Nel
week end sarà difficile che io riesca a scrivere a causa del
lavoro,
ma penso di ritornare lunedì.
Buon fine settimana a tutti e buona
lettura. <3
Alessandro
e Efestione vennero invitati al banchetto dei generali, gl'unici a
sapere della storia di Efestione.
Quando arrivarono alla tenda del
banchetto, Alessandro zoppicò al suo interno, seguito da
Efestione
che aveva il capo coperto. Tutti gli accolsero calorosamente,
salutando il compagno ritornato tra loro, tutti tranne Cassandro, che
rimase seduto al suo posto sorseggiando del vino macedone. Non si
degnò nemmeno di guardarli e questo Efestione lo
notò, ma non volle
dire nulla. Si misero a sedere e iniziò il pranzo. Furono
serviti
piatti tipici macedoni, alternati da piatti persiani, ma sopratutto
ciò che non mancava mai era il vino. Risero e scherzarono
per tutto
il tempo, anche quando finirono di mangiare.
“Com'era
la dimora degli dei Efestione?” chiese Leonnato, ormai con il
livello dell'alcool alto.
“Oh guarda, una meraviglia. Neanche te
lo puoi immaginare.” annuì Efestione mentre bevve
un piccolo sorso
di vino, lui era l'unico che aveva bevuto poco poiché voleva
rimanere lucido.
“Quante donne c'erano amico? Quante?” chiese
Tolomeo, anche lui abbastanza alticcio.
Efestione
scosse il capo e andò a guardare Alessandro, che non gli
toglieva
gl'occhi di dosso, gli sorrise e poi tornò a guardare
Tolomeo.
“Tante e belle, ma nessuna adatta a te mio caro.”
rise e si prese diversi pezzi di pane addosso, con un'ovazione da
parte dei compagni. Si tirò su e preso il calice si
avvicinò a
Cassandro, che non sembrava divertirsi, appoggiò una mano
sulla sua
spalla e lo guardò “Mio buon Cassandro, non
c'è nulla di tuo
gradimento oggi? Per caso ti è morto il cavallo?”
sbottò
Efestione sarcastico, notando lo sguardo fulmineo di Cassandro alle
sue parole. Quest'ultimo con una rapido gesto si scrollò la
mano del
compagno e si alzò, finì il vino e senza dire
nulla uscì dalla
tenda.
“Oh Cassandro, sei proprio un bambino.”
“Cassandro si
è offeso, poveretto.” questi ed altri furono i
commenti dei
generali al suo gesto. Efestione scosse il capo e tornò a
sedersi
vicino ad Alessandro.
“Quando sono ubriachi diventano anche simpatici.” commentò il re, mentre rideva come non mai, ubriaco anche lui.
“Non
cambieranno mai, ma questo è un bene. Di loro ti puoi
fidare.”
annuì Efestione guardando i ragazzi che si tiravano cibaglia
addosso, senza smettere di ridere. Alessandro finì il vino
che aveva
nel boccale e poi si leccò le labbra, prima di guardare
Efestione.
“Avete finito voi due? Sembrate due novelli sposi.
Avanti divertitevi anche voi!” esclamò Nearco,
lanciando verso i
due un boccale di vino. Lì colpì in pieno ed
entrambi rimasero
immobili per un po'.
“Tu vuoi la guerra Nearco? E guerra sia!”
disse Alessandro prima di prendere della carne che aveva avanzato e
gliela tirò in piena fronte. Anche Efestione prese
ciò che gli
capitava sotto mano e iniziò a lanciarla ai compagni. I
commensali
della mensa non poterono fare altro che assistere a quella battaglia
culinaria che sembrava non avere fine, consapevoli che avrebbero
avuto molto da pulire.
Dopo alcune ore, la battaglia finalmente
finì e uscirono tutti dalla tenda, chi abbracciato ad
un'altro, chi
barcollando. Alessandro li fermò prima che fuggissero tutti
nelle
loro tende.
“Dal momento che nessuno di noi è abbastanza
lucido
da intraprendere una conversazione sana e tranquilla, vi lascio il
pomeriggio libero. Questa sera però siete invitati nella mia
tenda e
discuteremo sul proseguo della spedizione. Ora andate figli di buona
donna e non fate casini.” disse tenendosi aggrappato ad
Efestione,
che aveva nuovamente il capo coperto.
I generali annuirono ed
entrarono nelle loro tende, così fecero anche Alessandro ed
Efestione. Quest'ultimo accompagnò il re verso il letto sul
quale lo
fece sedere, notando che era parecchio ubriaco.
“Alessandro
quanto hai bevuto?” sussurrò Efestione guardandosi
attorno, poi
sentì Alessandro ridere e una ragazza spuntare da una stanza
secondaria della tenda. Si voltò e le diede la schiena. Era
Roxane.
“Alessandro? Sei di nuovo..ubriaco?” disse la
ragazza
avvicinandosi al marito, fissando per un'attimo l'uomo
incappucciato.
“Oh Roxane non iniziare di nuovo okay? Sono
adulto e consenziente. Mi sembri mia madre quando fai
così.” disse
ridendo e poi si stese ignorando la ragazza.
