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Autore: Lelusc    03/10/2013    2 recensioni
Ambra è da sola,ha un solo amico e uno stalker che un giorno al mese la molesta con una domanda, a cui lei risponde sempre negativamente,poi però... e così cambierà tutta la sua vita,che lei coraggiosamente aveva protetto da tanto tanto tempo.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sera seguente quando mi svegliai ero da sola in camera,il letto era composto,il conte non c’era e nemmeno Mikael, accanto a me avevo solo Steven che si sarebbe svegliato fra qualche secondo. Mi alzo e metto a posto le coperte che creavano il mio letto e mi guardai intorno. Una bella sveglia diceva che erano le cinque e mezzo, non che mi serva vederla per capire che è sera e che sta per giungere il tramonto.

Aprii la porta e guardai il corridoio a destra e a sinistra, è silenzioso che sia iniziata la festa? Ritorno in stanza proprio quando Steven si sveglia.
“Buongiorno Steven”
“Buongiorno Ambra. Che c’è? Sei strana”
“c’è troppo silenzio e lungo i corridoi non si vede nessuno”
“si,ma non credo sia iniziata la festa,sai bene che ci svegliamo tutti a quest’ora”

Annuii e la porta si spalancò
“buon giorno”disse Mikael entrando con i capelli umidicci e portando con sé un buon profumo di sapone, si è fatto il bagno, fu la mia deduzione, ovvia.
“Mikael hai visto qualche vampiro in giro?”
“no, dormono o meglio vista l’ora dovrebbero svegliarsi a momenti e lo sai,che c’è?”
“no, niente, lascia stare, prepariamoci, se vi girate mi vesto per prima”
“il conte non c’è, vado a vestirmi al bagno”disse Steven.
“io mi volto”disse Mikael.

Presi il vestito che avevo comparato insieme a tutti gli altri. Ne ho trovato uno elegante e sobrio, niente di soffocante o troppo vistoso e di certo non indosserò quello che mi aveva regalato Nathan,troppi ricordi malevoli, disdicevoli e soprattutto infausti. Indossai un abito da sera nero, semplice che mi fasciò le mie delicate curve in maniera sublime con una profonda scollatura alla schiena e maniche attillate a tre quarti. La gonna è lunga fino alle caviglie dal tessuto pregiato con un profondo spacco alla coscia.

“ho fatto, puoi voltarti e cambiarti anche tu”dissi a Mikael.
“Porca miseria, sei una bomba!”
 (Una bomba, ma) pensai. Indossai delle scarpe con i tacchi leggermente più alti di quelli che indosso di solito e uno scialle bianco intorno alle spalle, che tengo chiuso con una spilla di veri rubini e diamanti, comprata in un momento di vanità e follia.

Mi pettinai i capelli e li fermai sul capo con un fermaglio nero impreziosito con rubini e diamanti come la spilla e sentii qualche boccolo cedere e incorniciarmi viso,lo ignorai,mi misi del rossetto rosso lucido che diede risalto alle mie labbra, come se avessi effettivamente mangiato da poco sporcandomi,mi  misi la matita nera agli occhi per rendere lo sguardo più profondo e attraente e mi sedetti sul divanetto in attesa degli altri.
Poco dopo Steve uscì dal bagno “però, stai benissimo chi sei tu la festeggiata?”Mi chiese sorridendomi.
“Dici che è troppo?”
“Niente affatto, sei un sogno e devi rimanere tale, vestiti come vuoi”
“sei esagerato, comunque siamo pronti?”
“Si,ecco devo solo mettermi questo”
“ma come? Un uomo che non sa farsi il fiocco”dissi facendogli il fiocco al collo.
“ecco, ora possiamo andare”dissi

Uscii seguita da Steven e Mikael ticchettando sul parquet pregiato, per dirigermi in sala dove si sarebbe consumata la festa.
Aprii con una spinta decisa la doppia porta  e mi ritrovai in una sala piena di persone o meglio vampiri. Mi guardai intorno alla ricerca di qualcuno che conoscevo e quando li trovai  mi sentii molto meglio,non ero agitata,ma ero rimasta in isolamento,nel mio appartamento per molto, anzi troppo tempo e non sapevo più come si socializzava,ma non come girava il mondo,no quello non l’avevo mai dimenticato. Cominciai a fare qualche passo verso il centro della sala piena di vampiri in frac e le vampire vestite esagerate piene di fronzoli e volant che mi guardavano. Volevano vedere, ebbene le accontentavo.

Mi fermai davanti ad un tavolo e attesi che una mano calasse dal cielo e mi dicesse che diavolo fare. Mikael invece fu assediato dalle vampire, dovevano essere davvero stupide se nonostante la loro età non avevano capito che Mikael era un licantropo e forse era meglio che non lo scoprissero, altrimenti la festa o meglio il mortorio si sarebbe trasformato in un combattimento fra specie diverse.

