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Autore: Hazza_June    05/09/2013    1 recensioni
Una ragazza,
Due amiche, un migliore amico,
Milioni di emozioni,
Nuove amicizie,
Cento casini
E molto probabilmente un VERO AMORE...
TRAILER FF: http://www.youtube.com/watch?v=_Hzxl9PZd-Y
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I: pronto? C’è nessuno?
 
Tenevo le dita della mano sinistra premute sull’orecchio, come per cercare di eliminare qualsiasi suono che potesse impedirmi di capire chi ci fosse dall’altra parte del telefono, mentre con l’altra mano tenevo il mio cellulare.
Sentii poi una voce singhiozzare un flebile “ciao”. Avevo già sentito quella voce, anche se non potei giurare di essere sicura a chi appartenesse.
 
I: Eleonor, sei tu?- quella voce era scomparsa, sentivo solo dei singhiozzi, e il rumore che una persona fa quando si soffia il naso.
E: sì... - poi quella voce era ritornata, sempre sussurrante.
I: perché stai piangendo?- uscii fuori nel portico di quella casa, poiché sentivo l’attenzione di tutti i presenti in salone su di me.
 
La risposta non arrivo subito, la mia coinquilina tirò su col naso, emettendo poi un sonoro sospiro.
 
E: lo so che non ci conosciamo bene, ma potresti tornare al college? Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno…- di tanto in tanto faceva una pausa per prendere un respiro, ancora scossa dai singhiozzi.
 
Rimasi un po’ scioccata da quella sua risposta: le uniche parole che ci eravamo dette fino a quel momento erano: “ciao io sono Dianna\Eleonor”. Di sicuro non mi spettavo che chiedesse proprio di me per confidarsi proprio con qualcuno. 
 
I: oh, uhm certo! Tra cinque minuti sono da te!- sorrisi, e poi attaccai la chiamata, tornando all’interno.
 
Sospirai, guardai Niall che sembrava preoccupato, ma cercai di tranquillizzarlo con un mio sorriso. Era sempre stato un ragazzo dolce e premuroso, nonostante siano passati diversi anni, potevo certamente confermare che non era del tutto cambiato: sotto quella nuova capigliatura, quel sorriso smagliante, quei vestiti nuovi, dietro quei Ray-Ban neri, c’era sempre il piccolo Niall, dai capelli più lunghi, leggermente scompigliati, che portava principalmente jeans larghi e maglietta, che non andava mai in giro senza la sua chitarra, che non smetteva mai di abbracciare nessuno, ma in particolar modo: che non smetteva mai di fare il coglione.
 
N: che è successo?- domandò preoccupato, alzandosi dal divano e venendomi incontro, posandomi una mano sulla spalla.
I: niente, non preoccuparti... - sorrisi debolmente, devo ammettere che ero un po’ agitata: non avrei saputo come comportarmi - mi faresti un favore?- domandai.
N: certo- sorrise, facendo vedere tutti i suoi denti ormai perfetti.
I: Mi riporteresti al college dove alloggio ora?- chiesi indicando spontaneamente la porta.
N: va bene, aspetta un secondo che prendo le chiavi della macchina!- andò verso l’attaccapanni, posto all’ingresso dove iniziò a cercare la sua giacca in mezzo a tante altre.
 
Salutai tutti i ragazzi, con una stretta di mano, promettendogli che ci saremmo rincontrati.  Niall mi raggiunse, e insieme uscimmo da quella magnifica villa, salendo nella macchina, posta proprio nell’aria di quella casa, riservata al parcheggio.
 
I: grazie Niall!- lo ringrazia, una volta messa la cintura di sicurezza.
N: niente…- sorrise, mentre iniziava a fare retromarcia, guardando nello specchietto retrovisore- però devi dirmi come ci si arriva!- rise - sai, ci sono molti  dormitori nella città- disse con ironia, come per prendermi in giro.
I: sai, sono arrivata a Londra solo oggi, non conosco il modo in cui ci si arriva da qui!- dissi nel suo stesso tono, e ciò lo fece ridere.
 
Eravamo sempre stati così, sin da piccoli. Continuavamo a rimbeccarci l’un l’altro, fingendo di essere seri, ma ridevamo - entrambi - sotto i baffi.
 
