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Autore: Akune_Niives    04/09/2013    3 recensioni
Sogni. Raven ne ha fatti molti, nella sua vita. Ma mai come questo. Il sogno che le cambierà la vita, che le farà veramente scoprire chi è. Che le farà scoprire chi è Lui. Il giovane che sogna ogni notte. Un'illusione? O un avvertimento del destino?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Un momento, signorina McCay! Non così in fretta. »
 

Max si bloccò ed io andai a sbattere contro la sua schiena. Mi portai una mano al naso, dolorante e mi voltai.
Mentre tutti gli altri ci sorpassavano per uscire dall’aula, lui ci fece cenno di avvicinarci alla cattedra.
Max mi guardò, mi afferrò per il braccio e tornò a guardare Arthur.
 

«Signore, Raven non si sente molto bene. Devo portarla in Infermeria, ultimamente soffre di cali di zucchero..» iniziò a dire.
 

«No, non sono cali di zucchero.» lo interruppe DuMondray
«Non lo sono mai stati.» continuò, alzando la testa dalle sue scartoffie, per poi spostare il suo sguardo su di me, addolcendolo
«Raven, la prego.. Venga qui..» mormorò, allungando la mano verso di me.
 

Io rimasi immobile e Max mi strinse inconsciamente a se’.

 
«Non le faccio niente, voglio solo parlarle.. » continuò tranquillo.

 
Sentii Max inspirare e mi spinse leggermente in avanti, conducendomi alla cattedra.

Arrivammo lì davanti e, senza guardarmi, ricominciò a frugare nelle sue valigie.
 

«Vorrei che mi raccontasse il suo sogno in maniera dettagliata. Molto dettagliata. Mi interessa particolarmente.» mormorò, guardandomi di sfuggita.
 

Si sedette e cercò qualcosa con cui poter scrivere su quella che sembrava una vecchia pergamena.
 

«Non le permetterò di scrivere un libro su di me e il mio sogno.» sussurrai, con la voce ancora tremante.
 

Lui alzò lo sguardo su di me. Di nuovo.
 

«Signorina Raven..» disse, togliendosi gli occhiali e fissandomi con quegli occhi azzurro cielo che sembrava mi sondassero l’anima.
«..cerchi di capire. Il tatuaggio che aveva il suo Vampiro era di notevoli dimensioni.
Variano, appunto come ha detto lei prima, dal luogo da cui provengono, certamente. Ma le dimensioni fanno capire anche quale ruolo ha quel Vampiro nel Casato e in base al disegno si può stabilire anche la sua identità. Il disegno sfortunatamente nel suo sogno non si vede bene, ma si nota che parte dal collo e sbucava dalla manica arricciata fino al gomito dalla parte destra. Quindi è un tatuaggio molto esteso. E quel tatuaggio ce l’ha solo il componente di un preciso Casato.
E io quel Casato lo conosco. E’ uno dei più forti e importanti, e se qualcuno dello “Scarlet” si è mosso per trovarla allora sarà bene che mi racconti tutto.»  disse, senza rabbia.
 

Max, accanto a me, era paralizzato per tutto quello che l’uomo stava dicendo.

Io, d’altrocanto, sempre con lo sguardo basso, inspirai profondamente e raccontai.
 


Raccontai tutto, ogni cosa.
E più raccontavo, più lui si faceva serio.
 

Quando smisi di parlare, lui spostò lo sguardo e chiese a Max di uscire.
 

«Se lo può togliere dalla testa. Non la lascio.» ringhiò Max in risposta.


«Signor...» iniziò, controllando poi svogliatamente la lista accanto a lui  «Foray.. La prego, non complichi le cose.»
 

«E’ FORDAY. E io rimango qui.» rispose, alterato, andando in avanti con il corpo.
 

Il signor DuMondray si alzò come per affrontarlo.

Mi misi in mezzo a loro e presi Max per un braccio, facendolo voltare verso di me.
 

«Stai tranquillo, sto bene. Vai.. Faccio veloce..» mormorai, sorridendogli tranquilla.
 

Lui esitò un attimo e poi si rilassò.
 

«Ti aspetto qui fuori.» mormorò, carezzandomi leggermente la guancia.
 

Rispose al mio sorriso e, dopo aver gettato un’occhiataccia allo scrittore, uscì dall’aula.
Rimasi sola con l’uomo e dopo qualche secondo, lui si sedette nuovamente.