All’improvviso qualcuno suonò delle trombe e attirò la nostra attenzione. Tutti tacquero e si voltarono verso la porta, non quella dove ero entrata, ma un’altra posta in cima a lunghe e alte scale coperte da un tappeto rosso di velluto, da sala imperiale, ma infondo lo era sempre stata. Quando le porte si aprirono alzai gli occhi al cielo.
Nathan fece il suo ingresso, tutto impomatato con un sorriso accattivante, mentre guardava tutti con un luccichio negli occhi a mio parere sinistro e che invece voleva essere dettato dalla consapevolezza di avere tutti gli occhi puntati su di se e di aver vinto, cosa non saprei, era vittorioso e si sentiva importante mentre scendeva le scale vestito da pinguino.

Scese l’ultimo gradino, mi vide e mi venne incontro, fui tentata di scappare, davvero. Mi voltai. La gente era troppa e accalcata, non sarei mai riuscita a fuggire da lui, ma ci provai lo stesso.
“permesso!Scusate, permesso, fatemi passare!”Esclamai. Quando qualcuno mi afferrò per il polso.
“Che cattiva, mi hai visto, non mi hai salutato e hai tentato di scappare”mi disse Nathan con la sua voce irritante che farei a meno di sentire. Mi dipinsi sul volto un sorriso di circostanza, finto più di dei sorrisi che si fanno quando ci si mette in posa per una fotografia e mi voltai.

Si rabbuiò all’istante. “Smettila con quel sorriso finto e vieni”disse prendendomi per mano e tirandomi in mezzo alla sala.
No, non voglio essere al centro dell’attenzione,non vorrei nemmeno essere qui,accidenti. Pensai arrabbiata.
“Bene vi dispiace aprire le porte alla plebaglia”.
Gli diedi una gomitata fra le costole facendo ricomparire il mio sorriso finto e statico per le persone che mi guardavano, ma sono certa che a Nathan oltre al gesto non sfuggì la mia occhiataccia che non prometteva niente di buono se non cambiava tono e parole.
“Cioè aprite al popolo”si corresse.

Le porte furono aperte e piano a piano le persone che conoscevo da una vita entrarono e furono un vero contrasto con le dame ben vestite e troppo esagerate dell’aristocrazia e delle semplici famiglie ricche, che non avevano niente di semplice.
Entrati tutti, il mio sorriso diventò lieve ma vero, conoscevo tutti e tutti conoscevano me e anche se evitavano di guardarmi per via dell’uomo che avevo accanto mi lanciarono lo stesso un breve e veloce sguardo.
All’improvviso Nathan mi tirò con lui verso i musicisti.

“Ehi! Che modi, non sei il re”lo rimproverai irritata.
“No, ma il festeggiato”
“questo non ti da diritti lo stesso”dissi.
“Signori e signore”disse e tutti tacquero e lo ascoltarono.
“grazie per essere qui, ora, s’iniziano le danze”disse facendo cenno hai musicisti e cominciarono a suonare un Valzer. Io non capisco perché i vampiri preferiscano i tempi addietro invece del nostro bel mondo del ventunesimo secolo, beh i effetti è facile da capire,però sono cose viste e riviste,qualcosa di nuovo no?
Mi mise una mano sulla schiena e mi prese la mano.

“Aspetta, non vorrai ballare con me davanti a tutte queste persone?”
“Si,sei la prescelta,gioisci”
“Ma neanche se mi pagano, non mi puoi obbligare a ballare davanti a tutte queste persone, lo sai bene che io volevo stare lontana da tutto questo e che ti disprezzo”.
“Si, mi disprezzi, lo so, ma mi desideri ancora”disse tirandomi a se.
Che diavolo! Perché non nego? Ambra sei una cretina, mi dissi
“Che c’è?Perché hai quella faccia ebete?”
Mi risentii subito “mai ebete quanto la tua, pallone gonfiato arrogante e traditore”.
“Ma come? Ti brucia ancora?”Mi chiese e intanto ci muovevamo e non ci avevo fatto caso, riesce sempre a fare quello che vuole, mi da sui nervi.
“E va bene, ti concedo solo un ballo, niente di più”.
 “Era ora”disse facendomi volteggiare in mezzo alla sala.

