 


 

 
  
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