Mi feci coraggio e parlai.
 

«Cos’è lo “Scarlett”?» chiesi, titubante.

 
Lui mi fece cenno di sedermi. Ubbidii e lui si sporse verso di me.
 

«Il Casato “Scarlett Rose” è uno dei Casati più importanti tra i Vampiri. Il suo CapoClan, Lucas Shinobu, è deceduto anni e anni fa lasciando il posto al figlio maggiore Mathias. Sono una famiglia molto numerosa e molto dedita alle leggende. Ma quello che lei ha visto nel suo sogno è uno dei fratelli più giovani. Shadow, si chiama.. E sinceramente non ho la più pallida idea del perché la stia cercando.» raccontò, mostrandomi dei ritratti ben fatti dei tre Vampiri appena nominati.
 

Decisamente meravigliosi. Mi ripresi un attimo, scrollando la testa.

 
«E cosa le fa pensare che stia cercando me?» chiesi, marcando l’ultima parola.
 

Lui mi guardò stranito.
 

«Ma lei almeno li legge i miei libri? O li compra solo per metterli in mostra?» chiese, stizzito.
 

Congiunse le mani e tirò un respiro profondo.
 

«I Vampiri usano i sogni degli umani per infilarsi nelle loro vite. Nei sogni siamo vulnerabili e abbassiamo le nostre invisibili barriere protettive, permettendo a qualsiasi cosa di entrare in contatto con noi. Di solito i Vampiri non curiosano a caso tra gli umani e usano questa capacità solitamente quando cercano qualcosa. Dobbiamo scoprire perché Mathias ha spedito suo fratello a cercarla.» continuò, senza perdere d’occhio ogni mio movimento.
 

Sbuffai notevolmente
 

«Che cavolo potrà mai volere un Vampiro da me?! Vivo la mia vita come ogni altra persona, sopporto ogni giorno le urla di mia madre e le stranezze di mia sorella » gridai, esasperata, mettendomi le mani nei capelli.
 

Ero in un bel guaio.
 

«E suo padre?» mi chiese distrattamente.
 

«Mio padre è deceduto anni fa.. Incidente automobilistico, ma non mi è mai andata giù. Ho anche un fratello, Sephin. Ma si è trasferito nel Vermonth quando avevo 4 anni.. Non l’ho più visto.» mormorai, come se queste fossero bazzeccole in confronto a quello che mi stava succedendo.
 

In realtà ho sempre sentito la mancanza dei due uomini di casa. La partenza di mio fratello, il mio eterno compagno di giochi, mi aveva lasciato un vuoto dentro. Ero una bambina, dovevo giocare. Ma i miei genitori erano sempre impegnati con il lavoro e, quando mia madre era incinta di Maya, la polizia venne a casa e ci disse che avevano trovato la macchina ribaltata ai bordi di un bosco. E mio padre era morto. Non sapevamo altro. Ne altro volevamo sapere. Era sempre stato un peso per me e mi mancavano ogni giorno di più.
Ma in quel preciso momento li misi da parte, sconvolta per il ritorno della mia cattiva stella.
 

Però qualcosa mi fece tornare con i piedi per terra. Alzai la testa e notai che Arthur mi guardava come sbalordito. Corrucciai la fronte e lo guardai stranita.

Lui mise una mano avanti e accennò un sorriso.
 

«Come.. Come ha detto che si chiama suo fratello?» chiese, mentre una strana luce gli faceva brillare gli occhi.
 

«Sephin.. P-Perché?» domandai, ritraendomi leggermente sulla sedia.
 

«E da quando ha detto che non lo vede, ne lo sente?» continuò.
 

«Da quando avevo 4 anni.. Ne sono passati tredici, credo..»
 

Lui per tutta risposta, spostò lo sguardo verso un punto imprecisato della stanza e si lascio scappare un sorriso.
 

«Il Fratello Trovato.» mormorò.
 

Qualcosa non mi tornava.
 
*** Spazio autrice ***
Stavolta mi scuso, il capitolo è un po' corto..
ma ho dovuto chiudere qui perché sennò
veniva decisamente TROPPO lungo.. Ci vediamo tra 5 giorni
con il nuovo capitolo :3

 
   
 
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