Per tutto il valzer la mia faccia rimase impassibile e desiderai che ci fosse Giulian o Mikael o chiunque altro al suo posto,ma non lui.
Il ballo finì, ringraziai il cielo.
 “Ti sei divertita tesoro?”
“No”dissi subito e mi strattonai per farmi lasciare, ero finalmente libera quando qualcuno mi riprese per mano. Mi voltai verso questo qualcuno con una faccia arrabbiata che farebbe piangere anche uno della mafia, ma quando vidi Giulian mi si creò un sorriso dolce sulle labbra e i miei occhi s’illuminarono,o almeno credo,però il sorriso lo feci.
“Salve mia signora, sei incantevole con questo vestito, non che tu non lo sia sempre”mi disse portandosi il dorso della mia mano alle labbra per posargli un bacio che prolungo senza mai distogliere gli occhi dai miei.
“sei venuto per salvarmi?”
Mi sorrise dolce “chissà, forse”mi disse.
“un altro ballo, vuoi?”
“Va bene”dissi

Mi prese fra le braccia, mi diede un bacio sulla guancia e dopo ci mettemmo in posizione e cominciammo a ballare. Un altro valzer, questo però era viennese. Volteggiavo nella sala con altre coppie che danzavano e ad un tratto notai il conte fissarmi con sguardo divertito. Che diavolo guarda e perché si diverte tanto? Le sento le chiacchiere su di me, sempre le solite cose già sentite e a quanto pare a lui divertono, puerile e viziato come tutti gli aristocratici.
Lo guardai male e mi voltai verso Giulian a cui sorrisi. Poverino diamogli un po’ d’attenzione, non mi sto comportando bene con lui, mi dissi.
“sai ballare egregiamente, dove hai imparato?”
“In orfanotrofio e tuo fratello mi ha insegnato a farlo con eleganza e sembrando una piuma, anche se i suo metodi erano un po’ troppo spudorati”
“in che senso?”Chiese.
“sei ingenuo o veramente non lo sai e vuoi che te lo spieghi?”

Mi guardò e mi sorrise e grazie ai suoi occhi scoprii che faceva finta di non capire, quant’è difficile da comprendere questo gran pezzo d’uomo, mi dissi fra me e me.
“mi stringeva a se, troppo e troppo stretto”.
“Come? Così?”mi chiese con fare birichino stringendomi a se.
“mi farai criticare dietro”
“e tu lasciali parlare e criticare, ci penso io e poi dici così ma ha te non interessa molto, non vuoi essere solo offesa, vero?”
“Da quando sai così bravo in psicologia?”
“quando si tratta di te o dovuto imparare, faccio ore e ore di riflessione approfondite molto spesso, mi vieni alla mente e beh, non devo dire altro”.
“Ho capito”dissi poggiando il capo sulla sua spalla, sti cavoli delle chiacchiere, mi piace stare con lui e non m’interessa se parlano male di me, tanto non mi vedranno più fino al prossimo anno.

Sentire il suo corpo che tocca il mio, il tessuto della sua camicia costosa e raffinata sul mio viso, i suoi capelli che sciolti mi scivolano sul viso, è tutto così dolce, ma spero di non avergli sporcato di rossetto la camicia.
“Giulian se per caso ti avessi sporcato la camicia di rossetto ti arrabbieresti?”Gli chiesi alzando un pochino il capo e guardandolo negli occhi con un sorrisetto ironico”
“no, perché vuol dire che mi ha sfiorato con le due dolci labbra”
“lo sai, sei un adulatore nato”
“lo so, me l’hanno detto in molte”
“ah, si?”
“scherzo, tu sei l’unica ragazza che amo da moltissimi anni”lo guardai sorpresa e mi sentii in colpa, non so che fare con la mia vita privata è troppo complicata, pensai. Però lo strinsi forte, facendogli capire che quello che mi aveva detto mi era piaciuto.
 “è un onore avere il tuo amore”dissi
“no, io ho l’onore e il piacere di amarti”.

Dopo quelle parole rimasi stretta a lui per tutto il ballo e mi rammaricai quando finì, ma vedermi davanti Mikael mi fece sentire molto meglio.
“Ehi! Non mi è piaciuto il modo in cui eri appiccicata a Giulian e neanche i discorsi che avete fatto e che avranno sentito tutti”.
“Mi dispiace, ho urtato la tua sensibilità?”Gli chiesi ironica,ma Mikael si rabbuiò.
“stavo scherzando, scusami”dissi in attesa della sua risposta, odio quando è arrabbiato con me, non lo sopporto.
Mi sorrise “non importa, però ti devi far scusare e per far sì che questo accada devi ballare con me”.
“Va bene, posso anche farlo se si stratta di…”mi bloccai di colpo.

“Ambra che c’è?Che hai!”Non risposi, mi sentivo stanca e disorientata, non vedevo niente, ma sentito tutto, anche le lamentele e le parole piene d’astio degli invitati, tipo.
“sta male, le sta bene”.
“Così impara a fare la sciacquetta”
“Quella donna chi è? È così volgare”
“Conosce intimamente i signori quella, che invidia”.
“Sono felice che si senta male, spero gli venga un colpo”.
Sorrisi alle voci e risposi.
“Stronzette viziate e figli di papà insolenti, non avete neanche il diretto né l’onore di pulirmi le scarpe con la lingua, quindi tacete”.
Dissi in un sussurro udibile alle nostre orecchie e stranamente tacquero.

