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Autore: MoonClaire    05/09/2013    1 recensioni
Lettere.
Ogni romanzo d’amore che si deve inizia così.
“E anche il mio non fa eccezione…”.
Susi aveva tutto dalla vita. Un lavoro appagante e tra le tante aveva anche un vicino di casa bellissimo.
“Che sono riuscita a fare innamorare, mettiamo in chiaro la cosa per chi avesse brutte intenzioni!”
Per inseguire il sogno di una vita, entra nella scuola che aveva sempre desiderato frequentare.
Ora non c’è più nessuno che la frena, può diventare chi vuole ed essere chi vuole.
“Non si può mai essere chi vuoi veramente, finiresti sempre con il ferire qualcuno…”.
Il disegno era la sua più grande passione, e scrivere veniva subito dopo. Entrambi avrebbero dovuto rimanere tali, ma invece, entrambi, hanno deciso di cambiarle la vita.
“Il disegno più importante per me era quello chiamato amore…”.
Il pennello del destino le aveva disegnato cose che non si sarebbe mai aspettata, ora stava solo a lei rifinire quel disegno con tutti i particolari che mancavano.
“Ma avrei avuto il coraggio e l’egoismo di prendere in mano quel pennello sporco e posarlo su una tela non più bianca?”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO 17
 
“Dieci giorni dopo, quando la primavera iniziava a farsi sentire nell’aria, Alex venne dimesso, completamente, o quasi, a nuovo. A parte le costole che erano ancora doloranti, i lividi erano quasi totalmente scomparsi. I cerotti erano stati tolti, i punti che aveva sulla testa erano spariti ed i capelli, lentamente, cominciavano a ricrescere. Era ancora molto debole e non si era ancora sfogato su quello che gli era successo. Venire picchiato a morte per una stupida rapina, era una cosa che volente o nolente ti cambiava. Il giorno prima, Kekko lo aveva riaccompagnato a casa e si era fermato con lui per vedere se era in grado di cavarsela da solo. Alex aveva vigorosamente tentato di respingere ogni tipo di offerta, ma quando sua zia aveva minacciato di portarselo a casa sua, aveva ceduto spaventato. Avrebbero fatto una prova di un giorno, e se Alex fosse sopravvissuto, Kekko sarebbe tornato a dormire a casa propria…
Posando le borse che tenevo in mano per terra, bussai alla sua porta. Chiudendo gli occhi sperai che Kekko fosse già andato via…”
 
Sentendo la porta aprirsi, Susi portò lo sguardo davanti a lei. Notando i capelli cortissimi del ragazzo, spaesata si guardò intorno.
“Scusami, credevo fosse la casa di un’altra persona…” borbottò lei chinandosi a raccogliere le proprie cose. “Vado a chiedere in portineria…”.
“Eppure dovrei essere io quello che ha avuto un trauma cranico…” mormorò lui e Susi, paralizzandosi sul posto, si girò su sé stessa per guardare il ragazzo. Alex la osservava sorridendo in maniera goffa e massaggiandosi la testa.
 
“Ripeto… Ricoperta da capelli cortissimi!!!”.
 
