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Autore: Leptine    06/09/2013    1 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nel week end sarà difficile che io riesca a scrivere a causa del lavoro, ma penso di ritornare lunedì.
Buon fine settimana a tutti e buona lettura. <3






Alessandro e Efestione vennero invitati al banchetto dei generali, gl'unici a sapere della storia di Efestione.
Quando arrivarono alla tenda del banchetto, Alessandro zoppicò al suo interno, seguito da Efestione che aveva il capo coperto. Tutti gli accolsero calorosamente, salutando il compagno ritornato tra loro, tutti tranne Cassandro, che rimase seduto al suo posto sorseggiando del vino macedone. Non si degnò nemmeno di guardarli e questo Efestione lo notò, ma non volle dire nulla. Si misero a sedere e iniziò il pranzo. Furono serviti piatti tipici macedoni, alternati da piatti persiani, ma sopratutto ciò che non mancava mai era il vino. Risero e scherzarono per tutto il tempo, anche quando finirono di mangiare.

Com'era la dimora degli dei Efestione?” chiese Leonnato, ormai con il livello dell'alcool alto.
“Oh guarda, una meraviglia. Neanche te lo puoi immaginare.” annuì Efestione mentre bevve un piccolo sorso di vino, lui era l'unico che aveva bevuto poco poiché voleva rimanere lucido.
“Quante donne c'erano amico? Quante?” chiese Tolomeo, anche lui abbastanza alticcio.

Efestione scosse il capo e andò a guardare Alessandro, che non gli toglieva gl'occhi di dosso, gli sorrise e poi tornò a guardare Tolomeo.
“Tante e belle, ma nessuna adatta a te mio caro.” rise e si prese diversi pezzi di pane addosso, con un'ovazione da parte dei compagni. Si tirò su e preso il calice si avvicinò a Cassandro, che non sembrava divertirsi, appoggiò una mano sulla sua spalla e lo guardò “Mio buon Cassandro, non c'è nulla di tuo gradimento oggi? Per caso ti è morto il cavallo?” sbottò Efestione sarcastico, notando lo sguardo fulmineo di Cassandro alle sue parole. Quest'ultimo con una rapido gesto si scrollò la mano del compagno e si alzò, finì il vino e senza dire nulla uscì dalla tenda.
“Oh Cassandro, sei proprio un bambino.” “Cassandro si è offeso, poveretto.” questi ed altri furono i commenti dei generali al suo gesto. Efestione scosse il capo e tornò a sedersi vicino ad Alessandro.

Quando sono ubriachi diventano anche simpatici.” commentò il re, mentre rideva come non mai, ubriaco anche lui.

Non cambieranno mai, ma questo è un bene. Di loro ti puoi fidare.” annuì Efestione guardando i ragazzi che si tiravano cibaglia addosso, senza smettere di ridere. Alessandro finì il vino che aveva nel boccale e poi si leccò le labbra, prima di guardare Efestione.
“Avete finito voi due? Sembrate due novelli sposi. Avanti divertitevi anche voi!” esclamò Nearco, lanciando verso i due un boccale di vino. Lì colpì in pieno ed entrambi rimasero immobili per un po'.
“Tu vuoi la guerra Nearco? E guerra sia!” disse Alessandro prima di prendere della carne che aveva avanzato e gliela tirò in piena fronte. Anche Efestione prese ciò che gli capitava sotto mano e iniziò a lanciarla ai compagni. I commensali della mensa non poterono fare altro che assistere a quella battaglia culinaria che sembrava non avere fine, consapevoli che avrebbero avuto molto da pulire.
Dopo alcune ore, la battaglia finalmente finì e uscirono tutti dalla tenda, chi abbracciato ad un'altro, chi barcollando. Alessandro li fermò prima che fuggissero tutti nelle loro tende.
“Dal momento che nessuno di noi è abbastanza lucido da intraprendere una conversazione sana e tranquilla, vi lascio il pomeriggio libero. Questa sera però siete invitati nella mia tenda e discuteremo sul proseguo della spedizione. Ora andate figli di buona donna e non fate casini.” disse tenendosi aggrappato ad Efestione, che aveva nuovamente il capo coperto.
I generali annuirono ed entrarono nelle loro tende, così fecero anche Alessandro ed Efestione. Quest'ultimo accompagnò il re verso il letto sul quale lo fece sedere, notando che era parecchio ubriaco.
“Alessandro quanto hai bevuto?” sussurrò Efestione guardandosi attorno, poi sentì Alessandro ridere e una ragazza spuntare da una stanza secondaria della tenda. Si voltò e le diede la schiena. Era Roxane.
“Alessandro? Sei di nuovo..ubriaco?” disse la ragazza avvicinandosi al marito, fissando per un'attimo l'uomo incappucciato.
“Oh Roxane non iniziare di nuovo okay? Sono adulto e consenziente. Mi sembri mia madre quando fai così.” disse ridendo e poi si stese ignorando la ragazza.

