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Autore: Fuecchan    05/09/2013    4 recensioni
Buonasera a tutti, e buon MERCOLEDI'! Come ormai è quasi mia consueta abitudine, voglio proporvi qualcosa di nuovo. Una RinHaru ambientata in arabia, longfiction, che piano piano andrà tingendosi di rosso, ma non quel rosso volgare - non hanno il mestruo, si faranno tra di loro, per il momento la porto a raiting verde, poi lo cambierò.
{RinHaru - AU, Introspettiva
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ماء
- Acqua -
Prologo.

Questa storia comincerà come una favola.
Una magnifica favola da “Mille ed una notte”.

Ma tutto ha, tranne che l’aria fiabesca. Quell’aria che sin da bambini ci trasmettono i nostri genitori. La magia, le storie d’amore, le ingiustizie vinte dai nostri eroi dell’infanzia, con cui sognavamo di scappare ed intraprendere mille avventure. Dove salvare popoli, scoprire tesori era all’ordine del giorno. Tutto era magico, appunto. Persino le immense di sabbia arabiche non erano tanto spaventose, in queste fiabe. Niente faceva paura. Tutto aveva un lieto fine.

Niente di tutto questo.

Questa è la storia di un grande, temuto, crudele signore. Di un Paşa. O Pascià. Un Pascià dalle potenti doti militari, dal grande carisma, dalla bellezza sconvolgente a cui nessuna sua concubina sapeva effettivamente rispondere. Ma insieme a queste qualità, come ogni essere umano, si trovavano affiancati dei difetti. L’assoluta crudeltà. La freddezza. La smania di potete e del controllo. Tutto quello che aveva sotto il suo dominio non doveva MAI sfuggire ai suoi controlli, altrimenti avrebbe potuto anche sgozzare cento bambini, pur di farlo ritornare secondo i suoi desideri.

Questa è la mia storia.

Rin Matsuoka, il pascià della mitica città di Ubar.

L’aria arida del deserto del RubAl-Khali, mi ha sempre fatto sentire come se fossi l’unico ad avere la forza di controllare tutto quello che c’era al suo interno. Per un semplice motivo. Quando ero più piccolo mio padre mi aveva portato ad esplorarlo, passando per le immense regioni dell Uman e dello Yemen.

Avendo visto quello che c’era dopo, a questo immenso deserto, dove le uniche risorse idriche, ovviamente sono le oasi, mi sentii padrone del mondo. ERO il padrone del mondo. Il padrone di una magnifica città fiorente per i suoi commerci, una città che non aveva niente da invidiare da alcuna città mediorientale o europea quale fosse.

Ma una cosa, invidiavano alla mia bella Ubar.

L’acqua.

Quasi nessuna città, o carovana, riusciva ad avere l’acqua. Beh, ovviamente, era mia. Ero riuscito ad incanalarla in centinaia di canali idrici sotto la sabbia, non ritrovabili da coloro che vi passavano vicino, o che entravano nella mia città, la quale vantava fontane magnifiche, con leoni scolpiti sopra, e acqua fresca e limpida che sgorgava dai bocchettoni.

Ovviamente, di nuovo, ogni passante, pellegrino, o qual si voglia persona , donna bambino o anziano che aveva bisogno di beveraggio, era giustamente tassato.

Dovevo proteggere la mia acqua.

Ma un giorno, un funesto giorno, in cui le temperature sembravano essere talmente alte, che nemmeno gli immensi ventagli di foglie di palpa e di banano riuscivano a rinfrescarmi – ovviamente sventolati dalle mie bellissime e fedelissime compagne – alcuni miei soldati, catturarono un giovane ragazzo di una carovana nomade che si era fermata vicino alla città da qualche settimana.

Non avevo avuto problemi con quella tribù, sino a quanto non mi si presentò davanti la figura di una ragazzo vestito di abiti completamente zuppi di polvere ed altre porcherie. Beh, in confronto ai bellissimi abiti di lino e seta, adornati con fili d’oro che portavo io ogni giorno, di un colore rosso cremisi, il colore dei potenti, degli dei, non poteva di certo reggere il confronto.

Quando fu portato al mio cospetto, quel ragazzo, sembrava avere i capelli neri, gli occhi azzurri nascosti da veli bianchi macchiati dallo sporco e dalle tempeste di sabbia, non disse una parola. Per tutto il tempo rimase in silenzio. Odiavo questi topini di fogna che credevano di farla franca con me, il suo signore e padrone.

-Sentiamo, piccolo scarto della società  … Credevi seriamente di fregarmi tentando di rubare, a me, la mia acqua. Nessuno la fa franca contro di me, soprattutto voi piccolo pezzenti morti di fame…-

Sussurrai in modo malvagio, e non me ne pentii minimamente.

Ogni abuso, ogni infrazione doveva essere punita o con la pena capitale o con la schiavitù. E quel ragazzo, per il comportamento oltraggioso che stava avendo al mio regale e nobile cospetto, avrebbe dovuto meritar la pena capitale seduta stante. Non aveva nemmeno provato a supplicarmi, a pregarmi, di lasciarlo andare. Almeno, mi sarei ammansito, avrei potuto provare compassione, pietà, per un povero straccione come lui.

-L’acqua, non è solo sua, mio signore, ma è un bene di tutti, soprattutto di chi viaggia.-

Mi rispose in modo impassibile, il ragazzo di cui non conoscevo nemmeno il nome. Ma non che avesse grande importanza in quel momento, in cui era entrato ufficialmente nella mia lista nera per quella frase così patriottica. Dio. Odio i ratti di fogna come lui. Erano una specie particolarmente fastidiosa per il mio regime, non c’era che dire.

Sospirai.

-Oh beh, piccolo straccione impenitente, l’hai voluta tu. Scegli: o la schiavitù o la morte.-

 

Lo sharkando spazio dell’autrice.

Buona sera piccole sharkine mie, ecco che vi propongo qualcosa di DIFFERENTE, diciamo che è tutto nato da una role, ma quasi niente di quello che ho scritto corrisponde con quello che ho ruolato, che è nato con la mia Haruka . L’idea era: Ma una bella AU come tema l’ending di free? Ed eccola qui. Ovviamente RinHaru, perché le sharkando devono vincere ASSOLUTAMENTE. No scherzo, apprezzo la MakoHaru per quanto io abbia donato la mia vita alla RinHaru – e verginità, come le suore.
Spero che possiate apprezzare questo piccolo prologo, a presto col PRIMO capitolo di questo delirio.
p.s.: tutti i nomi di regioni arabe, il deserto, non sono di mia invenzione, nemmeno la fantastica  e super-scomparsa citta di Ubar tecnicamente sono veri, e il titolo? Non è altri che la parola Acqua in arabo, bella fantasia vero? C: Vi amo fatemi sapere che ne pensate <3

 

 

   
 
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