Anime & Manga > Lupin III
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Autore: lillilola    04/09/2013    3 recensioni
Attraversai il giardino correndo, ma arrivata al vialetto mi accorsi delle luci blu e rosse.
Maledizione.
Un uomo con un impermeabile giallo guardava la finestra del secondo piano con un megafono in mano.
- Lupin, lo so che sei lì dentro! Esci immediatamente! – gridò .
Feci retrofront spaventata, ma vidi i 3 di prima correre verso di me.
Mi girai verso la polizia, e corsi verso di loro.
- Ehi ragazza fermati! – sentii.
Ci fu uno sparo.
Mi fermai presa dalla paura.
Non sapevo cosa fare.
Andare dai ladri o dalla polizia?
Non feci in tempo a scegliere, che sentii del bagnato sul mio fianco.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Lasciai Goemon in cucina.
Sembrava che tutti quelli del laboratorio credessero Jigen morto e che qualcuno lo avesse tirato giù dalla pedana per buttare via il corpo.
Incredibile come dessero per  scontato che le cose le abbia già fatte qualcun altro.
Mentre giravo per i corridoi al primo piano aguzzando l’udito per capire cosa se avevano altre teorie, o per capire se qualcuno ci avesse visto.
Svoltai un angolo e trovai mia sorella.
Non fui contenta quanto lei quando mi vide, tutto a causa di Jigen.
 - Aria! – gridò raggiungendomi e abbracciandomi.
 - Non mi ricordo se Rufy era il nome del cane o del gatto della mamma, me lo sapresti dire? – chiesi innocente.
Non so perché feci una simile domanda, forse per liberarmi dal dubbio che mi aveva insinuato il moro.
La sentii irrigidirsi sotto quell’abbraccio.
Noi non avevamo mai avuto animali.
Restò in silenzio.
 - Del gatto – sussurrò.
Chiusi gli occhi.
Sciolsi l’abbraccio e le sorrisi falsamente.
 - Grazie, ora torno in camera –
Mi sorrise e mi fece ciao con la mano.
 - Perché ti interessa? – mi chiese all’improvviso.
Mi girai.
 - Ho visto un cane abbandonato, volevo prenderlo e dargli lo stesso nome di quello che avevamo – feci un sorriso tirato e poi iniziai a camminare lontano da lei.
Il mio passò accelerò fino a diventare una corsa.
Arrivai davanti alla porta della camera, mi dovetti appoggiarmici per non cadere.
La testa mi girava, iniziai a vedere doppio, tanto che al primo colpo non presi la maniglia della porta per aprirla.
Al secondo ci riuscii.
Entrai di scatto e la richiusi dietro di me appoggiandomici stremata.
Goemon era già rientrato, quando mi vide mi corse incontro e mi aiutò a rialzarmi.
Svenni subito dopo.
 
►◄►◄►◄

 
La gente era allegra attorno a quella tavola.
La musica natalizia risuonava nella stanza e ti attraversava lentamente il corpo, quasi come fosse una dolce carezza.
Era Natale, e i due bambini presenti erano contenti dell’arrivo di Santa Claus, ma erano più contenti dei doni che aveva lasciato.
 - Cosa speri ci sia sotto l’albero? – chiese la ragazzina più grande del bambino di forse tre o quattro anni.
 - Un trenino! – gridò il bimbo sorridendo.
Risero entrambi.
Si vedeva che si volevano molto bene.
La ragazzina dal vestito d’oro come il colore dei suoi capelli si avviò verso la tavola dove risiedevano i suoi genitori con amici e parenti.
 - Sorellona guarda!! – si fermò e tornò dal suo fratellino – ci sono anche dei dolci – mise in bocca un cioccolatino – sono buonissimi! – si alzò di scatto – vado a portarne uno ai nonni e a mamma e papà –
Uscì dal salotto e tornò nell’allegra sala da pranzo adiacente.
La ragazzina sorrise tra sé, si avvicinò all’albero di Natale che aveva addobbato con suo fratello e i suoi genitori, prese la pallina di Natale color argento che risaltava tra quelle rosse e l’aprì.
All’interno c’era un anello d’oro con un brillante rosso sopra.
Era bellissimo.
Ed era il regalo della mamma da parte del papà.
Richiuse il falso addobbo, e andò verso la tavola per il dolce .
Vide i visi sorridenti dei presenti.
Fu l’ultima cosa che vide prima di essere accecata da una luce immensa e travolta da un altrettanto calore.
Venne spazzata via dall’onda d’urto.
Sbatté violentemente contro l’albero di Natale.
La forze d’urto di una bomba.
Ci fu tutto nero subito dopo.
Nero e silenzio.
Un nero di morte.
Tra le macerie di quello che rimaneva della casa si mosse qualcosa.
Una piccola, pallida e innocente mano sanguinante apparve all’orizzonte.
Una mano che voleva vivere, e che si fece forza.
Strinse forte ciò che aveva attorno e iniziò a fare leva.
Lentamente comparve un braccio e poi un corpo umano fasciato da un vestito strappato color oro.
Quella ragazzina era viva.
Si alzò faticosamente, e altrettanto faticosamente camminò sulle macerie alla ricerca di qualcuno.
Di qualcuno in vita.
Si abbassò a prendere qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.
Una pallina natalizia colore argento.
La strinse tra le piccole mani, e la osservò con le lacrime agli occhi.
Guardò il suo riflesso e iniziò a piangere.
Quella bambina ero io.
 
