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Autore: SaraShawol1994    05/09/2013    4 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 10: Mughetto.

Mi trovavo in uno spazio incontaminato ed infinito, tutto bianco.
Sentii una voce maschile, calda e profonda chiamarmi. Cercai di seguirla come meglio potevo, sapevo di chi era! Dovevo ascoltarla.

Svanì improvvisamente e cadde il silenzio.
Allo stesso tempo però, sentii un dolce profumo che mi fece venire una certa nostalgia. Cos'era questa strana sensazione che sentivo? Quello strano rumore di sottofondo? 
Una volta iniziato ad udire un ticchettio acuto ed irritante, oltre a delle vibrazioni fastidiosissime, divenne tutto nero.
I miei polmoni si riempirono di aria più del dovuto. Aprii gli occhi di colpo, disorientato. Tutto quell'ossigeno in corpo mi aveva intimorito per qualche attimo, tanto da svegliarmi.

Dove cavolo ero finito?

La mia vista era ancora annebbiata ma riuscivo a vedere i muri della camera, color crema. Era una stanza piccola quella in cui mi trovavo. Ma era spaziosa. Ero sdraiato su un letto davvero strano. Sembrava una branda, una barella... o qualcosa del genere. Che cavolo ci facevo in un posto del genere?
Volevo andare alla finestra, per controllare in quale edificio fossi capitato.

Mi alzai bruscamente ed ebbi un capogiro. Forte. Mi sdraiai nuovamente. Mi toccai la testa d'istinto e notai una benda resistente ad avvolgermi la testa. I capelli erano appoggiati sulla garza, perfettamente in ordine.

Mi sollevai nuovamente, con meno foga e riuscii a tirarmi su completamente.
Alle braccia avevo degli strani aggeggi attaccati.

Mi guardai un po' attorno, ora che la mia vista era tornata abbastanza normale - vedevo più nitido -, notai che il ticchettio che sentivo in precedenza, era uno di quegli strumenti da ospedale che indicano i segni vitali di una persona. Quindi... ero in un ospedale? Per quale motivo? Non mi sembrava di stare male.

Scesi dal lettino, staccando i fili che avevo ai polsi e alle braccia, dirigendomi verso la finestra.

Le tende color verde acqua mi facevano uno strano effetto. Non so... mi portavano uno strano senso di nostalgia, angoscia.
Mi sporsi un poco per osservare fuori dalla finestra. Ero al secondo piano probabilmente.

Notai due ragazzi seduti su una panchina, quasi sotto ad un albero. Probabilmente cercavano un po' d'ombra dal sole che scaldava l'ambiente esageratamente. Ero troppo lontano per capire cosa stessero facendo.
Uno di loro stava seduto sulla panchina, con lo sguardo basso, il viso tra le mani e l'altro individuo che lo consolava, credo. Cosa gli sarà successo? Se sono davvero in un ospedale, è possibile che sia morta una persona a lui cara.

Continuai ad osservare per qualche minuto, giusto per curiosità. Non riuscivo a distinguere bene quello che stavano facendo, la mia vista era ancora un po' distorta. Vidi probabilmente altre tre persone avvicinarsi. Il ragazzo che prima piangeva, si alzò di colpo, abbracciando uno di loro, continuando a piangere. Poverino, doveva essere davvero in lutto. Mi sentivo male io per lui.

La mia espressione diventò sofferente, triste. Mi staccai dalla finestra. Non potevo continuare ad osservare quella scena, non era giusto. E poi, iniziavo a sentirmi strano. Forse ero sensibile ai dispiaceri altrui...

Camminai per la stanza, curiosando un po' dappertutto. Vidi dei bellissimi fiori bianchi appoggiati su un tavolino, con una poltroncina al fianco. Erano piccoli e davvero molto profumati. A forma di campanellino. Era questo che mi aveva svegliato poco fa? Il profumo intenso di questi fiori era però davvero piacevole. Mi dava un senso di calore. Cos'erano? Bè, non era così importante, no?