Poi mi venne un’illuminazione, mi girai con gli occhi spalancati verso Niall, con un sorriso soddisfatto sul volto, il dito indice puntato verso l’alto, all’altezza del mio viso, Niall aveva le sopracciglia corrugate, teneva le mani strette sul volante mentre continuava a guardare a destra e a sinistra, mettendosi sulla strada.
 
I: ma certo, La cartina!- iniziai a rovistare nella borsa, per poi tirare fuori un piccolo rettangolo di carta.
 
L’aprii occupando metà del cruscotto della macchina.
 
I: bene, noi siamo qui.- puntai il dito su una via.- dobbiamo solo…
N: prendere il navigatore.- mi interruppe il biondo, prendendo un piccolo computer, gettandolo poi sulle mie gambe,  mentre una debole risata uscì dalle sue labbra.
 
Io tenevo ancora la cartina in mano, mi girai furiosa verso di lui.
 
I: tu mi hai fatto aprire questa cartina enorme, per nulla?- sbottai, provocandogli una risata, che poi uscì anche a me.
 
 
 
N: ecco, il navigatore satellitare dice che siamo arrivati.- sorrise, accostando la macchina alla strada.
 
Guardai a destra, scorgendo dietro la sagoma di Niall, un imponente edificio grigio.
 
I: ebbene sì, siamo arrivati- risi - dopo tutti quegli sforzi per impostare il navigatore, siamo arrivati… grazie biondino.
N: non mi chiamare così.
 
Risi sonoramente. Sganciai la cintura, e lo abbracciai. Quanto mi erano mancati i suoi abbracci.
Poi scesi dalla macchina scoccandogli un bacione sulla guancia ma quando misi la mano sulla maniglia della portiera, Niall mi bloccò il braccio, facendomi girare cautamente verso di lui.
 
N: Aspetta tu mi devi un’uscita per prendere qualcosa!- mi puntò il dito contro.
I: ah sì è vero, me ne ero dimenticata- scossi la testa.
N: mi ridai il tuo numero di cellulare, così ci accordiamo per uno di questi giorni.
I: certo!- mi guardai attorno in ceca di una penna, che non trovai, così cercai nella borsa ed estrassi una matita per gli occhi verde. Afferrai il suo braccio e, nonostante lui mi stesse porgendo un bigliettino di carta, cercando di divincolarsi dalla mia stretta,  scrissi il mio numero.
 
N: ma per quale razza di motivo non hai accettato il foglietto?- quasi urlò.
I: mi sembrava poco originale- sorrisi, mentre lui continuava a scuotere delicatamente la testa, da destra a sinistra.
 
N: sempre la solita…- commentò.
I: ci vediamo biondino- gli scompigliai i capelli e uscii, di sottofondo si sentivano le sue lamentele.
 
Corsi verso i dormitori e alla mia stanza dove c’era Eleonor.
Bussai e dopo pochi secondi la porta si spalancò, mettendo in mostra la mia coinquilina, con gli occhi rossi e lucidi, un fazzoletto in mano, addosso la vestaglia rosa con dei cuori blu.
 
I: Eleonor, che è successo?- domandai, chiudendo la porta alle mie spalle.
 
Tutte le mie cose erano sparse sul pavimento, proprio come lo avevo lasciato, il letto di Eleonor era pieno di fazzoletti spiegazzati. Corse verso il suo letto, ci si buttò sopra, la faccia immersa nel cuscino mentre non smetteva di piangere.
Mi sedetti accanto a lei- dopo aver scansato qualche fazzoletto umido-, posandole una mano sulle spalle. Poco dopo si alzò lentamente.
 
E: posso abbracciarti?- domandò mentre le lacrime continuavano a rigare il suo volto.
I: certo!- non ci pensai due volte e avvolsi tra le mie esili braccia la bionda di fronte a me,  sentendo la sua cassa toracica contrarsi regolarmente per via dei singhiozzi, il suo respiro che si spezzava in gola ogni volta mi rendeva triste. Odio vedere le persone piangere.
 
