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Autore: Jiulia Duchannes    06/09/2013    4 recensioni
Due bande che si contendono il controllo dell'Argentina: Frandom e Olaff. Come porre fine a questa eterna guerra? Con la caccia. La caccia e l'uccisione delle Lost, ragazze che non sanno chi sono, ragazze che hanno perduto la memoria. Chi ne uccide di più vince.
Jorge e Facu, incaricati di uccidere le Lost.
Martina e Alba, due Lost agguerrite e decise a sopravvivere.
Lodovica e Xabiani, figli dei capi delle bande.
Questi sono i protagonisti della storia.
La caccia è ufficialmente aperta.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ap 7
Pov Xabi

Erano passati 2 giorni, due fottutissimi giorni in cui non avevo fatto altro che pregare, piangere e camminare nella mia squallidissima cella composta sa una brandina e delle sbarre. Elegante no?
Era stanco, affamato e venivo deriso dalla guardie. Dannazione, ero o no il figlio del capo? E vero, ho tradito mio padre e mi sono rifiutato di uccidere le Lost ma ero pur sempre un Ponce de leon. Ma probabilmente a mio padre non importava niente.

Volevo solo arrendermi, non sarei durato a lungo in quelle condizioni e poi, una volta libero sarei scappato con Lodo. Anche se non avevo la minima idea di come fare.
Avvicinai una guardia e con quel poco di voce rimasto gli dissi due semplici parole “mi arrendo”.
Mio padre venne, con le chiavi delle cella in mano, cibo ed acqua e i miei occhi devono essere usciti dalle orbite. Provai ad alzarmi e, alla visione celestiale del cibo, ci riuscii. Mi fiondai sul tozzo di pane che mi aveva portato mio padre e cominciai a mangiare tralasciando le regole di base del bon ton. In parole povere sembravo un selvaggio, altro che Lost.

Pov Facu
Camminai avanti e indietro per la sua stanza, i giorni con Alba erano stati spensierati. ma ora il problema si ripresentava.
 
Gli Olaff l’avrebbero presa e cavolo mi ero innamorato. Si so che l’innamoramento in due giorni è una cosa da film me è successo.
Era strano a dirsi ma era così e non avrei permesso a quel branco di omoni senza cervello di portarsela via. Ok, forse omoni senza cervello non era esattamente la definizione giusta per gli Olaff, erano grossi ma intelligenti, alcuni.

Non avevo un piano B quindi quello A, se si poteva chiamare piano, doveva per forza funzionare. Il  piano del secolo che avrebbe salvato la vita ad Alba? Prendere tempo. In parole povere chiamare il signor Ponce De Leon dire che avevo bisogno di tempo e progettare un fuga romantica. A dimenticavo, dovevo dire ad Alba la verità su di me e gli Olaff.
Ok passo 1: Chiamare Ponce De Leon.
Composi velocemente il numero.
Un squillo, due, tre, quatr…
-Pronto?-La tetra voce del signor De Leon mi risuonò nelle orecchie facendomi tremare dalla testa ai piedi.
-Signore sono Facundo, la chiamo per la Lost-
-Si me ne ero quasi dimenticato-
Perché l’ho chiamato?  Mannaggia a me!
-Signore, non possiamo portarla è fortissima e non si fida ancora di me, non so perché ma…-
-Non importa, useremo la forza, oggi è l’ultimo giorno prima della pausa e noi la dobbiamo uccidere e non voglio sentire polemiche-
Chiusi la telefonata senza salutare, sinceramente era l’ultimo dei miei pensieri.
Fase 2: Dire la verità ad Alba e fuggire insieme.
Neanche lo avessi pensato mi girai e mi ritrovai Alba che mi guardava stranamente. Non so definire come ma non mi piaceva affatto.
La scrutai e poi la vidi, la cartellina gialla, il taccuino: Il suo fascicolo.
-Io ti posso spiegare- Dissi avvicinandomi.
-Ingenua, stupida, preda facile… Io sono questo per te? Una preda?- Stava cercando di mantenere il controllo e mostrarsi forte me lo sapevo che dentro stava uno schifo, esattamente come me.
-Alba ascoltami forse all’inizio era così ma ti giuro che quel che tu ho detto è tutto vero… Ti amo-
Alba indietreggiò –Ti ho creduto all’inizio e mentivi come faccio a sapere che non menti anche ora- Un lacrima ribelle le rigò le guancia.
-Potrei ucciderti anche ora se solo lo volessi-
-Fallo allora-
-Non voglio… non voglio uccidere una parte di me-
Alba mi fissò per secondi che mi sembrarono ore, probabilmente valutava l’ipotesi che le stessi raccontando la verità.
Si girò di scatto e corse via, la seguì me era troppo tardi. Vidi i Frandom  portarla via.
Passarono i  minuti e io camminavo nervosamente per la salone.
Un rumore… Un altro e poi la porta cadde… Pensai fosse la mia fine, gli Olaff mi avrebbero giustiziato. Sbagliavo.

Pov Tini
Jorge mi guidò fino alla casa del suo amico dove probabilmente c’era anche Alba, la mia migliore amica. Probabilmente saremmo state di nuovo insieme, saremmo fuggite e io non avrei più rivisto Jorge. Ma che dicevo? Cosa mi importava, si, ok lui era il figlio di una persona importante per me ma io dovevo pensare a salvarmi la pelle. Eppure non convincevo neanche me stessa, il pensiero di non rivederlo più mi faceva venire il magone, un mal di pancia doloroso e terribile. Perché? Non lo sapevo o forse si ma non volevo capirlo.

Camminammo lentamente rasente ai muri. Scorgemmo una macchina dei frandom, lo si capiva dal colore, il bianco. Frandom bianchi Olaff neri.

Bussai piano, appena percettibilmente, poi più forte e poi ancora di più e poi feci cadere la porta. Nei nostri villaggi non c’erano porte, non bussavamo e non ho saputo dosare la forza. Fissai Jorge e gli sorrisi e lui mi sorrise di rimando, un sorriso bello da mozzare il fiato.
Mi girai verso un ragazzo, non troppo alto capelli ricci e scuri occhi dello stesso colore che mi fissavano curiosi.
-Facu- Salutò Jorge abbracciando il ragazzo che continuò imperterrito a fissarmi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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