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Autore: Cara_Sconosciuta    10/03/2008    4 recensioni
“Co… cosa vuol dire che te ne vai?” Chiese Ryan, sdraiato sul letto della propria camera, drizzandosi a sedere di colpo. “Vuol dire che mio padre ha deciso di tornare in Germania. Tra una settimana partirò per Berlino.” Gracchiò il telefono.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la seconda parte

Ecco la seconda parte!!! Tanti commentini, mi raccomando!!!

L’incontro è ispirato al libro/film “Parlami d’amore”

 

 

 

La Lamborghini arancione di fermò nel parcheggio dell’aereoporto, strappando sospiri e commenti di ammirazione e invidia a tutti coloro che si trovavano a passarle accanto.

Ryan scese, controllò che la lettera fosse al proprio posto nella tasca posteriore dei suoi jeans, si sistemò il cappello leggermente a tre quarti sulla testa e si avviò, con calma, verso l’ingresso.

Aveva due ore per fare ciò che si era prefissato: camminare piano non l’avrebbe di certo ucciso.

Intanto, nella lounge oltre il check in, Kelsi ascoltava la musica sprofondata in una poltroncina, mentre sua sorella guardava l’orologio ogni dieci secondi.

°Con tutta la fatica che ho fatto, se quello non si presenta… non posso essermi sbagliata!°

Non fece in tempo a concludere quel pensiero che il telefono di Kelsi prese, inascoltato dalla propria proprietaria, a suonare.

Kel.” Chiamò Doris, scuotendo la sorella per una spalla. “Kel, il cellulare.”

Kelsi si tolse gli auricolari, ringraziò e si allontanò di qualche passo per rispondere.

“Pronto?”

“Se tu sei incredibilmente, totalmente, pazzamente, irragionevolmente innamorata di me, allora non esistono parole per descrivere ciò che io provo per te.

Ryan, sei tu?”

E chi altri?”

“Ti avevo detto di non farti più sentire. Sentenziò la ragazza, cercando di trattenere le lacrime. Non le importava quello che Ryan le aveva appena detto e nemmeno si era accorta che il giovane aveva ripreso le esatte parole della sua lettera.

Il solo sentire la sua voce le aveva messo in corpo una tristezza e una gioia tali da farle venire voglia allo stesso tempo di fuggire e di correre a cercarlo.

Kelsi, una volta un genio disse che la strada del vero amore non è mai piana ma che non per questo bisogna smettere di percorrerla.”

“Ah sì? E chi era, Sharpay?”

“No, si chiamava William Shakespeare. Kelsi, lo so che non avrei dovuto leggere quella lettera ma… insomma, sono vere le cose che hai scritto?”

Il cuore di Kelsi saltò un battito al ricordo di tutto ciò che aveva messo nero su bianco su quei fogli. Tutti i suoi sentimenti, le sue paure legate a quel trasferimento cos’ improvviso e non voluto…

“No.” Mentì, convinta che fosse meglio così. “L’ho scritto.. perché credevo di essere innamorata di te, ma ora non lo credo più.”

Quanto è difficile, a volte, fare ciò che si ritiene giusto…

Non le rispose, comunque, il silenzio che si era aspettata.

“Sicura?”

“Certo…”

“Perché se ne sei sicura me ne vado e quel che sarà sarà, ma se non lo sei… beh, se non lo sie le cose cambiano.”

“No.” Replicò la ragazza, questa volta sicura delle proprie parole.

Lui era lì.

Era lì e ricambiava i suoi sentimenti…e non erano, forse, meglio pochi minuti d’amore che una vita passata a rimpiangere di non aver dato loro possibilità di esistere?

“No cosa?” Ryan, con il cuore in gola, osservava Kelsi da dietro un pilastro alle sue spalle, seminascosto dalla folla che aspettava l’imbarco.

“No, non te ne andare. Dove sei?”

“Sono qui.” Rispose lui, sorridendo tra sé, mentre Doris, che dal suo posto vedeva entrambi, seguiva, interessata, l’evolversi della situazione.

Kelsi si guardò intorno, cercando un cappello colorato o un paio di occhi azzurri tra i volti che la circondavano. Trovò molti esemplari di entrambe le specie, ma nessuno era mai quello giusto.

