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Autore: Lily33    06/09/2013    1 recensioni
Elena è costretta a scappare da Mystic Falls per colpa dell'ibrido Klaus, con in grembo il figlio di Damon.
Poi ritorna, tutto sembra sistemarsi, ma la storia si ripete e Damon è nuovamente in fin di vita.
Questa volta però la vittima è Stefan, suo fratello, che pur di salvare la vita Damon è disposta a far risorgere la sua furia da Squartatore di Monterey.
Stefan fugge con Klaus, e va via da Mystic Falls.
Quando torna a casa scopre che Caroline, la sua ragazza, aspettava la sua bambina, Lexi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprì gli occhi lentamente e la figura di Damon si presentava difronte a lei, ancora con gli occhi serrati.
Katherine si guardò intorno un po' dispersa per colpa del sonno, si liberò dalla stretta di suo padre e di alzò in piedi.
Andò dritta rifilata davanti allo specchio, studiando a fondo la sua immagine riflessa, tanto da sembrarle un quadro.
I suoi occhi erano due pozze blu, identici a quelli del padre, la sua pelle chiara come la soffice neve invernale e i suoi capelli lisci, neri come la pece.
Spostò lo sguardo sugli oggetti presenti sullo scaffale della specchiera, soffermandosi con maggiore attenzione sulla foto incorniciata raffigurante lei all'età di sette anni in braccio a Damon.
Era stata scattata poco dopo che suo zio avesse intrapreso il viaggio con Klaus, da cui non aveva fatto più ritorno.
Ricordava che quel giorno, 12 anni prima, la portava nel mano girovagando per il luna park.
E ora lui non c'era.
L'anno in cui sarebbe passata alla maggiore età, l'anno in cui avrebbe sorpassato la maturità, lui era assente nel momento più importante per eccellenza.
Il giorno del suo 18esimo compleanno.
Le braccia di suo padre la circondarono rapidamente e non se ne accorse, tanto la sua concentrazione era pienamente appoggiata sulla foto.
“ Buongiorno amore” la salutò Damon baciandole amorevolmente il capo “ auguri” disse poi sorridendole.
Katherine si girò sorridente, intrecciò le braccia intorno al collo del padre, e lo guardò dritto nei suoi occhi magnetici “ grazie”
Si districò da Damon e si avviò verso la porta, così lui ebbe modo di ispezionarla per bene: era in biancheria intima, coperta solo dalla sua camicia nera, che le copriva gran parte del sedere.
“ hai un debole per le mie camice?” domandò sarcasticamente Damon, avvicinandosi all'armadio ed estraendone un'alta dello stesso colore.
Katherine emise una piccola e orecchiabile risata “ vado a svegliare Lexi” annunciò prima di sparire dietro la porta, lasciando Damon immerso nei suoi pensieri.
 
la trasformeremo quando sarà adulta” disse Elena guardando Damon coi i suoi occhioni scuri, impregnati di determinazione.
Damon si guardò in torno, poi posò di nuovo gli occhi sulla sua amata “e se lei non vorrà?” chiese.
Elena strinse le labbra, improvvisamente colpita da un formicolio che le percorreva tutto il corpo “ la obbligheremo, rischia di morire per colpa di Klaus” affermò decisa.
 
Da quel giorno non avevano più parlato di ciò.
Katherine non sapeva del fatto che lui, Stefan, Elena e Caroline erano dei vampiri. E non avrebbe dovuto saperlo fino al giorno del suo 18esimo compleanno, quando sarebbe divenuta una di loro.
La paura di Damon, però, era che lei non avrebbe accettato una situazione, ma non poteva farci nulla, non poteva cambiare ciò che era.
Sperava solo vivamente che Elena facesse presto ritorno dalla casa sul lago, dove aveva fatto una piccola vacanza con la Barbie.
Sentì dei passi e girò la testa, quando vide sua figlia e sua nipote sulla soglia della porta.
“ Buongiorno” esclamò lui, baciando sua nipote su una guancia.
“ papà, oggi arriva la mamma, vero?” gli chiese Katherine, e Damon annuì.
“ Meglio se scendiamo giù a fare colazione”
 