I: raccontami tutto… - dissi una volta sciolto il nostro abbraccio, mentre le accarezzai un braccio per confortarla.
E: hai presente il mio ragazzo, c’è il mio ex ragazzo, che doveva venire oggi?
I: non si è presentato sto bastardo?- sbottai.
E: magari, sarebbe stato meglio…- si asciugò una lacrima col fazzoletto.
I: che è successo allora?- la incoraggiai.
E: ecco, ehm... noi…- le sue guance erano sempre state rosse da quando aveva pianto, ma in quel momento erano bordò.
I: noi…?
E: stavamo per…ehm… beh… dimmi che hai capito!- mi implorò.
I: no… - dissi sincera, poi capii.- aspetta… sì ho capito- risi per la mia stupidità.
E: beh, mi stava baciando e poi a un certo punto mi ha chiamato Carly…- disse in preda da una crisi di pianto.
I: e chi cazzo sarebbe Carly?!- alzai un sopracciglio per la confusione.
E: mi ha raccontato che mi… - sospirò, cercando di riprendere la calme- ha… tradita- si soffiò il naso- fa stano dirlo…
 
Il mio pensiero andò subito a John, a quello che mi aveva fatto passare, alle lacrime che avevo versato per lui, alle intere settimane in cui non toccavo cibo per la tristezza, ma soprattutto per la delusione. Perché quando una persona tradisce la propria fidanzata, non si prova solo tristezza e depressione, soprattutto delusione.
 
I: m-mi dispiace…- cercai di consolarla, posandole una mano sulla schiena.
E: mi ha detto che era ubriaco e che non lo voleva fare… ma non so se credergli, a perdonarlo…
I: ti capisco, a me è successo lo stesso…
E: e che cosa hai fatto?- mi guardò con gli occhi lucidi.
I: sono scappata lontano da lui…- feci spallucce- può sembrare da irresponsabili, da persone che non vogliono affrontare i proprio problemi, ma è stata la cosa più giusta che abbia mai fatto- sorrisi.
E: capito…- annuì.- secondo te cosa devo fare?
I: non perdonarlo, almeno non subito, io non so se tu sei veramente innamorata di lui, ma io avrei paura di venire ferita di nuovo.- le confessai ciò che sostenevo, non pensavo a Eleonoro e al suo ragazzo, ma a me e a John.
 
Io non lo avrei mai perdonato.
 
I: non ci pensare per ora…- le consigliai poi, notando che non ero riuscita a tirargli su il morale, mi venne un’idea- domani sera ti porto fuori a cena. - mi alzai dal letto, catturando la sua attenzione, oggi vanno benissimo questi panini.- le lanciai un panino preso per cauzione all’aeroporto, proprio per evitare di rimanere senza cena.
 
La bionda, che era a gambe incrociate sul letto iniziò a ridere.
 
I: su preparati per andare a dormire, sciacquati la faccia per riprenderti un po’ e poi andiamo a dormire, domani dobbiamo essere in forma smagliante.- risi per il mio commento finale.
E: hahahaha grazie Dianna, - sorrise- grazie per avermi aiutato.
Sorrisi istintivamente, vedendo curvare gli angoli della bocca all’insù. Sentivo che era l’in izio di una bellissima amicizia
I: sono contenta, odio vedere le persone tristi.- ammisi, per poi sdraiarmi sul mio letto.
Quando finimmo di cenare, spegnemmo la luce e ci addormentammo poco dopo. 
 
 
La mattina seguente mi svegliai alle otto in punto, così decisi di farmi una doccia rinfrescante. Poi mi vestii con dei pantaloncini a vita alta e una canotta di pizzo bianca con le mie solite converse bianche. Decisi di non svegliare Eleonor e mi avviai verso casa di Niall.
Dopo circa venti minuti di camminata, arrivai di fronte a quella villa, suonai il campanello e subito dopo mi aprì Zayn, indossava una giacca di jeans, pantaloni neri e maglietta attillata bianca, i suoi capelli erano ben pettinati: perfetto come sempre.
Z: Hey Dianna!!- un sorriso si allargò sul suo volto.                                            
I: ciao Zayn…  come va?- chiesi, cordialmente.
Z: bene, grazie, sto uscendo per andare a fare una passeggiata, tu entra pure c’è Harry sveglio e Niall che ancora dorme..- rise.
I: e gli altri?- chiesi curiosa.
Z: sono usciti, non so con chi e se è per questo neanche dove!- rise, portando una mano sulla nuca, grattandosi i capelli.
Cazzo, è veramente fico! Magari non è neanche fidanzato…
Z: scusami Dianna, ma io adesso devo andare se no la mia ragazza mi uccide.
Ah, c’era la fregatura.
I: stai tranquillo, ci vediamo, ciao…- lo salutai per poi entrare in quella casa, ancora disordinata.
 
