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Autore: Lelusc    04/09/2013    1 recensioni
Ambra è da sola,ha un solo amico e uno stalker che un giorno al mese la molesta con una domanda, a cui lei risponde sempre negativamente,poi però... e così cambierà tutta la sua vita,che lei coraggiosamente aveva protetto da tanto tanto tempo.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passai a schiena dritta e testa alta e mi diressi verso le scale di marmo ignorandolo, seguita da Mikael e Steven, poi mi voltai.
“Vorrei andare nella mia stanza, qual è?”chiesi a Nathan.
“Sono le mie stanze”mi disse avvicinandosi.
“Stai scherzando vero?”

“Ovvio, anche se non dovrebbe essere così, tieni la tua stanza, ah, ce ne sono poche questa è per tutti e tre, nonostante mi disturbi che dormiate insieme e che tu stia in loro presenza”disse guardando i miei amici.
Mikael alzò gli occhi al cielo infastidito e Steven lo ignorò del tutto e questo quasi mi strappò un sorriso.
Seguii il foglietto scritto con la sua bellissima calligrafia, che era oltre al suo aspetto è l’unica cosa bella che aveva e salimmo fino al terzo piano per ritrovarci praticamente in un corridoio d’albergo.

“Stanza 123, eccola”dissi.

 “Ambra vorrei farmi un bagno, fra poco ritorno, tanto so qual è la stanza”mi disse Steve, annuii.
“Invece io vorrei tanto scoprire se è possibile ordinare qualcosa da mangiare, ci sarà una mensa”disse Mikael.
Annuii “va bene, allora ci vediamo dopo, dammi pure il tuo borsone Mikael”me lo passò e andò anche lui.

Lasciai scivolare sul palmo della mano la chiave che era busta bianca e aprii. Dentro era tutto buio e naturalmente era vuota. Entrai e appoggiai sul tavolino in mezzo alla stanza le due valigie e gli abiti nuovi meticolosamente incartati e mi guardai intorno. Sono veramente felice che i nostri occhi, possano farci vedere tutto anche al buio.

Chi sei? Chiese all’improvviso una voce. Mi voltai e vidi a poca distanza de me un ragazzo. Aveva capelli scuri lunghi fino alle spalle e bagnati, sicuramente aveva finito di fare la doccia da poco, stava con il petto nudo e jeans. Il suo viso era delicato da bambola di porcellana, ma si capiva che era un ragazzo, aveva un’espressione indignata e i suoi occhi scuri erano accusatori e l’atmosfera era strana, dietro di lui c’era una porta finestra spalancata da dove entrava la brezza fresca della sera e giusto per fare ancora più scena le lunghe tende bianche fluttuavano a ritmo e tanto per rincarare la dose e aumentare il romanticismo capitato per caso in un momento sbagliato, decisivamente sbagliato, in cielo, c’era una luna piena che si rispecchiava su di noi rischiarando con i suoi raggi la stanza.

“Io, chi sei tu?Questa è la mia stanza”gli dissi subito calma.
Lo vidi avvicinarsi “no, è la mia”rispose arrogante e prepotente e con un’aria di sufficienza che se non fossi una signora gli avrei già spaccato la faccia.
 “Nathan mi ha dato questa stanza, ho qui la lettera con tutti di dati e le chiavi”dissi mostrandogli tutto. Mi strappò la lettera dalle mani e se la mise lesse. Scocciata lo guardai con le mani incrociate al petto, piuttosto infastidita.

Rialzò lo sguardo “qui c’è un problema”

“ma dai, non lo avevo capito”, gli risposi ironica facendo un gesto con la mano. Mi guardò alzando un sopracciglio, di certo non l’ho calmato.
 “Muoviti, dobbiamo andare a parlare con il signore”.
“Già, Nathan dovrà darmi davvero un’ottima spiegazione per tutto questo”dissi arrabbiata e uscendo per prima dalla stanza. Andammo a passo spedito nella stanza del “trono”dove sicuramente avremmo trovato Nathan, ma non mi era sfuggita l’occhiata curiosa e meravigliata che il ragazzo mi aveva lanciato dopo aver chiamato per bene due volte  il suo signore,con il suo vero nome.

Lo vidi titubante nell’aprire la porta senza essere stato annunciato, come se Nathan fosse davvero un re. Non serve dire che persi la pazienza, con una spinta decisa aprii l’enorme portone ed entrai decisa, percorsi la strada che mi separava dal trono e Nathan era lì a impartire ordini a nulla e manca e non appena sentì le porte sbattere contro il muro si girò verso gli intrusi, infastidito, ma quando notò che fra gli intrusi c’ero anche’io gli si dipinse in faccia un sorriso divertito e strafottente.

