Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: AngelBauer    05/09/2013    3 recensioni
Salve! Mi presento sono AngelBauer e mi sono iscritta da poco in questo sito.
Quindi questa è la mia prima storia.
Prima di tutto è un crossover, tra il mio telefilm preferito, Smallville, e Twin Princess.
La protagonista è Fine, una ragazza che, a causa di un ignoto destino, dovrà affrontare pericoli e minacce che la metteranno a dura prova. Ma non sarà da sola ad affrontare tutto ciò, verrà aiutata da una particolare squadra e i misteri saranno all'ordine del giorno.
Spero di avervi incuriosito e che leggiate la mia storia.
Besos
Angel
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Nuovo Personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non piangere Rein

 

-Salve!- suonava molto nervoso.

-Salve? Non avevi niente di meglio da dire? Salve?- gli sussurrò Pitt sconcertato da tanta inopportunità.

-Non avevo preparato mica un discorso, sinceramente non sapevo che dire, è la prima cosa che mi è venuta in mente- si giustificò la rossa un po’ in imbarazzo.

Un tossire riportò lo sguardo dei due alla sala, si ricomposero dal loro “fuori luogo” e ripresero.

-Suppongo che adesso ci darai tutte le spiegazioni che dobbiamo- cominciò il re Aron.

-È normale, le devo a tutti-

 

 

Gli occhi di Rein scrutavano il cielo fuori la finestra.

Quel tiepido azzurro stava lasciando spazio ad un caldo arancio che si diffondeva pian piano.

Mentre la sua mente tentava di rimettere in ordine gli avvenimenti delle ultime ore.

Continuando a tener d’occhio il cielo che si scuriva sempre di più, non si accorse della persona che arrivò alle sue spalle, poggiò le sue grandi e calde mani sulle spalle dritte della ragazza per poi lasciarle un dolce bacio sulla tempia.

La giovane capì subito il significato di quel gesto. Sapeva che Shade le voleva solo restare accanto, come uno spettatore silenzioso. Pronto ad aiutare non appena Rein glielo aveste chiesto.

-Che situazione!- commentò il ragazzo poggiandosi alla schiena di lei.

- E adesso cosa possiamo fare? Siamo davvero così in pericolo?-

-Ma no Rein. Hanno detto di avere tutto sotto controllo, una soluzione l’hanno già trovata-

-Si a parte del problema però-

-Guardami!- la girò dolcemente per le spalle e le alzò il mento con due dita. Molto dolcemente poggiò la fronte alla sua per poi dire –Non succederà niente di brutto, credimi. Riusciremo a sconfiggere questo nuovo nemico chiunque sia- la rassicurava dolcemente il principe.

Un colpo di tosse li fece allontanare bruscamente. Con molta tranquillità quest’ultima figura che ancora dovevano riconoscer parlò.

-Non credo abbiate capito con chi abbiamo a che fare! Non è un sempliciotto. Questo nuovo nemico è molto più potente del cristallo oscuro che abbiamo già affrontato e sconfitto. Lui vive nelle nostre paure ci può manipolare a suo piacimento, se non siamo in guardia. Non si farà scrupoli ad usarle contro di noi. Non avete la minima idea di cosa è capace di fare- mentre parlava le mani di Fine passarono dalle tasche del jeans lungo i fianchi, stringendole in due pugni.

-Contro chi dovremo lottare? Almeno questo potete dircelo- suggerì un po’ innervosito Shade.

-Non ancora. Vi esporremo a troppi pericoli, per il momento la cosa più giusta è questa. Lasciate fare a noi- finì con un sorriso rassicurante. E li sorpassò con passo lento.

 

 

 

-È normale, le devo a tutti- sicuro di se Stiven iniziò a parlare.

-Cos’è successo otto anni fa?- il re si sentì mortificato sentendo la voce della sua dolce figlia che gli chiedeva spiegazioni. Era la cosa che più lo addolorava, non aver visto crescere i suoi figli. Ma adesso le cose sarebbero cambiate.

-Milky, tu sei una bambina matura e sono sicuro che capirai- poi si rivolse a tutta la sala.

-Gli uomini della Checkmate arrivarono nel mostro regno con l’intendo di iniziare a manovrare i regni più coinvolti con quello solare, per poi introdursi anche in quest’ultimo. Ovviamente io mi rifiutai e ci fu uno scontro. Come ho già detto inscenarono la mia morte perché la Regina bianca aveva dato l’ordine di farmi prigioniero.-

-Chi è la regina bianca?-  domandò Auler.

-Diciamo uno dei capi di questa organizzazione. La loro base si trova sulla Terra, più precisamente nella vicinanze di una grande città-

-Metropolis, è vicino Smallville. Il posto in cui viviamo- specificò Fine irrompendo nel discorso.