Sei intrattabile quando fai così.” ribattè la ragazza cercando l'attenzione del re, tirandolo a se, dopo averlo preso per un braccio.
“Così lo fai solamente innervosire, lascialo in pace.” disse Efestione cercando di cambiare la voce.
Roxane si voltò verso di lui e lo guardò dalla testa ai piedi “E tu che ne sai mh?” scosse il capo e anche Efestione lo fece, poi cercò nuovamente di tirare seduto Alessandro che inziò a innervosirsi.
“Lasciami donna o potrei causarti del male.” sbottò il re, ritornando steso e si portò il braccio sugl'occhi. Ma Roxane insistette e lo tirò nuovamente su. Questa volta Alessandro perse ogni freno e la spinse via, facendola cadere “Ti ho detto di lasciami in pace per Zeus! Vattene o ti faccio frustare!” urlò guardando la ragazza stesa a terra, che lo fissava con occhi sgranati “Sparisci!” urlò ancora e Roxane si alzò da terra piangendo e corse fuori. Efestione la guardò uscire e abbassò un'attimo gl'occhi, prima si togliersi il mantello e voltarsi nuovamente incrociando lo sguardo di Alessandro. Era teso come una corda, le pupille dilatate e il fiatone. La classica crisi che aveva sin da quando era bambino. Si inginocchiò davanti a lui e passò le mani sulle guance del re, sorridendogli.
“Calmati Alessandro. E riposa, solo così smaltirai il vino bevuto.” sussurrò delicatamente, notando che il viso di Alessandro si distese lentamente e sorrise annuendo.

Tu rimani qua però e non far entrare nessuno. Non voglio visite.” mormorò il giovane mentre si stese nuovamente sul letto e piombò nel sonno nel giro di pochi istanti. Efestione rimase al suo fianco, guardandolo mentre dormiva e poi a un certo punto avvicinò l'orecchio alle labbra di Alessandro che parlava nel sonno e sorrise quando sentì che parlava di lui. Gli passò una mano tra i capelli e tornò a sedersi tenendo d'occhio l'entrata della tenda.

Poco prima di cena Alessandro si svegliò con un forte mal di testa.
“Fermami la prossima volta, ci casco sempre e mi risveglio con questo terribile mal di testa.” disse tirandosi su seduto e Efestione sorrise.
“Se l'avessi fatto non mi avresti dato ascolto Alessandro.” ribattè andando a sedersi vicino a lui e gli porse del brodo di carne, che aveva preparato mentre dormiva, sapendo che sarebbe stato male. Alessandro lo bevve e poi andò a guardare la ferita sulla coscia, scoperta lievemente.
“Dovresti medicarla. Vado a chiamare Filippo.” annuì Efestione e si alzò, ma Alessandro lo fermò prendendogli la mano.
“Fermo. Tu sei in grado di farlo?” commentò il re, mentre lo guardava dal basso.
“Sì ma..”
“Fallo. Mi fido di te.” annuì ancora Alessandro e poi gli sorrise.
Efestione non potè dirgli di no e non ne aveva la minima intenzione. Si avvicinò al piccolo mobiletto, posto vicino al letto, e prese delle bende, un disinfettante naturale e delle foglie di una pianta strana che avevano proprietà curative. Tornò verso l'amico e si sedette sul letto, scoprì la ferita e la guardò, notando che stava guarendo. Mise sulla foglia del disinfettante naturale e iniziò a passarlo lentamente sulla ferita, sentendo i piccoli gemiti del re causati dal bruciore. Alessandro strinse appena i denti ma continuò a guardare quello che stava facendo Efestione, poi inclinò il capo da una parte e spostò lo sguardo sul suo profilo. La fronte alta, le ciglia lunghe e perfette, gl'occhi azzurri, il naso leggermente a punta ma tremendamente perfetto e le labbra..carnose e rosee. Sorrise ma si accorse che Efestione lo stava guardando. “Che c'è?” disse sorridendo mentre finiva di fargli la fasciatura.
“Oh niente, stavo solo constatando che sei bravo anche come medico.” rispose Alessandro abbassando lo sguardo dall'imbarazzo. Efestione scosse il capo e si alzò appena in tempo, perchè arrivarono i generali, distrutti dal forte mal di testa.