Dopo aver fatto colazione i tre aspettavano l'arrivo di Elena e Caroline, e nel frattempo erano seduti nel grande soggiorno di casa Salvatore, tutti immersi nei loro pensieri senza emettere un fato.
Quel silenzio fin troppo imbarazzante venne interrotto dalla voce calda di Katherine rimbombate nella stanza “ papà, sai i miei amici hanno chiesto il permesso alla preside di fare una festa in mio onore, e ha accettato” si rivolse a Damon, che come sempre sorseggiava un bicchiere colmo del suo liquore preferito.
Damon buttò giù un'altra sorsata, poi sorrise “ perfetto, verrò” annuì andando verso il tavolino degli alcolici per rifornire il bicchiere.
“ Posso venire anche io?” s'intromise la voce di Lexi.
Katherine girò la testa in direzione della dodicenne dai capelli d'oro e ampliò il suo sorriso “ certo che puoi, tutti potete”
Gli occhi verdi della ragazzina diventarono più lucidi e spendenti, facendo ricordare a Katherine quelli di suo zio quando giovavano insieme, da bambina.
La mora deglutì. Uno strano formicolio accompagnato da una strana sensazione che le colpì il petto la fece rabbrividire.
Qualcosa le diceva che quel giorno sarebbe stato diverso dagli altri.
Il campanello la fece riscuotere dal suo ambiguo pensiero.
Si avviò alla porta, mostrandosi Elena e Caroline con delle grosse valige avvinghiate alle mani.
“ Bentornate” fece capolino Damon da dietro Katherine, seguito a ruota da Lexi.
Elena abbozzò un sorriso e trascinò le valige all'interno della casa, poi sbruffò sonoramente.
“ Buongiorno” disse poi, dando un bacio sulla guancia a sua figlia.
“ a me niente bacio?” accusò Damon, facendo la faccia da cucciolo bastonato, ma Elena non si smosse “ porta le valige nella stanza, e non fare quella faccia, sai che non funziona con me”
Damon roteò gli occhi al cielo e portò le borse di Elena e Caroline nelle loro rispettive stanze.
“ Mamma, ho una cosa da dirvi” esclamò eccitata Katherine con un sorriso a trentadue denti “ i miei amici di organizzano una festa a scuola, voglio che di siate pure tu e la zia” finì sempre sorridente.
Ad Elena luccicarono gli occhi dalla gioia e circondò sua figlia con le sue esili braccia “ è fantastico amore”; sentirono Caroline unirsi all'abbraccio “ ci saremo” affermò la bionda.
 