Ed ecco che mi ritrovai davanti un camino a me molto famigliare.
“Bambolina, sono dietro di te”
Risentire la sua voce mi paralizzò, così virile e autorevole e palpabile, mi vennero i brividi, o almeno per modo di dire e quando mi voltai e lo vidi rimasi paralizzata, ma mi ripresi subito.
 “che vuoi?”Chiesi brusca.
“si,lo so scusa,stavi per ballare con il cagnolino”
“si chiama Mikael, dissi quasi ringhiando”.
“Ok, chiedo venia”disse alzando le mani in segno di resa.
“volevo solo che dessi i miei auguri a Nathan”.
“Perché tu non puoi? Non riesci a rubarmi la voce, o il corpo per due secondi o farti vivo, visto che sei nascosto come un coniglio e quindi libero di muoverti a tuo piacimento?”
“Sono parole dure tesoro,ringrazia che sono tollerante e gentile con le signore,se me le avesse dette un uomo sarebbe già morto,ma tu sei anche fortunata, mi piaci molto,il tuo caratterino mi eccita e mi piace anche il tuo aspetto,quindi sei parata,fortunella,comunque gli dirai auguri da parte mia?”
“Si,basta che ora la smetti di farmi rimanere un vegetale fra le braccia di Mikael che si preoccupa sempre troppo”
“va bene, ciao bambolina”

Ritornai alla sala e sentii la musica che non aveva smesso di suonare, anche perché non è svenuta la regina d’Inghilterra e sentii sotto di me qualcosa di soffice. Spalancai gli occhi e mi ritrovai molte persone intorno, chi in piedi e chi seduti su, non saprei, un letto? O un divanetto. C’erano Mikael, Steve e tutti i signori, più Fred, azzurra, Ghiara, Tod e Thomas, che non sapendo ciò che mi era successo, come invece sapevano gli altri, erano molto preoccupati. Mi alzai dal divanetto su cui mi avevano sdraiata e mi accorsi di essere ancora alla festa,anche se appartata e che gli ospiti mi guardando come qualcosa di osceno,così mi misi subito a sedere da brava signorina.

 Mi schiarii la voce e non appena alzai il capo verso tutte le persone preoccupate  venni abbracciata con ardore,tanto che quasi mi sdraiarono sul divano un’altra volta.
“come stai tutto bene?”Mi Chiesero.
Sorrisi.
“si,benone,mi succede di tanto intanto di svenire”
Mi guardarono tutti come per leggermi dentro e capire se stessi mentendo, ma non stavo mentendo avevo solo omesso la causa.
“Porca miseria che paura”disse Thomas che ancora mi cingeva la vita e non intendeva lasciarla. Cavolo l’ho tratto ancora da bambino quando è già in età da moglie e da un bel po’.
“Ehi scollati dalla mia futura sposa”disse Tod.

Vidi Thomas guardarlo con la coda dell’occhio, fare un ghigno e sprofondare il viso sul mio petto. Mi lasciò senza parole e fui certa che sarebbe scoppiata la guerra del 15, 18 un’altra volta.
“tu!”
“buoni, tranquilli”placai subito le acque.
“Thomas, non sei più piccolo, questo cose sono perverse, lo sai vero?”
“No se lo fai alla ragazza che ti piace”.
Rimasi allibita.
“Scusate se interrompo la riunione di famiglia, ma qui c’è Nathan che mi parla mentalmente e mi sta facendo diventare pazzo”.
 “Urla, come sta? Sta bene? Che dice?”.
E in questa domanda c’è un sotto inteso, lo noto subito.
“Si Giulian digli di stare buono e intrattenere i suoi ospiti”
“riferisco”
“dai ragazzi, sto bene, andate a divertirvi, ballate e mangiate, non è ancora giunto il momento del banchetto?”
“veramente è iniziato da pochi secondi” mi disse Azzurra.

“Bene, andate a mangiare”Annuirono e andarono via ancora indecisi. Thomas mi diede un bacio sulla guancia e seguì gli altri dopo avermi lanciato un’ultima occhiata.
Giulian mi si sedette accanto a tutti gli altri mi si avvicinarono nascondendomi dagli invitati.
“Era lui?”Chiese Giulian.
“Si,voleva fare sue chiacchiere,ma non ha qualcun altro con cui parlare?”Dissi ironica.
 “smettila di essere così ironica, allora che ha detto?”
“Oltre al fatto che gli piaccio, che non ha alcuna importanza, di fare gli auguri a Nathan, basta” Giulian mi scrutò in volto e so bene che significa.
“che fai non mi credi”gli chiesi accusandolo, irritata.
“certo che no, non dubito della tua parola”disse
“allora tutto bene”risposi alzandomi.
“Ho fame, vado a mangiare, venite con me?”
“e il mio ballo?”
“lo faremo quando risuoneranno”gli dissi.

