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Autore: Nonna e Rain    11/03/2008    13 recensioni
Quando Sirius si annoia, va alla ricerca di nuovisvaghi. Questa settimana il suo passatempo sarà la sua adorabile cuginetta e il suo misterioso nuovo ragazzo. Riuscirà nel suo intento?
Per il compleanno di CUCCIOLA e PIOGGIA
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È umanamente e magicamente impossibile che una persona si ritrovi, per colpa o per sfortuna, a trascorrere dodici anni in una delle più terribili prigioni esistenti e ne esca uguale a come vi era entrato

Signori, signore, lettori fedeli e vagabondi di passaggio... benvenuti.

L’anno scorso come oggi festeggiavamo un solo compleanno, quello di una veterana di EFP, un’autrice che Remus e Tonks li aveva messi insieme ancora prima della Rowling.

Quest’anno si è aggiunta una new entry, che però ugualmente si è distinta nel raccontarci storie sul nostro pairing preferito.

Sono due personalità importanti e vanno festeggiate come si deve.

Per un’impresa del genere però, un’autrice da sola non era sufficiente.

È per questo che, in via eccezionale Nonna Sadica e la sua Appendice Rain si sono coalizzate nella speranza di riuscire a farvi sorridere, ridere magari, e ringraziarvi per quei piccoli tesori che sono le vostre storie.

BUON COMPLEANNO

A CUCCIOLA

E PIOGGIA ( in anticipo )!

ELEMENTARE, SIRIUS!

1. Parola di Malandrino!

È umanamente e magicamente impossibile che una persona si ritrovi, per colpa o per sfortuna, a trascorrere dodici anni in una delle più terribili prigioni esistenti e ne esca uguale a come vi era entrato.

Sirius Black ne sapeva qualcosa, nonostante uno di quelli che inspiegabilmente continuava a considerare uno dei suoi migliori amici non facesse che ripetergli di non preoccuparsi, che la sua indiscutibile finezza non si era affatto alterata durante il suo breve soggiorno e che conoscendolo, non l’avrebbe persa mai.

Tralasciando l’opinione di un certo lupastro, nessuno avrebbe potuto negare che Azkaban avesse lasciato un segno indelebile su di lui.

Non si parla soltanto di cambiamenti fisici, anche se l’affascinante giovanotto che anni prima aveva conquistato molti cuori era a stento riconoscibile sotto i lunghi capelli neri, il volto inasprito dal tempo, dove spiccavano due occhi attenti velati di quando in quando dal dolore dei ricordi.

No, quello che ti segna là dentro, oltre all’incertezza del domani è la NOIA.

Arrivi a temere il sorgere di un nuovo giorno, perché sai che sarà uguale a quello prima e a quello prima ancora e ti metti a contare i minuti, i secondi di un tempo che non passa mai.

Ora, in una prigione quasi peggiore di quella che aveva lasciato, Sirius Black era deciso a fare qualsiasi cosa fosse in suo potere per non permettere alla noia di vincerlo.

Inoltre, quella settimana, alla sua costante battaglia contro il nemico si aggiungeva non solo la prospettiva di un nuovo passatempo ma anche la possibilità di riuscire a staccare il muso di un certo qualcuno dai suoi inseparabili e polverosi libri.

Il solo pensiero gli faceva correre un brivido di eccitazione lungo tutta la spina dorsale; quasi gli sembrava di essere tornato ai tempi dei Malandrini e chissà, forse in nome dei bei vecchi tempi avrebbe perfino potuto coinvolgere quel lunatico di Remus nell’impresa.

Merlino solo sapeva se Moony non aveva bisogno di un po’ di divertimento nella sua misera vita.

Fu così che Sirius Black decise di imbarcarsi in una nuova ed entusiasmante impresa.

Prese il taccuino che gli aveva regalato Remus per Natale ( uguale a quello dove i Malandrini annotavano le loro imprese più importanti ), aprì una pagina bianca ed annotò la sua nuova missione.

La scritta in cima alla pagina recitava:

“Scoprire l’identità del nuovo ragazzo di Tonks.”

Piegò la testa di lato e sotto alla prima riga scribacchiò velocemente alcune idee che sarebbero potute tornargli utili.

Rilesse le annotazioni e soddisfatto ripose il libricino in tasca, avviandosi lentamente in cucina, con l’intenzione di pensare a quale delle sue idee mettere in pratica per prima mentre si preparava un meritato spuntino.

***

Piano n° 1: chiedere alla diretta interessata.

Remus Lupin quella mattina scese le scale con uno strano presentimento, incapace di scacciare l’impressione che stesse per accadere qualcosa. Cosa però, non avrebbe saputo dirlo.

Quando entrò in cucina, ne ebbe la conferma: durante la notte doveva essere stato catapultato in una dimensione parallela, perché non c’era assolutamente nessun motivo al mondo – quello in cui di solito viveva – per cui il suo migliore amico, Sirius Black, ritenesse valesse la pena di alzarsi dal letto prima delle undici e mezza del mattino.