“Ehi!Sei venuta a darmi il tuo regalo in anticipo?”mi chiese con sguardo lascivo.
“Non dire scemenze e la stanza?”
“la stanza?”
“Ti prego non offendere la mia intelligenza, puoi offendere la tua, ma non la mia, sapevi benissimo che la mia stanza era già occupata e sai che oltre a me ci sarebbero dovuti alloggiare anche Mikael e Steven, allora spiegaci che cosa hai combinato, ora!” Esclamai arrabbiata mettendo le mani suoi fianchi per dare più enfasi al mio tono e cominciando a battere a ritmo un piede a terra per il nervoso, aspettando la sua risposta già programmata o una scusa e spero per lui plausibile e veloce.

  “E va bene, l’ho fatto a posta, ma non saprai mai perché”, mi disse.
“Quel ragazzo lì è il conte Di Lisbon è qui perché come molti altri è un mio invitato e oltre al fatto che ho poche stanze, c’è un'altra ragione del perché voglio stiate insieme e non solo perché avete lo stesso identico caratterino”,disse.

 Guardai leggermente più calma il conte. Io odio l’aristocrazia, si credono di essere sempre chissà chi e trattano le altre persone come se fossero niente e hanno sempre un’aria di sufficienza, che ho visto poco fa in questo conte qua.
“Si,beh,m’interessa di lui quanto m’interessa di te,cioè per niente,voglio solo che io e i miei amici abbiamo dove dormire,risolvi alla svelta questo problema”dissi ancora arrabbiata, la calma che avevo trovato due minuti prima è andata  farsi friggere.

 “Va bene tesoro, allora perché non dormite tutti insieme,mettetevi d’accordo su dove dormire senza litigare e visto che siete in quattro vedete di andare d’accorso e ora via,ciao!disse congedandoci molto esplicitamente.

“Aspettati un attentato Nathan!”Esclama dandogli le spalle e uscendo dalla sala. “Si,certo,non lo faresti mai,non sei una persona cattiva” quasi quasi mi misi a ridere “non mettermi alla prova,potrei sorprenderti, non  ti conviene avermi come nemica”dissi  seguita dal conte che vigliacco non aveva aperto bocca per tutto il tempo,forse se la faceva sotto

In camera mi sedetti sul divano e rimasi lì in silenzio nervosa e infastidita dalla situazione del cavolo.

“Conosci intimamente il signore, Nathan, vero?”
“non è un signore e si,purtroppo”alzai il viso e feci un sorrisetto “interessato?”
Mi guardò di traverso incrociando le braccia al petto “niente affatto”.
“Che intendi fare? Noi siamo tre, compresa io e ci sei tu, dove dormiamo noi?”
“Per quale assurdo motivo lo chiedi a me, sei tu quella che ha le redini in mano mi pare, io voglio solo il letto, vuoi fate come volete”.
“Divertente, davvero e quando intendevi dirmi che volevi il letto?”
“mi dispiace, è vero avrei dovuto dirtelo poiché la tua intelligenza è pari a zero, era sottointeso, sono stato il primo a essere stato assegnato in questa stanza e non ce ne sono altre”.

Mi alzai scocciata ignorando l’insulto e mi guardai intorno, il divano potrebbe essere di Mikael, invece io potrei tranquillamente ammassare in un angolo delle coperte e lo stesso potrebbe fare Steven, quando crolliamo all’alba, non sentiamo niente, quindi non c’interessa se dormiamo scomodi o sul duro.
“Trovato, prenditi pure il tuo bel letto, a noi non fa alcuna differenza e fortunatamente la festa è domani”
“già, fortunatamente”
Lo guardai male.

All’improvviso la porta si aprì.
“che cavolo, è mai possibile che debba morire di fame, che tipi, prima invitano anche me e poi…”
Il suo sguardo andò dal conte a me. “Chi è?”chiese indicandolo.
“c’è un problema, è stato quell’imbecille di Nathan, lui è un conte e si da il caso che dobbiamo dividere la stanza con lui”
“ah, beh se proprio dobbiamo”
“tu sei un licantropo?”
“si,è un licantropo,problemi?”Chiesi.
“si,molti”
“beh risolveteli, lui è mio amico e sta con me, chiaro?”
“E l’altro chi è, una strega?”
“E se anche fosse, razzista”dissi tendendo le braccia verso Mikael che mi si avvicinò.