 Di nuovo in sala mi avvicinai al buffè, presi un bicchiere di cristallo e scelsi dai diversi tipi di sangue il più fruttato, il che dimostrava che era stato preso da un vergine e non m’interessa sapere se maschio o femmina.
Ne presi un sorso e lo gustai per bene, sentivo il suo sapore dolce e delicato sul mio palato da intenditore, nella mia vita ho gustato diversi tipi di sangue e questo fino ad adesso è il migliore, beh non si bada a spese per il principe che oggi compie gli anni, sempre il solito megalomane.

Molti invitati rimasero sorpresi quando presi il primo sorso, perché il mio volto si trasformò, una conseguenza per via del sangue, di solito ne bevo solo per sostenermi e non crollare, non per golosità o altro e non eccedo mai di misura e se devo aggiungere altro, evito questi tipi di qualità che hanno molte calorie e danno alla testa.
Posai subito il calice sul tavolo e mi diressi verso la doppia portafinestra aperta che dava al balcone. Mi appoggiai al parapetto di marmo e scrutai in lontananza. So dai rumori che sotto del balcone ci sono diverse guardie organizzate per ogni evenienza. Alzai lo sguardo e vidi la pallida ed enorme luna che si rispecchiava nella sala, era meravigliosa e così malinconica.

All’improvviso mi arrivarono degli schizzi d’acqua proveniente dallo spruzzo della fontana di marmo bianco proprio sotto al balcone,acqua  gelida che scorre sempre.
“Ehi! Come mai tutta sola”mi voltai e mi trovai di fronte Steven.
“Niente, pensavo, tu non mangi?”
“no, l’ho fatto a sufficienza e c’è chi è più controllato di me e continua a ingozzarsi, invece ho notato che tu hai solo bevuto un calice più o meno”
“si,io ho problemi a fermarmi una volta che ho bevuto del sangue,ecco perché ora sono qui,mi aiuta un pochino pensare ad altro”
“capisco”disse appoggiandosi al parapetto accanto a me.

“certo che Nathan è terribile, voleva ballare con te e l’ha fatto, ma non mi sono piaciute le offese e le chiacchiere su di te”.
“ Sono sembrata davvero una che se la fa con tutti, Nathan, Giulian, Mikael, non credi abbia fatto quest’impressione?”
“Beh, sarà perché io ti conosco e so che non sei così”.
“Esatto, ma gli altri che ne sanno?”

“Ehi pasticcino, accetteresti di ballare con me?” Mi chiese una voce molto famigliare.
Mi voltai, era Victor, sorrisi.
“Va bene, ma prima avevo promesso un ballo a Mikael, purtroppo sono svenuta prima che potessimo ballare, dov’è?”
S’irritò un pochino ma rispose.
“Lì, circondato da dame”mi disse indicando con il pollice dietro di se.
Aveva ragione, Mikael era assediato da giovani fanciulle smorfiose addobbate come alberi di natale che gli facevano domande una a presso all’altra e naturalmente da gentiluomo quale è Mikael non riusciva a togliersele dai piedi ed è qui che subentrai io.

“Scusate signore, mi serve Mikael per ballare”dissi afferrandolo per un braccio e tirandolo via ignorando le esclamazioni e le critiche delle oche giulive.
Lo voltai verso di me e lo guardai.
“Pronto per ballare?”
“certo che si, e grazie d’avermi liberato da quelle donne asfissianti”
“figurati, è stato un piacere, sono tutta tua”dissi.
Mi guardò in un modo che mi sorprese.
“non dirmi mai più così, potrei fraintendere”disse cingendomi con un braccio la vita e tirandomi a se, sentivo il suo torace contro il mio seno, eravamo incollati e non solo con gli sguardi. Com’è possibile che sia diventato così sfacciato solo per una mia parola, però mi piace è così maschio.

Cominciarono a suonare un altro valzer, che originalità. Mikael mi portava benissimo, mi sentivo leggera ed equilibrata, volteggiammo in tutta la sala stando attenti a non sbattere contro le altre coppie e due secondi prima che finisse la musica Mikael mi lanciò.
Mi spaventai, la sola idea di andare contro invitati innervositi dal mio comportamento non mi piaceva affatto e non so chiedere scusa, non ci sono mai riuscita, ecco perché mi sono isolata,non so comportarmi,ed ecco che andai addosso a qualcuno.

Lo sapevo ora dovrò scusarmi, pensai.
Alzai il capo e mi trovai Victor davanti.
“bene, posso anche non farlo”sussurro
“che?”Mi chiese lui.
“niente, anche perché il nostro incontro era stato premeditato”.
Mi sorrise “naturalmente”
Iniziò una nuova canzone e sorrisi, doveva essere degli anni 70 o 80 più o meno.
“Io questo ballo lo adoro”dissi
“quindi ti piacciono le cose con i salti e la velocità e le mosse strane?”
“Che fai balli?”
“Certo che si” disse prendendomi per mano.