In quel momento però il pendolo in entrata segnava le sette, ergo la convinzione di essersi svegliato in una dimensione diversa dalla sua.

Fece un passo indietro, chiuse la porta e rientrò, trovandosi di fronte lo stesso identico scenario che lo aveva accolto al suo arrivo pochi secondi prima.

Con un sospiro e senza riuscire a cancellarsi dal volto quella espressione buffa e perplessa che aveva iniziato a mettere radici, prese posto sulla sua solita sedia, ma non senza prima rivolgere un sorriso furtivo alla ragazza seduta di fronte a lui a tavola.

Tonks rispose velocemente al sorriso prima di tornare a rivolgersi all’unico elemento discordante in tutta la situazione.

“Per l’amor del cielo, Sirius, se ti sei alzato all’alba solo per farmi una domanda così cretina, allora puoi benissimo tornartene nel tuo adorato lettino, perché non ho nessuna intenzione di dirtelo.”

Remus spostò il suo sguardo sull’amico, e un sospetto circa le intenzioni di quel degenerato iniziò a solleticargli la mente.

“Perché non posso saperlo?” insistette Sirius, ostinato.

La ragazza sbuffò.

“Perché l’ultima volta che ti ho raccontato qualcosa di riservato e personale tu ne hai fatto un affare di stato e nel giro di un’ora la cosa era di dominio pubblico.”

“Questa volta non succederà, te lo prometto.”

“Oh, ne sono certa, perchè da me non saprai niente.”

“Eddai, cuginetta...”

“Neanche sotto tortura,” affermò, decisa.

Sirius mise su un broncio da manuale, ma non riuscì a fare nulla per impietosire la giovane, che raccolse in fretta le sue cose - visto che era per l’ennesima volta in ritardo per il lavoro.

“Buona giornata, ragazzi; Remus, mi raccomando, tienilo d’occhio,” salutò lei, facendogli l’occhiolino.

Un attimo dopo se n’era andata.

***

Non appena Tonks ebbe chiuso la porta, Sirius si accasciò teatralmente sulla sedia lasciata libera dalla cugina, lasciandosi scappare un enorme sbadiglio.

Tentando di ignorare la stanchezza incombente, aprì il suo taccuino sulla pagina della missione e tirò una barrò la prima opzione: chiedere alla diretta interessata.

Fatto questo, mise via tutto e riassunse il precedente stato catatonico.

Ci vollero all’incirca due minuti di strenua lotta contro le palpebre, che pretendevano di recuperare lo stato che abitualmente avevano a quell’ora del mattino, prima che Sirius si accorgesse che Remus aveva posato il giornale e lo stava fissando con attenzione, quasi volesse carpirgli un segreto attraverso il semplice sguardo.

“Che c’è?” sbottò infine, iniziando a sentirsi a disagio sotto l’intensità che si celava dietro quelle iridi ambrate.

Remus si limitò a studiarlo per qualche altro secondo.

“Che diavolo hai in mente, Black?” chiese lentamente.

“Chi ti dice che io abbia in mente qualcosa?” ribatté, fingendosi offeso.

“Conosco quello sguardo; è quello da ‘comincia a tremare perché ne sto combinando un’altra delle mie’,” disse semplicemente il Licantropo. “Allora, di cosa si tratta stavolta?”

Sirius dette un profondo sospiro, guardando sottecchi l’amico che sfogliava distrattamente il giornale, chiedendosi come avesse potuto dimenticare che Remus era sempre stato in grado di leggerlo come uno dei suoi amati libri, prevedendo le sue mosse e anticipando i suoi pensieri.

Era alquanto scomodo, perché non gli si poteva mai nascondere niente.

“Si tratta di Tonks,” spiegò alla fine, rinunciando all’idea di negare tutto.

“Questo,” mormorò Remus, senza alzare gli occhi dall’articolo che stava leggendo, “L’avevo intuito. Cosa riguardo a lei?”

Se avesse potuto, Sirius si sarebbe stretto la mano da solo: ecco la perfetta occasione per coinvolgere il lupastro nel suo piano ingegnoso.

“Non so se lo sapevi, ma recentemente Tonks sta frequentando un nuovo ragazzo...”

Aveva lasciato di proposito la frase in sospeso in attesa di una reazione dell’impassibile amico, che come previsto, alzò la testa di scatto negli occhi un’espressione allarmata e sorpresa allo stesso tempo.

Un sorriso malizioso si dipinse lentamente sul volto dell’Animagus.

“Avevo ragione,” mormorò, fingendosi compiaciuto. “Lei ti piace.”

“Non è vero!” protestò Remus.

“Oh, sì... e parecchio, anche.”

“Non... si parlava di lei, non di me, comunque!”

“Ciò non toglie che io abbia ragione.”

