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Autore: Fenrir_23    05/09/2013    4 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                                                     IL LADRO DI SNACKS


                            

Mat osservò il cugino che camminava di fianco a lui ripensando a ciò che era accaduto quella stessa mattinata.

Lui e Maky stavano per mettersi in marcia verso Cerulean City quando, alle porte della città, erano stati raggiunti da un trafelato Leon che si portava in spalla uno zaino da viaggio di colore rosso.
“Mat, aspetta!”
I due ragazzi si erano voltati, incuriositi.
Il capo palestra aveva atteso di riprendere fiato, per spiegarsi.
“Ti va di viaggiare insieme, cugino?” Aveva detto, passandosi una mano fra i capelli col suo solito fare un po’ vanitoso.
Mat l’aveva squadrato dubbioso e un po’ incredulo.
“Non vuoi rimanere alla palestra?” Gli aveva domandato, sincero.”Chi si occuperà degli spettacoli e degli incontri?”
Leon si era fatto sfuggire un mezzo sorriso.
“Per gli spettacoli ci sono sempre le mie cugine … e per quanto riguarda la palestra, non sono l’unico ad essere un buon allenatore in famiglia.”
Maky l’aveva guardato con un sopracciglio alzato.
“E cosa ti porta a volerci seguire?”
“Voglio cercare la mia strada. Sono sicuro che un grande avvenire mi aspetta e quella palestra stava iniziando a farmi sentire imprigionato.”
Mat aveva messo il broncio, fingendosi indispettito. In verità voleva bene a Leon e quella notizia gli faceva piacere.
“Beh … vieni se vuoi. Ma vedi di stare al passo.”                     
Il ragazzo più grande aveva risposto con una provocazione.
“Forse sei tu che devi stare al mio passo … Mat.”
 
 
 
Così ora si trovavano a camminare in tre verso la strada che portava al sottopassaggio, costruito recentemente, per Vermilion City.
Decisero che era una buona idea fermarsi per una pausa, dato che camminavano già da parecchie ore e scelsero una vasta pianura verde, all’ombra di un grande albero. Il caldo estivo si faceva sentire.
I ragazzi chiamarono i loro Pokémon fuori dalle sfere decisi a godersi quella pausa.
Mat posizionò subito all’ombra la piccola piscina gonfiabile che si portava sempre dietro per Magikarp, per dare occasione al Pokémon di prendere un po’ d’aria, poi uscirono dalle Pokéball gli altri e si mise ad osservare con curiosità il modo in cui si rapportavano fra di loro.
Charamander era di buon carattere e andava d’accordo più o meno con tutti, anche se pendeva palesemente dalle labbra di Houndoom, per cui nutriva una profonda ammirazione. Magikarp non era molto socievole, forse anche a causa della sua scarsa intelligenza e sembrava invece adorare alla follia il suo allenatore.
Pidgeotto era palesemente attratto in qualche modo da Fearow e non in senso romantico. Si ricordava ancora dell’aggressione subita quando era solo un Pidgey, ma non poteva fare a meno di stargli vicino. Dal canto suo, il grosso Pokémon di tipo volante, accettava la cosa con una certa noncuranza, non considerando minimamente il povero Pidgeotto al suo livello.
Poi c’era Larvitar, di animo solitario, che però sembrava aver fatto amicizia con Charmander.
La femmina di Pikachu catturata da Mat invece non conosceva la timidezza. Era invadente verso gli altri Pokémon, combattiva e tremendamente dispettosa. Sembrava divertirsi un sacco a fare i dispetti, in particolare ad Onix che però sembrava avere una pazienza infinita – insieme allo Squirtle di Leon, l’unico Pokémon che lui aveva deciso di portarsi dietro.
L’Eevee di Maky invece ancora non ne voleva sapere di sbloccarsi, se ne stava appollaiata sotto l’albero respingendo ogni tipo di avvicinamento da parte degli altri e non dava la minima fiducia alla sua allenatrice.
“è ancora presto.” Commentò la ragazza, osservando il Pokémon, mentre addentava un boccone dell’ottimo pranzo al sacco preparato da Mat; era un bravo cuoco.
 