“Oh… wow… non so davvero cosa dire…” balbettò Susi avvicinandosi. “Non me l’aspettavo proprio…”.
“Potresti dirmi che ricresceranno in fretta...”.
“Lo spero…” replicò lei osservandolo. Quando gli occhi di Alex la guardarono con rimprovero, Susi si morsicò il labbro. “Ok… è stato uno schock! Io adoravo i tuoi capelli ribelli, erano così sexy! Ti davano quel look da sono-appena-uscito-dal-letto-dopo-aver-fatto-sesso… Eri spettacolare…” poi sorridendogli e notando l’espressione sempre più avvilita, si avvicinò e gli passò una mano sulla testa a sua volta. “Sei bellissimo anche così, non ci importa niente di qualche capello!”.
Alzando un sopracciglio, Alex la osservò poco convinto “Non riuscirai a salvarti con così poco…”. Lasciandola entrare, le fece strada in soggiorno. Guardandosi riflesso nel vetro, sbuffò “Ho dovuto farlo, me ne avevano tagliati troppi per cucirmi il taglio…”.
Posando tutte le borse sul divano, Susi lo guardò. “Ricresceranno in fretta Alex, sono solo capelli… inoltre siamo in periodo di luna crescente, quindi non devi preoccuparti! Qualche mese e sarai come vecchio!”.
Guardandola ancora da sotto il sopracciglio, Alex si sedette vicino a tutte le borse. “Che hai portato?” domandò curioso.
“Allora…” iniziò Susi togliendosi la giacchina senza maniche “Ho portato da mangiare. Sono andata sul pratico e gustoso!”.
“McDonald’s?”.
Scuotendo la testa, la ragazza tirò fuori dalla borsa un sacchetto termico. “Kebab! E’ divino Alex, inoltre, pur essendo pratico e saporito come un fast food, credo che sia più sano!”. E consegnandogli la borsa, continuò a tirare fuori altre cibarie, molto più alla mano e comuni.
“Poi ti ho portato la Wii di Kia. Ti divertirai da matti!” esclamò lei esaltata.
“Susi…” la interruppe lui. Guardandolo, vide come indicava con il dito indice un punto preciso sotto la tv.
“Ma non c’era l’ultima volta!” disse Susi confusa.
“Infatti me l’ha portata Nick stamattina…”.
Susi si girò in sua direzione stralunata. “Strano, pensavo avessi detto Nick…”.
Annuendo il ragazzo si sistemò sul divano. “Infatti ho detto Nick… mi ha spiegato di aver letto su internet che il sesso è sconsigliato per una persona nelle mie condizioni, quindi è meglio se inizio a tornare in forma giocando la Wii…”.
Sgranando gli occhi, lei si sedette sul tavolino di fronte. “Stai scherzando, ti ha detto davvero così?”.
Sorridendole, Alex annuì.
“Ed era serio?” domandò sempre più incredula.
“Oh sì! Era serissimo!” rise Alex scuotendo la testa. “Era talmente serio che non ho avuto il coraggio di ribattere… avevo paura mi facesse del male!”. Dopo qualche istante in cui parve pensieroso, continuò “E’ stato lui a consigliarmi di tagliare i capelli!”.
“Vado ad ucciderlo! E non tentare di fermarmi!” esclamò Susi alzandosi. Prendendola per una mano, il ragazzo la costrinse a risedersi.
“Lascia stare…” e sorridendole, le prese anche l’altra mano. “E’ stato un buon amico in questi giorni, ed onestamente era l’ultima persona che mi aspettavo di avere al mio fianco, ma… a parte la minaccia di spaccarmi qualcosa di morbido, basso e posteriore, e non ripeto le testuali parole, perché ho una meravigliosa signorina qui davanti… dicevo… a parte la minaccia di farmi del male se dovessi farti soffrire, è uno spasso stare insieme a lui. Stamattina siamo andati alla polizia per ritirare il verbale della denuncia e Nick era lì a darmi sostegno… Quasi mi spiace averti portato via da lui…”.
Ruotando gli occhi al cielo, la ragazza ricambiò il sorriso. “Non so come faccia ad essere così… gli ho spezzato il cuore…”
Spostandole i capelli dietro ad una spalla, Alex la osservò “E’ facile Susi, l’amore spinge a fare anche le cose più strane…” e chinandosi in avanti le depositò un bacio sulla fronte. “Sarò alla sua altezza, te lo prometto…”.
Susi alzò lo sguardo e si perse negli occhi del ragazzo.  Dopo qualche istante, Alex iniziò a guardarsi in giro ridendo. “Ora… capisco che i miei normalissimi occhi marroni siano stupendi, però, potremo anche fare altro…”.
Arrossendo, Susi abbassò lo sguardo. “Non dovresti strafare Alex…”.
E fu accolta da una sonora risata. “Ma cosa pensi, Susi? Io stavo parlando di una partita con questa famigerata Wii, poi passiamo al cibo e poi ci mettiamo sul divano a guardare la tv!”.
Il viso già colorito di Susi, divenne di due tonalità più intenso. “Avevo capito che ti stavi riferendo a questo…” borbottò spingendolo lievemente per una spalla, per potersi alzare. Prendendo le cibarie si diresse in cucina, finendo con il sorridere a sua volta, nel sentire che il riso di Alex non accennava a diminuire.
 
