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Autore: ApeMaiaRosa    06/09/2013    6 recensioni
Avete presente quelle storie dove lei è dolce,ha modi fini,è sempre decisa in ciò che fa e riesce ad ottenere sempre ciò che vuole? Sapete il figo di turno famoso in tutta la scuola che sta sempre con la più troia di questo pianeta solo per l'immagine?
Bene.
Dimenticate tutto.
Perchè?
Perchè lei è una tipa che non si fa mettere i piedi in testa,è MOLTO insicura nonostante la forza non le manchi,è volgare nel parlare e non è per nulla dolce -o forse si?-
Lui invece è bello,sa di esserlo,fa di tutto per esserlo,a volte è davvero stressante per quanto è fissato con il suo aspetto e adora farsi i complimenti....si avete capito bene,se li fa da solo.Ma cosa più importante...udite udite...non ama essere al centro dell'attenzione.Strano per un tipo così no? Ma chi ha detto che in questa storia c'è qualcosa di normale?
Si parla di un amore nato per caso tra due amanti della musica che non sapevano neanche dove la parola amore stesse di casa.
Dal Cap.1
[...]Allora non lo sapevo ma quel ragazzo e quegli occhi mi avrebbero causato degli strani effetti.
Mia prima long,recensite perfavore! :D
Genere: Demenziale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Davide POV
 
Quando riapro gli occhi è appena mattina.
La luce del sole filtra attraverso le tendine della finestra.
Sono un po’ stordito dal sonno perché non mi rendo subito conto di NON trovarmi in camera mia e della ‘cosa’ calda che stringo tra le mani.
Abbasso gli occhi sulla sopracitata cosa e vedo due mani.
Una mia, l’altra della ragazza stesa sul lettino che dorme e…
La consapevolezza di quel che è accaduto meno di ventiquattro ore prima mi investe con la stessa intensità che avrebbe un camion in piena corsa.
Elena è qui.
In un ospedale, in coma, viva ma in coma.
Tutto a causa di quello stronzo!
Mi alzo di scatto in piedi, lasciando la mano della mora.
Non so che ore sono, non so se l’orario visite è già cominciato, so solo che faccio una gran confusione con la sedia e sento un dolore lancinante alla schiena a causa della scomoda posizione in cui ho dormito.
Non m’importa.
L’importante è che ora Elena si svegli.
Le afferro la spalle e la scuoto chiamandola.
<< Elena….Elena…..Elena dannazione svegliati! >>
L’idea che io le possa causare dolore o altri effetti collaterali non mi sfiora neanche l’anticamera del cervello.
Continuo fin quando non vengo fermato, delicatamente, da ‘una forza di causa maggiore’ conosciuta dal mondo col nome di Carla.
Piano stacca le mie mani dalle spalle dell’amica sussurrando << Non così Davide, rischi solo di farle del male >>
I miei occhi si inumidiscono << Se non così allora come…COME?! Come posso aiutarla? Lei deve tornare non può lasciarmi qui da solo! >>  è l’egoistica frase che esce rotta dai singhiozzi dalla mia bocca.
E’ da egoisti si, ma alla fine è così sbagliato desiderare che la persona amata torni indietro da noi?
Io penso che dopotutto non sia così sbagliato, ma anzi, se quella persona ricambia dobbiamo far tutto ciò che è in nostro potere per farla tornare.
<< Su su, calma, un modo lo troveremo, solo….non così >> e detto questo da un bacio ad Elena ed esce fuori dalla stanza.
Che come me non sia proprio andata a casa la notte scorsa?
Aveva l’aria stanca e scombussolata, triste, di chi ha perso qualcuno di molto caro, indispensabile.
Col volto bagnato di lacrime mi dirigo al piccolo bagno della stanza.
Sciacquo con acqua fredda il mio viso, la matita che da sbavata adesso è completamente scomparsa.
Mi asciugo volto e mani ed esco di nuovo dal bagno.
Controllo l’orologio.
Le 7:45
In teoria potrei anche andare a scuola, da qui a casa mia ci vogliono due minuti e se quei tizi con cui abito non sono ancora a lavoro uno strappo potrebbero darmelo.
Ma non credo riuscirei ad essere attento, non voglio lasciare Elena, soprattutto ora.
Vero anche, che un distrazione non mi farebbe male, ma proprio non ce la faccio.
Non ora almeno.
Forse più in là.
Mi risiedo sulla sedia.
Appoggio le braccia incrociate sul letto di Ele e la testa sopra di esse.
Rimango così, a guardarla.
Ad osservare la bellezza di quel viso tondo e candido che tanto amo e che ora sembra solo addormentato.
Peccato non sia solo un banale sonno.
Sciolgo l’incrocio delle mie braccia, una la tengo appoggiata sul letto in modo da tenervi la testa sopra, l’altra l’allungo al suo viso per saggiare sotto  i polpastrelli la consistenza ed il calore di esso.
E’ così morbido e liscio.
Caldo.
Mi chiedo se senta questo contatto.
 
