Chiedo umilmente scusa a tutti per ieri, ma una mia amica ha avuto (e sta avendo) dei problemi, quindi è venuta a stare da me. Non sò se riuscirò a postare domani o nei prossimi giorni, cercherò di scrivere non appena avrò il tempo. In compenso (dato che avete una fortuna sfacciata!) mi sono ammalata e ho la febbre, quindi mentre lei sta a scuola io sto a casa a scrivere XD
Comunque ecco il capitolo! Attendete il prossimo, che arriverà appena possibile "A cuccia!"
San Valentino
Kagome fece le scale di
corsa, acchiappò al volo un cornetto e il bento mentre si infilava la cartella
e si mise le scarpe mentre apriva la porta. Un persona con sei braccia non
avrebbe saputo fare di meglio. Urlò un saluto alla madre mentre correva nel
cortile verso la scalinata. Questa volta, ruzzolò giù, facendosi tutte le scale
rotolando.
<< Ahi ahi, che male
>> si lamentò massaggiandosi il sedere. Era tutta dolorante, la sua
caduta peggiore in assoluto. Si mise di nuovo a correre, anche se più
lentamente, sia per la botta che per prudenza.
<< Aspettatemi!
>> urlò entrando nella stazione come un razzo. Le porte della metro si
stavano chiudendo, e la ragazza si infilò all’ultimo momento, dando una spinta
a tutti gli occupanti del vagone. Si ritrovò circondata da sguardi ostili.
<< Ehm… scusate
>> mormorò arrossendo imbarazzata. Ringraziò il cielo che doveva fare
solo poche fermate. Arrivò in classe al suono della campana. Dato che aveva
Kaede, era sicura di non trovare ancora nessun professore in classe. Ma questo
non giustificava l’inferno che si trovò davanti quando aprì la porta.
Raggiunse Yuka e Ayumi per
sapere cos’era tutto quel macello.
<< Ma come Kagome, non
dirmi che non sai che giorno è oggi! >> esclamò Yuka sorpresa.
<< Ehm… >> fece
lei soprappensiero.
<< Kagome, che hai
fatto alla divisa? >> chiese Eri sconvolta, raggiungendola. Kagome
abbassò lo sguardo, confusa, e si accorse che era tutta sporca, senza contare
che aveva una bella escoriazione sul ginocchio.
<< Oh, non me ne ero
accorta >> commentò lei tranquilla << sono caduta dalle scale del
tempio, le ho fatte tutte rotolando >>
<< Keh! Ti avevo detto
di non correre >> commentò Inuyasha, sbuffando.
<< Oh, scusa se ero in
ritardo! >> rispose Kagome infastidita. Si accorse solo dopo che le tre
amiche li stavano fissando. Questo era strano. Di solito, quando litigavano,
tendevano ad allontanarsi, non ad ascoltare interessate.
<< Kagome, verresti un
attimo con noi? >> chiesero dopo essersi consultate. Sempre più sospetta,
la ragazza le seguì.
<< Non hai fatto nessun
regalo a Inuyasha? >> domandarono a bassa voce, sperando di essere a
distanza sufficiente. Il ragazzo rizzò un orecchio. Falsa speranza.
<< Perché? E’ il suo
compleanno? >> chiese Kagome confusa. Gli sguardi che seguirono le fecero
capire che le sfuggiva qualcosa di ovvio.
Vediamo… euforia in classe,
sguardi curiosi attorno a lei e a Inuyasha, regali…
<< Oh no! E’ San
Valentino! >> urlò Kagome, connettendo finalmente il 14 febbraio con la
nota festività.
<< Signorina Higurashi,
ha imparato a leggere il calendario? >> commentò la vecchia Kaede
entrando in classe. Kagome si rifugiò al suo posto mormorando uno “scusi”,
mentre la classe rideva. Non vedeva la faccia di Inuyasha, ma avrebbe giurato
che stava ridendo anche lui. Anche perché, era quasi sicura, aveva sentito
tutta la conversazione.
Alla mensa venne presa da
parte da Sango e Kikyo. Questo era tremendamente sospetto.
<< Allora Kagome, hai
fatto un regalo a Inuyasha? >> si informò subito Sango, euforica. Kagome
immaginava il perché: prima Miroku le aveva detto di incontrarsi dietro alla
scuola all’uscita.
Lanciò un’occhiata a Kikyo.
Sapevano entrambe quale sarebbe stato il “regalo” di Inuyasha.
<< Forse… non lo so se
glielo faccio >> disse mantenendosi sul vago << E tu? Hai fatto
qualcosa a Miroku? >>
Sango esibì un timido sorriso
di conferma.