►◄►◄►◄

Goemon posò Aria sul letto.
 - Che cosa sta succedendo? – chiese il samurai confuso.
Il cechino abbassò lo sguardo.
 - Niente di buono- rispose serio – Aria non ha mai avuto una sorella, è vittima di un ricatto inesistente- le accarezzò i capelli e notò il suo bel viso contrarsi e diventare ancora più pallido di quanto già non fosse.
 - Sta facendo un brutto sogno – sussurrò Lupin.
 - Perché credete sia svenuta all’improvviso? –
Nessuno ebbe una risposta a quella domanda, ma trovarono comunque strano il fatto che da un momento all’altro si fosse sentita male.
 - Come fai a sapere che Aria non ha mai avuto una sorella? – chiese Goemon.
 - Nel laboratorio c’era una fotografia, una tipica foto di famiglia – le brutte notizie non erano finite – non c’erano bambine se non Aria – sospirò un attimo – compariva anche Farsini nella foto –
 - Quindi lui è il padre di Aria?!? – gridò stupefatto Lupin.
 - Io non credo – o meglio non lo sperava – nella foto abbracciava un altro uomo –
 - È mio zio Farsini – disse Aria.
 
►◄►◄►◄


 - Voglio quella foto – dissi alzandomi in piedi – devo averla prima di far saltare tutto –
Jigen mi prese un braccio.
 - Non…-
 - Un’esplosione ha fatto iniziare tutto e un’esplosione lo farà finire –toccai il collare.
Avevo subito tutto questo per niente, per un ricatto che non che non esiste, per una vita che non dovevo salvare.
Ma come mi avevano convinta a credere che Alyssa fosse mia sorella?
A farmi dimenticare Farsini come zio?
Probabilmente avevano fatto degli esperimenti su di me, ed io ero la cavia.
Una stupidissima cavia.
Una cavia che non voleva più vivere sapendo che è stato inutile farsi violentare, maltrattare e usare, perché non stavo salvando la vita di nessuno, stavo solo distruggendo la mia.
Guardai Jigen negli occhi.
“Sai qual è la soluzione” mimai con le labbra.
Si alzò dalla sedia dolorante.
 - Ho subito questo per te – disse indicandosi le ferite.
Mi misi seduta e toccai la fasciatura al suo braccio.
Abbassai lo sguardo.
 - Io ho subito questo per niente – sorrisi amaramente.
La prospettiva della morte mi rassicurava, quasi mi abbracciava, ciò mi permetteva di non versare nemmeno una lacrima.
 - Lupin, Goemon andate dove dovete, non voglio far nascere sospetti – non volevo che anche loro iniziassero a dirmi che cosa non dovevo fare.
Uscirono .
 - Cos’hai intenzione di fare? – Jigen mi mise le mani sulle spalle .
Era preoccupato.
 - Lo sai –
 - Non permetterò che tu ti faccia del male, non ora, non dopo che ho lottato per c..-
 - Ho combattuto per nulla! – gridai  - è stato tutto un inganno. Io ho odiato, e odio quello che mi fanno, ma lo sopportavo, chiudevo gli occhi e mi dicevo “Meglio a te che a tua sorella”. Io non ho mai avuto una sorella!! – la rabbia mi fece infilare le unghie nei palmi delle mani.
 - Io non permetterò che tu ti faccia del male – mmi abbracciò – ti legherò al letto, ti drogherò se serve, ma non lascerò andare in porto il tuo suicidio –
Restai in silenzio e mi abbandonai alle sue braccia che mi stringevano.
Appoggia la testa sul suo petto.
 - Lascia che mi vendichi – sussurrai appoggiando una mano sul suo petto vicino al mio viso.
 - Ti aiuterò se vuoi, ma saboterò il tuo suicidio –
 - Perché? – chiesi allontanandomi da lui.
Restò in silenzio a guardarmi.
 - Renderesti inutile ciò che ho fatto per proteggerti-
Abbassai lo sguardo e sorrisi.
 - Sei l’unico che si è preoccupato per me dopo tanto tempo – lo guardai negli occhi scuri e sorrisi – grazie -.
 - Perché mi sembra tanto un addio questa frase? – si avvicinò e il familiare e rassicurante odore di nicotina mi travolse.
Era un addio.
 - Vorresti farmi continuare a vivere con quello che mi anno fatto? Tu non sai come mi sento – respirai e mi sedetti sul letto – sono così stupida a non aver ricordato prima –
Vidi Jigen fare una smorfia di dolore mentre si sedeva vicino a me .
 - Dammi dell’egoista allora. Voglio che tu viva per mio piacere personale – arrossì leggermente.
Mi prese una mano, scese dal letto e si mise all’altezza de mio viso dopo diversi mugolii di dolore.
Mi guardò negli occhi.
 - Sei un egoista – gli sussurrai mentre avvicinava il suo viso al mio.
 - Lo so – mi sussurrò sulle labbra prima di far appoggiare la sua bocca sulla mia.
Mi aspettavo che le sue labbra fossero dure, quasi calcaree, invece erano morbide e si adattavano perfettamente alle mie.
Come un pezzo di puzzle che combaciava.
Sapevano di nicotina, ma non importava, perché quel sapore mi rassicurava , apparteneva all’uomo che mi accarezzava delicatamente per rassicurarmi, forse per dirmi che lui era lì.
Smise di baciarmi e mi guardò negli occhi.
 - Farò tutto il possibile perché tu non faccia ciò che hai intenzione di fare-
Io farò tutto il possibile per continuare ciò che ho in mente.
 