“Non ho mai pietà per nessuno quando si parla di combattimenti alla Wii, e così, Alex le prese di santa ragione alla boxe, lo sconfissi innumerevoli volte al tennis e si rifiutò di finire la partita al bowling, dopo il mio sesto strike di fila… Ridendo, si era arreso ed aveva attribuito la colpa della sua disfatta alle batterie scariche del telecomando, non ammettendo il suo essere notevolmente incapace.
Ridendo, avevamo poi cenato in cucina, e mentre sistemavo e pulivo la confusione che avevamo creato, avevo mandato Alex a cambiarsi ed a mettersi qualcosa di più comodo. Mentre lo osservavo, avevo notato la stanchezza prendere il sopravvento e nonostante tentasse di mascherarlo, sapevo che voleva riposarsi, anche perché doveva farlo, volente o nolente. Così, proprio mentre spegnevo la luce della cucina e mi richiudevo la porta alle spalle, era riemerso dalla propria camera, indossando un paio di pantaloni di una tuta ed una maglia grigia con le maniche a tre quarti. Lo avevo guardato con rimprovero, dicendogli che doveva andare a letto, ma sorridendomi, si era messo sul divano, indicandomi con la mano il posto accanto al suo. Togliendomi le scarpe, mi ero seduta e sprofondando nei cuscini, avevo allungato le gambe sul pouf davanti lasciandomi rapire dal film che veniva trasmesso in televisione. Pochi istanti dopo, avevo sentito la testa di Alex posarsi sulle mie gambe…”.
 