<< Comunque, stasera
l’ultimo anno ha affittato un locale per fare una festa di San Valentino
>> disse Kikyo, con disinteresse << se vuoi venire… dillo anche al
resto della tua classe>>
E così fece. Per fortuna il
professor Sengoku mancava, e gli urli che seguirono quell’annuncio non
procurarono troppi problemi.
<< Che bello, una festa
di San Valentino! Non sei contenta Kagome? >> disse Yuka allegra. La
ragazza annuì, soprappensiero. Chissà se Inuyasha sarebbe venuto. Doveva
assolutamente venire. Sbirciò con la coda dell’occhio il gruppo dei ragazzi,
che probabilmente parlavano di strategie per abbordare ragazze alla festa.
Inuyasha stava seduto sul banco, come al solito. Kagome non capiva se stesse
partecipando o meno alla conversazione. Il ragazzo drizzò le orecchie, sentendo
chiamare il suo nome.
<< Ehi, Inuyasha, tu
vieni? >> chiese un ragazzo con coraggio. Forse era solo una sua
impressione, ma a Kagome sembrava che lo avessero scelto a sorte, grazie alla
morra cinese, per fare quella domanda. Inuyasha sbuffò, voltandosi da un’altra
parte.
<< Keh! Io non perdo
tempo in queste cose >> rispose scontroso. Kagome gli avrebbe tirato una
scarpa, se non fosse che doveva fingere di non sentire.
<< Ma dai! Viene pure
Kagome >> tentò di convincerlo il ragazzo. Pessima idea. Inuyasha lo
fulminò con lo sguardò, pietrificandolo. Non disse una parola, si limitò a
fissarlo per qualche secondo, prima di voltarsi nuovamente. Kagome, dal canto
suo, lo stava fulminando a sua volta.
Da quel momento, i compagni
di classe terrorizzati non toccarono più l’argomento.
All’ora di educazione fisica,
Kagome ne approfittò per avvicinare l’hanyou.
<< Che sguardo
inceneritore >> commentò sedendogli accanto. Cercò di ignorare gli
sguardi incuriositi di Yuka, Eri e Ayumi.
<< Origli le mie
conversazioni? >> chiese lui scontroso. Oggi ha la luna storta pensò la
ragazza.
<< Tu origli le mie
>> rispose piccata. Inuyasha sbuffò, voltandosi dall’altra parte.
<< Allora, vieni o non
vieni? >> chiese Kagome, fingendosi indifferente.
<< Perché dovrei
venire? >> domandò lui, voltandosi a guardarla scocciato.
<< Non rispondere a una
domanda con una domanda! >>
<< Tu dimmi il perché!
>>
Kagome sbuffò, infastidita.
Che testardo, orgoglioso, geloso e cafone! Geloso…? Sorrise impercettibilmente.
<< E’ un vero peccato.
C’erano proprio tutti, ci saremmo divertiti. Sango, Miroku, Ayame… Hojo...
>> disse rallentando la lista, resistendo alla tentazione di guardare la
sua reazione << …Koga… >>
Inuyasha drizzò le orecchie,
guardandola con la coda dell’occhio.
<< Oh bè, vorrà dire
che dovrò andare a comprargli dei cioccolatini, non sarebbe carino presentarsi
ad una festa di San Valentino senza >> commentò la ragazza, giocando con
una ciocca di capelli.
Inuyasha si voltò a fissarla,
e lei sostenne il suo sguardo. Sentirono suonare la campana di fine lezioni.
<< Potrei fare un salto
>> propose lui, ma Kagome sospirò.
<< Ok, andrò a comprare
i cioccolatini >> disse alzandosi rassegnata. Inuyasha ringhiò.
<< E va bene! Vengo!
>>
<< Non venire se non ti
va >> disse lei a quel punto. Lo sguardo di Inuyasha era davvero
minaccioso. Si sarebbe messa paura se non fosse che era abituata.
<< Ti odio >>
sibilò lui tra i denti.
Lei gli fece una linguaccia,
soddisfatta, prima di andarsene. Incrociò Sango mentre usciva dal cancello. La
ragazza si stava dirigendo all’appuntamento.
Trovò Miroku appoggiato al
muro, con una scatola giallina in mano, bucherellata.
<< Ciao >> lo salutò, arrossendo
tremendamente.
<< Ciao >>
rispose lui andandole incontro << scusa se te lo do ora, ma non penso che
sia una buona idea portarlo alla festa. Anche adesso me lo ha portato mio nonno
Mushin >>
Sango annuì, sorpresa dalla
naturalezza del ragazzo.