Andai in cerca di Lupin per la cucina, e quando lo trovai con Alyssa cercai di essere il più naturale possibile.
Chi era veramente quella bambina?
Anche a lei avevano fatto il lavaggio del cervello? 
Era possibile, ma quanto aveva detto Jigen, era stata lei a montare l’impalcatura della pistola che gli avrebbe sparato contro.
E che lo avrebbe ucciso.
Non era così innocente.
Le toccai la testa quando mi avvicinai a Lupin.
 - Devo parlarti – dissi rivolgendomi a Lupin.
Mi guardò e annuì.
Lo portai in un’altra stanza.
 - Fammi parlare con Fujiko – dissi seria.
Mi guardò un attimo confuso, e poi indeciso sul da farsi.
Mi passò il telefono dopo aver digitato il numero, per parlare con lei andai in un’altra stanza ancora, e feci attenzione che nessuno mi stesse seguendo.
 - Ehi lup…-
 - Sono Aria- la interruppi.
 - Oh.. ciao, dimmi pure -  la sentivo confusa.
 - Ho bisogno di sapere come si creano bombe in casa, è per un colpo –
Non rispose subito.
 - Avrai una percentuale, basta che rimanga tra me e te, quei tre non devono sapere nulla –
Comprare Fujiko era piuttosto semplice.
 
►◄►◄►◄

A volte il tempismo è tutto nella vita, come accorgersi che il gas è acceso, che una macchina corre troppo mentre si sta per attraversare la strada oppure accorgersi che manca una pistola dal proprio cassetto.
Per Jigen il tempismo era importante, ma quella volta lo mancò risvegliandosi con una pistola in meno e chiuso a chiave in una stanza.
Sapeva che però non era lui quello in pericolo, ma bensì chi aveva preso la sua pistola.


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L'angolo dell'autrice in anticipo una volta su un milione
Hi my little readers!
Come state?
Avete visto che brava che sono stata e ho inserito il capitolo presto? *Cadono palloncini e coriandoli perchè per la prima volta sono in anticipo*.
L'ho fatto perchè voglio finire prima dell'inizio della scuola :'( *Piange all'idea*.
Comunque ve gusta questo capitolo?
La lunghezza è sempre più o meno quella degli altri quindi non ci sono problemi.. e sono riuscita a mettere apposto questi maledetti discorsi diretti *Li guarda con odio*. Se ho tepmpo sistemerò i discorsi anche nei capitoli precendenti :)
Volevo dirvi che tirando due somme alla fine della storia mancano massimo due capitoli secondo me.. e un pò mi dispiace a dire il vero, mi ero affezionata al personaggio che avevo inventato.
Vabbè niente discorsi tristi!!
Spero che il capitolo vi piaccia, se trovate problemi fatemi sapere che correggo subito e metto apposto.
Fatemi sapere anche cosa ne pensate :)

Bye (si oggi mi ispirava parlare in lingue diverse XD )


 
   
 
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