***Quella stessa sera***
Ho passato la giornata inerme su questa sedia, a cercare in qualche modo di comunicare con Elena.
Accarezzandola, parlandole, accendendo la piccola tv qui in camera.
Inutile dire che non sia servito.
L’ho passata nella più completa solitudine, eccetto quando sono arrivate Carla, la madre e il padre e poi un infermiere venuto a cambiare la flebo di fisiologica che mi hanno chiesto come stessi.
Completamente solo.
Chiudo la finestra ed istintivamente porto le mani alle tasche.
Sorrido, forse per la prima volta nelle ultime ventiquattro ore.
Mi ero dimenticato di averlo in tasca.
Lo scruto un po’…..che abbia il potere di sentire i miei stati d’animo?
Mavvà, guarda che scemenze vado blaterando.
Poi ho un’illuminazione.
Guardo l’ipod spento, guardo Elena ed alterno così il mio sguardo.
Poi, dalla finestra vicino alla quale mi trovo, mi accosto al letto.
Srotolo lentamente le cuffie e le infilo alla mia ragazza.
Accendo l’apparecchio e scorrendo tra le varie canzoni ne trovo una in particolare che trovo perfetta per questo caso.
 
If I keep holding out
Will the light shine through?
Under this broken roof
It's only rain that I feel
I've been wishin' out the days
Oh oh oh
Come back
I have been planning out
All that I'd say to you
Since you slipped away
Know that I still remain true
I've been wishin' out the days
Please say that if you hadn't have gone now
I wouldn't have lost you another way
From wherever you are
Oh oh oh oh
Come back
And these days, they linger on, yeah, yeah
And in the night, I've been waiting for
A real possibility that I may meet you in my dreams
I go to sleep
If I don't fall apart
Will my memory stay clear?
So you had to go
And I had to remain here
But the strangest thing to date
So far away and yet you feel so close
I'm not going to question it any other way
It must be an open door for you
To come back
And the days they linger on, yeah
Every night I'm waiting for
The real possibility that I may need to end my pain
Sometimes you're there and you're talking back to me
Come the morning I could swear you're next to me
And it's ok
It's ok, it's ok
I'll be here
Come back, come back
I'll be here
Come back, come back
I'll be here
Come back, come back
Oooooooo
Oooooooo
Oooooooo
Oooooooo
 
 Sorrido lievemente e con sguardo innamorato verso la figura addormentata.
Spero che il mio messaggio sia arrivato.
 
***Il giorno seguente***
 
<<….. Gliel’ho detto, non sappiamo quando si sveglierà! Il trauma cranico non era grave, ma è comunque difficile stabilire  in quanto si sveglierà e SE si sveglierà >> mi  ripete per le decima volta da stamattina il medico.
Lo sto odiando profondamente.
Non fa che ripetere sempre la stessa cosa!
Possibile che non ci sia un modo per interagire con lei se non parlare e basta?
<< Bisogna provare con stimoli esterni. In diversi casi è successo che se i pazienti in coma venivano a contatto con qualcosa a loro molto gradito si siano risvegliati. Ora se non le spiace devo finire il mio giro di controlli mattutino. >> e detto questo se ne va, lasciandomi di nuovo solo in stanza.
Stimoli esterni?
Tipo?
Ho provato di tutto!
Toccarla, parlare, farle ascoltare della musica!
Sgrano gli occhi e compiaciuto da quel che ho pensato schiocco le dita.
Idea!
Recupero tutti i miei oggetti, do un bacio sulle labbra ad Elena e le sussurro.
<< Aspettami, devo prendere una cosa, torno subito >>  esco dalla stanza chiudendo la porta.
 