<< Aspetta! >> lo
bloccò arrossendo ancora di più << prima posso darti il mio? >>
<< Mi hai preso un
regalo? >> chiese lui sorpreso.
<< Cos’è tutta questa
sorpresa? >> domandò lei imbronciata << Ovvio che te l’ho fatto. Li
ho fatti io >>
Gli porse una scatola rossa,
contenente dei cioccolatini a forma di cuore.
<< Oh Sango. Ti sei
ricordata che adoro la tua cucina >> esclamò osservando la scatola
commosso. Sango divenne un pomodoro.
<< Bene, ora è il mio
turno >> disse sorridendo, porgendogli la scatola. Fu in quel momento che
Sango sentì un debole miagolio.
<< Ma cosa…? Oddio, è
un amore! >>
Appena sciolse il nastro, una
piccola nekomata le saltò in braccio. Era panna con striature nere sulle zampe
e sulle due code, e aveva un grosso fiocco rosso sul collo.
Sango la coccolò emozionata.
<< Miroku, è
bellissima! Ti adoro… ma che dico, ti amo! Da morire >> disse allegra
stringendo la piccola nekomata. Il ragazzo sorrise compiaciuto.
<< Allora, come la
chiami? >> chiese curioso. La ragazza ci pensò su.
<< Kirara>>
decise infine, sorridendo. Miroku le porse il braccio per accompagnarla a casa,
ma Sango gli fece notare che aveva le braccia occupate.
<< Non è un problema
>> rispose il ragazzo passandole un braccio sulle spalle. Sango si
accoccolò sul suo petto. Era talmente felice! Di slancio, lo baciò, lasciandolo
di stucco.
<< S… Sango… stai bene?
>> chiese lui preoccupato dalla reazione della ragazza.
Lei sorrise.
<< No, affatto. Sono
troppo felice >> rispose stringendosi a lui. Miroku sorrise
abbracciandola.
<< Devo tornare a casa
ora. Ci vediamo alla festa >> disse. Sango rimase un po’ delusa. Voleva
stare un po’ da sola con lui.
<< Va bene >>
disse, prima di baciarlo di nuovo << ti aspetto >>
Corse in direzione di casa, e
appena arrivata prese il telefono, compose il numero di Kagome e rimase in
attesa. Occupato. Sango attaccò pensierosa, mentre carezzava Kirara. Per
fortuna non c’era nessuno dentro casa, o ci sarebbe stato un bel litigio su chi
potesse coccolare per primo la nekomata.
La ragazza riprese la
cornetta, e compose il numero di Kikyo. Occupato. Sbuffando riappese, ma questo
non poté intaccare il suo ottimo umore.
Le due linee erano occupate
per due motivi molto semplici. Le due cugine stavano parlando tra loro.
<< Allora, quindi lo
tiro da parte e gli metto il rosario >> riassunse Kagome, ancora
titubante.
<< Si, esatto. Cerca di
non farti vedere da Sango, si arrabbierebbe >> gli ricordò Kikyo <<
ma comunque fammi un cenno quando ti serve una mano per portare via eventuali
scocciatori >>
<< Sì >> rispose
l’altra dopo un po’ << e poi gli dico “stupido” >>
Le lunghe pause di Kagome
fecero riflettere Kikyo. Qualcosa non andava.
<< Kagome, sicura di
volerlo fare? Se hai paura lasciamo perdere >> propose quindi. Non voleva
che la cugina attuasse la vendetta se non se la sentiva. Anche perché era lei
quella che si stava esponendo di più.
Kagome rispose rapidamente di
non preoccuparsi, con voce allegra. Riattaccò con la scusa di dover studiare.
Ma non riuscì affatto a
concentrarsi sullo studio. Si sentiva una morsa sullo stomaco. Aveva mentito a
Kikyo. Non sapeva se mettere o meno il rosario a Inuyasha. Ultimamente era così
cambiato, era così diverso. Però, lo era solo perché lei aveva fatto la
smorfiosa. Se non lo avesse fatto, lui sarebbe rimasto quello di sempre.
Continuò a tormentarsi fino
all’ora di cena, mentre si preparava per la festa e mentre ci andava insieme a
Sango. Ascoltò distrattamente l’amica mentre raccontava del regalo di Miroku e
di quanto era stato dolce, carino, gentile, e molti altri aggettivi che non
colse.
<< Ehi, Kagome, tu cosa
regali a Inuyasha? >> domandò poi Sango, per la seconda volta in quella
giornata. Kagome strinse impercettibilmente la borsetta contenente il rosario.
