Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lyrael    04/09/2013    2 recensioni
A volte basta un innocente invito a cena per muovere scenari inaspettati.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4 – Lucius - Accettazione

 

E’ bella Narcissa stasera. Luminosa e fiera, si muove nel salone salutando tutti, con forse troppa allegria, a mascherare quella punta di nervosismo che sta tenendo fermamente a bada. L’ha cercato con gli occhi solo un paio di volte, e in quelle ha incontrato i suoi che l’attendevano, ma non c’è stato altro.

Questa festa l’abbiamo voluta per annunciare il fidanzamento di Draco, rientrato tre mesi fa con un nuovo successo negli affari e una fidanzata belga, una ragazza dolce ma di cui comincio ad apprezzare la fermezza di fondo, la solidità. Mio figlio ha forse trovato una figura femminile degna continuazione di sua madre.

Quando abbiamo deciso di riaprire ufficialmente il Manor alla vita pubblica, questa occasione di festeggiamento ci è sembrata perfetta per un rientro in società.

Il Mondo Magico è cambiato, mutate sono le personalità e le alleanze e, per i miei gusti, ci sono un po’ troppi parvenù, ma dobbiamo adeguarci al nuovo che avanza. Potremmo rimanere chiusi e solitari nella nostra alterigia – che provo ancora, lo confesso – ma fare il solitario signore di campagna cominciava a stancarmi. E non è detto che la mia comunque ancora valida abilità politica non possa essere nuovamente messa a frutto.

La gente dimentica, pian piano, vuole andare oltre, progredire, e nel farlo lascia pezzi di memoria abbandonati al ciglio della storia, a sbiadire al sole del futuro.

Chi si crogiola solo nel passato, glorioso o meno, è destinato a sedere su quel ciglio, assieme a ciò che viene buttato o dimenticato. Se sia giusto, logico, intelligente, non lo so, ma guardando gli ospiti che stasera affollano casa mia, sono certo di non sbagliarmi.

Non credo ci abbiano perdonato, hanno solo steso il velo della loro cupidigia sulle nostre manchevolezze, affrancandoci per la loro sete di protagonismo.

E noi siamo stati lieti di concederlo loro.

Harry Potter è probabilmente l’unico, qui dentro, a sentirsi a disagio e il solo che non dovrebbe. Neppure per il fatto di essersi innamorato di mia moglie.

Probabilmente è stato più lungimirante di me, ha riconosciuto in lei quelle qualità che io avevo tenacemente schiacciato negli anni in cui la trasposta cecità del Signore Oscuro mi offuscava ancora la vista.

Dunque siamo qui, a far finta che ci importi di questa gente, benché sia, purtroppo per noi, necessario ricevere la loro approvazione.

Non otteniamo la stima, ne sono certo; li vedo indicare me e la mia famiglia con aria altezzosa, bardati nei loro completi di dubbio gusto e poco prezzo, troppo carichi di gioielli che una volta erano anche nella nostra camera blindata. Si sono comprati una posizione sociale che non sono in grado di onorare, ma di questi tempi quasi nessuno ci fa più caso.

“Si sta annoiando, Harry?” domando al Salvatore, che si aggira con aria un po’ smarrita ai bordi del salone e della folla.

“Non proprio, ma le confesso che mi trovo un po’ spaesato.”

“Perché questa gente non ha la minima creanza,” interviene Narcissa alle mie spalle, fino a trovarsi davanti a Harry e a prendergli una mano. “Non hanno fatto altro che indicarla e rinnovare i loro triti ringraziamenti, ma non l’hanno fatto di cuore e non la vogliono conoscere veramente.”

“Già, credo sia così,” risponde lui ancora più afflitto.

“Non se ne curi, mi dia retta. Lei non ha bisogno della loro approvazione.”

Non sono certo che la ricerchi, non quanto noi, perlomeno, ma il fatto che sopporti tutto questo mi fa capire più a fondo fino a che punto aneli a quella della donna che ama. O anche solo al suo sguardo, ancora una volta, su di sé.

Draco si avvicina a noi tre con la fidanzata sottobraccio, e lo sguardo contrariato fisso sulle mani di sua madre che ancora racchiudono una mano di Harry.

Come non capirlo. Pensa probabilmente che da cinque mesi a questa parte non sia cambiato nulla. E, in sostanza, è probabilmente così. Ma sono variate le decisioni di Narcissa riguardo a Harry e questo fa tutta la differenza. Mia moglie ha deciso di rinunciare a lui, e di far sì che lui torni alla sua vita inducendolo probabilmente a credere che la sua fosse solo un’infatuazione, un rigurgito inopportuno di giovinezza, un colpo di testa cui però non si abbandonerà più. E lo farà con l’eleganza che la contraddistingue, mentre col cuore in frantumi lo allontanerà per sempre da sé.

Si potrebbe dire che tutto questo sia solo una mia speranza, ma non è così. Io so, così come conosco mia moglie, che quel “non preoccuparti” che mi ha rivolto quando abbiamo spedito gli inviti sanciva il suo proposito di rimanere con me, legata ancora una volta dall’etichetta e dalle convenzioni, forse, ma anche da una luce di affetto che finalmente può manifestarmi senza che io lo rigetti.

E questo amore profondo che ho scoperto di provare per mia moglie, la mia compagna, il mio sostegno, dev’essere filtrato dai miei modi, finalmente, ed aver raggiunto lei, cui avrei dovuto dimostrarne di più in passato.