Eccoli qua i miei prodigiosi compagni di bevute e sbronze.” rise Alessandro, mentre li guardò uno ad uno, tirandosi su' dal letto.
“Ti seguiremo sempre e comunque. Qualsiasi cosa tu debba fare.” ribattè Tolomeo, sorridendogli.
Alessandro annuì e poi si fece serio, così anche i suoi compagni che si misero in semicerchio davanti a lui.
“Allora, siamo alle porte dell'Arabia e dobbiamo prepararci a nuove battaglie contro nemici mai visti. Alcune città sono nostre alleate sì, ma guardiamoci sempre alle spalle. Il territorio che si stende davanti a noi e anch'esso sconosciuto, arido e pieno di ostacoli. La prima città che incontreremo sarà Rafha, lì chiederemo la resa e speriamo che ci venga concessa senza guerre. Lì sosteremo per un po' fino a quando non avremo studiato a fondo il resto del paese e avremo la sicurezza di ciò che avremo davanti. Tutto chiaro?” disse guardando i suoi generali che annuirono all'unisono.
“Quando ripartiamo Alessandro?” chiese Cratero.
“O domani o alle prime luci di dopo domani se per voi va bene.” rispose Alessandro, notando sui volti dei compagni uno strano stupore. Tutti non avevano mai sentito il re nominare quelle parole.
“Certo Alessandro, va benissimo. Vero ragazzi?” ribattè Cratero guardandosi attorno e tutti annuirono.
“Sono felice. Allora mettete al corrente il resto dell'esercito e prepariamoci ad andare. Voglio tutti riposati, quindi niente alcool fino a quando arriveremo a Rafha chiaro?” sorrise Alessandro e fece sorridere anche gl'altri.
“Tutto chiaro. Possiamo andare ora?” chiese Nearco, appoggiando una mano sulla spalla del re.
“Andate pure e siate buoni. Non voglio udire schiamazzi in giro.” annuì il re e appoggiò una mano sulla spalla del generale, prima di lasciarli uscire tutti. Si voltò verso Efestione che gli fece un cenno con il capo, segno che era d'accorso su ciò che aveva detto. Poi sentì rumore di passi dietro di se e vide l'amico uscire dalla tenda. Si voltò e vide Leptine con una tunica pulita in mano e il necessario per fargli il bagno.
“Leptine, non ti aspettavo.” sorrise il ragazzo, mentre si avvicinò a lei. Le accarezzò lievemente la guancia.
“La disturbo? Volevo solo aiutarla a fare il bagno.” chinò il capo in segno di saluto e poi lo guardò in viso.
“Certo che no, anzi avrei proprio bisogno di un bagno” annuì e zoppicò verso la vasca.
Leptine iniziò a lavargli il corpo con delicatezza e armonia, senza far caso alle innumerevoli cicatrici che portava. Cercò di non bagnargli la bendatura e poi lo asciugò con altrettanta delicatezza, passando i telo di cotone tra i capelli dorati del ragazzo. Poi lo aiutò a rivestirsi e gli pettinò i capelli, tirandoli indietro e fermandoli con un nastro dorato. Gli passò dietro le orecchie e sotto il mento dell'olio di Argan e poi gli sorrise.
“Mio re ho finito.” si chinò e sorrise. Alessandro le si avvicinò, le alzò il capo e gli diede un delicato bacio sulla fronte. “Puoi andare Leptine, grazie.” sussurrò e la congedò subito dopo. Prese forza e iniziò a camminare tranquillamente, nonostante il lieve male alla coscia. Uscì dalla tenda e si guardò attorno, cercando Efestione. Alzò il mento per cercarlo meglio e socchiuse gl'occhi.
“Stai cercando qualcuno?” sussurrò Efestione dietro di lui, con il cappuccio sul capo. Alessandro trasalì e si voltò verso di lui guardandolo per un'attimo male.
“Se tu mi vuoi morto, basta che lo dici.” disse velocemente ma poi le sue labbra si distesero in un dolce sorriso.
“Mai Alessandro, mai.” rispose Efestione inclinando il capo da una parte. Alessandro abbassò lo sguardo e si avvicinò a lui.

Devi tornare alla tenda?” chiese tornando a guardare l'amico che annuì alle sue parole.
“Resterei con te anche questa notte, ma desterei troppi sospetti ai tuoi soldati. Non voglio ancora che scoprano chi sono.” sussurrò Efestione cercando lo sguardo di Alessandro, posò la mano sotto il suo mento e gli alzò il viso. “Domani verrò da te, promesso.” sorrise e incrociò finalmente il suo sguardo. Alessandro annuì e poi di scatto lo strinse a se, chiudendo gl'occhi. “Mi mancherai amico mio.” sussurrò sorridendo e passò la mano tra i suoi capelli. Efestione si morse il labbro inferiore e poi tirò indietro il capo. In quel momento i loro nasi si sfiorarono ed ad entrambi gli mancò il fiato. Alessandro posò le mani sulle guance dell'amico e come aveva fatto precedentemente con Leptine gli baciò al fronte ma questa volta con dolcezza, socchiudendo gl'occhi. Efestione appoggiò le mani sulle sue e le strinse sorridendo. Poi sciolse l'abbraccio e si avviò verso la tenda, ma ad un tratto di volse vero Alessandro che lo stava guardando. “Buonanotte Achille.” sussurrò e vide un'ampio sorriso sulle labbra di Alessandro “Buonanotte Patroclo.” rispose il re prima di entrare nella tenda.


   
 
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