“Posso?” chiese lui sottovoce continuando a guardare la tv.
“Non devi neanche chiederlo…” replicò Susi guardandolo. Lo osservò per qualche istante e quando il ragazzo rise per una battuta fatta dagli attori, la ragazza sentì il cuore balzarle lievemente nel petto. Sorridendo, lentamente alzò una mano e la posò sui capelli del ragazzo, iniziando ad accarezzarglieli. Susi notò come si rilassò e di riflesso al gesto, chiuse gli occhi, sospirando beatamente.
Per la prima volta dopo l’incidente, Alex le sembrò realmente e visibilmente sereno.
Continuò ad accarezzargli i capelli e dopo un po’ notando che il ragazzo non aveva ancora riaperto gli occhi ed il respiro era pesante e regolare, decise di togliere la mano per lasciarlo riposare.
“Ancora…” borbottò Alex.
“Credevo dormissi…” sussurrò lei incominciando nuovamente a farsi scorrere i cortissimi capelli tra le dita.
Riaprendo gli occhi, Alex si voltò leggermente su pino, in modo da poter guardare la ragazza in viso. Alzando a sua volta una mano, le accarezzò una guancia.
“Faccio fatica a dormire Susi… preferisco essere sveglio il più possibile…” replicò lui.
Chiudendo gli occhi nel sentire la carezza del ragazzo, Susi sussurrò “Ma in ospedale non avevi problemi…”.
“In ospedale, ogni volta che chiudevo gli occhi, rivivevo quell’orribile incubo…” disse Alex riportando lo sguardo sulla tv. “Vedevo i loro volti e mi sembrava di essere picchiato ancora ed ancora… non ho riposo quando dormo…”.
“Oh Alex…” sussurrò lei accarezzandogli il viso completamente sbarbato.
“In ospedale mi hanno detto di fare qualche seduta da uno psicologo, mi aiuterebbe a superare le paure e le insicurezze causate da quei due bastardi…”. Restò in silenzio un attimo e poi serrando gli occhi e chiudendo le mani a pugno, sussurrò “Perché a me…”.
Il cuore di Susi si strinse insieme a quello di Alex.
“Non lo so…” bisbigliò lei onestamente.
“Io stavo camminando senza infastidire nessuno… e poi ho incontrato quei due… Erano ubriachi… Hanno iniziato ad infastidirmi quando sono passato davanti a loro. Ma… ma non gli ho dato retta… e… poco dopo, mi sono accorto che mi stavano seguendo… cercavano ancora di attirare la mia attenzione… ed io ho deciso di voltarmi…” mormorò Alex ancora con gli occhi chiusi.
Con la mano, Susi cercò quella di Alex e sottovoce disse “Non devi farlo…”, ma in silenzio lo guardò sedersi vicino a lei.
La ragazzo notò come la stretta della mano di lui aumentò nel continuare il suo racconto. “Hanno iniziato ad… ad alzare la voce… ricordo che chiedevano dei soldi… io ho risposto loro che non ne avevo… perché non ne avevo Susi…” e voltandosi verso di lei, le prese anche l’altra mano e portandosela davanti agli occhi, abbassò il capo e restò in silenzio qualche secondo. Pochi istanti dopo e Susi vide due calde lacrime rigargli il volto. “Ero… ero solo uscito di casa per spedire una lettera… mi ero messo in tasca della giacca il telefono ed il portafogli vuoto… solo con i documenti… non pensavo che avrei avuto bisogno di soldi…”. Nuovamente fece una lunga pausa e Susi si avvicinò, depositando un bacio sulle mani che rinchiudevano in cerca di conforto le sue. Le lacrime di Alex scendevano lentamente e per qualche istante, Susi pensò che oltre allo spavento, ci fosse anche la vergogna per non essere stato in grado di difendersi.
Tirando in su con il naso, il ragazzo alzò lentamente la testa, senza però incontrare lo sguardo di lei. “La cosa successiva che ricordo è che uno di loro due mi si è messo davanti… e l’altro era dietro pronto a bloccarmi… e… quando ho fatto per andare via… uno dei due ha iniziato a prendermi a pugni, mentre il suo compagno di teneva fermo… Oh Susi… non riuscivo a… rispondere… mi impedivano di ribellarmi… Hanno iniziato a picchiarmi poi… in tutti i modi… io non ricordo bene… so che sono caduto a terra… e loro… mi hanno dato dei calci… poi mi hanno tirato in piedi di peso… e poi… non lo so più…” bisbigliò Alex chinandosi in avanti verso la ragazza.
Ormai non tentava neanche più di fermare le lacrime. Piangeva e Susi lo sentiva tremare.
“Non fa niente… non preoccuparti Alex, va bene così…” lo rassicurò la ragazza scossa da quello che aveva appena sentito. La versione che gli aveva detto Kekko, quella che aveva ricostruito la polizia, aveva altri particolari, molto più crudi e sperava con tutta sé stessa, che Alex non li sapesse.
Prendendolo tra le sue braccia, non fu molto sorpresa quando il ragazzo non oppose resistenza e si limitò a posare il viso sulla sua spalla, appoggiandosi con la fronte al suo collo.
Lo strinse e gli diede il tempo di calmarsi, sentendo come il respiro irregolare non accennava a fermarsi.
Sdraiandosi lievemente, Susi si posò con la testa al bracciolo del divano e si portò con sé Alex. Accarezzandogli la schiena, restarono in quella posizione fino a quando non notò il cuore del ragazzo tornare ad un battito lento e regolare. Susi notò come la stretta si era fatta meno forte attorno alla vita, e avendo ancora il suo viso nascosto nell’incavo tra la spalla ed il collo, non riuscendolo a vedere, pensò nuovamente che si fosse addormentato.
“Alex…” sussurrò lei quasi impercettibilmente.
Alzando lievemente la testa, lui la guardò.
“Pensavo dormissi…” gli disse Susi sorridendo.
“No… ma penso che poco ci manca…” replicò lui continuando ad osservarla.
“Vai nel letto allora… così ti riposi meglio…”.
Sorridendole, Alex si rimise nella posizione che aveva avuto fino a pochi istanti prima. “Sto bene qui dove sono…”.
“Ma non ti fa bene per le costole…” tentò di convincerlo lei, ma scuotendo la testa, il ragazzo aumentò la stretta.
“Sono qui vicino a te… il divano non ti dà molta possibilità di fuga, mentre il letto sì…” spiegò Alex allungando una mano verso il telecomando. “Faccio ripartire questo dvd, che ne dici? Ho smesso di seguire dopo dieci minuti…”.
“Come vuoi…” borbottò Susi “Testa dura…”.
Ridendo e baciandole una guancia, Alex posò ancora la testa sulla sua spalla, concentrandosi ancora una volta sulla TV.
L’incubo di poco prima apparentemente dimenticato.
 