“Pensala come ti pare. Sei riuscito a scoprire chi è questo tizio?”

“A dire la verità, no. Era questo quello che avevo in mente, per rispondere alla tua domanda di poco fa.”

“Chiedere direttamente a lei non ha funzionato, eh?”

“Come hai potuto constatare,” replicò Sirius.

“E se ti conosco abbastanza bene, posso dedurre che l’idea di rispettare la sua privacy e lasciare che te lo dica lei a suo tempo non ti abbia neanche lontanamente sfiorato?”

“Puoi.”

“Sei un maledetto ficcanaso.”

Sirius non si scandalizzò nemmeno un po’ alle parole dell’amico, anzi scoppiò in una fragorosa risata.

“E dai, ammettilo che anche tu, in fondo, stai morendo dalla curiosità.”

“Anche se fosse, e ti assicuro che non è così,” puntualizzò, vedendo l’altro pronto a ribattere, “Non sono affari che mi riguardano.”

“Sì, come no. Scommetto che invece vorresti avere questo misterioso ragazzo a portata di mano, magari in un particolare giorno del mese, quando la luna è piena e alta in cielo.”

Il Licantropo si indignò.

“Sai bene che non lo farei!”

“Ma non vuol dire che non lo vorresti fare. Sarei geloso anche io se un altro mettesse le mani sulla mia innamorata.”

“Te lo ripeto, Tonks non è la mia innamorata.”

Sirius si preparò per la stoccata finale.

“Allora non ti dispiacerà se ti terrò al corrente dei progressi delle mie indagini?”

Remus tacque e l’Animagus poteva quasi sentire la mente dell’amico lavorare frenetico mentre valutava velocemente i pro e i contro dell’impresa che gli era stata proposta.

Anche Sirius, negli anni, aveva imparato qualcosa riguardo all’amico e sapeva che per quanto innocentismo potesse fingersi, da che lo conosceva non aveva mai rifiutato una sfida.

“Se io me ne tiro fuori, ho ragione a pensare che tu continuerai ugualmente?”

Ti ho in pugno, Moony.

“Assolutamente sì.”

“In questo caso, considerami dentro.”

Sirius già sfoggiava un ghigno deliziato e Remus si sentì in dovere di fare alcune precisazioni.

“Ma,” esordì, “Non parteciperò a nessuna azione attiva. Potrai parlarmene, chiedere la mia opinione, ma ho accettato solo per poter limitare i danni; e vorrei che fosse chiara una cosa: io non ero d’accordo. Prendere o lasciare, Black.”

“Credo di potermi accontentare,” sogghignò l’Animagus. “Ho la tua parola che mi aiuterai, quindi?”

Remus mise la mano destra sul cuore e alzò l’altra a mo’ di giuramento.

“Che la mia vita sessuale rimanga per sempre com’è in questo momento, se farò qualcosa per intralciare i tuoi piani. Parola di Malandrino.”

Se solo Sirius si fosse preso la briga di informarsi sulla situazione romantica dell’amico, forse avrebbe saputo che Remus era piuttosto soddisfatto della sua attuale situazione per quanto riguardava le questioni... intime e non si sarebbe lasciato ingannare dal tono solenne con cui aveva pronunciato le ultime parole.

Purtroppo però, l’averlo spesso in giro per casa aveva portato Sirius a presumere che l’attività sessuale del lupastro fosse pressoché nulla e che quindi non avesse nessun desiderio di mantenerla tale.

È proprio per questo che, ignaro della macchina che lui stesso aveva appena messo in moto, si avviò verso luoghi più consoni al lavoro che si apprestava a fare, congratulandosi con sé stesso per essere riuscito ad ottenere la preziosa collaborazione del più incorruttibile dei Malandrini.

Saliti i primi gradini non riuscì più a trattenersi e si abbandonò ad una risata isterica.

Era incredibile la facilità con cui era riuscito a incastrarlo.

Aveva davvero creduto che lo pensasse innamorato di Tonks? Andiamo... non c’erano al mondo due persone meno compatibili di Remus Lupin e Ninfadora Tonks.

Mai in vita sua aveva sentito un’idea più assurda.

Continua...

Compariamo sotto un nome diverso, ma siamo sempre noi ( come, non avete riconosciuto la caratteristica sfumatura sadica di Nonna? Beh, magari nel prossimo capitolo coglierete quello della sua degna – e altrettanto sadica - compare )...

Con questa mini fic a 4 capitoli, inauguriamo una collaborazione che speriamo di poter ripetere in futuro.

SE l’inizio di questo esperimento a quattro mani vi intriga...

SE questo primo capitolo vi ha divertito...

SE siamo riusciti a strapparvi una fragorosa risata o anche solo un timido sorriso...

Cliccate la scrittina in fondo alla pagina e fatecelo sapere.

Ci farebbe piacere sentire la vostra opinione.

Alla prossima!

Nonna Minerva e Rainsoul

  
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