 

Passai un po' di tempo ad ammirare quei piccoli fiori ed a pensare come si potessero chiamare, ma non mi veniva assolutamente in mente il loro nome.

Mi arresi. Era più importante sapere il perché ero in quel posto. Cavolo, non sapevo perché mi trovavo in ospedale, era normale voler sapere, no?
Mi diressi verso la porta. Feci per aprire quando mi si aprì addosso. Caddi a terra. Ebbi un deja vu.
Alzai gli occhi, intontito e confuso, sentii un nuovo forte odore di quei fiori. Venni tirato su.

Ero frastornato e la testa mi aveva iniziato a fare incredibilmente male, tanto da non riuscire a vedere bene il volto della persona che mi aveva appena abbracciato con forza.

 


 

POV Jonghyun


“Signori, il paziente si è stabilizzato, lo abbiamo spostato in una camera singola. Potete andare a trovarlo quando volete. Non si è ancora ripreso, ma è fuori pericolo.” disse l'infermiera che ci si era presentata davanti, cordiale. “Stanza 231”

Non ebbi la forza di chiedere, rispondere o semplicemente dire niente. Ero davvero turbato. Guardai i miei compagni sconsolato. Era fuori pericolo sul serio? Potevo stare tranquillo?

Minho si avvicinò a me e mi abbracciò. Rimasi sbigottito. Mi strinse forte. “Dio, ero preoccupato da morire, non oso immaginare come ti possa essere sentito tu, Hyung!”. Lo abbracciai anch'io. Grazie amico mio.

“Sono più di sei ore che aspettiamo!! La diagnosi?” chiese il leader.

“Parto con il dire che la causa principale dello svenimento del paziente è: per un forte trauma cranico.” mi girai di scatto verso il maknae. Come a fulminarlo. Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime.

“...ma non è l'unica cosa. Abbiamo fatto un esame tossicologico, dato che aveva sintomi strani oltre a quello già descrittovi, ed abbiamo scoperto un sovradosaggio di farmaci presenti nel suo corpo. Abbiamo dovuto intubarlo per potergli fare una lavanda gastrica, per pulirgli lo stomaco. Ci sono volute tante ore a causa del quantitativo di medicinale, oltre al fatto che le sue funzioni vitali non si stabilizzavano. A quanto pare ne faceva un uso improprio da diverso tempo. È davvero una fortuna che sia ancora vivo nonostante tutto.”

Guardavo la donna, perplesso. Non sapevo più a cosa pensare.

“Ed oltretutto, c'erano diversi tipi di psicofarmaci... ed alcool.”

Corsi via.
Come una furia mi diressi verso la sua camera. 231 ha detto? Corsi più veloce che potevo. Salii delle scale ed una volta trovata la porta, bussai.

Aprii lentamente e vidi un dottore che si stava avvicinando a me.

“Buonasera. Sei qui per vedere il paziente Kim?” disse un uomo alto con il camice bianco, facendo un leggero inchino.

“S-si...” mi piegai anch'io, per rispetto.

“Sei un suo familiare?”

“Più o meno.”

“Abbiamo sistemato i documenti, quindi possono venirlo a trovare anche gli amici, ora.”

“Non sono un suo amico.”

“Non sei nemmeno un familiare però...” fece una pausa “oh... sei il suo ragazzo?” sorrise.

“Più o meno...”

“Tutto più o meno? Dai, entra pure.” disse facendomi segno di avanzare e chiudere la porta. “Ti hanno già spiegato cosa gli è successo?”

“In un certo senso...”

“Se hai bisogno, chiedimi pure, rimarrò qui ad osservarlo ancora per un po'. Poi farò in modo che ci sia un'infermiera sempre disponibile.”

“Posso restare qui finché non si sveglia?” chiesi, disperato.

“Non potrei permettertelo... ma... il tuo viso da cucciolo mi ha convinto.” mi fece l'occhiolino. “Se le infermiere ti fanno storie, vieni a dirmelo.”

