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Autore: GionnyScandal    06/09/2013    1 recensioni
Due eroi che si sostituiscono agli eroi principali del manga. Dopo numerose missioni, nemici da combattere, ripristineranno la pace nel mondo ninja ... Ma a qualche prezzo.
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Ragazzi il primo capitolo è solo un prologo per descrivere un po' la situazione e i personaggi e di conseguenza è il più noioso, quindi continuate a leggere non ve ne pentirete ;D
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 4: La fuga

 
P.O.V. Pier:

Venimmo scortati fino ad un bivio dove c’erano tre insegne. La prima diceva: ospedale; la seconda: carcere; la terza: terme. Guardai il viale che conduceva alle terme sperando di andare nella direzione della terza insegna, ma date le circostanze, non era molto probabile. Iniziavamo ad andare verso sinistra, verso la prigione, ma ad un certo punto successe qualcosa. Qualcuno mi colpii alla nuca facendomi perdere i sensi.Era giorno. Il sole era alto nel cielo e la sua luce trapassava la tenda della camera creando un’atmosfera di calma. La stanchezza era scivolata via di colpo, ma non sapevo dove mi trovavo. La stanza non era per niente cupa, delle flebo in un angolino e quattro lettini, di cui due occupati da me e da Alex. Non c’era dubbio, eravamo in una stanza d’ospedale. Mi sedetti sul lettino e mi sgranchii le articolazioni e mi alzai in piedi. Mi accostai al letto di Alex senza provocare rumori superflui oltre a quello del mio leggero respiro. Notai che si era parzialmente ripreso, sembrava tutto apposto a parte per il braccio tutto ingessato e qualche fascia intorno al busto. Dopo un paio di minuti trascorsi a sbirciare fuori dalla finestra, bussarono alla porta facendo svegliare di soprassalto Alex. La porta si aprì lentamente lasciando intravedere la sagoma di un membro della squadra speciale Anbu.

<< Oh, siete già svegli. L’Hokage vuole vedere uno di voi. >> Disse l’uomo coperto dalla maschera a forma di capo d’uccello.

Era inquietante. L’aria misteriosa e il fatto che era coperto da una mantella che non lasciava intravedere altro che la maschera e le mani mi dava sui nervi.
Alex si stava alzando, ma io feci segno con la mano di rimanere lì, così seguii fuori la porta quello strano uomo senza pronunciare parola. Egli chiuse la porta alle sue spalle e ci incamminammo nel lungo corridoio che affacciava sula cortile centrale. Il cortile era in parte ricoperto d’erba e fiori, in parte ricoperto di sterrato. Entrambe le parti però erano illuminate dai raggi del sole, ad eccezione di una piccola ombra provocata dall’edificio. Doveva fare davvero caldo lì fuori. Continuai a camminare e ad ogni passo dalla camera dove riposava Alex, mi sentivo sempre più indifeso. Mi feci coraggio e riuscii ad arrivare alla fine del corridoio. Alla fine di esso c’era a destra l’entrata del cortile, a sinistra le scrivanie dove svolgevano i propri compiti le infermiere e al centro iniziava un altro corridoio.  L’uomo fece strada a destra, aprendo la porta. Calpestai il terreno caldo del cortile e immediatamente i raggi del sole mi abbagliarono e d’istinto misi la mano davanti al’occhio sano per proteggerlo da quella, in parte fastidiosa, luce. Mi guardai attorno. Non c’era niente a parte l’ospedale che sorgeva come una mezzaluna intorno al cortile. Mi accentrai nello spazio disponibile e subito venni accerchiato da sei membri dell’Anbu, senza contare il tizio che vi aveva scortato fin lì. Erano sette. Non potevo scappare, ero in trappola, poi riflettei: se avessero voluto farci fuori lo avrebbero fatto fin dall’inizio, c’era qualcosa dietro tutto questo. Qualche secondo dopo, dietro un membro dell’Anbu, giunse dal nulla Tsunade, quinto Hokage. Spostò l’uomo davanti a sé e s’incammino verso di me. Si fermo ad un paio di metri da dove sostavo.