“Sei
intrattabile quando fai così.” ribattè
la ragazza cercando
l'attenzione del re, tirandolo a se, dopo averlo preso per un
braccio.
“Così lo fai solamente innervosire, lascialo in
pace.”
disse Efestione cercando di cambiare la voce.
Roxane si voltò
verso di lui e lo guardò dalla testa ai piedi “E
tu che ne sai
mh?” scosse il capo e anche Efestione lo fece, poi
cercò
nuovamente di tirare seduto Alessandro che inziò a
innervosirsi.
“Lasciami donna o potrei causarti del male.”
sbottò il re, ritornando steso e si portò il
braccio sugl'occhi. Ma
Roxane insistette e lo tirò nuovamente su. Questa volta
Alessandro
perse ogni freno e la spinse via, facendola cadere “Ti ho
detto di
lasciami in pace per Zeus! Vattene o ti faccio frustare!”
urlò
guardando la ragazza stesa a terra, che lo fissava con occhi sgranati
“Sparisci!” urlò ancora e Roxane si
alzò da terra piangendo e
corse fuori. Efestione la guardò uscire e abbassò
un'attimo
gl'occhi, prima si togliersi il mantello e voltarsi nuovamente
incrociando lo sguardo di Alessandro. Era teso come una corda, le
pupille dilatate e il fiatone. La classica crisi che aveva sin da
quando era bambino. Si inginocchiò davanti a lui e
passò le mani
sulle guance del re, sorridendogli.
“Calmati Alessandro. E
riposa, solo così smaltirai il vino bevuto.”
sussurrò
delicatamente, notando che il viso di Alessandro si distese
lentamente e sorrise annuendo.
“Tu rimani qua però e non far entrare nessuno. Non voglio visite.” mormorò il giovane mentre si stese nuovamente sul letto e piombò nel sonno nel giro di pochi istanti. Efestione rimase al suo fianco, guardandolo mentre dormiva e poi a un certo punto avvicinò l'orecchio alle labbra di Alessandro che parlava nel sonno e sorrise quando sentì che parlava di lui. Gli passò una mano tra i capelli e tornò a sedersi tenendo d'occhio l'entrata della tenda.
Poco
prima di cena Alessandro si svegliò con un forte mal di
testa.
“Fermami la prossima volta, ci casco sempre e mi
risveglio con questo terribile mal di testa.” disse tirandosi
su
seduto e Efestione sorrise.
“Se l'avessi fatto non mi avresti
dato ascolto Alessandro.” ribattè andando a
sedersi vicino a lui e
gli porse del brodo di carne, che aveva preparato mentre dormiva,
sapendo che sarebbe stato male. Alessandro lo bevve e poi
andò a
guardare la ferita sulla coscia, scoperta lievemente.
“Dovresti
medicarla. Vado a chiamare Filippo.” annuì
Efestione e si alzò,
ma Alessandro lo fermò prendendogli la mano.
“Fermo. Tu sei in
grado di farlo?” commentò il re, mentre lo
guardava dal basso.
“Sì
ma..”
“Fallo. Mi fido di te.” annuì ancora
Alessandro e poi
gli sorrise.
Efestione non potè dirgli di no e non ne aveva la
minima intenzione. Si avvicinò al piccolo mobiletto, posto
vicino al
letto, e prese delle bende, un disinfettante naturale e delle foglie
di una pianta strana che avevano proprietà curative.
Tornò verso
l'amico e si sedette sul letto, scoprì la ferita e la
guardò,
notando che stava guarendo. Mise sulla foglia del disinfettante
naturale e iniziò a passarlo lentamente sulla ferita,
sentendo i
piccoli gemiti del re causati dal bruciore. Alessandro strinse appena
i denti ma continuò a guardare quello che stava facendo
Efestione,
poi inclinò il capo da una parte e spostò lo
sguardo sul suo
profilo. La fronte alta, le ciglia lunghe e perfette, gl'occhi
azzurri, il naso leggermente a punta ma tremendamente perfetto e le
labbra..carnose e rosee. Sorrise ma si accorse che Efestione lo stava
guardando. “Che c'è?” disse sorridendo
mentre finiva di fargli
la fasciatura.
“Oh niente, stavo solo constatando che sei bravo
anche come medico.” rispose Alessandro abbassando lo sguardo
dall'imbarazzo. Efestione scosse il capo e si alzò appena in
tempo,
perchè arrivarono i generali, distrutti dal forte mal di
testa.
“Eccoli
qua i miei prodigiosi compagni di bevute e sbronze.” rise
Alessandro, mentre li guardò uno ad uno, tirandosi su' dal
letto.
“Ti seguiremo sempre e comunque. Qualsiasi cosa tu debba
fare.” ribattè Tolomeo, sorridendogli.
Alessandro annuì e poi
si fece serio, così anche i suoi compagni che si misero in
semicerchio davanti a lui.
“Allora, siamo alle porte dell'Arabia
e dobbiamo prepararci a nuove battaglie contro nemici mai visti.