 
 
 
 
Tre tizi in moto che da lontano sembravano avere un’aria minacciosa, si avvicinarono al gruppetto stordendo tutti col il rombo dei motori dei loro mezzi. Si fermarono con una sgommata; erano due uomini e una donna vestiti di pelle. Quello che doveva essere il Leader, un uomo alto e dalla notevole muscolatura, con la testa rasata ed il tatuaggio di un Arbok disegnato sul collo, si presentò ai tre ragazzi, con un sorriso sghembo sulle labbra.
“Hey bimbi.” Disse con voce possente, mentre la donna del gruppo, magrissima e dai capelli tinti di un fucsia acceso, e l’altro ragazzo,  con una cresta verde sul capo alta diversi centimetri, si avvicinavano a lui.
“Se siete allenatori di Pokémon vi sfidiamo ad una lotta.”
Mat li guardò con aria sospettosa.
“Sarà una lotta tre contro tre, ognuno con un Pokémon a testa.” Disse il Motociclista. “Sempre che non abbiate paura di perdere.”
Maky si alzò facendo qualche passo avanti.
“Venite da Unima?” Chiese.
Il centauro sorrise compiaciuto.”Vedo che la ragazza ha viaggiato molto! Ma comunque non siamo di quella regione, anche se ci siamo stati.”
“Di solito gli allenatori che propongono lotte in triplo provengono da lì.” Si spiegò lei, facendosi avanti.
Leon si alzò in piedi di scatto, in volto stampato uno dei suoi soliti sorrisetti di superiorità.
Anche Matthew non aveva la minima intenzione di tirarsi indietro.
“Accettiamo la sfida.” Disse, a nome di tutti.
“Bene allora non perdiamo tempo!” Esclamò il Motociclista. “Forza ragazzi!”
“Fearow, Mankey, Vulpix, andate!”
Fu Maky a fare la prima scelta, facendo comprendere chiaramente agli altri due quale strategia voleva seguire. Leon mandò ovviamente in campo il suo unico Pokémon, mentre Mat ebbe bisogno di un po’ prima di fare la sua scelta e capire se aveva compreso il messaggio implicito di Maky.
“Vai, Lar-“
“Pika!”
Prima che potesse finire di parlare, il suo Pokémon di tipo elettrico era già entrato in campo, impaziente di battersi.
“Eh, non dicevo a te …” Protestò Mat. Pikachu fece capire che non aveva la minima intenzione di perdersi quella sfida e il ragazzino alla fine si rassegnò.
“Eh va bene …”
Vulpix e Mankey erano saliti sulla groppa del Fearow nemico, così Pikachu e Squirtle fecero lo stesso. Si prospettava un emozionante incontro aereo.
“Vai con l’attacco rapido, Fearow!” ordinarono i nemici.
“Anche tu attacco rapido!” Rispose prontamente Maky. I pokémon di Leon e Mat facevano fatica a restare sulla schiena di Fearow a quella velocità, mentre gli avversari erano chiaramente abituati a quel tipo di battaglie.
“Vulpix, turbo fuoco!”
Le fiammate del PoKèmon si propagavano velocemente nel cielo, mentre i due Fearow continuavano a muoversi alla massima velocità.
“Squirtle, rispondi con un getto d’acqua!”
Pikachu, sentendosi messa da parte, decise di fare di testa sua. Con un colpo della coda a molla si scagliò verso il cielo, lanciandosi in un impressionante superfulmine che, incredibilmente, colpì in pieno i Pokémon nemici.
“Hey Pikachu … gran bella mossa, ma dovevi aspettare il mio ordine!”
Il Pokémon non sembrò prestare particolare attenzione al rimprovero dell’allenatore, così Mat finì per indispettirsi.
“Pikachu!”
“Pika pika!”
Lei rispose con una smorfia, mentre atterrava sulla schiena del fearow di Maky.
“Ha una voglia pazzesca di combattere” Esclamò la ragazza, divertita dalla scena.”Penso che se trovassimo una tuono pietra, per Pikachu potrebbe già essere il momento di evolversi.”
Mat restò ad osservare gli avversari a bocca semiaperta, quando un urlo improvviso distolse la sua attenzione.
Era il richiamo di Pidgeotto, che stava segnalando la presenza di qualcosa.
Mat aguzzò la vista e notò che un piccolo Pokémon di colore Beige, dalle zampe e dalla punta della coda più scure, stava scappando trascinandosi dietro alcune delle sue provviste.
“Prendilo, Pidgeotto!”
Prima che il Pokémon di tipo volante potesse raggiungerlo, quello era già sparito nel folto degli alberi.
“Scusate, devo scappare!” Disse Mat agli altri allenatori.”Continua tu, Pikachu.”
Leon si fece scappare un gesto di disapprovazione, portandosi una mano alla fronte. Solo a suo cugino poteva venire l’idea di dire a un Pokémon di procedere da solo con la sfida.
Matthew si lanciò in una corsa sfrenata. Non aveva visto bene, ma era quasi sicuro che quel Meowth avesse rubato proprio una busta dei suoi gustosi skack energetici per Pokémon e voleva assolutamente riprenderli, dato che li aveva pagati un capitale. S’inoltrò nel bosco, seguito da Charmander. Il terreno era fresco a causa della pioggia del giorno prima e non gli fu difficile distinguere le piccole impronte del Pokémon sulla terra fresca. Camminò per diversi minuti, arrivando ad una radura nel cuore del bosco.
Il ladro di snack aveva aperto la busta e si stava abbuffando a più non posso, come se non mangiasse da tempo. Mat notò che il Pokémon era molto magro.
“Hey!” Esclamò, mentre Charmander sbarrava la strada al Meowth impedendogli la fuga.
“Quelli sono miei, dammeli.”
Il povero Pokémon rizzò i peli della schiena e della coda, per nulla intenzionato a lasciare il suo bottino. Si mise in posizione d’attacco, pronto a combattere, ma era evidente che non aveva energie a sufficienza.
Mat cercò di fargli capire che non aveva intenzioni ostili.
“Sei solo molto affamato, vero?”
Domandò, avvicinandosi cautamente.
“Senti, hai qualche posto dove andare?” Provò a chiedere il ragazzino, accennando un sorriso.
“Io sono un allenatore di Pokémon …” Continuò ad avvicinarsi, ora Meowth sembrava indeciso.
“Se mi seguirai potrai mangiare regolarmente, in cambio ti chiedo solo di combattere per me.”
Il Pokémon fissò negli occhi Mat, sondandolo attentamente. La moneta sulla sua fronte brillò, colpita da un raggio di sole che penetrava attraverso gli alberi.
 