Così, quando sua madre prende il suo ex compagno di scuola sottobraccio, e le domanda civettuola “Vuole accompagnarmi in giardino a prendere una boccata d’aria?” il mio braccio scatta immediatamente a bloccare Draco, che ha fatto un passo avanti a quella affermazione e al sorriso affermativo di Harry in risposta. Fermo lui e le sue obiezioni, con un cenno negativo del capo e uno sguardo di consapevolezza.

Lui dapprima sbarra gli occhi, poi continua a fissarmi e infine capisce, abbassando il braccio e il capo con un cenno.

In questo momento mi sono reso conto della presa ferrea che Lenoir, la mia futura nuora, sta esercitando sull’altro avambraccio del suo fidanzato. Scambio uno sguardo anche con lei, che non abbassa gli occhi e mi rivolge un sorriso triste, comprensivo e tranquillizzante. Ha capito ciò che mio figlio non è ancora riuscito a vedere: la fine dei giochi.

Forse, con l’aiuto di questa giovane discreta e acuta, Draco si darà finalmente pace per qualcosa che sta terminando proprio ora, davanti ai suoi occhi oltraggiati, e ci scuserà tutti, ora che finalmente anche lui sa cosa vuol dire amare.

Lascio mio figlio alla sua epifania, e alle attenzioni della fidanzata, per spostarmi di fianco ad una delle porte finestre che conducono in giardino.

Non ho intenzione di raggiungerli, ma non posso fare a meno di provare una punta di ansia e incertezza, così sposto discretamente una tenda e scandaglio l’esterno in cerca di una conferma alle mie convinzioni e di una smentita ai miei istintivi timori.

Li vedo lì, seduti all’inizio del roseto, tra le piccole luci che si librano pigramente nell’aria ormai autunnale, lui in adorazione del viso di lei che, silenziosa, sta forse assaporando gli ultimi momenti assieme, o magari cercando le parole giuste per spezzare quel giovane amore con meno crudeltà possibile. Poiché se prima c’era una minima possibilità di sperare, ora conoscono entrambi la verità e l’ineluttabilità della decisione ormai presa.

E’ sempre uno solo che decide, l’altro non può fare nulla se non adeguarsi e soccombere, o adeguarsi e sopravvivere.

Poi lei inizia a parlare, e lui non fa altro che stare lì, a prendere atto dei cambiamenti del suo futuro senza avere, per l’ennesima volta, alcuna possibilità di intervenire per modificarlo. Non posso sentire le parole, e non vorrei nemmeno farlo, ma vedo la sua espressione, lo sconforto che gli si dipinge in volto alla realizzazione che sì, questa volta è finita davvero.

Dovrei sentirmi orgoglioso e fiero, io, il titolare vittorioso sul pretendente, sconfitto, al trono del cuore di mia moglie, ma stavolta no. Non ho alcun merito in questa vittoria, anche se ne coglierò i frutti.

Lo vedo infine abbassare il capo, mostrare l’accettazione senza combattimento, per una volta nella vita. Colui che non s’è arreso al più grande e crudele mago del mondo, accetta, per amore, di rinunciare all’amore.

Lei ha terminato la sua sentenza, che lui ha accolto come inappellabile. L’ultima concessione al loro dolore è il gesto tenero e materno di Narcissa, che gli carezza dolce una guancia e lo bacia sulla fronte, indugiando quel tanto da lasciare impressa sulla pelle segnata l’ennesima cicatrice, invisibile e forse più dolorosa di quella già presente.

Poi lei si alza, lentamente, guardando dritta davanti a sé, con ancora la mano sulla sua guancia, e si avvia facendo scivolare le dita fino all’ultimo polpastrello, un soffio di tocco, l’addio.

§§§§§

Ci incontriamo davanti ad un anonimo negozio in una laterale di Diagon Alley, di quelli sorti come funghi con la rinnovata fiducia nel futuro da sei anni a questa parte.

Gli ho riportato il mantello, lasciato a casa mia la sera del ricevimento, quando si è avviato senza voltarsi lungo il vialetto che porta al cancello, con la testa alta, lo sguardo lontano e il rumore della ghiaia sotto i piedi a sostituire pian piano la musica di festa.

Sembra tranquillo, ma con una tristezza di fondo che si insinua nei gesti stanchi, nelle iridi spente contornate dal rosso del pianto.

L’avrà fatto, avrà pianto, nel silenzio della sua casa, al riparo da tutto fuorché da sé stesso. In fondo è solo un ragazzo, segnato dalla vita, certo, e dopo l’altra sera, una volta di più.

Ma non sono qui per deriderlo. Oramai ho vinto. Non provo alcun gusto a rivalermi su di lui. Francamente non se lo merita.

Non ha deciso di innamorarsi di mia moglie, né lo ha fatto lei. Semplicemente è accaduto, e non c’è responsabile se non la bizzarria della natura umana, mente e corpo sempre tesi al desiderare.

“La ringrazio,” mi dice prendendo il mantello, e con quelle parole non si riferisce di certo ad esso. Sposta l’indumento sul braccio sinistro e mi porge la mano destra, con uno sguardo intenso e puro, quello di un giovane uomo rimasto candido e innocente persino nell’amore per una donna sposata.

Gli faccio un cenno col capo perché non c’è bisogno d’altro, ci siamo capiti anche senza parole.
Poi lui si volta e io rimango fermo lì, a guardarlo uscire dalla mia vita lungo la strada affollata, la sua figura che a lampi si disperde tra facce anonime e trafelate.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lyrael