Elena POV
Eeeeeeeeehi.
Qualcuno mi sente?
C’è nessuno?
Ma dove cavolo sono!
Perché non riesco a muovermi?!
E’ il mio fottutissimo corpo dannazione!
Aspetta, cos’è questo calore sulle labbra?        
<< Aspettami, devo prendere una cosa, torno subito >>
Davide!
Davide dove cazzo stai andando?
Torna qua brutto imbecille!
Provo a muovermi ma il mio copro non risponde.
Dannazione!
 
***Alcuni minuti dopo***
Davide POV
 
Ma dov’è?
Dove cavolo è quella dannatissima chitarra quando serve?
Eppure ero certo fosse qua in soffitta.
Sposto un paio di scatoloni ed intravedo fra la polvere una sagoma familiare.
L’afferro e corro di nuovo via, con la tracolla in mano stavolta.
Una volta arrivato in ospedale so già cosa fare.
Mi dirigo alla stanza 216, terzo piano.
Appena arrivo la trovo vuota, controllo l’orario….17:30.
Carla deve essere già passata.
Meglio così, almeno avrò un po’ di privacy.
Lei a differenza mia sta continuando ad andare a scuola e a studiare, dice che avere una distrazione l’aiuta.
Appoggio la custodia per terra, sfilo con delicatezza la chitarra acustica da dentro.
Bella come me la ricordavo, ma di certo non è il mio strumento.
Ricordo che prima di imparare a suonare il basso provai con la chitarra, ma non la sentivo mia.
Ecco perché decisi di cambiare strumento.
Accordo con attenzione le corde, riscaldo le dita eseguendo qualche esercizio sulla tastiera e, prima di cominciare a suonare, parlo ad Elena.
<< Senti divoletto, io suonavo la chitarra qualcosa come…. Tre anni fa. Da allora non l’ho più presa in mano. Questa è l’unica canzone che ho imparato a fare per intero, quindi se fa schifo non deridermi. >>
Le do un bacetto sulla guancia e prendo un bel respiro, speriamo bene.
Mi guardo alle spalle per vedere se ho chiuso bene la porta.
Anche la finestra è chiusa.
Procediamo.
Faccio scorrere le dita sullo strumento musicale.
Facendo accordi e pizzicando le corde per produrre il suono.
Alle note si aggiunge poi la mia voce, che tenta di essere il più dolce possibile.
 
I text a postcard, sent to you
Did it go through?
Sending all my love to you.
You are the moonlight of my life every night
Giving all my love to you
My beating heart belongs to you
I walked for miles 'til I found you
I'm here to honor you
If I lose everything in the fire
I'm sending all my love to you.
With every breath that I am worth
Here on Earth
I'm sending all my love to you.
So if you dare to second guess
You can rest assured
That all my love's for you
My beating heart belongs to you
I walked for miles 'til I found you
I'm here to honor you
If I lose everything in the fire
I'm sending all my love to you.
My beating heart belongs to you
I walked for miles 'til I found you
I'm here to honor you
If I lose everything in the fire
Did I ever make it through?
 