Lo abbracciai
“siete…?”chiese indicandoci con il dito parzialmente schifato, più sorpreso.
“no, magari”dicemmo io e Mikael contemporaneamente.
Ci guardammo “Mikael”dissi a mo di rimprovero.
“beh, scusami se ti amo”disse sedendosi sul divano.

“ok, pensavo che tu Mikael potessi prendere il divano per dormire questa notte”
“e tu?”
“io mi faccio un letto approssimativo a terra, una volta all’alba come ben sai dormiamo e non sentiamo se stiamo scomodi”
“si ma,”
Alzai una mano “no Mikael, io non ho problemi, tu puoi averne visto che ti puoi svegliare, quindi se mi stai offrendo il tuo posto, la mia risposta è, no grazie”.
“Perché?”
“perché siamo in due”

Si rassegnò ed ecco che la porta si riaprì.

“Steven c’è un problema, Nathan a fatto un pasticcio, ora dobbiamo condividere la stanza con un conte”dissi
“è no, io devo condividerla con voi”disse il conte risentito.
“beh, possiamo dire entrambi la stessa cosa, io ho la lettera e immagino l’abbia anche tu, è inutile litigare stiamo sulla stessa barca, non so se mi spiego?”
“certo, non sono scemo”
(se lo dici tu) pensai.
“Quindi dove dormiamo”

“ecco appunto, il conte vuole il letto, quindi pensavo che Mikael siccome si può svegliare, essere scomodo e tutte le altre cose, possa dormire sul divano e noi…”
“per terra”finì di dire Steven.
“Con delle coperte”aggiunsi
“Beh, noi non sentiamo niente, va bene”

“ecco il mio giovanotto”dissi passandogli un braccio intorno alle spalle.

“però, siete affiatati”
“certo, noi ci vogliamo bene, comunque credo che sia ora di dormire, fra poco albeggerà”.
“fate come volete, io mi cambio il bagno”disse il conte.
Dopo che chiuse la porta, guardai Mikael e Steven “cambiatevi prima voi, io mi volto”.
“io non ho problemi”disse Mikael
“lo so, ma Steven si”dissi voltandomi. Dopo aver pensato mezzo secondo, Mikael mi si affiancò e restammo a fissare il muro per alcuni secondi e non serve dire che mi sentii scema.

Toccò a me ed io ero come Steven. “hai visto Steven che bel quadro?”chiese Mikael.
“Si,abbastanza,credo si chiami l’apocalisse”
“a, quest’altro è ancora più bello”
“l’inferno”
“oh che cavolo, possibile non si sia un’alba o una cosa simile più leggera”si zitti all’improvviso e scoppio a ridere seguito da Steven.
“perché non penso prima di parlare, come fanno i vampiri ad avere quadri di albe?”

“basta ragazzi, ho fatto”
“tocca a me ”disse Mikael girandosi “sei bellissima”.
“Grazie” veramente la mia camicia da notte è troppo ampia sembro un fantasma immacolato “Mikael cominciò a spogliarsi e stranamente ogni tanto gli lanciavo un’occhiata, non in maniera perversa, ma la sua non curanza di farsi vedere nudo, normalissima per i licantropi è così strana che attira, in un certo senso e poi ammettiamolo a bel corpo”

“fatto” e la porta del bagno si spalancò. (Che il conte avesse atteso che noi ci cambiassimo? Che gentiluomo, ma non credo sia per questo che ha aspettato, ma mi piace pensarlo)
“bene allora è ora di mettersi a dormire, mi sento già affaticata”.
“Va bene, allora io dormo sul divano”disse Mikael e attese un po’ guardandomi. “Accidente Ambra, davvero, preferirei che dormissi tu sul divano”

“ti ho detto di no e ora a dormire”.
“va bene”disse. Cercai delle coperte negli armadi, con una coprii Mikael e con un’altra gli creai un cuscino e con altre ancora feci un letto approssimativo per me e Steven, vicino al divano di Mikael.
“bene, ora a dormire”dissi sdraiandomi e coprendomi, Steven si sdraiò vicino a me e mi guardò come se volesse dirmi qualcosa e non ne avesse il coraggio”

“tutto bene?Che io sappia hai dormito sempre in una bara, hai dei problemi a dormirne senza ora?”
“no, tutto bene, ma…”
“ma?”
“posso…”chiese porgendomi una mano
“certo”dissi prendendogliela e tirandolo un po’ più vicino a me e infine stringendogliela dolcemente, l’altra invece la porsi a Mikael,era strano non toccarsi,visto che dormivamo sempre insieme e a stretto contatto. Me la prese e cominciò ad accarezzarla con il pollice.
“buonanotte e buonanotte anche te, conte”
“si, buonanotte”disse con noncuranza
  
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