 
 
 
 
Lo scontro tra i motociclisti e Leon, Maky e Mat era andato avanti anche senza quest’ultimo, concludendosi con la vittoria di Fearow, Squirtle e Pikachu.
I due ragazzi erano così tornati a rilassarsi all’ombra del grosso albero che si stagliava in mezzo alla vallata, mandando Pidgeotto e Fearow alla ricerca del loro compagno.
“G’iottòòòò.”
Un richiamo del Pokémon di tipo volante di Mat li fece voltare verso il bosco vicino.
Il ragazzo stava tornando da loro accompagnato da un Charmander e da un Pokémon sconosciuto: un Meowth che gli trotterellava accanto con aria sorniona.
“Hey, ragazzi, date il benvenuto ad un nostro nuovo amico!”
Leon guardò Mat con aria interrogativa, mentre quest’ultimo frugava nel suo zaino e metteva un po’ di cibo per Pokémon in una ciotola. Il Meowth emise un leggero miagolio e si fiondò sul cibo con gusto, senza fare troppi complimenti, non dando peso agli sguardi indagatori degli altri Pokémon.
“L’hai catturato?”
Domandò il capo palestra dai capelli rossi.
Mat si grattò la testa, imbarazzato.
“Non proprio … si è unito spontaneamente.”
Maky indicò la ciotola di cibo.
“E capisco il motivo!” Disse, con un mezzo sorriso stampato in faccia.
“Beh … sicuramente è anche perché gli piaccio.” Provò a risponderle Mat.
Leon alzò un sopracciglio, passandosi una mano fra i capelli.
“è palese che gli importi solo del cibo, caro il mio cugino.”
Mat lo guardò imbronciato, tornando ad osservare il suo nuovo Pokémon. Poco importava per quale ragione si fosse unito a loro, ora era uno del gruppo e lui era sicuro che presto sarebbero diventati ottimi amici.
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo di transizione necessario per aggiungere un nuovo elemento alla squadra di Mat.
Non ho molto da aggiungere, se non che mi è dispiaciuto vedere che nessuno si è preso la briga di recensire l’ultimo capitolo (a parte il solito lettore fedele che mi ha addirittura scritto tramite messaggio privato) che ho postato nonostante le visualizzazioni siano state una cinquantina … boh.                        
   
 
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