 
Una volta terminata guardo Elena, la cui espressione non è cambiata di un millimetro.
Sento la disperazione salirmi a livelli atroci.
Le lacrime che tornano a fare capolino dai miei occhi.
Le asciugo con la manica della felpa e con un sorriso mesto dico << Non è servito è? Peccato, ci avevo sperato….però sei cattiva, non puoi farmi soffrire così >>
Aspetto qualche secondo per poi dire, sempre con voce spezzata da un pianto che non voglio lasciare uscire, << No, non sei cattiva, è solo che sto male a vederti così >>
Asciugo frettolosamente le lacrime che, traditrici, hanno cominciato a bagnarmi le guance.
Gli occhi mi fanno male.
La gola mi fa male.
Lo stomaco mi fa male.
Tutto mi fa male a saperla così inerte su questo letto.
E’ come se anche il mio corpo non volesse lasciarla andare.
Con gentilezza le accarezzo il volto, forse per la centesima volta nella giornata.
Lo sguardo appannato dalle lacrime trattenute.
Mi avvicino al suo orecchio e piano le sussurro  << Just give me a sign, say anything, say anything. Please don't walk away, I know you wanna stay. If you just give me a sign, say anything, say anything……If you just stay with me we can make it through….When will you laugh again?.... I'm fallin down, I'm fallin down >>
Un casto bacio sulle labbra e vado di nuovo via, per posare la chitarra a casa.
Apro la finestra, tracolla in spalla, faccio scattare la serratura e sono fuori.
Cammino con passo lento e sguardo disilluso, non so bene il motivo, ma so che ce l’ho così in questo momento.
Forse, disillusione verso il mondo, per avermi portato via tutto ciò che avevo di più caro.
Mamma, papà, Camilla…..ed ora Elena.
Scuoto la testa.
Ma che diavolo vado a pensare.
Elena è viva, non dovrei parlare come se fosse già morta, dovrei sperare che torni da me solo che……solo che ho paura.
Paura che possa non tornare.
E se il suo risveglio non avvenisse mai io cosa farei?
Cosa ne sarebbe della mia vita?
Andrei avanti?
Proverei a dimenticare?
Proverei a trovare un nuovo amore?
Mi lascerei morire al suo fianco?
Cosa?!
E sono stanco di pensare, di piangere, di soffrire, di farmi domande che non fanno altro che aumentare la mia rabbia e la mia ansia; stanco di ascoltare i dottori che dicono tutti le stesse cose.
Voglio solo stare in un posto che posso chiamare casa, in un luogo in cui posso stringere Elena fra le mie braccia.
E anche se non è propriamente ‘casa’ mi basterebbe vedere ancora una volta quegli occhi colore della nutella sorridermi, o anche arrabbiarsi, lanciarmi lampi inceneritori, qualunque cosa.
Qualunque cosa andrebbe bene pur di rivederla aprire gli occhi e sentirmi urlare ‘Brutto idiota!’ per qualcosa che non ho fatto o che non ho capito.
Già, qualunque cosa.
 
 
 
Elena POV
My beating heart belongs to you.
…..
I'm sending all my love to you.
…..
Ma….questa canzone mi sembra di conoscerla.
E anche questa voce.
Sono familiari, soprattutto la seconda.
Sa di caldo….buono…sa di Casa.
Un momento.
Ma questo è….?!
Questo è Davide!
Lui sta suonando questa canzone a me…per me!
Sento le lacrime salire.
Sorrido intenerita.
Ora più che mai vorrei alzarmi e corre da lui, abbracciarlo e sussurrargli all’orecchio che si, lo amo davvero.
Provo a muovermi e sento che solo un dito risponde al mio controllo.
Si sposta leggermente e….
 
***Terzo giorno dal coma di Elena, circa le 17 di sera***
 
Rientro nella camera 216 dopo essere uscito per quasi due.
Il viscerale bisogno di fuggire almeno per un po’ con la mente da questo incubo.
Mi siedo accanto al letto e scruto un po’ il volto di Elena.
Nulla è cambiato.
Non un singolo capello, non una singola ciglia.
Sembra passato quasi un secolo da quel dannato giorno anziché solo tre.
Dentro è come se avessi un deserto.
Ma non per questo il mio amore per Elena è stato scalfito.
Credo, al contrario, che il mio attaccamento per lei abbia raggiunto livelli altissimi.
Le accarezzo le guance, prendendole il volto fra le mie mani.
Avvicino le nostre fronti e poi le labbra.
Un contatto lungo e dolce.
Piano mi stacco da lei.
Afferro poi il telecomando della piccola tv e l’accendo.
Scorro un po’ di canali, nulla attira la mia attenzione fin quando approdo su un canale di musica.
Quel che mi attira è il suono dolce ed il video.
Semplice.
C’è un uomo con la barba che si sbraccia come un vecchio teatrante.
Il suono del piano mi investe, dolce, fa venire i brividi per quanto è delicato.
Le parole mavvolgono, la musica anche.
Sembra quasi magica per quanto sono poetiche queste parole.
E manco a dirlo sembra stiano parlando di quel che mi è accaduto.
 