“Non so chi dei due si addormentò per primo…”
 
Aprendo un occhio, la prima cosa che Susi notò fu il braccio completamente addormentato. Non lo sentiva più, ma quando tentò di muoverlo, tra il dolore lancinante che lo attraversò ed il corpo di Alex a peso morto su di lei, il risultato fu piuttosto scarso. Ripensando al famoso episodio di Friends in cui si svelava il trucco per liberarsi dalla morosa che dorme con la testa sulla tua spalla, Susi pensò bene di metterlo in atto. Ma con la spalla indolenzita e dolorante, finì solamente con lo svegliare Alex.
“Oops…” sussurrò lei notando come il ragazzo tentasse di capire cosa fosse successo. “Vai avanti a dormire…”. E gli accarezzò i capelli, fino a quando il sonno prese nuovamente il sopravvento.
Alzandosi, iniziò a cercare le proprie borse e dopo averle sistemate con cura vicino al tavolino, andò in bagno.
 
“Finendo di lavarmi le mani, mi guardai in giro e pensai che in questo appartamento, tanto intriso di Alex, mi trovavo veramente bene… Ogni cosa presente, pareva avvolgermi nel calore della casa, lasciandomi appagata e completa…”
 
Mentre si stava asciugando le mani, sentì un lieve bussare.
“Susi…” sussurrò Alex dall’altro lato.
Aprendo la porta, sorrise nel vedere il ragazzo ancora un po’ addormentato.
Non la lasciò uscire dal bagno, ma facendo un passo verso di lei, la prese tra le sue braccia.
“Non farlo mai più… non spaventarmi mai più così… non andartene mai più…” bisbigliò Alex chiudendo gli occhi.
Sentendo come la stretta era decisa e forte, Susi gli passò le braccia intorno alla vita e lo strinse a sua volta, posando il viso vicino al cuore del ragazzo.
Batteva forte, batteva irregolare, batteva…
 
“E solo per il semplice fatto che fosse vivo, ringraziai ancora Dio per non avermelo portato via…”.
 
“Ti avrei svegliato per aiutarti ad andare nel letto prima di andare via…” spiegò Susi.
Alzando la testa, Alex sorrise quando lei incontrò i suoi occhi. “Andare via? Ma come ci eravamo messi d’accordo che ti saresti fermata…”.
Sorpresa, Susi corrugò lievemente le sopracciglia. Non si ricordava di quel particolare, ma quando portò nuovamente lo sguardo sul viso del ragazzo, ci vide dipinta un’espressione scherzosa.
“Non prendermi in giro…” borbottò Susi con il broncio.
“Come fai ad essere così ingenua Susi? Credi davvero che adesso che finalmente sei qui, per me, senza terze persone pronte ad allontanarti, sia disposto a farti andare via invece che tenerti intrappolata nel mio letto a fare l’amore?” disse Alex ridendo e facendo cadere lievemente la testa all’indietro, diede a Susi il libero accesso per il suo collo.
Alzandosi in punta di piedi, la ragazza accettò l’invito e vi depositò un lieve bacio.
La risata gli morì sulle labbra e colto alla sprovvista, Alex si ritrovò a doversi appoggiare al muro, tenendola ancora saldamente tra le braccia. Seguendo il percorso dei baci di Susi, Alex piegò la testa dalla parte opposta, permettendole di baciargli anche l’altro lato del collo.
“Non sapevo potessi fare l’amore…” bisbigliò lei alzandogli lievemente la maglia per potergli accarezzare la pelle dell’addome. “Sei bellissimo…”. E sfiorandogli i muscoli scolpiti, il ragazzo trattenne un respiro.
Notando la mancanza di risposta, Susi chiese nuovamente. “Allora, lo puoi fare l’amore con me?””.
Passò ancora qualche istante, e quando sembrò iniziare ad abituarsi alle mani di Susi sul suo corpo, si schiarì lievemente la voce . “Ce… certo che posso…” balbettò lasciando andare un lungo respiro, notando come le carezze della ragazza salivano sempre di più sul suo corpo.
Ridendo lievemente, Susi si rese conto che non si era accorto che lo stesse prendendo in giro. “Scherzavo Alex…” bisbigliò allontanandosi lievemente per guardarlo.
Schiarendosi ancora la voce, e tentando di riprendere il controllo, Alex le accarezzò lievemente la schiena. “Si ma… quando tu mi accarezzi…” e gemette sotto voce quando Susi gli accarezzò lievemente la schiena con le unghie. “…io non capisco più niente…”.
Sorridendo nel guardare come lui cercasse di mantenere il controllo di sé stesso, Susi non fu preparata quando Alex riaprì gli occhi e quei due diamanti di cioccolato si fusero con i suoi. Lentamente, le sue braccia la lasciarono andare, e con le mani andò a recuperare quelle di Susi sotto la sua maglia. Prendendole, se le posò sul cuore, che batteva ancora più forte di prima.
“Lo senti il mio cuore?” domandò sottovoce, e Susi annuì, perdendosi ancora nei suoi occhi. Alzandosi dal muro, Alex si avvicinò alla ragazza, eliminando ogni minimo spazio esistente tra i loro corpi. “E riesci anche a vederlo? Ti vedi riflessa nel mio come io mi vedo nel tuo?”. Sorridendole posò la mano sul cuore di Susi, sentendolo battere all’unisono con il proprio. “Io sono qui…”.
Deglutendo la ragazza si schiarì la voce ed Alex rise lievemente. “Abbiamo scambiato le parti?”.
 
