La verità
Kagome si fece
coraggio, e chiamò a casa di Kikyo. Erano le otto del
mattino.
<< Pronto? >>
rispose una voce femminile, assonnata.
<< Pronto,
zia? Sono Kagome >> disse la ragazza
cominciando a giocare con il filo del telefono. Ecco, era già nervosa.
<< Oh, Kagome! Come stai tesoro? Come mai chiami a ques’ora?
>>
<< Sto bene, grazie.
Per caso c’è Kikyo? >>
<< Mi spiace, ma è già
uscita per andare a scuola. Ti serve qualcosa in particolare? >>
<< No, grazie comunque. E scusa per l’ora >>
rispose lei, prima di riattaccare.
Kikyo era uscita, e tutto perché Kagome non aveva voluto
chiamarla troppo presto. Doveva assolutamente incrociare la cugina prima che
parlasse con Inuyasha, e si accorgesse
che gli aveva messo il rosario.
Prese la cartella e uscì di casa, facendo le scale di corsa. Non cadde per miracolo.
Quando arrivò alla stazione,
scoprì che la metro non funzionava per un guasto. Ma
perché le disgrazie avvengono tutte insieme? Cominciò
a fare il tragitto a piedi, ma era troppo lungo per farlo tutto correndo. Si
dovette fermare più volte con il fiatone. Alla fine era stato un bene uscire in
anticipo, perché almeno non arrivò in ritardo, Ma perché Kikyo
era uscita di casa così presto? Abitava lì vicino, e
gli ci voleva una decina di minuti per arrivare a scuola. Che senso aveva
arrivare con quaranta minuti di anticipo?
<< Kagome! >>
urlò Koga non appena la ragazza entrò in classe
<< Stai bene? Hakkaku
e Ginta mi hanno detto di averti vista con Inuyasha e… >>
La ragazza rimase perplessa,
mentre il lupo si interrompeva, e la fissava
sconvolta. Si avvicinò ad annusarle i capelli.
<< Ma…
hai il suo odore addosso! >> strillò, facendo girare tutti i presenti, Inuyasha compreso, che prima arrossì, e poi impallidì.
Kagome ricordò che non aveva
lavato i capelli. Non ci aveva pensato, in effetti, dato che erano puliti. Koga gli annusò la mano, e poi il collo. Kagome lo
allontanò con un ceffone.
<< Ma
che fai? >> chiese arrabbiata e arrossendo. Koga
sembrò non far caso allo schiaffo, e fece un respiro
di sollievo.
<< Meno male, è solo
superficiale >> disse, lanciando un’occhiataccia
ad Inuyasha, che fece finta di niente. Ma di cosa parlavano? Odore superficiale? Anche il giorno
prima, Hakkaku e Ginta
avevano parlato di odore.
La campanella suonò, e Kagome
si rese conto di non essere riuscita a parlare con Kikyo.
Fermò Koga, che stava uscendo.
<< Koga,
dì a Kikyo che devo parlargli, e di non parlare con nessuno, NESSUNO, prima di aver parlato con me,
va bene? >>
<< Ok >> rispose
lui perplesso, uscendo dalla classe. Kagome tornò al posto sospirando. Anche Inuyasha la stava guardando
perplesso.
All’ora di pranzo, Kagome si accorse di essersi scordata
il bento.
<< Non ti preoccupare,
io posso non mangiare volendo >> disse Inuyasha tranquillo.
<< Tu si, ma io no >>
rispose lei scocciata, dirigendosi verso la mensa. Si sedette accanto a Kikyo, dividendo il suo pranzo, e Koga
si mise vicino a Inuyasha.
<< Che
c’è? >> chiese la cugina in un sussurro, finito il bento.
<< Ti devo parlare… da
sola >> aggiunse, con un’occhiata che diceva
tutto. Kikyo si alzò, sussurrando, ma in tono udibile
agli altri:
<< Mi accompagni in
bagno? >>
<< Sicuro >>
rispose l’altra alzandosi. Inuyasha le guardava
sospetto, ma poco interessato. Non poteva certo immaginare la ragione di quel
mistero.
<< Allora, che succede?