Alcune città sono nostre alleate sì, ma
guardiamoci sempre alle
spalle. Il territorio che si stende davanti a noi e anch'esso
sconosciuto, arido e pieno di ostacoli. La prima città che
incontreremo sarà Rafha, lì chiederemo la resa e
speriamo che ci
venga concessa senza guerre. Lì sosteremo per un po' fino a
quando
non avremo studiato a fondo il resto del paese e avremo la sicurezza
di ciò che avremo davanti. Tutto chiaro?” disse
guardando i suoi
generali che annuirono all'unisono.
“Quando ripartiamo
Alessandro?” chiese Cratero.
“O domani o alle prime luci di
dopo domani se per voi va bene.” rispose Alessandro, notando
sui
volti dei compagni uno strano stupore. Tutti non avevano mai sentito
il re nominare quelle parole.
“Certo Alessandro, va benissimo.
Vero ragazzi?” ribattè Cratero guardandosi attorno
e tutti
annuirono.
“Sono felice. Allora mettete al corrente il resto
dell'esercito e prepariamoci ad andare. Voglio tutti riposati, quindi
niente alcool fino a quando arriveremo a Rafha chiaro?”
sorrise
Alessandro e fece sorridere anche gl'altri.
“Tutto chiaro.
Possiamo andare ora?” chiese Nearco, appoggiando una mano
sulla
spalla del re.
“Andate pure e siate buoni. Non voglio udire
schiamazzi in giro.” annuì il re e
appoggiò una mano sulla spalla
del generale, prima di lasciarli uscire tutti. Si voltò
verso
Efestione che gli fece un cenno con il capo, segno che era d'accorso
su ciò che aveva detto. Poi sentì rumore di passi
dietro di se e
vide l'amico uscire dalla tenda. Si voltò e vide Leptine con
una
tunica pulita in mano e il necessario per fargli il bagno.
“Leptine,
non ti aspettavo.” sorrise il ragazzo, mentre si
avvicinò a lei.
Le accarezzò lievemente la guancia.
“La disturbo? Volevo solo
aiutarla a fare il bagno.” chinò il capo in segno
di saluto e poi
lo guardò in viso.
“Certo che no, anzi avrei proprio bisogno di
un bagno” annuì e zoppicò verso la
vasca.
Leptine iniziò a
lavargli il corpo con delicatezza e armonia, senza far caso alle
innumerevoli cicatrici che portava. Cercò di non bagnargli
la
bendatura e poi lo asciugò con altrettanta delicatezza,
passando i
telo di cotone tra i capelli dorati del ragazzo. Poi lo
aiutò a
rivestirsi e gli pettinò i capelli, tirandoli indietro e
fermandoli
con un nastro dorato. Gli passò dietro le orecchie e sotto
il mento
dell'olio di Argan e poi gli sorrise.
“Mio re ho finito.” si
chinò e sorrise. Alessandro le si avvicinò, le
alzò il capo e gli
diede un delicato bacio sulla fronte. “Puoi andare Leptine,
grazie.” sussurrò e la congedò subito
dopo. Prese forza e iniziò
a camminare tranquillamente, nonostante il lieve male alla coscia.
Uscì dalla tenda e si guardò attorno, cercando
Efestione. Alzò il
mento per cercarlo meglio e socchiuse gl'occhi.
“Stai cercando
qualcuno?” sussurrò Efestione dietro di lui, con
il cappuccio sul
capo. Alessandro trasalì e si voltò verso di lui
guardandolo per
un'attimo male.
“Se tu mi vuoi morto, basta che lo dici.”
disse velocemente ma poi le sue labbra si distesero in un dolce
sorriso.
“Mai Alessandro, mai.” rispose Efestione inclinando
il capo da una parte. Alessandro abbassò lo sguardo e si
avvicinò a
lui.
“Devi
tornare alla tenda?” chiese tornando a guardare l'amico che
annuì
alle sue parole.
“Resterei con te anche questa notte, ma
desterei troppi sospetti ai tuoi soldati. Non voglio ancora che
scoprano chi sono.” sussurrò Efestione cercando lo
sguardo di
Alessandro, posò la mano sotto il suo mento e gli
alzò il viso.
“Domani verrò da te, promesso.” sorrise
e incrociò finalmente
il suo sguardo. Alessandro annuì e poi di scatto lo strinse
a se,
chiudendo gl'occhi. “Mi mancherai amico mio.”
sussurrò
sorridendo e passò la mano tra i suoi capelli. Efestione si
morse il
labbro inferiore e poi tirò indietro il capo. In quel
momento i loro
nasi si sfiorarono ed ad entrambi gli mancò il fiato.
Alessandro
posò le mani sulle guance dell'amico e come aveva fatto
precedentemente con Leptine gli baciò al fronte ma questa
volta con
dolcezza, socchiudendo gl'occhi. Efestione appoggiò le mani
sulle
sue e le strinse sorridendo. Poi sciolse l'abbraccio e si
avviò
verso la tenda, ma ad un tratto di volse vero Alessandro che lo stava
guardando. “Buonanotte Achille.”
sussurrò e vide un'ampio
sorriso sulle labbra di Alessandro “Buonanotte
Patroclo.” rispose
il re prima di entrare nella tenda.