“Ed io ero nel suo… quegli occhi così scuri e profondi mostravano la mia immagine… in quel momento ebbi la conferma che Alex aveva l’altra metà del mio cuore, così come io avevo la sua…”
 
Scambiando il silenzio di Susi come incertezza, Alex le posò una mano dietro al collo e tirandola a sé posò le sue labbra su quelle della ragazza. La baciò come avrebbe voluto fare non appena l’aveva vista fuori dal suo appartamento qualche ora prima. La baciò come non era riuscito a fare in ospedale. Le dita si intrecciarono nei lunghi capelli di Susi e le mani della ragazza percorsero delicatamente il suo petto, per andare a finirgli intorno a collo, tentando di tenerlo il più vicino possibile.
Si baciavano con amore, con disperazione e con tutta la paura che avevano avuto di non poter stare più insieme.
Si lasciarono andare alla passione e man mano che il bacio diventava più aggressivo, le loro mani accarezzavano il corpo dell’altro incuranti del fatto di essere ancora completamente vestiti. Fu Susi che cercando appoggio nelle forti spalle del ragazzo, approfondì il loro contatto. Sentì il cuore scoppiarle nel petto… Erano talmente vicini e lei era consapevole che Alex era in grado di sentire quei battiti così assordanti.
Con un sospiro, lui la strinse a sé e assaporandola come non era mai riuscito a fare, fece il primo passo verso la camera da letto. Sentiva il cuore di Susi battere forte e quei battiti tanto irregolari, gli bastavano come risposta alla domanda che le aveva fatto prima.
A tentoni arrivarono alla porta e quando Alex con una mano tentò di aprirla, Susi ne approfittò per iniziare a sfilargli la maglia. Prendendo le estremità con le dita, gli sorrise incontrando il suo sguardo e lentamente la fece salire per il torace.
“Non voglio farti male…” gli sussurrò.
Appena la maglia passò sopra la testa, Alex tolse le braccia muscolose dalle maniche e Susi si ritrovò ad osservare quel corpo a cui la prima volta non aveva donato la giusta attenzione.
Sorridendo e facendo cadere la maglia a terra, il ragazzo fece un passo in sua direzione, mettendole le mani sui fianchi.
Eliminando nuovamente le distanze esistenti tra di loro, Alex si premette contro la ragazza, catturandole ancora le labbra in un bacio e contemporaneamente permettendole di sentire il suo desiderio per lei.
Bastò solo quello per mandarli oltre ogni limite. I vestiti di Susi iniziarono a volare da tutte le parti, la delicatezza e le attenzioni che avevano avuto fino a poco tempo prima erano state completamente dimenticate.
Le mani calde e morbide di Alex toccavano avidamente il corpo di Susi, mentre la ragazza tentava di togliergli i pantaloni, abbassandoglieli poco alla volta cercando di non interrompere il loro bacio. Ma allontanandosi brevemente da lei e sorridendole, lui finì di togliersi la tuta lanciandola da lato con un piede e si avvicinò prendendole le mani per lasciare a Susi il tempo di togliersi i jeans. Completamente nudi l’uno davanti all’altra, restarono in silenzio qualche secondo ad assaporare quel momento e poi Alex, rendendosi conto di non farcela più a trattenersi, si sedette sul letto prendendole una mano. La luce della camera era spenta, ma ci pensava la lampada in salotto a donare alla stanza un’atmosfera romantica.
 