>> chiese Kikyo attraversando il cortile.
<< Kikyo,
ho messo il rosario a Inuyasha
>> disse Kagome. Il solo pensarci la faceva sentire male.
<< Ce
l’hai fatta? Perfetto! >> disse la cugina allegra, ma la sua
allegria svanì vedendo il pallore sul volto di Kagome.
La campanella squillò,
attirando l’attenzione degli alunni, loro due escluse.
<< Kagome… cos’è successo? >> chiese Kikyo
preoccupata.
<< Oh, Kikyo. Sono stata così cieca. Non mi sono
resa conto di come lui avesse sempre tenuto a me >> disse tra i
singhiozzi.
<< Ti sei innamorata di
lui? >> chiese la cugina dopo un lungo silenzio. Kagome annuì, con gli
occhi lucidi. Kikyo l’abbracciò, prendendola
alla sprovvista.
<< Kagome, stupida! Perché non me lo hai detto? Non ti avrei mai obbligato a
fare questo se tu non avessi voluto >> la strillò
lei a bassa voce, consolandola contemporaneamente. Kikyo
non la odiava per essersi innamorata di Inuyasha. Già questo, la fece sentire sollevata.
<< Kikyo,
il rosario anti-demone… lui ce l’ha… gliel’ho messo
perché ho scelto la vendetta. La nostra vendetta. Non gli ho parlato subito, ma
poi lui mi ha sentito fuori scuola mentre parlavo con
un cane e… >> spiegò Kagome, parlando a voce alta tra i singhiozzi
<< …e funziona se gli dico “A cuccia” >>
Il tonfo che seguì fece
impallidire la ragazza. Non ebbe il coraggio di voltarsi. Kikyo
impallidì, spostando lo sguardo su Inuyasha che si
rialzava da terra. Kagome prese un respiro profondo, e si voltò a
fronteggiarlo. Nei suoi occhi lesse due sentimenti:
delusione e rabbia.
<< I… Inuyasha >> balbettò con le lacrime agli occhi.
<< Ero
venuto a chiamarti per tornare in classe >> disse con voce afona.
Per Kagome fu come una pugnalata.
<< I… Inuyasha io… fammi spiegare, non so cosa hai sentito ma… >>balbettò lei, ma l’hanyou
non la fece parlare.
<< Ho sentito quello
che dovevo sentire. Rosario, vendetta… la vostra
vendetta >> aggiunse lanciando un’occhiata d’odio ad entrambe << e
“A cuccia” >>
Kagome stava tremando.
<< Non è… non è come
sembra… non hai sentito tutto, fammi spiegare! >>
<< NON VOGLIO SENTIRTI >> ringhiò lui, perdendo il controllo.
Kagome sentì le gambe abbandonarla, ma doveva restare in piedi. Non poteva finire così, non doveva.
<< Inuyasha…
all’inizio era così, ma ora… >>
<< Ti aspetti che me la
beva? >> ringhiò il ragazzo << Di nuovo? Non sono così stupido
Kagome. Abbindola qualcun altro >>
La ragazza fece per
ribattere, ma lui gli voltò le spalle e se ne andò.
Vide la sua schiena allontanarsi, e sentì che non si sarebbe voltato. Stava
diventando tutto nero, le gambe si fecero molli, e cedettero. L’ultima cosa che
vide, fu il cielo. L’ultima cosa che sentì, l’urlo di Kikyo. Ma lui, non si
voltò.
<< Oh, mio dio! KAGOME!
>>
Questo capitolo è corto, ma mi veniva da piangere mentre lo scrivevo (e pensare che io almeno so come finirà la storia, poveri voi ç.ç). Spero di riuscire a postare un altro capitolo, almeno per non farvi finire la giornata con un capitolo in sospeso come questo. Comunque, dato che tra due capitoli ho bisogno di un dialogo che ha Emiko sul suo pc, e lei non ha internet, e io ho la febbre…. >.>’ Insomma, speriamo che mi passa così posso prenderlo da lei e scrivere il capitolo, o sono costretta a sospendere finché non la vedo. Sperando di riuscire a postare il prossimo capitolo oggi (sottolineando che nemmeno quello è allegro…)