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Autore: Beliebersayswaggary    04/09/2013    1 recensioni
‘I suoi occhi.
Le sue labbra.
Quel corpo dannatamente perfetto.
Lei mi fa provare cose che non ho mai provato.
Forse è meglio che mi stia lontano, non sono una bella persona.
Sono pericoloso.
Però io la voglio, la voglio per davvero.
Voglio, per una volta, vivere una bella storia.
Voglio Leila, e sarà mia.
Ottengo sempre quello che voglio’
Correzione ed eventuali modifiche di: stylesperfume
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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" Leila , alzati o farai tardi a scuola " 
Guardai l’orologio fisso sul muro ed erano ancora le sei, non è possibile, pure mia madre che mi mente sull’orario , ma non importa, ormai ero sveglia. 
Mi alzai dal letto a mio malincuore e andai in bagno per una doccia veloce. Mi vestii con una maglietta verde smeraldo, un gilet nero in pelle, dei leggings neri ed infine indossai le mie amate blazer verdi. 
Però mi sentivo vuota, come se mi mancasse ancora qualcosa , ma cosa ? 
Uh, il cappello , certo, quello nero con la scritta "NY ". 
Misi in soqquadro l’intera stanza per cercarlo, ma del cappello, nessuna traccia. 


‘dove diamine l' ho messo ?’ continuavo a ripetere mentre frugavo in tutti i cassetti dell’armadio. 
‘non posso svegliarmi tranquillamente, una buona volta, come tutte le ragazze normali, vero? No, devo sempre trovare qualcosa che m’intralci il percorso.’ Dissi fra me e me. 
‘dov’è? DOV’E’?’ iniziai a perdere le staffe. 


Lo cercai in bagno, nei cassetti, tra le lenzuola, sopra l’armadio, dentro la tazza del water, ovunque, ma non lo trovavo. 
Di certo, non sarei uscita di casa senza il mio cappello. 
Mi piegai sulle mie fragili ginocchia e guardai sotto il letto. 

‘uh, eccolo’ esclamai.


Finalmente ero pronta per andare a scuola. 
Scesi le scale con lo zainetto sulle spalle, presi una mela in cucina, anche se non avevo molta fame, ed uscii di casa senza salutare quella che era, forse, la mia ‘’famiglia’’. 
Primo giorno di scuola nella grande mela. Ansia pura, ma infondo, era normale. Mi ero trasferita da poco e non conoscevo ancora quella grande città, e ovviamente, non conoscevo ancora nessuno. 
Arrivai davanti alla scuola, a prima vista, sembrava carina. 
Però nulla di eccezionale vista da fuori, era normale. 
Entrai dentro cercando di capire dove dovevo andare o cosa dovevo fare, ma non capivo nulla, lì dentro c’era un gran caos. 
Mi guardavo intorno disorientata e solo quando vidi arrivare una signora, abbastanza giovane, verso di me mi sollevai un po’. 
‘finalmente qualcuno che mi considera’ pensai. 


" Lei è la signorina Leila Coof ?" 

"Si, esatto " risposi.

"Ah , piacere benvenuta nella nostra scuola ,sono la signora Dafne Green , la sua futura professoressa di lettere , storia e geografia " mi disse mostrandomi un bellissimo sorriso. 

‘wow, quando mi da del ‘lei’ mi sento quasi importante’ pensai cercando di trattenere una piccola risata.

"Il piacere è tutto mio , ma scusi io non so qual è la mia classe e le volevo chiedere .." 

"Ah sì, dimenticavo, oggi non farai lezione con noi. Oggi visiterai la scuola insieme ad un nostro alunno. Visto che non fa mai niente di costruttivo, probabilmente, adesso si renderà utile a qualcosa." Disse con un sorriso sinistro. ‘’Justin, vieni’’ concluse chiamandolo.
Mi girai e vidi arrivare verso di noi un ragazzo alto, con un fisico perfetto, i capelli biondi-castani che gli incorniciavano quel viso perfetto e due occhi color miele che mandavano in tilt chiunque li guardasse. 

‘’Justin ‘’ allungò la mano verso di me. Nessuno sorriso, nessun’espressione, niente di niente. Distacco totale, nemmeno il contatto visivo. Era come se evitasse di guardarmi negli occhi. 

"Leila , Leila Coof " gliela strinsi debolmente.


Era un tipo affascinante, mi incuriosiva. 
Però era strano, molto strano.
Non voleva guardarmi. Ma perché? Cercava di distogliere lo sguardo dal mio ogni volta che provavo ad incontrare i suoi occhi. 