Aspettammo il ritmo giusto e cominciammo a zampettare e a ballare come se veramente eravamo in quegli anni. Quando mi accorsi che nessuno aveva ballato quella canzone e che tutti erano rimasti a guardarci impressionati fu alla fine del ballo. Anche perché è strano ballare con il giustiziere, colui che ha fama di decidere la vita e la morte e le pene in base agli errori dei vampiri.
Finito il ballo e ancora mano nella mano mi accompagnò dagli altri.
“però non sapevo fossi brava anche con certi balli”mi disse Giulian.
“Questi balli sono i miei preferiti”gli faccio saper sfilando delicatamente la mano da quella di Victor che non protestò.
“già, il mio dolce pasticcino a sorpreso anche me”disse Victor

“bene allora tocca a me ballare con lei”disse Thomas prendendomi per mano e tirarmi via. Mentre mi portava nella pista di ballo vidi Steven guardarmi triste. Lo avevo notato fare un passo avanti, forse voleva ballare anche lui con me, ma non ha fatto in tempo a dirlo, certe volte è mostruosamente timido.
“dopo”mimai con le labbra e subito mi sorrise, aveva capito.
Iniziò un altro valzer. Spero non ricomincino con i valzer, che noia! Al centro della pista mi passò un braccio intorno alla vita e mi strinse a se, tanto velocemente che mi meravigliai. Quando lo guardai negli occhi lessi serietà e notai come sempre occhi del tutto diversi da quelli di un bambino. La musica cominciò e ballammo, era diventato bravissimo e pensare che era un popolano,come li chiamava Nathan dopo averlo corretto altrimenti per lui era solo plebaglia insignificante.

Finì il Valzer e rimasi alcuni minuti stordita e stranita dal nuovo Thomas,cavolo mi ci devo abituare e poi quella frase “no se la persona ti piace”o una cosa simile,credo di aver capito il senso ma non ci voglio pensare.
Ritornai dagli altri, ma perché vogliono tutti ballare con me?Mi chiesi.
La musica dopo è un’altra degli anni 80 o 90 e mi s’illuminarono gli occhi non appena la sentii.
Steven si fece avanti e mi porse la mano che afferrai e di nuovo in pista, il ballo era sempre saltellante, allegro e la musica la conoscevo alla perfezione, che ricordi.

Quando finì, iniziò un altro ballo e mi afferrò la mano qualcun altro, era Patricia.
“Questo è un ballo solo per le donne, vieni”disse tirandomi in pista.
Il ballo era come quelli indiani, prevedeva di danzare in tondo, gli indiani lo facevano intorno al fuoco, ma per noi è letale quindi lo facevamo senza niente in mezzo. Conoscevo il ballo e cominciai a muovere armoniosamente le braccia e il corpo, anche i balli così mi divertivano. All’improvviso muovendo un po’ troppo velocemente il capo mi si aprì il fermaglio che cadde a terra e i capelli mi scivolarono sulle spalle.

Seguii il fermaglio con lo sguardo e vidi Steven raccogliermelo, così di nuovo tranquilla mi riconcentrai sul ballo, ignorando le stupide sciacquette viziate che parlavano male di me, perché oltre ad aver danzato con molti uomini e soprattutto i signori della casata, ora mi vedevano andare d’amore e d’accordo, con una signora della casata e Patricia a loro non rivolgeva neanche la parola.
Alla fine del ballo, mi ripresi il fermaglio, mi rifermai i capelli sul capo e mi sedetti su un divanetto. Mi reputavo in sciopero, se volevano potevo anche scrivermelo sulla fronte,basta che capivano che non avrei più ballato fino alla conclusione del genetliaco di Nathan.

Rimasi seduta per un bel po’ quando sentii tanti rulli di tamburo e scoppiai a ridere e per fortuna ero coperta dal chiasso dei tamburi altrimenti mi avrebbero sentita e reputata maleducata. Veramente Nathan era la persona più megalomane e esibizionista e altezzosa che io abbia mai visto e conosciuto. Dopo del rullo di tamburi fece l’ingresso un carrello spinto da una donna.
Sul carrello c’era una fontana, tipo quella in cui cadeva a cascata la cioccolata dove puoi intingerci le fragole. Alzai un sopracciglio perplessa,quando la fontana fu aperta e scese del sangue. Mi coprii subito la bocca e il naso con una mano. Il mio naso sopraffino sentì un profumo fruttato e un altro più speziato e uno più grasso, erano tutte varietà di sangue mischiate insieme per crearne uno solo super costoso e perfetto nel odore sapore e da una quantità subenorme di calorie.