Volano le libellule,
sopra gli stagni e le pozzanghere in città,
sembra che se ne freghino,
della ricchezza che ora viene e dopo va,
prendimi non mi concedere,
nessuna replica alle tue fatalità,
eccomi son tutto un fremito ehi.
Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà,
non si sa come si creano,
costellazioni di galassie e di energia,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.
Sbocciano i fiori sbocciano,
e danno tutto quel che hanno in libertà,
donano non si interessano,
di ricompense e tutto quello che verrà,
mormora la gente mormora
falla tacere praticando l'allegria,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
vienimi a prendere
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.
 
Quando termina, per non rovinare il momento, abbasso a zero il volume della tv e torno a guardare Elena.
C’è qualcosa di diverso in lei come se…si stesse muovendo!
Guardo il dito della sua mano sinistra che si muove lievemente.
La afferro saldamente e poi la chiamo << Elena…?!...Elena se mi senti fai qualcosa! >>
Di nuovo il dito della sua mano si muove.
<< Ma allora ci sei! >> esclamo felice, eccitato e non so cos’altro.
Mi calmo solo quando vedo il suo volto contrarsi lievemente e piano sollevare le palpebre.
Mi guarda  e << Ciao Davide >>
 
 
 
 
 

Fine.

 
 
 
 
L’angolo dell’autrice
Un capitolo pieno di canzoni questo LOL
Nell’ordine ho usato:
-Come back dei Pearl Jam (http://www.youtube.com/watch?v=yx4gSvGK70A )
-Last Night on Earth dei Green Day (http://www.youtube.com/watch?v=bmKZq5iXvwA )
-Say Anything dei Good Charlotte (http://www.youtube.com/watch?v=r9jMpHtFikU)
-Tasche piene di sassi di Jovanotti –la prima ed unica canzone italiana di tutta la storia LOL- (http://www.youtube.com/watch?v=Y4QepFkJQ-s )
 
E l’ho scritto ascoltando Restless Heart Syndrome dei Green Day x3
Ok, finita la parte discografica (si vede che amo la musica? LOL)
Torniamo alla storia.
Che dire.
L’ultimo capitolo, sinceramente non credevo che sarei stata in grado di scriverne addirittura 24!
Ammetto che sono un po’ triste per aver terminato la storia., insomma è la mia piccolina!
Ma a tutto c’è una fine prima o poi giusto?
E per questa storia mi sembra giunto il momento di mettere questa brutta parola.
Spero che leggerla sia piaciuto a voi quanto a me scriverla, spero vi abbia lasciato emozioni e che siate stati entusiasti quanto me nel leggere uno dopo l’altro questi capitoli.
Ringrazio di tutto cuore quelli che hanno deciso di metterla nelle varie liste, magari anche solo leggendo.
Un grazie particolare va a voi che mi avete recensita invece, le vostre parole mi hanno dato l’entusiasmo necessario per continuare ad andare avanti.
Davvero, Grazie con tutto il cuore!
Sono stata fortunata a trovare dei lettori tanto cari, ogni autore ne vorrebbe per se.
So di essere ripetitiva, ma non so che altro dire…ecco, ora mi stanno salendo pure le lacrime dannazione! ç__ç
Vi lascio prima di cadere in pianto disperato e ci vediamo alla prossima con l’epilogo di questa storia.
Un abbraccio a tutti.
Rage & Love
 
  
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