“Non ti vedo…”

“È perché non guardi dalla parte giusta.”

Kelsi si voltò di scatto, proprio mentre Ryan, il cellulare premuto contro l’orecchio, faceva capolino tra due gruppi di persone.

“Mi vedi, ora?”

Lei annuì, senza parlare né chiudere la chiamata.

Ryan premette il tasto con la cornetta rossa sul proprio telefono solo quando fu a pochi passi dalla ragazza, che lo imitò, riponendo il cellulare in una tasca.

E così volevi partire senza salutarmi.” Disse lui, circondandole la vita con le braccia.

Di nuovo, Kelsi annuì.

“Sapevi che non te lo avrei mai lasciato fare, anche se tua sorella non mi avesse dato la lettera, vero?”

“Speravo di sì… speravo che avresti capito che vederci ci avrebbe solo fatto più male.

“Anche se io ti dicessi che, ora che so che anche tu sei innamorata di me, non proverei mai né a dimenticarti né a trovarmi un’altra?”

°Soprattutto ora...°

Mentre Ryan le accarezzava una guancia, la pianista si concesse un sorriso quasi invisibile e il suo viso si colorò di un rosa più vivo.

“Dovresti aspettarmi per quattro anni… non sarebbe giusto.

Ryan si strinse nelle spalle.

“Quattro anni, due settimane, un secolo… a me basta sapere che, prima o poi, ritornerai. Il resto non conta.”

“Parola di Jazz Square?” Domandò lei, intrecciando le dita con quelle di una mano di lui.

“Parola di Jazz Square.”

Questa volta, il sorriso sulle labbra di Kelsi non ebbe ragione di essere trattenuto.

“Sai, non mi offendo se mi baci…” Bisbigliò all’orecchio di Ryan, alzandosi in punta di piedi.

“Oh, beh, allora non sia mai che ti faccia un torto!” Rispose lui, chinandosi a sfiorarle le labbra con le proprie.

 

***

 

Kelsi, seduta tra Doris e il finestrino, si rigirava in continuazione tra le mani la busta azzurra che Ryan le aveva dato, raccomandandole di aprirla solo quando fosse stata sull’aereo.

Peccato che, a quel punto, fosse già passata più di un’ora dalla partenza e il suo continuo trafficare con la lettera iniziava a dare veramente sui nervi alla più vecchia delle sorelle Nielsen.

“Per la miseria, Kelschen, apri quella cosa! Di che hai paura, che esploda?!” Sbottò Doris, una ventina di minuti dopo.

“No, però ho paura di quello che ci troverò scritto.”

Kelsi, vi siete baciati, accidenti! Avete passato un’ora e mezza tra baci e coccole: non mi sembra proprio che ti odi!”

Arrossendo, Kelsi fece scorrere un dito sotto all’aletta di chiusura della busta, dalla quale estrasse un foglietto rosa pallido su cui erano tracciare pochi frasi in inchiostro azzurro.

°I nostri colori preferiti…°

Ecco una cosa che amava di lui: la grande cura che metteva in tutto ciò che faceva, rendendo perfetto ogni dettaglio.

La lettera era scritta in un tedesco semplice e non proprio perfetto che fece sorridere la ragazza.

 

 

Meine Liebe,

Ewigkeit ist ein großes Wort, aber ich habe kein Angst es zu sagen, ob du mit mir sein wird.

Ich liebe dich mehr als alle andere Dingen und Leute, aber ich kenne nur ein Paar Wörter, die ich dir sagen will, um dir meine größte Wünsch zu schauen:

Ewig ich

Ewig du

Ewig uns

Ryan

 

P.S. Beh, io ci ho provato… mi ha aiutato tua sorella…spero che sia comprensibile! Torna presto, perché mi manchi già.

 

Fine

 

Traduzione: Amore mio, eternità è una parola grossa, a io non ho paura di pronunciarla, se tu sarai sempre con me. Ti amo più di ogni altra cosa e persona ma ho soltanto un paio di parole da dirti per mostrarti il mio più grande desiderio: eternamente io, eternamente tu, eternamente noi.

 

   
 
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