Mi alzai di scatto dalla poltroncina e corsi fuori al balcone sperando di attenuare la voglia infrenabile di sangue che mi si era scatenata più forte che mai, pura e straziante brama di sangue che avevo imparato a controllare, ma ero tanto così da superare la mia soglia di resistenza. Respirai pesantemente l’aria della notte, mi fece peggio, l’odore del sangue era forte anche fuori, un olezzo dolcissimo come se ci fossero altre fontane ad ogni angolo del giardino. Mi coprii il volto con le mani e cercai di stare calma.

“Ambra tutto bene?”Mi chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai, era Mikael che spalancò gli occhi e rimase sorpreso quando mi vide. Sicuramente ero trasformata e sembravo un’anima in pena.
“Ambra”disse facendo un passo verso di me.
Alzai una mano per fermarlo e scossi lentamente la testa.
“no, Mikael, non ti avvicinare ora”dissi con voce strana per via dei canini.
Rimase fermo dov’era a guardarmi.

Riuscii a controllarmi e a ritornale normale, anche se con difficoltà e sapendo che dentro non ci sarei potuta entrare e nemmeno bere un solo stupido goccio altrimenti sarei impazzita.
“Ora sto maglio, scusami tanto”
“che avevi?”
“Ho problemi con la sete di sangue”gli dissi voltandomi e guardando in lontananza.
All’improvviso fui abbracciata da dietro e stretta dolcemente. Appoggiai il capo sul torace di Mikael e continuai a guardare fuori.
“Devi andare via, lo sai vero”dissi calma.
“si,lo so”disse poggiando una guancia sui miei capelli.
“Mikael maledizione!” Esclamai con voce strana, mi erano riusciti i canini.

Mikael mi prese per le spalle e mi voltò verso di lui, mi sorprese il suo gesto, cosa che conoscendolo non sarebbe dovuta più succedere. Alzai lo sguardo e incontrai il suo, determinato e sicuro che mi faceva una richiesta.
Spalancai gli occhi e ritornai normale, per qualche motivo, ignorando la brama di sangue quest’ultima era sparita.
All’improvviso mi strinse a se.
“Mikael non farlo”dissi quasi disperata. Mentre mi trattenevo di non mordergli il collo a cui ero appoggiata.
“Io voglio dartelo, voglio che lo fai”
“no, ora non riuscirei a fermarmi”dissi con voce tremante, stavo per cedere.
“Ti fermerò io”

“no Mikael, ti stai comportando da un egoista”dissi avvinandomi di più al suo collo che cominciai a fissare spudoratamente.
Gli leccai la dolce e tenera pelle e sentii sotto la mia lingua il sangue scorrere.
“Mi stai facendo del male”dissi, aprii la bocca e gli graffiai il collo, pronta a mordere, ma Mikael mi scostò da lui e mi baciò.
Eravamo ancora vicini, ma non ci abbracciavamo più. Io ero al limite e tutti i miei sani principi erano spariti per via della brama di sangue e della vicinanza di Mikael, ma staccandomi da se, mi aiutò.

Sentivo le sue labbra sulle mie, erano dolci e gentili, mi lasciai andare alle sensazione che mi davano così da concentrami su quest’ultime invece della voglia di mangiare.
Chiusi gli occhi, ma li riaprii subito sentendo qualcosa bagnarmi il viso.
Mikael stava piangendo.
Feci finire il bacio e lo guardai in volto ricevendo un’altra mazzata dalla voglia di mangiare che prima si era affievolita e ora era ritornata, ma onestamente m’importava più di sapere perché Mikael stesse piangendo che pensare alla mia dannata brama di sangue.
“perché piangi?”
Mi guardo con gli occhi lucidi.

“Perché è vero, ti stavo facendo male, tu stavi resistendo ed io ti spingevo a fare il contrario perché volevo che mi mordevi,mi dispiace”
“che stupido che sei”dissi asciugandogli le lacrime tanto diverse dalle mie, così normali.
Mi bloccò la mano e se la tenne sul viso.
“Ti amo”mi disse all’improvviso baciandomi il palmo.
“rientriamo Mikael”dissi ignorando la sua dichiarazione.
Rientrai in sala e non ebbi più problemi con il sangue, ora avevo davvero molte altre cose a cui pensare.

La festa continuò danze e balli quando Nathan si fissò di nuovo su di me e cominciai a scappare da lui percorrendo tutta la grande sala. Fino a che mi dovetti per forza fermare perchè andai a sbattere contro qualcuno.
Scusa non mi uscì dalla bocca, alzai solo lo sguardo e mi trovai di fronte il conte.
Non seppi se era meglio stare in presenza sua o di Nathan.

“Si chiede scusa quando si finisce addosso alle persone”
“mi esce solo se ho confidenza con questa persona o voglio chiedere scusa”gli dico gelida, ignorando il suo tono risentito, quasi oltraggiato.
“come ti permetti, dovresti chiedermi subito scusa, sono un conte e tu una maleducata che gioca con le persone”.
“Scusa, non ho capito? Io giocherei con le persone?”
“Esatto, prima il nostro signore, poi gli altri, sei addirittura a stretto contatto con la signora e un cagnolino”.

