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Autore: MeikoBuzolic    05/09/2013    1 recensioni
"Il viaggio durò a lungo. L’altoparlante comunicò «Stiamo per arrivare all’aeroporto di Mystic Falls».
L’atterraggio fu brusco, mi mossi in difficoltà nel piccolo corridoio, scesi, mettendomi le mani alle orecchie per il rumore degli aerei vicini che decollavano. Dopo diversi minuti, arrivarono le mie valige, le misi nel carrello, e seguì i cartelli di uscita. La porta scorrevole si aprì..."
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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6.1
A contatto con quella mano mi venne un brivido. I suoi occhi mi facevano perdere la cognizione del tempo, era il color del cioccolato, e mi sentivo catturare come se ci potessi entrare dentro, senza che me ne accorsi sentì le mie guance accaldarsi. Lui sorrise, quasi maliziosamente.
«Kol» Bonnie pronunciò il suo nome con disprezzo, alzò un sopracciglio.
«Bonnie Bennett, è un pia-» il suo tono era ironico, e venne interrotto da Bonnie.
«Non abbiamo bisogno del tuo aiuto, quindi potresti anche andartene» disse lei presuntuosa.
«Okay, non vorrei mai mettermi contro una strega» posò la stecca, ma il suo viso era seccato, e usci dal bar.
Lo guardai, mentre si allontanava – potrebbe essere la mia ultima chance – e lui usci dal locale.
Posai la stecca sul tavolo «Bonnie ho dimenticato una cosa, arrivo» non la fissarla, e mi precipitai fuori.
Mi guardai attorno e non c’era.
«Sono qui» la sua voce intrigante.
Mi voltai, e mi avvicina alla stretta via – sarà il retro del locale – pensai.
«Scusala, Bonnie è molto dolce in realtà» spiegai, ammirando il suo sorriso malizioso, cercando di trattenere la voglia di saltargli addosso – perché sei così per me? – chiesi come se potesse sentirmi.
«Puoi stare serena, sono abituato al suo modo di fare, ma la mia pazienza come quella di tutte a un certo limite» alzò l’angolino della bocca, come un sorriso amareggiato.
«Okay» sussurrai «Come puoi essere così…» aggiunsi, ma non riuscì a continuare a causa di quel tono alla gola, fissandolo in quei suoi occhi, e mi avvicina, solo un passo ci separava.
«Sai, me lo chiedono tutte» disse lui, chinando la testa.
Con le dita sfioro il mio mento e lo alzò avvicinò le sue labbra, non sapevo come fermarmi, o forse non volevo. Sentì le sue labbra vicine alle mie, le sfiorò, ma si sentì la porta del retro del Grill scricchiolare. Sobbalzai dallo spavento, ma in meno di un secondo, mi voltai per guardare Kol, ma lui non c’era, dietro a quella sbucò il ragazzone dai occhi blu.
«Matt» sorrisi, nascondendo l’agitazione.
«Cosa fai qua fuori?» domandò.
«Stavo andando a prendere le sigarette» indicai la mia vespa.
Mi guardò sbalordito «Non sapevo che fumassi».
«Beh! Tesoro, sono tante le cose che non sai di me» gli feci l’occhiolino.
Lui mi sorrise, e si avvicinò «Posso avere un bacio, donna misteriosa?» domandò ironico.
«Certo» sorrisi, misi le mie braccia attorno al suo collo e lo baciai. «Buon lavoro» sorrisi.
Lui entro e notai che le sue guance erano rosse, o forse lo avevo solo immaginato. Mi guardai attorno – è sparito, come diavolo ha fatto! – guardai perfino sopra la mia testa – speriamo che non sia volato come un angelo – sospirai.
Mi avvicinai al motorino, aprì il piccolo sportellino, dove presi una sigaretta, e l’appoggiai sulle labbra, l’accesi, mentre chiusi lo sportellino, notai un foglio attaccato al parabrezza, lo presi e lo lessi:
 