"Ok , io vado. Non vorrei trovarmi un putiferio in classe.’’ Disse. ‘’oh, all' una spaccate davanti scuola ,intesi ? " ci raccomandò per poi sparire tra i corridoi.


"certo professoressa all'una saremo qui" sbuffò lui.

Mi morsi il labbro inferiore e rimasi in silenzio, scrutai ogni minima mossa di quel ragazzo, era davvero interessante. 
Quei lineamenti, le sue labbra, la forma degli occhi, era tutto perfetto e, come dire, pulito. Non aveva imperfezioni. 


‘’Beh, seguimi’’ disse Justin iniziando ad avanzare senza aspettarmi. 

‘’si’’ risposi cercando di raggiungerlo.

" Che sei venuta a fare qui , a Stanford?"

" I miei avevano bisogno di cambiare ‘aria’ e anch’io. Tu da quanto vivi qui ? " 

"Da quando sono nato " rispose tenendo quel tono di voce rigido e riservato. 

"Ah, wow e non hai mai .." 

‘Ehy Bieber , hai una nuova amica ?" mi interruppe un ragazzo alto, moro con l’aria trasandata. Puzzava di alcool in una maniera allucinante. 

"Che scassa palle che sei ,Chaz" rispose, Justin, duramente. 

"Oh , ma grazie. E tu ,signorina, come ti chiami?" il ragazzo si avvicinò a me prendendo la mia mano e dandole un bacio sensuale, la quale mi fece arrossire. 

‘’Mi c-chiamo L-leila " balbettai.

"Oh Leila , che bel nome , ma mai quanto te. " mi ipnotizzò con lo sguardo.
Si capiva che quel ragazzo, oltre ad aver bevuto come non mai, voleva pure arrivare ad altro.

"Hai finito di rompere, Chaz ?" ringhiò Justin.

"Cosa c’è? Non la conosci nemmeno e sei già geloso?" lo provocò Chaz.

‘’Vattene’’ ribatté Justin serrando i denti.

"Okey, amico, me ne vado.’’ Disse allontanandosi con le mani alzate. ‘’Riguardo a noi, ci vediamo presto " mi fece l’occhiolino per poi andarsene ridendo.

"Scusa Leila, è un coglione. Lascialo perdere ." mi disse il ragazzo accanto a me continuando a guardare quella figura che pian piano si allontanava sempre di più.

"Non ti preoccupare.’’ Risposi. ‘’aspetta, quella è una piscina? " mi avvicinai di corsa alla grossa vasca davanti a me. Arrivai così veloce che stavo quasi per cadere in acqua. Barcollai, per un po’ per cercare di trovare l’equilibrio e quando lo stavo per perdere definitivamente, una mano mi prese il braccio e mi tirò indietro. 
‘Attenzione, potresti caderci dentro’ disse allontanandomi di qualche metro. 
Mi girai verso di lui ed incrociai, finalmente, i suoi occhi. 
Volevo ringraziarlo ma le parole faticavo ad uscire. 
Magari non voleva guardarmi perchè sapeva che mi avrebbe messa a disagio. Non lo so. 
So solo che distolse subito lo sguardo e cercò di cambiare argomento, iniziando a balbettare qualcosa d’incomprensibile.

‘’Cosa?’’ strizzai gli occhi stranita da quello che stava ‘’dicendo’’.
‘‘vieni’’ ritornò freddo come il ghiaccio, afferrandomi il polso e stringendomelo forte.

‘’Cosa fai?’’ gemetti dal dolore. 

‘’Stai zitta’’ disse con tono rude. 

"Justin, fermati ci stiamo allontanando dalla scuola "

"Arriveremo entro l'una ,tranquilla , ma ora andiamo " ringhiò.

"No" riuscì a staccarmi dalla sua presa, però per poco, perché mi riafferrò il braccio e me lo strinse ancora di più.