-La loro organizzazione è nata in seguito alla prima pioggia di meteoriti, di cui i media non parlano. Loro credono di avere intenzioni nobili, voglio salvaguardare la razza terrestre dall’inserimento di altre forme di vita nel loro pianeta. In realtà è solo un pretesto per prendere il controllo delle più potenti nazioni e governare da dietro le quinte.- finì Pitt che fu abbastanza sorpreso di vedere tutti gli occhi dei presenti puntati su di lui.

-Un po’ come vogliono fare su Wonder. Macchinare tutto a loro piacimento.- si fece notare Josh salvando l’amico dagli sguardi che lo mettevano a disagio.

-Va bene. Ma questo cosa centra col fatto che ti volevano prigioniero papà? Non sarebbe stato più semplice eliminarti?- chiese Shade.

-Gli serviva vivo, per le sue capacità.- spiegò Fine.

-Che tipo di capacità?- chiese nuovamente Shade, non capendo a cosa si riferissero.

-Questa è un’altra storia, avremo altro tempo per raccontarla.- suggerì Fine guardando prima Shade e poi Stiven, come a voler dire “Adesso non è il momento”.

Lo sguardo di Fine poi passò alla sedia vuota al fianco di Altezza e dedusse che Bright non fosse ancora arrivato. Uno strano comportamento da parte sua.

-Fine tu che ruolo hai in tutta questa faccenda?- Rein era curiosa di conoscere la sua risposta, infatti i suoi occhi non staccavano la figura della sorella.

 

Un uomo vestito con un costume verde, alquanto insolito, si catapultò come una fionda sul tetto di quell’enorme palazzo, che chiamavano anche castello.

Il cappuccio gli copriva tutta la testa, in più scendeva in basso sugli occhiali scuri, che portava sempre per non farsi riconoscere, ma questo non gli impediva di aggirarsi indisturbato anche nei lunghi più bui.

Il buio era il suo più grande alleato, ma da qualche tempo non la pensava più così tanto.

Camminando nell’ombra cercava di arrivare a quelle enormi antenne satellitari.

Ad un passo dal piazzare il dispositivo di Chloe qualcosa di violento colpì alcuni dei tubi di metallo che erano situati quasi all’altezza della sua testa coperta di verde.

Schivando le pallottole che in seguito arrivavano dalle pistole degli agenti di sicurezza, riuscì a nascondersi dietro un muretto.

-Dannazione!-

Estrasse una delle sue speciali frecce e posizionò l’arco all’altezza della sua visuale. Scese in campo sicuro di quel che faceva.

Una freccia colpì la spalla destra di una delle tre guardie. Un’altra la indirizzò alla mano di quello che aveva sparato, la freccia gli sfiorò esattamente l’indice, con il quale stava per premere il grilletto, per poi aggiungere al bersaglio anche l’arma da fuoco, per il dolore la guardia la lasciò scivolare a terra, ma subito una freccia speciale lo colpì alla coscia. Erano le frecce che Oliver usava da un po’ di tempo a questa parte con più frequenza, esse a contatto con il proprio bersaglio rilasciavano una carica elettrica così elevata da stordire o, per giunta, uccidere un uomo. Ma lui non era un assassino a sangue freddo. Lui uccideva solo se costretto.

Il terzo uomo, vestito di nero, l’attaccò alle spalle, stringendo il paladino mascherato a lottare a mani nude, dato che il suo arco era caduto a qualche metro da lui dopo la colluttazione.

Non si lasciò sopraffare e stese l’ultimo uomo con due pugni ben assestati nello stomaco ad una ginocchiata alla fronte.

Un po’ affannato si avvicinò nuovamente alla costruzione metallica, dove posizionò il marchingegno argentano, lo attivò e sparì nel buoi da dove era venuto.

L’arciere di smeraldo aveva portato a termine un’altra missione, peccato che l’indomani mattina i giornali avrebbero riportato un’altra storia, solo nel caso lo avrebbero scoperto.

 

Seduta sul tavolo, con i gomiti poggiati sulle gambe, Fine sorseggiava il suo bicchiere di latte fresco.

Era notte fonda quindi le cucine reali erano vuote. I corridoi erano freddi e bui. E sono ogni tanto si sentivano provenire da fuori i passi delle sentinelle di turno.

Quella notte aveva faticato a prendere sonno. Gli era stata proposto di fermarsi a dormire a castello e alla fine fu costretta ad accettare. Avevano fatto preparare delle camere molto accoglienti per ospitarli, ma a giudizio di Fine troppo eccessive. Ad ognuno di loro avevano dato una camera singola, quando potevano benissimo dividere una camera le ragazze ed un’altra i ragazzi. Ma adesso i suoi pensieri erano concentrati su altro.

Poggiò il bordo della tazza sul labbro inferiore ma non bevve, restò in silenzio ad ascoltare strani rumori che si facevano largo nel corridoio.

Era uno strusciare di pantofole sul pavimento misto a sbadigli molto potenti.

La porta era per metà aperta e da dietro comparvi il re Toulouse in vestaglia da notte e pieno di sonno, i capelli spettinati e le vecchie pantofole non facevano su di lui un bello spettacolo.