<< Nulla >>
rispose con tranquillità.
<< Nulla? >>
ripeté Sango perplessa << Come nulla? >>
<< Esatto. Tanto so che
lui non mi regalerà nulla, e non voglio metterlo in difficoltà. E poi non siamo
ancora così legati da poterci regalare qualcosa >> spiegò la ragazza.
Sango decise di lasciar perdere la discussione, cominciando ad elencare i
disastri che Kirara aveva fatto in casa solo il primo giorno: squarciato
cuscini, rotto vasi, morso e graffiato tavoli, e così via in una lunga lista.
Kagome rimase a pensare a
quello che aveva detto. Davvero non erano così legati? Sango non sapeva delle
notti di luna nuova, di come l’aveva abbracciata, del distributore…
La ragazza avvampò, e l’abito
giallo pastello fece risaltare il rosso del suo viso. Questo causò non poche
domande da parte di Sango. Kagome fece un sospiro di sollievo quando arrivarono
alla festa, perché la ragazza si dedicò totalmente a Miroku. Kagome sperava che
Miroku non facesse il cascamorto con qualcuna, o le sarebbe toccato consolare
Sango.
Il locale era tremendamente
affollato, e la ragazza cominciò a cercare Inuyasha con lo sguardo. Inutile
dire che fu lui a trovare lei.
<< Ho sentito il tuo
odore >> disse una voce alle sue spalle. Kagome non fece in tempo a
voltarsi che Koga saltò tra lei e l’hanyou, prendendogli le mani. O almeno
pensava che fossero le mani di Kagome. Perché Ayame, prontamente, si era
infilata tra lui e lei, e appena sentì la stretta di Koga lo prese per i polsi,
per nulla intenzionata a lasciarlo andare.
<< Sempai, vieni a
prendere il mio cioccolato? L’ho preparato apposta per te! >> esordì la
ragazza portandoselo via, verso una statua di cioccolato con un grosso
biglietto su cui era scritto “Per Koga♥”.
Kagome osservò la scena sconvolta,
prima di voltarsi verso Inuyasha, altrettanto sconvolto.
<< Ehm… ciao >>
lo salutò, arrossendo leggermente. Perché arrossiva? Stava per compiere l’atto
più crudele e infame della sua vita e arrossiva?
Inuyasha fece per rispondere,
quando Koga saltò nuovamente davanti a Kagome con una scatola di cioccolatini.
<< Oh Kagome, questi
sono per te >> esordì con gli occhi luccicanti, mentre Kagome sospirava
rassegnata. Inuyasha si mise in mezzo, squadrando Koga. Subito la folla attorno
si dileguò allontanandosi il più possibile.
<< Che cosa vuoi,
cucciolo pulcioso? >> ringhiò Koga minaccioso e infastidito.
<< Cosa vuoi tu? E’ un
tuo hobby saltare in mezzo a due persone che parlano? >> rispose l’altro
con un tono talmente scuro da spaventare perfino Kagome. Ma la ragazza si
riprese subito, e si infilò tra i due spostando Inuyasha, che, incredibilmente,
si fece spostare.
<< Non litigate anche
oggi! >> li sgridò rassegnata, prima di rivolgersi a Koga << Koga,
senti, grazie per il regalo, ma è meglio se lo regali ad Ayame no? Io non ho
del cioccolato per te, e sarebbe carino se tu la ricambiassi >>
<< Allora lo rifiuti?
>> disse lui con una faccia da lupo bastonato, che fece pena anche a
Kagome. Ma la pena svanì subito non appena Koga si concentrò su Inuyasha.
<< Se non ti fossi
messo in mezzo l’avrebbe preso >> ringhiò adirato, quando Ayame, con
molta tranquillità, gli sfilò il cioccolato di mano.
<< E’ per me? >>
disse allegra correndo via << Grazie sempai! >>
Koga, dapprima immobile,
cominciò a rincorrerla per tutto il locale, urlando che era per Kagome. Ma la
ragazza lupo lo mangiò fino all’ultimo cioccolatino, ignorandolo.
Inuyasha, sempre più
sconvolto dall’andamento della serata, si voltò verso Kagome, che nel frattempo
era sparita.
<< Ragazze, ma cosa
volete? >> si lamentò Kagome con Ayumi, Eri e Yuka.
<< Kagome, non ti
lamentare così! Non pensi che dovresti dargli una possibilità? >>
<< Ma a chi? >>
domandò esasperata, prima di venir spinta dalle tre nella folla, perdendole di
vista. Si voltò, e si accorse di essere finita davanti ad Hojo. Il ragazzo
sembrava sorpreso quanto lei.