<< Pier Uchiha, ricercato di grado S e traditore del villaggio di Konoha, sei circondato. Fa una sola mossa e verrai eliminato … >> Disse e dopo una manciata di secondi continuò dicendo: << Ti ho salvato e convocato qui non perché volessi farti del male, ma per parlare. Sai benissimo che sei ricercato dall’Akatsuki, da Orochimaru e, se vogliamo dirla tutta, anche qui lo sei, ma ti do, anzi vi do, una possibilità per riscattarvi. Sarete dei ninja rispettati all’interno del villaggio se giurerete fedeltà a me e al villaggio sottostando alla mia volontà. >>

Sentendo queste parole mi venne da ridere, ma mi trattenni e lasciai scappare solo un sorriso. Ripresi la calma e sputai in terra a destra di Tsunade in segno di ribrezzo nei suoi confronti.

<< Siete così disperati voi di Konoha che ricattate anche i criminali per ottenere il più misero aiuto possibile per combattere contro i vostri nemici. Mi fate schifo! >> Urlai di fronte all’Hokage. << Se pensate che cederò a questo inutile ricatto siete solo degli illusi! Siete senza speranza! Perché non chiedete aiuto a Naruto, eh?! O magari a qualche clan già che ci siete, e a questo punto perché non a Jiraya? Oh, giusto … è morto! >> Dissi urlando ancora più forte.

Tsunade disse urlando a sua volta : << Non posso concepire nemmeno una parola di ciò che dici … Nemmeno una … E poi ti prendi gioco anche di Jiraya ?! Questa volta non la passerai liscia! >>

<< Staremo a vedere >> Dissi con tono sicuro.

Ormai ero quasi guarito, l’occhio sinistro non ancora, ma il destro ero in grado di controllarlo. Quando tutti e sette gli agenti dell’Anbu mi attaccarono, usai il kamui e scomparii dalla circolazione un attimo prima che avessero modo di colpirmi.

P.O.V. Alex:

Vedevo la scena dalla finestra. Pier discuteva animatamente con Tsunade. Alla fine di ciò il mio compagno era scomparso. Se lui era nei guai, lo ero anch’io. Dovevo scappare. Non avevo le abilità di Pier e quindi non potei smaterializzarmi a piacere, ma dovetti trovare una via di fuga. Rientrai in camera e quando stavo per richiudere la porta sentii il quinto Hokage dire con molta rabbia repressa:

<< Eliminateli … tutti e due … e sbrigatevi! >>

Non c’era più tempo. Mi guardai intorno e vidi l’unica via di fuga: la finestra. Aprii l’infisso ed uscii correndo come un forsennato verso la strada in cerca di un riparo. Dietro di me sentii degli uomini urlare:

<< Qui non c’è ! Trovatelo e fatelo fuori ! >>

Dopo qualche secondo le parole che in quel momento speravo non dicessero.

<< Eccolo lì, prendetelo! >>

Impallidii. Incrementai il ritmo della corsa e, senza mai fermarmi, adocchiavo punti strategici in cui non potessero vedermi. Fortunatamente dopo circa due minuti di inseguimento, trovai un buon nascondiglio in un piccolo vicolo. Era uno spazio molto stretto e riparato dai cassonetti dell’immondizia. Era perfetto per scappare da quella situazione. Schivai lateralmente il più velocemente possibile verso destra e mi riparai dietro uno dei cassonetti. Aspettai in silenzio che quei ninja perdessero le mie tracce. Sentii uno di loro dire:

<< Lo abbiamo perso, ritiriamoci … >>

Fu un sollievo. Uscii cautamente dal nascondiglio e  mi affacciai in strada. Non c’era nessuno, una calma innaturale per quella parte della giornata. Uscii fuori dal vicolo, ma era una trappola. Mi ritrovai accerchiato da molti uomini e conciato com’ero non potevo di certo affrontarli tutti insieme. Dovevo scappare, ma dove? Non c’era via di fuga. Contemporaneamente tutti quegli energumeni mi si avventarono contro. All’improvviso una figura nera comparve dal nulla di fronte a me, ero preso in contrattempo non potevo reagire. Senza distinguere cosa fosse, quella misteriosa figura si abbatté contro di me avvolgendomi con delle braccia. Un istante dopo divenne tutto nero. Immediatamente dopo quel nero divenne verde. Caddi di schiena. Quella figura nera era caduta anch’essa dietro un albero. Il verde era dovuto all’erba e alle foglie che ci circondavano. Da dietro all’albero provenne una voce alquanto familiare che diceva:

<< Ahahaha, dobbiamo farlo più spesso sai! >>

La riconobbi immediatamente, era la voce di Pier.

<< Tu sei pazzo … Dopo un accaduto del genere hai ancora tutto questo spirito? >> Dissi con un tono che man mano divenne scherzoso.

<< Ti sei divertito però … ammettilo >> Disse Pier ridendo.

<< Va bene, hai ragione, ma non rifarlo. >> Gli risposi.

Una voce interruppe la nostra conversazione.  Anch’essa familiare.

<< Quello stupido di Gai non capisce quando è tempo di giocare o di lavorare. Uff che scocciatura … >>

Era la voce del maestro Kakashi. Anche Pier la riconobbe siccome ci guardammo con un’aria felice. Di tutte le persone che potevamo incontrare, il maestro era la persona giusta con cui poter parlare. Uscimmo entrambi dal nostro nascondiglio e ci avvicinammo al nostro vecchio maestro.

<< Salve maestro Kakashi! >> Disse Pier con aria allegra.

<< Oh ragazzi è da un bel po’ che non ci si vede tutti insieme. Come va? >> Disse Kakashi rispondendo al saluto di Pier.

<< Di certo non alla grande, ma infondo stiamo bene: è questo l’importante. >> Dissi.

<< Mi fa piacere sentirtelo dire Alex, dopo tutto quello che avete passato ce ne avete di fegato a mostrare ancora le vostre facce da queste parti. >> Mi rispose il maestro.

<< Lo sa vero che stiamo parlando con lei perché è l’unico di cui ci possiamo fidare, vero? >> Disse Pier con tono incredibilmente serio.

<< Sarei senza cuore se osassi tradire i miei stessi alunni, non trovi? >> Rispose Kakashi.

<< Già … E inoltre non sarebbe nel suo stile. >> Risposi fissandolo.

Non so perché, ma ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano il maestro cambiava espressione, diventava … strano.

<< Ad ogni modo volevo chiederle com’è andata con Suigetsu, il compagno di Sasuke. E’ riuscito a batterlo vero? >> Gli domandò Pier.

<< Non è stata semplice, era davvero formidabile, aveva delle abilità notevoli, ma non c’è più bisogno di preoccuparci, sono riuscito ad eliminarlo. Era anche in svantaggio, il suo chakra era d’acqua e l’ho battuto grazie ad un “millefalchi”. >>

<< Non c’era che d’aspettarselo da uno pieno di risorse come lei maestro Kakashi!  >> Disse Pier pieno d’entusiasmo.

D’altronde Kakashi era la persona più stimata da Pier. C’era d’aspettarselo questo tono. In lontananza si sentì echeggiare la voce del maestro Gai.

<< Kakashi ho vinto! Non c’è stata sfida! Ahahahah, sono passato in testa! 53 a 52! >>

Dovevamo andarcene prima che ci vedesse.

<< Arrivederci maestro … E acqua in bocca. >> Dissi sottovoce.

Kakashi annuì con la testa.

Venimmo trasportati dal kamui di Pier su un’altura che emergeva dal bosco ai confini del villaggio dov’eravamo prima. Fortunatamente il luogo era ricoperto di verdeggianti alberi e cespugli. Ci accampammo lì vicino in una rientranza naturale e decidemmo di riposare.

 
  
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