Mi guardai in torno, leggermente imbarazzata, poi trovai Harry in cucina che faceva colazione, mi salutò con uno strano sorriso in volto, posò la tazza di the fumante sul tavolo della cucina poi mi venne incontro e disse:
H: Ciao- quello strano sorriso non intendeva lasciare il suo volto.
I: ciao- feci un cenno con la mano, ancora leggermente imbarazzata, ma per fortuna non sono una ragazza che arrossisce facilmente.
H: scusa per ieri ma… ero in imbarazzo… - rise, mentre si aggiustava i suoi ricci.
I: oh non ti preoccupare.- gesticolai.- sai per caso se Niall sta ancora dormendo?- risi.
H: sì, diciamo che le otto e mezza non è l’orario preciso in cui si sveglia Niall - rise.
I: effettivamente… - sorrisi ripensando a tutte le volte che dovevo svegliarlo alle sette di mattina per arrivare a scuola in tempo.
H: te la mostro io vieni, - ci incamminammo verso il piano superiore- ma ti piace?
I: no! – sbottai- è il mio migliore amico da sempre, non potrei mai essere innamorata di lui, anche se è un bellissimo ragazzo. Ma perché?
H: no, così…- continuammo a camminare lungo il corridoio, le pareti erano bianche, nessuna foto, le porte erano bianche, maniglie d’oro luccicante, mi guardavo a destra e a sinistra, cercando di scorgere l’interno di alcune stanze dalla porta socchiusa, ma non ci riuscii- fidanzata? - mi chiese d’un tratto, rivolgendomi un’occhiata fugace.
I: no, assolutamente no.- sbottai, per poi aggiustare la mia borsetta a tracolla.
Non riuscivo a guardarlo in faccia, ero ancora un po’ imbarazzata, ma poi per spezzare il silenzio dissi:
I: lo sai sei un po’ strano, ma mi piace la tua maglietta…- risi chinando il capo, per poi rivolgergli una veloce occhiata.
Maglietta bianca, con il logo dei Kiss, una famosa band.
H: ti piace- sorrise, sollevando il bordo della maglietta.
I: moltissimo- ammisi.
H: ecco tieni…- si tolse la maglia, proprio di fronte a me, facendomi ammirare i suoi addominali scolpiti, i suoi tatuaggi, rimanendo a petto nudo. Me la porse sorridendo.
I: no Harry, non posso accettare, davvero..- cercai di allontanare la sua mano, cercano di distogliere l’attenzione dai suoi pettorali.
H: dai… mi fa piacere che la tenga tu.- sorrise porgendomi di nuovo la maglia bianca.
La presi delicatamente, per poi osservarla. Eravamo fermi nel bel mezzo del corridoio, mi sentivo a disagio per il fatto che lui stesse ancora a petto nudo.
H: se vuoi quella è la stanza di Niall- mi indicò una porta su cui c’era attaccato un foglio sul quale era disegnato un hamburger sorridente. Feci una debole risata, per poi ringraziare Harry, che scomparì all’interno della sua stanza.
Spalancai la porta, vedendo tutte le luci spente, mi diressi verso le finestre, aprii le tende, per poi ammirare la vista che dava su un giardino pubblico londinese.
Sentii qualcuno mugugnare qualcosa d’incomprensibile, salii sul letto dopo essermi tolta le scarpe.
I: Svegliaaa!!!- urlai saltellando.
N: ehhm?? Che succede?? Non l’ho mangiata io la torta…- si alzò di botto, sbiascicando queste parole.
I: lo sai, quando ero in Irlanda, pensavo tu fossi strano, ma vedo che non sei migliorato!
N: sempre molto gentile, adesso mi fai il favore di chiudere la tenda e andartene, ci vediamo dopo…- disse per poi accovacciarsi sul suo letto dalle lenzuola rosse.
I: ma è tardi!- urlai indicando la sveglia sul comodino.
Alzò la testa dal cuscino, gli occhi ancora socchiusi, ma questi poi si spalancarono subito dopo.
N: per te le nove meno un quarto, è tardi?!- urlò, lanciandomi uno sguardo truce.
I: non m’interessa, ora sei sveglio, quindi ti alzi dal letto, ti vesti e mi porti fuori.- ordinai, mettendo le mani sui fianchi.
N: ricorda, lo faccio solo perché sei la mia migliore amica.- mi puntò il dito contro mentre toglieva le coperte di dosso.
