Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: smarties89    04/09/2013    3 recensioni
Christine e Slash sono amici da quando hanno 15 anni. La vita li porterà a perdersi di vista e ritrovarsi più volte negli anni, facendogli comprendere che la loro amicizia non si è mai sopita. Che poi, è sempre stata davvero solo amicizia?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic 


2000
 
Stavano festeggiando l’inizio del nuovo millennio quando Slash chiese a Christine si sposarlo. Erano a casa di Duff e Mandy a festeggiare e, allo scoccare della mezzanotte, lui tirò fuori uno splendido anello con un diamante e le fece la proposta.
Stavano insieme da due anni, ormai, ed erano finalmente una coppia.
Felici. Erano felici, dopo tanti casini, problemi, difficoltà.
Dopo la loro riappacificazione nel novembre del 1997, aveva iniziato la loro relazione, andandoci piano, con i piedi di piombo, come se fosse la prima volta che stavano insieme, quando vuoi assaporare ogni istante e ogni piccola cosa come se fosse una novità.
Poi si era trasferita a casa di Saul ed era iniziata la loro convivenza, che stava andando a gonfie vele, tanto da arrivare finalmente al matrimonio.
Programmarono tutto per il settembre di quell’anno, ma a quanto pare il destino non era ancora del tutto dalla loro parte.
Quel giorno di giugno, Slash era in giro per un breve tour con alcuni musicisti che aveva conosciuto mesi prima; lei non aveva potuto seguirlo per motivi di lavoro, ma grazie a dio il tour sarebbe durato soltanto un mese.
Era in ufficio a compilare alcune cartelle cliniche, quando suonò il cellulare: Saul. Felice di sentirlo, rispose con entusiasmo.
 
“Ciao amore mio!”
 
“Christine?”
 
“Chi parla?” la mora si irrigidì subito sentendo che non era la voce del suo uomo.
 
“Sono Dan, il suo tecnico della chitarra.”
 
“Oh, ciao Dan, non ti avevo riconosciuto. Va tutto bene?”
 
“Ehm…ti chiamo per questo…”
 
Il cuore di Christine iniziò a battere all’impazzata: aveva capito che qualcosa non andava dal primo momento che non aveva udito la voce di Saul al telefono. Aveva rimosso i pensieri negativi, dandosi dell’apocalittica come sempre…ma ora si stava preoccupando seriamente. “Sputa il rospo, Dan…”
 
“Slash si è sentito male, questa mattina…l’hanno portato in ospedale.”
 
Christine si alzò di scatto in piedi. “Oh mio dio…che gli è successo?”
 
“I medici non hanno ancora detto nulla, aspettano di parlare con i famigliari.”
 
“Certo certo. Dove siete?”
 
“A Pittsburgh.”
 
“Prendo il primo volo che trovo, Dan. Digli che arrivo il prima possibile.”
 
“Ok…se si sveglia glielo dico. Stai tranquilla.”
 
Dalle parole del ragazzo, Chris capì che Slash non era cosciente. Dio, cosa poteva essergli successo?
Non poteva permettersi di andare nel panico: doveva fare ancora un mucchio di cose e non doveva agitarsi.
Prima di tutto chiamò il primario del reparto, gli spiegò la situazione e chiese dei permessi dal lavoro, permessi che ovviamente l’uomo gli concesse.
Poi chiamò Ola, la madre di Saul, la quale si trovava a New York e quindi più vicina di lei al ragazzo; Ola mantenne la calma come sempre e fu lei a calmare Christine: con un figlio come Slash, del resto, non potevi fare altro che avere i nervi saldi oppure saresti morto di infarto dopo una settimana.
Tenne a mente quelle parole e se le ripeté come un mantra mentre chiamava un taxi e metteva in borsa tutte le sue cose; controllò di avere la carta di credito, il carica batterie per il cellulare e prese un cambio di intimo e una t-shirt che teneva sempre di scorta in ufficio.
Mentre usciva a gambe levate, chiamò Mandy.
 
“Tesoro, mi cogli in un momento difficile.” Chris sentì chiaramente Grace che sbraitava come un’ossessa. “Ti richiamo quando l’ho calmata, ok?”
 
“No, Mandy, è un’emergenza. Sto andando a Pittsburgh: hanno ricoverato Slash in ospedale.”
 
“Cosa? Che cazzo è successo?”
 
