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Autore: chemical_kira    10/03/2008    5 recensioni
Ma c'era una cosa che Matt rimproverava alla sua Londra,ed era quel qualcosa che donava al suo reincontro con la città una vena di dolore. Ma era anche quel qualcosa che rendeva quel suo vagare così intenso. Se Londra non poteva essere considerata la sua città, poteva perlomeno essere considerata la loro città. Loro, cioè sua e di Brian, perchè sotto quel cielo grigio Matt aveva visto il suo cuore rompersi, spezzarsi senza più speranze. Ed era stato sempre sotto quelle nubi che tutto era cominciato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Matt tornò nel salone in profondo contrasto con il mondo. Si sentiva come un insetto con il pungiglione intriso di veleno posto nella tiepida attesa di affondare i suoi colpi per soffocare la rabbia che gridava a chiunque avesse osato rivolgergli la parola.

Le due striscie sottili a cui aveva ridotto i suoi occhi ricolme di odio parvero riuscire nel suo intento di attraversare la folla senza interruzioni di sorta. Si appollaiò su un divano rosso posto alla fine del salone a lasciar fermentare la sua rabbia inespressa.

Tra le teste che lo guardavano dubbioso se ne avvicinò una bionda che pareva assolutamente immune al suo sguardo astioso. Dom arrivò trottorellando in preda ai fumi dell'alcool e con un sorriso radioso si posizionò di fianco al suo cantante ignorando i segni di asocialità invocata che ne sagomavano la figura.

“ Mattyyyyy!!!”

l'alito pregno di alcool con cui Dom aveva inondato il collo di Matt urlandogli a pochi centimetri dalla pelle tolse al cantante ogni possibile dubbio sull'origine di quella allegria.

“ Che cos'hai??? Dillo al tuo amico Dooommm..io poscio aiutarti...”

Matt cercava di liberarsi dell'alcolica presenza di Dom che ormai era praticamente addossato a lui quando una figura sullo sfondo attirò la sua attenzione. Perso tra la folla lo sguardo di Brian tagliava lo spazio che li separava per inchiodare i suoi occhi verdi nei suoi. Quegli occhi velati di incomprensibile rivalsa e fragile tristezza fecero impazzire Matt che non sopportava di essere sezionato dal suo sguardo come se si trattasse di un oggetto in una vetrina.

In un momento di temporanea sospensione del pensiero arpionò il volto di Dom, che ancora continuava a straparlare, e lo avvicinò al suo coinvolgendolo in un bacio profondo. Quando l'unione delle loro due bocche si sciolse Matt sguinzagliò subito il suo sguardo vittorioso su Brian che continuava a fissarlo dal fondo della stanza, un sorrisetto furbo si appropriò del suo volto scontrandosi con quello del cantante dei Placebo che gli rivolse un brindisi prima di vuotare il bicchiere e abbandonare la sala.

Il passo elegante con cui Brian uscì dalla sala imprigionò l'attenzione di Matt, facendo sembrare quella vendetta appena consumata come uno sterile tentativo di dimostrare una forza che non aveva. Un disinteresse che non provava. Un sentimento che non gli apparteneva.

Un altro passo verso il fondo.


**


Nebbia densa abitava Londra, unica compagna di un anima in pena che stazionava da ore appoggiata a un ponte.

L'umidità filtrava nei suoi vestiti, segno della città in aperta ostilità con il suo fragile corpo. O forse, semplicemente, un suggerimento a tornarsene a casa. Attraccare in un posto sicuro e familiare per cercare di recuperare un pò di stabilità, uscire dal circolo di cene saltate, serate alcoliche e scosse chimiche. Cercare di liberarsi della solita e deprimente voglia di sdraiarsi su un letto e dormire per sempre, dimenticando tutto il resto, senza essere riconosciuto per strada e sentirsi costretto a regalare sorrisi pregni di una falsità ingombrante a gente che crede in quello che sei.

E cercare di liberarsi di quella sensazione che ingolfava la bocca dello stomaco, quell'ignobile sensazione di fame. Inestinguibile fame di un corpo.

Il volto di Matt si specchiò nel lento incedere del fiume, rimandandogli l'immagine delle nottate passate in compagnia di quello sfondo in un tempo ormai lontano.

Lo sguardo percorse lento il profilo dell'elegante palazzo che si stagliava davanti ai suoi occhi fino a fermarsi sulle finestre di quello che rappresentava il loro mondo. L'indecisione abbandonò il suo corpo dopo interminabili ore passate in adorazione di un passato ormai cadavere. Si spinse al citofono, cercando febbrilmente quel bottone che ogni volta lo catapultava nella vita di Brian.

Ma la voce del cantante non rispose, l'incalzante ritmo del pollice sul citofono non ottenne altro che silenzio come risposta.