“In tutto quel silenzio, si potevano sentire solamente i nostri respiri pesanti…”
 
Indietreggiando lentamente nel letto, il ragazzo tenne lo sguardo fisso su di lei. “Vieni qui…” bisbigliò e le sorrise vedendola salire sul letto timidamente.
“Sei bellissima…” sussurrò Alex accarezzandole le spalle prima di intrecciare le sue dita nei capelli di Susi. Le sorrise e guardandola negli occhi, la tirò vicino a sé, per poterla baciare ancora…
Perdendosi ancora una volta nel bacio che le stava dando, la ragazza si posizionò sopra di lui. Restò ferma qualche istante e allontanando le labbra da quelle di lui, si mise a guardarlo, a cercare disperatamente quegli occhi così scuri che qualche centimetro più in basso la imploravano di amarlo. Sentì come le mani di Alex le passarono intorno alla vita, sfiorandole la schiena.
Le sorrise e lei ricambiò. In quei lunghi momenti, non erano in grado di fare altro se non sorridersi e poi baciarsi… ma Susi adorava quando le sorrideva e sentì un lieve groppo alla gola nel momento in cui venne sopraffatta dalle emozioni dopo essersi persa a guardarlo.
.La strinse forte a sé, premendola contro il proprio corpo quasi fino a farsi male. Alzando lievemente la testa e chiudendo gli occhi cercò le sue labbra, ricominciando a baciarla dolcemente.
Con le mani, Susi gli accarezzò le spalle, per poi andare ad accarezzare quei capelli che adesso le solleticavano le dita.
Restarono fermi, su quel letto a baciarsi per molto tempo.
 
“Eravamo una cosa sola… e questo ci bastava…”.
 
Ma il bacio iniziò a farsi sempre più aggressivo, sempre più passionale, arrivando a far scivolare via il controllo ad entrambi.
“Susi… non ce la faccio più…” mormorò rocamente Alex, prendendole il viso tra le mani.
E Susi lo accontentò.
Le loro fronti restarono a contatto, le mani si limitavano a tenere vicino il corpo dell’altro mentre i due ragazzi si amavamo.
Con una lieve smorfia di dolore, Alex si fermò chiudendo gli occhi. “Non riesco…”.
“Lo stai già facendo…” bisbigliò lei baciandogli la fronte.
Osservò il viso del ragazzo ed insieme al dolore, Susi notò il piacere rapirlo, proprio mentre incominciò a prendere anche lei.
 
“In quel momento, nudo e tremante tra le mie braccia, mi apparve più indifeso che mai… e mi resi conto per la prima volta, di cosa significava fare l’amore con il ragazzo che ami…”.
 