Justin POV'S


"Vieni con me e non ti farò male ." feci un sorriso sinistro. 
Cercavo di evitare di nuovo i suoi occhi, è la prima volta che mi succede, ma non riesco a guardarla. 
Non so, appena incrocio le sue iridi azzurre, mi smuove qualcosa dentro. Sento lo stomaco in subbuglio e la pelle d’oca sulle braccia. 
Non mi era mai successo e non potevo perdere l’immagine di ‘ragazzo rude’ che mi ero creato.
Stringevo il suo fragile braccio nella la mia mano, sentivo la sua paura, era terrorizzata. 
La capivo, anch’io avrei paura di un tipo come me. 
La portai in un parco, vicino alla scuola. Molto isolato e poco frequentato. 
Andai il più lontano possibile dall’entrata, così da non farla scappare, e poi la lasciai, facendola sbattere contro l’albero

"Che vuoi da me ?" mi chiese spaventata.

mi avvicinai a lei con un ghigno, non volevo farle del male. 
Lei iniziò ad allontanarsi, inutilmente però, dato che la presi dai fianchi e la tirai verso di me. 
Si dimenò, cercando di liberarsi, ma io non mollai la presa. 
Ce l’avevo in pugno.
Si poteva sentire la sua paura a un kilometro di distanza, e dato che non avevo più intenzione di spaventarla, pensai a qualcosa per poter farla ridere.

"Soffri il solletico ?" sussurrai vicino al suo orecchio.

"Si, perchè ? " mi guardò con una faccia buffa e poi si lasciò scappare una piccola risata.

Iniziai a farle il solletico sui fianchi, e lei cominciò a ridere a non finire. 
Era belo vederla, finalmente, ridere. 
La sua risata. Mamma mia, la sua risata era fantastica e dannatamente contagiosa. Lei stessa era fantastica. 

‘’Ti prego basta’’ soffocò le parole. 

Non le diedi retta e continuai, però, dopo qualche secondo, diventò rossa rossa in faccia e anche senza fiato. Non volevo soffocarla, quindi, la lasciai respirare smettendo di farle il solletico. 
Si sedette sul prato appoggiata al tronco dell’albero, intenta a riprendere fiato. 

‘’Tutto bene?’’ mi inginocchiai davanti a lei. 

Aveva la testa china e con una mano gli presi il mento e gliela sollevai.
Arrossì subito e un sorriso timido comparve nel suo volto.
La guardai dritto negli occhi , senza badare a tutte quelle ‘strane cose’ che mi provocava. 
Mi concentrai sulle sue labbra rosee, così carnose, così invitanti. 
Era bellissime. 
Più la scrutavo e più non capivo che cosa mi stesse prendendo. 
Iniziai ad avvicinarmi a lei. 
Non sapevo di preciso che intenzioni avevo, ma di certo, sapevo, che il cuore mi stava battendo all’impazzata. 
Ero a pochi centimetri dalla sua bocca e quando stavo per eliminare quella minima distanza, lei si spostò, facendomi cadere addosso all’albero. 
Mi rialzai e la sua risata echeggiò nell’aria. 
Quello che non sapevo è che l’ultima risata ce l’avrei avuto io, dato che le avevo rubato il cappello. 
Iniziò infatti a cercarlo disperatamente. 

"Leila che cerchi ? " gli chiesi facendo finta di niente.

‘’Il mio cappello, quello che avevo in testa, con la scritta ‘NY’. L’hai visto?’’ 

"No , vuoi che ti aiuto a cercarlo? "

"Grazie "

Iniziammo a ‘’cercare’’ il suo berretto, o meglio, lei lo cercava ed io cercavo di concentrarmi il meno possibile sul suo ‘lato B’. Molto attraente, devo dire.

"Justin, smettila subito di guard….aspetta quello è il mio cappello?"

Okey, mi aveva scoperto.

‘’Forse" cercai comunque di negare.

"Non fare lo spiritoso , dai. Dammelo" mi disse.

‘’che cosa?’’ gli chiesi facendo finta di non capire.

‘’Il mio cappello, dammelo’’ rise lei.

‘Mh, no.’’ Dissi iniziando a correre.

Ci ritrovammo a rincorrerci come due bambini, almeno, finchè Leila non inciampò e cadde su di me. 

"Aaaah ho ripreso il mio cappello " me lo sfilò di mano facendomi una smorfia.

"Si, ma non esultare per molto " la misi in guardia. 

Ci sdraiammo a pancia in su sul soffice prato, il cielo era blu, proprio come i suoi occhi, magnifici. 
Giuro che non mi ero mai comportato così con una ragazza, di solito, le tratto male e lascio dopo due giorni, ma con Leila non riesco a fare il bastardo. 
La conosco da poco, è vero, ma anche le altre le conoscevo da poco. 
Sono sicuro che con lei cambierei, voglio una bella storia da vivere. Voglio Leila, e sarà mia. 
Ottengo sempre quello che voglio.


Ad un certo punto lei si alzò di scatto interrompendo i miei pensieri. 


‘’Mancano pochi minuti all’una, Justin’’ disse allarmata guardando il suo cellulare.
  
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