“ Cerca qualcuno?”

una voce fuori tono lo costrinse a voltarsi, ritrovandosi a fissare le sue iridi nello sguardo grigio di una donna ormai anziana che lo scrutava con candore.

“ ehm..si, un mio amico, abita al secondo piano ma non risponde al citofono..”

“ al secondo piano? Ma quella casa è abbandonata da mesi signore..”

Matt perse le parole, raccolse parole balbettanti per ringraziare e quando la signora lo abbandonò salutandolo con un sorriso concesse alla caterva dei suoi pensieri di tornare ad essere il padrone indiscusso della sua vita.

Nelle strisce di stoffa che racchiudevano il suo corpo infilò una mano nella tasca estraendo l'oggetto che aveva impegnato tutta la sua mattinata, costringendolo in una ricerca spasmodica.

Una chiave.

Guardò il suo riflesso nel vetro del portone prima di infilarla nella toppa e eliminare l'ingombro di quell'ostacolo sulla sua strada. Il ritrovamento di quella chiave corrispondeva al ritrovo di un tesoro, quando la fine si impadronì della loro storia non ci furono strascichi. Non ci fu neanche un momento in cui le loro rabbie e delusioni si fossero mischiate, nessuna patetica richiesta di oggetti scambiati in quei mesi in cui erano stati insieme. E quindi la chiave ora era lì, tra le sue mani, a fornirgli il remake di una strada da percorrere.

L'entusiasmo che percorreva le sue vene quando era la mano di Brian a guidarlo per quelle scale era svanito, l'eccitazione che accompagnava i loro ritorni da notti adrenaliche passate in compagnia della loro Londra se ne era andato.

Oltre quella porta ora restava solo il cadavere di un amore sepolto sotto metri di polvere. Una casa in cui nessuno metteva più piede da tempo, Matt sospirò prima di girare la chiave nella toppa e dare un sotegno visivo ai fantasmi che non lo lasciavano in pace.

La luce filtrava dalle finestre rimarcando le ombre sul muro, in un circolo di immagini che sembravano non aver subito l'incedere del tempo. Le mura bianche contornavano le stanze del loft, inconcsapevoli spettatrici della loro storia.

Gli occhi di Matt vagavano inquieti su quelle pareti, colpiti da mille stimoli diversi e da pesanti ricordi da affiancare ad ogni piccolo particolare della stanza.

Abbandonò il suo corpo sul divano viole che governava lo spazio aperto, cercando ancora il suo odore su quella stoffa. Il respiro pesante lo riconduceva alla fine, mentre sperava che il battere del suo cuore non fosse così forte da far saltare i punti con cui aveva rattopato il suo cuore ferito.

Si odiava in quel momento.

Si odiava per la realtà che quel luogo che gli riportava alla mente, si odiava per l'omicidio di un anima ingenua, ferita, barcollante tra la realtà e l'insana convinzione. Si odiava per la fredda determinazione con cui si era annullato, la stessa con cui aveva deciso di amarlo con tutto se stesso.

Aveva ucciso un anima lacerata, ma non quella del suo amante, ripiena di ingestibile fascino.

Si odiava perchè non riusciva a staccarsene, e anche se la realtà del male che gli aveva fatto era chiara come un neon a intermittenza su fondo scuro non riusciva a invocare la libertà.

Brian era come il sole, brillante e desiderabile, ma pericoloso. E lui si sentiva come un moderno Icaro, imprigionato nel suo viaggio verso la luce, ma era già caduto una volta perchè si era avvicinato troppo e le sue ali non avevano retto la vicinanza.

Non voleva ripeterlo. Non ne sarebbe uscito vivo questa volta.

E ancora una volta il pensiero di Brian era stato in grado di ferirlo, lasciandolo vuoto e incapace di gestire quel flusso di emozioni.

Chiuse gli occhi, lasciando che le lacrime inondassero il suo volto prima di addormentarsi stremato per la tristezza che dilagava nella sua anima.

Fuori dalla finestra Londra si tingeva di rosso, pronta ad accogliere tra le sue braccia un'altra notte.


**


Ciao!!

Chiedo perdono per l'attesa, ma è stata una settimana pregna, tra l'inizio dei corsi e i due fanta-concerti diciamo che non ho avuto tantissimo tempo..

Il cielo grigio che sovrasta Milano da una settimana mi ha fatto partorire questo capitolo triste triste...non è colpa mia se sono metereopatica..

Scusatemi se non rispondo alle recensioni, ma domani la sveglia è puntata alle 7 e io sto morendo di sonno...comunque grazie a tutte!

Mi fa piacere che questa storia vi piaccia!! mi scuso con lisachan per il bacio tra Matt e Dom, giuro che sarà l'ultimo hint BellDom della storia, certo che se anche tu lo cogliessi non ci vedrei nulla di male (eheheh!)...

Buonanotte a tutte donne, ora vado se no scrivo solo castronate...e potrei pentirmente..

  
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