“Mikael, si chiama Mikael, non ti permetto di chiamarlo così e comunque non essere invidioso se conosco i signori”.
“Invidioso, io non sono invidioso, tu sei solo una…”
Tutti ci avevano accerchiato e guardavano la nostra bella scenetta in silenzio senza perdersi una parola.
“io sarei cosa?Non vorrai insinuare quello che penso, vero?”Chiesi quasi urlando.
“fateci passare”
“toglietevi subito di mezzo, sono una contessa io”
Disse una donna facendosi largo fra la folla raggruppata dietro al conte.

 Era una matrona ingioiellata con degli assurdi capelli e un abito dell’ottocento pieno di fronzoli, così ampio da farla sembrare più grassa da quanto già non lo sia in realtà e poi un uomo alto e secco vestito da damerino con i capelli color carota le si affiancò.
“Che succede qui!”Urlò la donna quasi isterica con la sua voce stridula e irritante.
“Niente madre”disse il conte.
Devo dire che sapere che quello era il figlio di una donna simile mi sconcerto alquanto, lei era orrenda, il padre sembrava stupido, invece il figlio sembrava un dio pronto per farsi fare una statua in suo onore,cavolo quant’è incredibile il mondo.

“Come niente”disse e il suo sguardo pieno di sufficienza si posò su di me.
“ah, ho capito è colpa di questa spudorata donnicciola di basso rango”.
  “Che succede!”
Chiese Nathan e se non si fosse intromesso immangino che avrei fatto un macello che nessuno e ripeto nessuno, aveva mai visto. La prima e la seconda guerra mondiale più la guerra del 15, 18 insieme.

Sarebbe stata chiamata la strage avvenuta per mano della grande Ambra.

Incrociai le baraccia al petto contrariata, mente lo sguardo del conte si posò sul suo signore e il suo tono diventò ossequioso.
“scusate la confusione mio signore, ma questa donna mi è venuta addosso e non mi ha chiesto scusa”
Nathan mi guardò ed io feci altrettanto, sfidandolo di dirmi qualcosa, mi conosceva ero al limite della sopportazione e lui non rischiava mai quando ero in questo stato, sembrava che fossi solo arrabbiata solo superficialmente, ma non era affatto così.
“Ambra che cosa è successo?”Mi chiese.
“quello che ha detto lui”dissi gelida.
“Allora perché non chiedi scusa?”

Scoppiai a ridere, una ridata divertita che riecheggiò in tutta la sala silenziosa e fece rabbuiare il conte e con lui la madre e il padre e non appena finii feci cominciare un sussurrare generale.
“Io chiedere scusa? A lui?”dissi indicandolo.
“Neanche se mi uccidi”dissi parola per parola.
“Deve chiedere scusa, loro sono degli aristocratici, sono superiori a te e poi questo è un mio volere”.

“Un tuo volere?” Dissi ironica trattenendo a stento una risata.  “Il tuo volere non lo seguirei neanche se mi puntassero un paletto al cuore o se ciondolassi sopra delle fiamme e fosse il solo modo per salvarmi. Io odio l’aristocrazia e i ricchi, che si credono di essere chissà chi, solo per i soldi e il loro dannato titolo nobiliare. Sono solamente delle persone come tutti gli altri, ma no che dico, che stupida che sono, ho insultato le persone del popolo qui presenti, perché loro non sono persone, sono solo dei tizi con una vita vuota e senza senso, tizi che oziano e si godono la loro patetica e inutile esistenza, sono solamente: invidiosi,superficiale,puerili,egoisti,viziati ed inutili.

Io non volevo neanche venire, mi hai costretto tu e hai invitato anche i miei amici. Dovevo venire per forza per non farmi perseguitare da te, così eccomi qua, sono venuta, anche se contraria e ho dovuto anche dormire insieme a un aristocratico e sorbirmi tutte le parole offensive che mi hanno detto alle spalle le persone,dissi facendo le virgolette con le mani “qui presenti solo perché ho ballato con i signori delle casate e altre uomini,miei amici e io dovrei chiedere scusa a tipi del genere? Al conte qui presente che mentre parlavano male di me, per giunta non dicendomelo in faccia rideva, no grazie faccio volentieri a meno d’umiliarmi”.

Dissi arrabbiata ma senza urlare, mentre i miei occhi sprizzavano scintille di rabbia repressa.
“tu”disse all’improvviso la matrona odiosa con la sua odiosa voce. Mi voltai a fronteggiarla.
“tu, assomigli, tantissimo a lei…”disse timorosa e con la faccia tipica di uno che ha appena visto un fantasma.
  
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