“La ringrazio dottore!!!!” mi inchinai a più di novanta gradi, in segno di profonda gratitudine.

 

Mi voltai verso Kibum. Non avevo ancora voluto guardarlo. Non ero ancora pronto. Bè, dovevo però.

Mi avvicinai al lettino su cui stava riposando, con calma, incerto. Aveva cavi e tubi attaccati ovunque. Il macchinario alle sue spalle indicava che stava bene. Tirai un sospiro di sollievo. Il peggio era passato?
Presi una sedia e mi sedetti a fianco al lettino. Presi la sua mano. Era calda. La strinsi forte, sussurrando il suo nome diverse volte. “Kibum... ti prego Kibum, se mi senti, fammelo capire in qualche modo!”

Strinse di pochissimo la mia mano, era impercettibile, ma io me ne accorsi. Non stavo sognando, non ero pazzo! Mi stava stringendo la mano!! NE SONO SICURO!

 

Rimasi accanto a lui per un tempo che mi parve infinito. Baciai la sua mano diverse volte, per poi cadere tra le braccia di Morfeo, accanto a Bummie. Ero stanco, tutto il caos e la tensione si stavano facendo sentire. Ora potevo stare tranquillo, per un po', dovevo spegnere il cervello.

“Jonghyun...” pronunciò il mio nome sottovoce il leader, bussando alla porta. Mi ero addormentato profondamente e quel rumore improvviso mi aveva fatto sussultare. Quando vidi il volto di Kibum sereno, sospirai. Ero più tranquillo anche io.

“Hyung, ragazzi...” dissi euforico, voltandomi nella loro direzione “...mi ha stretto la mano prima!!”

“Jonghyun, andiamo a prendere un po' d'aria? Sono tante ore che sei qui, giusto un paio di minuti e poi torniamo da lui, ok?” chiese Jinki-hyung.

Non volevo, ma sapevo che era giusto. “Non vorrei... ma ok... poco però... per favore...”. Mi allontanai da Kibummie, lasciai la sua mano.

Taemin gli si avvicinò e si mise al mio posto. Minho lo affiancò. Jinki diede un bacio sulla fronte del biondo. “Andrà tutto bene.” disse - accarezzandogli una guancia -, parlando sia con Kibum che con noi tre. Anche se forse, parlava più a se stesso. Era il leader, il punto di riferimento... e voleva essere forte anche per tutti noi.
Mi appoggiò la mano sulla spalla e mi accompagnò fuori.
Uscimmo in cortile.

 

Feci un respiro profondo. Aria. Aria fresca, non aria d'ospedale. Sapere che Kibum non poteva uscire e respirare profondamente come avevo appena fatto io, mi faceva star male. L'ospedale puzzava di ospedale... [n.d.a. No ma dai?!]
Volevo fare qualcosa per fargli sentire la mia presenza.

Corsi al banco dei fiori davanti al cancello dell'uscita.

“Salve!” sorrisi, facendo un cenno con la mano per salutare.

“Ciao ragazzo..” salutò cordiale il fioraio di circa quarant'anni. Era un tipo tozzo, un po' basso. Sembrava più un macellaio dall'aspetto.

“Vorrei del mughetto!”

“Per la tua fidanzata? È ricoverata qui?”

“Ragazzo... si, è ricoverato qui.”

“Come mai del mughetto? È raro che me lo chiedano... vogliono tutti calle, rose, crisantemi o tulipani...”

“E' il fiore preferito da questo ragazzo...”

“Scelta strana per un ragazzo...”

“Ha un significato per noi due.”

“Oh, capisco.”

“Siamo idol e gli regalai un fiore di mughetto il giorno di un'esibizione importante... era il nostro debutto.”

“Il mughetto è un portafortuna.”

“Appunto...” sorrisi.

Sorrise anche lui. “Bene, ho capito. Lascia fare a me! Ti darò il più bel mazzo di mughetto di questo chiosco!”