Portò nuovamente la mano alla bocca per poi sbadigliare di nuovo più rumorosamente, strizzò gli occhi e li aprì pian piano. Solo allora si accorse di Fine seduta sul tavolo che lo guardava divertita con un sorrisino molto tenero, quello che non le vedeva da tempo.

Si avvicinò ad una sedia e, cercando di non fare rumore, la spostò da sotto il tavolo per sedersi.

-Non riesci a dormire?- chiese con dolcezza Toulouse.

-No, diciamo che non è il momento perfetto per rilassarmi in un caldo letto-  la guardò bene.

Era cresciuta, maturata, glielo leggeva negli occhi e aveva paura di quello che poteva leggere in quegli occhi tanto limpidi. Avevano conosciuto le ombre e i mali del mondo e adesso chiedevano solo la felicità.

Restarono così seduti a parlare per parecchio tempo quando gli sbadigli di entrambi non gli ricordarono di andare a dormire.

Dopo quella conversazione Fine si infilò sotto le coperte con un bel sorriso che le dipingeva il volto.

 

Piccolissime schegge di ghiaccio venivano trasportate al lato della strada accanto al marciapiede, trasportate dal vento. Era notte fonde e per la strada si vedevano solo duo o tre carrozze in lontananza.

Lo scricchiolio del ghiaccio che si rompeva sotto le scarpe, ad ogni passo, riecheggiava nell’aria, come una musica tetra.

Un ragazzo con vestiti sgualciti si aggirava sospettoso. Passò le sue mani nei capelli che formavano una grande cresta, per poi rimetterle nelle tasche dei jeans consumati.

Dopo diversi incroci prese un vialetto isolato, molto stretto e buoi, che non riusciva ad essere illuminato dalla luce della luna.

Le sue mani passarono dalle tasche dei jeans alla zip della felpa, che aprì lasciando vedere la maglia a girocollo sotto.

Poco a poco percepì altre presenze da sopra i tetti dei palazzi, alquanto bassi da quelli di Metropolis.

Senza perder tempo si concentrò e la sua pelle divenne di ghiaccio. Iniziò a scrutare l’ambiente che lo circondava. La temperatura si abbassò vertiginosamente mentre un vento ghiacciato si alzava.

-Icicle! Che sei venuto a fare qui?- chiese una delle ombre che spiavano.

-Una visita di cortesia alla regina rossa- fece il ragazzo con tono beffardo, per poi continuare –mi hanno dato il compito di ucciderla, sapete?-

A quelle parole la rabbia prese il possesso di Josh, che uscì dall’ombra per prendere a pugni il suo avversario.

Fu in un attimo, il pugno che stava sferrando si fermò a pochi centimetri da dove pochi secondi fa si trovava il volto di Icicle. Quest’ultimo comparve d’un tratto alle sue spalle per poi puntargli un pezzo di giaccio affilato, che fungeva da coltello, alla gola del biondo.

-Io non muoverei un solo muscolo se fossi in te- si fece notare spavaldo Pitt, che intanto si era appoggiato con il busto al muro di una palazzina alle spalle di questi.

Incrociò le braccia e alzò una gamba contro il muro.

Era molto strano, aveva appena minacciato il ragazzo che tentava di uccidere il suo migliore amico eppure non muoveva un muscolo per aiutarlo, se non rilassarsi e mettersi comodo.

Da parte sua Icicle sapeva benissimo di essere circondato. Se solo avesse fatto un movimento sbagliato frecce e pugnali sarebbero arrivati da ogni direzione.

Lasciò scivolare lentamente il ghiaccio sulla sua pelle, che sembrava assorbirlo.

Voltandosi lentamente si preparava alla “battaglia” che doveva vincere, assolutamente.

Poi incrociò degli occhi ametista molto profondi e le sue possibilità di attuare qualsiasi piano svanirono in un istante.

Non le avrebbe fatto del male.

 

Il pavimento a scacchiera ricopriva come sempre tutte le stanze di quel castello.

Il suono di un telefono proveniente dalla stanza accanto era percettibile anche dalla posizione in cui si trovava la donna. Dall’altra parte della cornetta un informatore avvisò la regina bianca della scomparsa di Icicle. 


L'angoletto di Angel
Mi scuso con coloro che seguono questa storia. Sono stata assente per molto tempo e mi dispiace per chi segue :(
Il fatto è che tra vacanze e poca ispirazione nn sapevo come finire e definire alcune parti.
Come sempre ci tengo alla vostra opinione e per me conta tantissimo, mi aiuta e mi infonde fiducia!
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito fino a questo momento!
Parlando della storia, a mio parere, si incasina sempre di più XD e sono sicura che nessuno ci sta capendo niente!
Quindi per qualsiasi chiarimeno chiedete pure. E se credete che stia sbagliando in qualcosa non esitate a dirlo ;)
Dopo il breve poema vi saluto :)
Bacioni

Angel ♥ 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: AngelBauer