<< Higurashi, ci sei
anche tu! >> esclamò allegro e sorridente. Kagome cercò di concentrarsi
su lui e sulla ricerca di Inuyasha contemporaneamente.
<< Sono contento che tu
sia venuta… >> cominciò il ragazzo arrossendo. Ma dove si è cacciato Inuyasha?
pensò lei, osservando la folla.
<< …perché vedi, io ho
pensate che sarebbe stato carino… >> continuò Hojo, sempre più rosso,
abbassando lo sguardo. Kagome si sentì tirare per il polso.
<<… regalarti del
cioccolato >> terminò porgendogli una scatola di cioccolatini. Si accorse
di avere davanti Eri, che lo guardava rassegnata.
<< Kagome se né andata
>> disse sospirando. Almeno poteva tenerla d’occhio mentre ci parlava!
<< Inuyasha, non mi
tirare! >> si lamentò Kagome, sedendosi su un piccolo divano. Inuyasha si
sedette accanto a lei con fare offeso. La ragazza si accorse che stavano in una
zona appartata del locale, male illuminata. Kikyo le lanciò un’occhiata da
lontano, e si mise a fare la guardia con fare disinteressato. Era il momento.
Kagome si sentì morire, e si voltò a guardare Inuyasha. Era decisamente offeso.
<< Che hai? >>
chiese lei per rompere il silenzio. Non voleva pensare a quello che stava per
fare.
<< E me lo chiedi? Se
non mi fossi messo in mezzo avresti accettato il regalo di Koga >> ringhiò
lui, ma mantenendo basso il tono di voce.
<< Se non lo avessi
fatto avreste litigato >> si giustificò la ragazza << e poi che ti
importa? Ormai ce l’ha Ayame >>
Lui sbuffò infastidito. Ci
mancava solo questa!
Kagome decise di utilizzare
il metodo dei sensi di colpa.
<< D'altronde, tu non
mi hai fatto nessun regalo, quindi con che diritto ti arrabbi? >> disse
con fare offeso. Fu molto più tagliente del dovuto. Inuyasha deglutì, ma
riprese subito il controllo.
<< Nemmeno tu >>
rispose, sicuro di aver centrato. Il sorrisino di Kagome gli fece capire che si
sbagliava. Allora, abbassando le orecchie, distolse lo sguardo.
<< E va bene, scusa!
>> disse in imbarazzo << Il fatto è che non sono bravo a fare i
regali >>
<< Non fa nulla, non
avrei dovuto rinfacciartelo. Non sono arrabbiata, davvero >>. Inuyasha
non era molto convinto. Kagome infilò la mano nella borsetta, alzando gli occhi
al cielo.
<< Su, chiudi gli occhi
>> ordinò, ma il ragazzo la guardò perplesso.
<< Perché? >>
chiese tra il curioso e l'infastidito.
<< E dai! >>
<< Dimmi il perchè!
>>
<< E va bene >>
disse lei alzandosi << vado a prendere il cioccolato di Koga >>
<< Tanto l'ha mangiato
Ayame >> commentò lui con tranquillità. Kagome rimase un attimo in
silenzio.
<< Allora vado a dare
il regalo a Koga >> decise voltandosi, ma lui si irriggidì e le prese il
polso.
<< Va bene >>
ringhiò chiudendo gli occhi. In quel momento, Kagome capì che era arrivata alla
scelta finale. E non aveva più tempo per scegliere.
Con un rapido gesto prese il
rosario e glielo mise al collo senza pensarci. Quando lui aprì gli occhi,
osservò il rosario perplesso.
<< Che cos'è? >>
chiese confuso. Kagome fece per rispondergli, ma richiuse la bocca.
"Stupido", doveva solo dirgli stupido. Quella parola rimaneva nella
sua mente, opprimente e pesante. Gli veniva voglia di urlare, di dire una
qualunque altra cosa, ma la prima parola che avrebbe detto avrebbe distrutto
tutto quello che c'era tra loro due.
Si alzò improvvisamente, e
corse via, lasciandolo di sasso. Sgomitò fra la folla fino all'uscita, e corse
verso casa senza pensarci. Non dovevano parlarsi finché Inuyasha non si fosse
tolto il rosario.
Il ragazzo cercò di seguirla,
ma la perse tra la folla. Lì il suo profumo era confuso, e non si accorse che
era uscita dal locale. Quando se ne accorse, capì che era già lontana. Avrebbe
potuto seguirla, ma in quel momento si sentiva troppo confuso per farlo. Che
cosa le era preso così, d'improvviso?