 

Tornai da Onew con il mazzo di fiori facendoglieli vedere. Erano davvero belli ed il loro profumo era davvero piacevole, mi faceva riaffiorare ricordi felici. Lo consegnai ad una infermiera, che si premurò di portarli personalmente nella stanza 231.

 

Mi sedetti al fianco del mio hyung. Sospirai.

“Tutto bene Jonghyun?”
Iniziarono a lacrimarmi gli occhi. “N-non proprio.” risposi, singhiozzando.

Mi abbracciò. “Va tutto bene.” mi rassicurò un poco.
Piansi tanto. Piansi finché non vidi in lontananza Taemin e Minho, accompagnati dal manager.
Mi alzai.
Taemin mi raggiunse, mi si piazzò davanti e mi buttai su di lui piangendo.
Mi strinse a sua volta.

“Scusami Minnie! Non avrei voluto reagire male!! Davvero! Ero troppo preoccupato.... e lo sono ancora!”

Mi tranquillizzò massaggiandomi delicatamente la schiena. “Hyung, va tutto bene. Non sono arrabbiato, ci ero solo rimasto male... ma capivo il come ti sentissi. Scusami tu.”
Lo guardai. “Perché?”

“Non vi ho detto che Key-omma si era fatto male prima di andare allo show.”

Lo guardammo tutti ad occhi sgranati. “C-come?”

“Scusate... l'ho trovato svenuto in bagno, volevo chiamare Jonghyun-hyung ma la omma mi ha supplicato di non dirlo a nessuno appena si è ripreso!” iniziò a singhiozzare. “Lo sapevo che me ne sarei pentito!!”

Lo strinsi più forte. “Non importa! Non è colpa tua, non avvilirti così.” continuai a piangere in silenzio. Taemin tremava tra le mie braccia.
Minho e Onew si unirono a noi. Un abbraccio di gruppo. Di questo avevo bisogno in questo momento.
Persino quella rana di Minho aveva i lacrimoni su quei grossi occhi a palla che si ritrovava.

 

Guardai verso la finestra di Kibum, al secondo piano - per puro caso -, da qui si riusciva a vedere.
Vidi un'ombra. Qualcuno si era sporto dalla finestra.

Kibum!!

Mi scollai i miei compagni di torno e corsi via.

“JONGHYUN! CHE SUCCEDE?!”

“KIBUM! KIBUM SI E' RIPRESO, L'HO VISTO ALLA FINESTRA!!”

“Jonghyun...” pronunciò il leader. “...seguiamolo ragazzi.” invitò tutti gli altri a seguirlo.

 

 

Aprii la porta velocemente. Ebbi un deja vu.
Kibum a terra. Oddio, avevamo aperto la porta nello stesso istante, di nuovo.

“KIBUM!!” urlai. Lo aiutai a tirarsi su e lo abbracciai. Lo strinsi il più forte possibile a me. Mi guardava confuso, probabilmente non capiva dove si trovasse, era intontito dal lungo sonno, sicuramente. “Kibum! Come ti senti?!” chiesi euforico.

 

Ci fu una breve pausa. Una pausa che mi mandò in ansia. Una pausa che mi fece crollare il mondo addosso.

“Scusa........ ma tu chi sei?”

 





































 

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Ciao!! *-* come state? Wow, eccoci alla fine del decimo capitolo *stappa champagne*
Dio, sono in ansia ora! *-* sono emozionatissima per il traguardo raggiunto! E mi seguite in tante!!! ç\\\ç grazie di cuore per il supporto!!
Questo capitolo spero vi abbia incuriosito!
Pensavo di non superare i dieci capitoli ma essendo che ora scrivo un capitolo e lo pubblico, sembra che le idee mi piombino in testa velocemente... quindi andrà avanti ancora per un po' ;) spero vi continui a piacere.

Grazie a chi inserisce in seguite o preferiti la storia!

Ci si vede nel capitolo undici.
Un bacione grande grande.
Sara.

   
 
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