Aw, ma quanto può essere dolce il mio migliore amico?
Continuavo a sorridere come un ebete mentre mi guardavo intorno, vedendo tutte le foto della famiglia, dei suoi amici, dell’Irlanda…
Subito dopo sentii qualcuno tirarmi per la caviglia, facendomi cadere sul materasso. Una risata sonora era il sottofondo di quell’imbarazzante situazione.
I: ma sei coglione o cosa?- urlai, cercando di non ridere, mentre mi sedevo a gambe incrociate.- che facciamo oggi??- chiesi subito dopo, cercando di farlo smettere di ridere, ma non ci riuscivo, era piegato a metà con le lacrime agli occhi.- Niall smettila!- incrociai le braccia al petto, offesa.
N: dovevi vedere la tua facci!- rise.
I: Niall, smettila di ridere di me!- urlai, cercando di trattenere una risata, era contagioso.
N: okay, scusa hai ragione… solo che…- riscoppiò a ridere. Di nuovo. Per altri dieci minuti.
I: NIALL O SMETTI DI RIDERE O TI SPACCO LA FACCIA!- urlai.
N: scusa,- si asciugò le lacrime, con un sorriso da ebete sul volto,- comunque, per prima cosa facciamo colazione, io ho fame!
I: va bene, poi?- chiesi curiosa.
N: poi si vedrà, non riesco a progettare una giornata a stomaco vuoto.- posò una mano sullo stomaco per poi entrare nel bagno, facendo uscire fuori solo la testa, aggiunse:- aspettami giù, dieci minuti e ti raggiungo.
Non mi diede il tempo di aggiungere qualcosa che chiuse la porta. Infilai le scarpe borbottando qualcosa, per poi prendere la maglietta di Harry, la portai al viso e assaporai il suo odore: mascolino ma non eccessivamente forte.
Diciamo che mi piaceva quel ragazzo. Mi piaceva molto quel ragazzo. Era bello, all’apparenza simpatico. Dovevo solo conoscerlo un po’ di più.
Magari…
Scesi le scale e mi misi seduta sul divano vicino ad Harry che guardava la tv. L silenzio regnava in quella stanza, ci scambiavamo solo dei piccoli sorrisi, io ero ancora un po’ imbarazzata, lui non lo era.
Dopo circa venti minuti, Niall scese, col cappotto in mano. Uscimmo di casa, dopo aver salutato Harry.
N: dove vuole andare signorina?- disse mentre camminavamo a braccetto.
I: non so, dimmi tu, non sono io quella che vive a Londra.- scherzai.
N: ehm… innanzi tutto andiamo in un bar che conosco dove facciamo colazione, se non mangio potrei morire, o comunque lamentarmi tutto il tempo, perciò è meglio che mi riempia lo stomaco. Poi possiamo andare al Big Ben, attraversare il Tower Bridge, vedere il museo di Madame Tussauds   , ci sono tante cose da vedere…- fece spallucce.
I: va bene, io ho voglia di the, perciò andiamo a fare colazione!- scherzai.
N: ottima idea!- scherzò.
 
Ci incamminammo e a fine giornata, dopo aver fatto il giro della città, Niall mi accompagnò al dormitorio lo salutai e mi diressi in camera, svegliai Eleonor che si era addormentata sul libro di storia, che doveva studiare per le vacanze, e dissi:
I: Eleonoor!! Sveglia! Dobbiamo uscire, te lo sei scordato?!- urlai, col sorriso sul volto, mentre El sembrava appena uscita da un trans.
E: no…- si asciugò la bocca.- forse solo un pochino!- mi disse con la faccia ancora assonnata.
I: sbrigati a prepararti che andiamo!- tra un’ora usciamo…- risi.
 
Mi sdraiai sul letto, mentre la mia amica entrava nel bagno per lavarsi. Ero sfinita, non avevo neanche tanta voglia di uscire, ma non potevo dire di no a El, glielo avevo promesso.
Sapevo anche dove andare…


---------Spazio autrici--------

TRAILER: 
http://www.youtube.com/watch?v=_Hzxl9PZd-Y
 
Bellaaaaaa! 

scusateci per il ritardo ma eravamo in vacanza :)
comunque, speriamo che vi piaccia il nuovo capitolo, un bacio da Marghe e Marta 

ci vediamo presto :DD

 Mà&Marghe


 
  
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