“Non lo so. Mi ha chiamato prima Dan, il suo tecnico, per avvisarmi. Ora sono appena salita in taxi, sto andando all’aeroporto.”
 
“Chiamo Duff, gli dico di raggiungerti subito.”
 
“Non preoccuparti. Ci sentiamo dopo.”
 
“Chiamami quando sei là, ok?”
 
Christine non le rispose: si sentiva un groppo in gola e le lacrime avevano iniziato a scendere copiose.
 
“Chris? Ci sei?”
 
“Sì…sì, ci sono.”
 
“Stai calma, ok? Non sappiamo ancora che è successo. Vedrai che non è nulla.”
 
“Sì, hai ragione. A dopo, allora.”
 
“Ciao tesoro.”
 
Chris chiuse la comunicazione e appoggiò la testa al sedile, cercando di respirare profondamente e non farsi prendere dal panico. Ma il cellulare non voleva darle tregua perché iniziò a suonare come un matto: prima la chiamò Ola, dicendole che aveva trovato un volo e che sarebbe stata a Pittsburgh fra solamente un’ora, e poi Duff, che le domandava di comprare anche per lui un biglietto aereo per andare laggiù insieme. Lui stava arrivando in auto all’aeroporto.
Furono fortunati e trovarono un volo che partiva un paio d’ore dopo. Christine fu felice di non essere sola, che ci fosse il caro Duff a darle un po’ di supporto. Provarono a chiamare il cellulare di Slash e quello di Ola prima di imbarcarsi, ma non rispose nessuno, lasciandoli ancora di più con l’angoscia.
Il volo fu fortunatamente breve: Chris si assopì e si sveglio di scatto quando l’aereo poggiò poco delicatamente terra.
 
“Siamo arrivati, Duff…” gli disse sottovoce: da un lato non vedeva l’ora di sapere che cosa era successo, dall’altra aveva una paura fottuta. E se fosse successo il peggio, mentre erano in viaggio? Dio, non se lo sarebbe mai perdonata di non essere arrivata in tempo nemmeno per…salutarlo.
 
Quei pensieri le fecero venire di nuovo le lacrime agli occhi, lacrime che si asciugò di fretta mentre Duff le stringeva lievemente un braccio per farle sentire la sua vicinanza.
Nel taxi diretto all’ospedale, Chris accese il telefonino sperando di trovare un avviso di chiamata di Dan o di Ola, che l’avevano cercata mentre volava; ma purtroppo niente, e ciò la mandò nel panico più totale.
Arrivarono all’ospedale dopo un tempo indefinito ed entrarono di corsa; chiesero informazioni alla reception e, fortunatamente, la tizia riconobbe Duff e gli diede il numero della stanza: terapia intensiva.
Merda.
Ola, Dan e altre persone erano sedute nel corridoio; la donna gli corse incontro e abbracciò Christine, senza dire una parola.
 
“Avete già sentito i dottori?”
 
Ola annuì con gli occhi lucidi.
 
“Ola, parla! Ti prego…” la voce di Christine era spezzata dal groppo che aveva in gola: voleva solamente svegliarsi da quell’incubo, voltarsi, e vedere Saul nel letto accanto a lei che dormiva sereno.
 
Invece no, era più che sveglia, era la fottutissima realtà.
 
“Il suo cuore, a causa dell’alcool, si è ingrossato tantissimo e il sangue non circola come dovrebbe. Miopatia cardiaca, si chiama. Potrebbe avere dalle 6 settimane ai 6 mesi di vita, Chris…”
 
La ragazza sbarrò gli occhi: tutto si fece ovattato intorno a lei, come se fosse in un sogno. Le parole di Ola le risuonavano nella testa: dalle sei settimane ai sei mesi di vita, dalle sei settimane ai sei mesi di vita, dalle sei settimane ai sei mesi di vita…
Sentì ancora la voce di Ola che la chiamava, ma sembrava che fosse lontana chilometri e che la distanza tra loro due aumentasse sempre di più.
Poi tutto divenne nero.

 
 
 
 
Capitolo allegria portami via, lo so!!! Ma sappiamo tutti come sono andate realmente le cose, no? Quindi possiamo tranquillizzarci :D Come già detto, mancano pochi capitoli alla fine, penso 3, a meno che non aumentino nel tragitto! ;)
Il prossimo capitolo penso arriverà sabato o domenica :)
Grazie a tutti, un bacione!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: smarties89