Tentarono di riprendere fiato stretti l’uno all’altra,  e poco dopo, Susi prese la mano di Alex posandosela sul cuore e mettendo la propria su quello di lui, imitò il gesto che poco prima aveva fatto il ragazzo.
“Non ha mai battuto così per nessuno…” sussurrò lei, alzando la testa dall’incavo tra il collo e la spalla di lui. “ E non credo che nemmeno batterà mai così per qualcun altro…”. Morsicandosi il labbro, tentò di respingere indietro le lacrime che minacciavano di scendere. “Non avevo mai fatto l’amore prima di adesso, ma tu… tu riesci a rendere tutto speciale. Non facevi altro che guardarmi e sorridermi ed io… io pensavo che tutto era… perfetto…”.
“No Susi… non piangere tesoro…” bisbigliò Alex asciugandole le lacrime con i pollici.
“Dopo tutto quello che ti è successo… io… non posso fare a meno di avere… paura… Hai rischiato di abbandonarmi così improvvisamente… e… io non voglio perderti… Tu sei la mia unica possibilità di amare… io… io non voglio amare nessun altro oltre che te… e… mi fa male sapere che sei diventato così indispensabile per me… fa male amarti così tanto…” balbettò lei, ma il ragazzo le impedì di proseguire il discorso, e avvicinando i loro visi, riprese a baciarla.
Allontanandosi dopo qualche secondo, la osservò ridendo lievemente. “Sei una chiacchierona…” borbottò continuando a tenerla vicino. “Perché sei così nervosa? Io non ho bisogno di sentirti dire queste cose Susi… Perché sono le stesse cose che provo io… Non essere timida con me, devi essere la Susi di sempre, la mia Susi… A me basta solo che tu mi…”.
Ma la ragazza lo interruppe “Ti amo…” sussurrò morsicandosi il labbro e notando il sorriso illuminare ancora una volta il viso di Alex, capì di aver fatto la cosa giusta.
Annuendo lievemente, quegli occhi scuri che in quel momento avevano iniziato a brillare, si persero nei suoi. “Appunto… non ho bisogno di altro… non devi spiegarmi quello che provi, perché non servono spiegazioni all’amore…”.
Avvicinandosi per baciarla, la osservò mentre chiudeva gli occhi e inumidendosi le labbra e prendendole dolcemente la testa tra la mani sussurrò “E ti amo anche io…” per poi darle, finalmente, il bacio che entrambi stavano aspettando.
Qualche secondo più tardi, Alex terminò il bacio e corrugando la fronte mormorò “E mannaggia a queste costole rotte… Se non fosse per colpa loro, nessuno mi impedirebbe di fare ancora l’amore in tutte le sessantaquattro posizioni del kamasutra… e la farei pure lanciandomi dall’armadio, così, già che ci siamo ne inventiamo una nuova e arriviamo a sessantacinque, perché pari non mi piacciono…”. Guardando Susi ridere a quella frase, Alex le spostò i capelli dal viso. “Scusami se con questa affermazione ti sono sembrato un animale…”.
Notando l’espressione mortificata del ragazzo, Susi lo abbracciò continuando a ridere “Oh Dio Alex… ti adoro… non so come farei senza di te!”.
Ridendo lievemente a sua volta, lui ricambiò l’abbraccio “Come fai a dirmi certe cose dopo una tale uscita da uomo preistorico…”. Susi si allontanò brevemente senza riuscire a fermare le risate. Ma la risata di Alex, però, cessò all’istante perdendosi a guardarla.
“Susi…” sussurrò e la ragazza portò il suo sguardo su di lui. “Spero di vederti ridere per tutto il resto della nostra vita, perché se mai ti farò piangere, vuol dire che ho sbagliato tutto…”.
Arrossendo, Susi replicò “Direi che con questa frase ti sei ripreso alla grande…”.
Sorridendo soddisfatto, Alex allungò la mano verso il comodino e nella penombra, recuperò la scatola dei fazzoletti.
“Sembrerò uno scansafatiche, dato che non ho fatto praticamente niente, però sono distrutto… ci ripuliamo?”.
Prendendo dei fazzoletti, Susi gli sorrise e lentamente si alzò da lui, sedendosi al suo fianco.
Scendendo dal letto, Alex tirò indietro le coperte e la ragazza, imitandolo, lo aiutò a preparare il letto. Rabbrividendo nell’entrare nelle gelide lenzuola, si avvicinò a lui per trovare il calore che cercava. Immediatamente le braccia del ragazzo la rinchiusero in un abbraccio e mettendosi su pino, le fece posare la testa sulla sua spalla.
“E’ la prima volta che non ho paura di chiudere gli occhi per dormire…” sussurrò lui sottovoce, ormai quasi addormentato. “E domani, quando mi sveglierò, sarai qui… con me…”.
 
“Sospirando beatamente, restai ad osservarlo, mentre il sonno lo rapiva completamente. Lo guardai dormire, finalmente sereno e quando un lieve sorriso si dipinse sul suo viso addormentato, mi resi conto di essere stata io la causa di quel sorriso, e con il cuore ormai ricolmo di felicità, mi abbandonai a mia volta alla stanchezza…”.
   
 
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