Prego.
 -Kol
 
Guardai incuriosita quel pezzo di tovagliolo, sorrisi – che presuntuoso – e lo infilai nello sportellino.
Fumai la sigaretta, fissando le piccole palazzine, ma in realtà pensavo a lui, Kol – perché penso a te, se dentro a quel locale, a pochi metri di distanza si trova il ragazzo più dolce, e sensibile di questo mondo – buttai la cicca a terra, e con forza la spensi con il piede, espirai l’ultimo tiro ed entrai.
Mi avvicinai a Bonnie, che ormai era seduta «Dove sei stata?» domandò, il suo sguardo era dubbioso.
M’irrigidì «Qua fuori a fumare una sigaretta» risposi, con la mano indicai la porta, e mi sedetti fronte a lei.
Alzò il sopracciglio.
«Puoi dirlo anche a Matt, mi ha visto anche lui» insistei.
«Okay» rise leggermente. Poi fisso l’orologio «Fra poco Matt e Jer finiranno il turno, ti va di aspettarli?» chiese.
«Certo» sorrisi «Però ho bisogno di qualcosa di leggermente più forte» schiacciai l’occhiolino.
Attirai l’attenzione di un cameriere e ordina quattro rum e pera.
«Caitlyn ma sei matta, bisogna guidare dopo» fece come un rimprovero.
«Tranquilla beviamo solo questi, e il tempo che loro finiscono il turno abbiamo già tutto smaltito» l’informai.
Lei annuì, e in poco tempo portarono i quattro piccoli bicchieri «Alla salute» brindai, e lo mandai giù ad un fiato.
Inizia a sentire la guance accaldarsi – maledetto alcool – mi toccai le guance sperando che il colorito sparisse.
«Che fai?» Bonnie alzò un sopracciglio.
«Faccio andare via il colorito dalle guance» spiegai.
Scoppiò a ridere «Non sarai mica ubriaca?».
«No! E che quando bevo le guance mi diventano rosse, e sembra che sono ubriaca ma in realtà non lo sono» spiegai fingendo il broncio.
«Come mai non bevi quest’altro?» domandai.
«Caitlyn, devo guidare» spiego.
«Beh! Anch’io» precisai.
«Bevilo tu» mi avvicinò il piccolo bicchierino.
«Io l’ho preso per te» insistetti, lei avvicinò di più il bicchiere a me. «Okay!» lo presi, e lo alzai  «Alla tua salute» e lo buttai giù, sentì un brivido.
Si sedettero Matt e Jeremy «Ciao tesoro» dissi gioiosa, e lo baciai.
«Non nel luogo dove lavoro» sorrise lui. poi mi guardò attentamente «Hai bevuto?».
«Sì un po’» risposi non dando interesse alla domanda.
«Jer ti accompagno a casa?» chiese Bonnie a Jeremy.
«Sì, grazie» rispose lui, con in suo sguardo innocente. Si alzò «Buona fortuna amico» si rivolse a Matt.
«In che senso?» lo guardai con aria interrogativa.
Lui sorrise «Buonanotte Caitlyn».
E i due si allontanarono, mano per la mano, rimasi sbalordita.
«Bonnie non mi aveva detto che stava con Jeremy» dissi a Matt.
«Stanno da qualche mese insieme» spiegò.
«Okay» feci spallucce.
«Andiamo a fare un giro, basta stare in questo locale per oggi» si lamentò.
Uscimmo dal locale, le strade era quasi deserte, e decidemmo di sederci in una panchina.
Parlammo, per diverse ore, mi raccontò di sua sorella, di come fosse stata trasformata e di come poi fosse stata uccisa, e di sua madre, che non era mai stata presente – era solo – e una lacrima scivolò dal mio viso – almeno io ho la nonna – l’abbracciai.
«Tranquilla» dolcemente cerco di consolarmi.
«Perché mi consoli, mentre io consolo te» protesta, trattenendo le lacrime.
«Perché non voglio che la mia ragazza pianga» sorrise.
Lo guardai, con occhi sbarrati, e sapevo di essere arrossita «Io la tua ragazza?» domandai sorpresa.
«Certo se lo vuoi» sorrise in modo incerto.
Lo bacia, toccai quelle dolci e tenere labbra, sentire come dolcemente la sua lingua danzava armoniosamente con la mia, non ci volle una risposta per capire quale era la mia risposta.
Per precauzione Matt propose di accompagnarmi, e decise di caricare il mio motorino sul suo pick up, non riuscì ancora a capire da dove tirò fuori tutta quella forza.
 
Aprì lentamente la porta di casa – speriamo che la nonna dorma – sperai, mi tolsi le scarpe per non far rumore.
Sgattaiolai fino alla cucina, il mio stomaco iniziò a brontolare, ma quello a chetarsi fu il mio cuore, la luce si accese da sola.
«Ti sembra questo l’orario per tornare a casa?» domandò la nonna rabbiosa.
Misi la mano al petto, per tranquillizzarmi, e poi fissai la nonna con aria confusa «Nonna sono solo le 1:45» feci notare indicando l’orologio.
Fece uno sguardo insistente, e sempre co fare arrabbiato «Questo non è l’orario in cui deve tornare una ragazzina» continuò il suo rimprovero, spiegando tutti i rischi che potevo correre. Improvvisamente interruppe il discorso ed esclamò «Hai bevuto?».
Mi morsi il labbro «No» risposi, al lungando il suono della “o”.
«Tu hai bevuto, ma hai solo diciassette anni, non puoi bere?» disse furiosa.
«Nonna ho più di sedici anni posso» spiegai.
«Fila in camera» disse in fine.
Scocciata andai in camera – alla fine neanche ho mangiato – sbuffa. 


Angolo Autore.
È la prima vola che faccio un angolo autrice.
Spero che la storia vi stia piacendo (^.^)
Vi volevo semplicemente avvisare che
questo capitolo è stato separato in due parti
solo per creare un po’ più di suspance.
Grazie per aver letto questa FF <3
   
 
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