La sala era stupenda illuminata solo dalle forti luci colorate. Tutto era addobbato nei migliori dei modi, palloncini dei colori dell'arcobaleno sguazzavano tra la gente che ballava, e fili colorati appesi ai lampadari erano come poggia variopinta.
Si guardò intorno e vide suo padre e sua madre ballare, e ogni tanto si scambiavano qualche bacio.
Sentì la gonna tirarsi e vide sua cugina Lexi al suo fianco.
“ Andiamo a fare un giretto, Katherine?” domandò scrutandola con gli occhi lucidi e vitrei.
Quegli stessi occhi che aveva ereditato da suo zio, e guardarli le faceva tanto male al petto.
Deglutì “ va bene” annuì, intrecciò la mano a quella della bionda e uscirono dalla porta d'emergenza.
L'atmosfera all'esterno era sicuramente molto più calma e gelata. Katherine sentì un'ondata di vento arrivarle sino alle ossa e strinse a se il suo copri spalle.
“ Sai, Katherine, io mi chiedo sempre una cosa” attaccò discorso sua cugina. Nonostante fosse più o meno una bambina, era molto intelligente ed intuitiva, a volte più degli adulti “ perchè io non ho un padre” finì con tono amaro, abbassando la testolina bionda.
Katherine sospirò “ sai, anche io non avevo un papà. Poi, da un giorno all'altro è entrato nella mia vita, e sono grata al cielo di avere un padre come quello che ho, perchè è davvero il massimo” guardò il cielo oscuro illuminato dalla fioca luce della luna “ io lo conoscevo il tuo papà, era davvero una persona lodevole. Ora è partito per non si sa dove, con non si sa chi, e non sappiamo se tornerà” si morse il labbro inferiore per non piangere.
Lexi non rispose, tenne sempre la testa bassa, quasi come segno di sconfitta.
Poteva immaginare cosa provava dentro, lei c'era passata, se pur meno anni rispetto sua cugina.
Una presenza le fece girare la testa, sgranando gli occhi azzurri. Lexi la guardò spaventata “ cosa c'è?” domandò avvicinandosi.
Katherine deglutì e si avvinghiò la bionda al fianco destro “ stai vicino a me, ho sentito qualcuno” l'avvisò.
Sentirono un fruscio e rigirarono la testa. Questa volta una figura seduta su una delle panchine li presenti gli si parò d'avanti.
Il respiro le mancò, non riuscendo più ad introdurre aria nei polmoni, e sentiva le gambe diventarle di pasta frolla.
Esalò un ultimo e faticoso respiro “ zio Stefan” sussurrò, per poi accasciarsi al suolo sentendo le forze abbandonarla.
L'uomo si alzò dalla panchina, ignorando totalmente le bambina bionda terrorizzata, ferma sul posto.
Fece una strana smorfia che fece ribaltare lo stomaco di Katherine a tal punto da provocarle dolore.
“ Zio?” domandò lui, sconcertato “ non ho famiglia” sibilò velenoso avvicinandosi a passo lento a quella ragazza che non riconosceva più come sua nipote.
I suoi stivali a contatto col suolo ghiacciato provocavano un tonfo assordante, che batteva incessantemente nella testa della ragazza a terra.
Si fece forza e si alzò in piedi, guardandolo avvicinarsi, scagliando con i soli occhi ondate di disprezzo.
“ perchè sei tornato?” chiese con tono freddo al giovane ragazza, una volta che il suo volto e quello di Stefan erano a pochi millimetri di distanza.
Lui aggrottò le sopracciglia “ come, non lo sai? Come potevo mancare oggi, il giorno dei tuoi 18 anni? Insomma, oggi sei diventata adulta” affermò, accompagnando la frase da una sonora risata “ oppure.. avevo fame” i suoi occhi divennero scurissimi all'esterno, venature dello stesso colore del cielo apparirono tutte intorno, e all'interno divennero così rossi da sembrare iniettati di sangue.
I denti gli si aguzzarono e finirono nel suo collo, facendola straripare di dolore.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, cercò di respingerlo ma ogni gesto era vano.
Con la coda dell'occhio vide Lexi correre per cercare aiuto, ma appena se ne accorse Stefan si staccò dal collo di Katherine per pararsi davanti alla bambina.
“ no” mormorò, avrebbe voluto urlare più forte, ma la perdita di sangue l'aveva indebolita parecchio e si sentiva una straccio usato.
Vide Stefan studiare la bambina nei minimi dettagli, dai capelli, agli occhi, ed poi tutto il resto.
Una grossa fitta le trapassò il ventre. Non riusciva a respirare, ne parlare o fare gesti semplici.
Lexi tremava come una foglia, ogni tanto emetteva qualche sussulto, ma si lasciava esaminare in silenzio.
“ Come ti chiami?” le domandò. Sembrava che la dodicenne avesse innescato in lui qualcosa, perchè non pareva che avesse intenzione di farle del male.
“ Lexi” rispose prontamente, sempre a bassa voce.
Stefan cacciò un urlo di dolore, portandosi una mano alla testa. Katherine sperava con tutta se stessa che suo zio stesse riacquistando il lume della ragione, anche se magari avesse dovuto sopportare qualche dolore.
A quel punto la sua faccia divenne di nuovo quella di un demone, che faceva gelare il sangue nelle vene ad un solo sguardo, e si avventò sulla gola di Lexi.
“ NON FARLO, È TUA FIGLIA” urlò qualcuno e la testa di Stefan girò meccanicamente.
Katherine ebbe forza abbastanza per guardare Caroline in piedi, con gli occhi lucidi traboccanti di lacrime.
Stefan si passò una mano sulle labbra, pulendosi dal sangue di Katherine, e guardò Caroline con gli occhi sgranati.
 
 
COMMENTO: OK, CAPITOLO PICCOLISSIMO PERO' È DA TROPPO TEMPO CHE NON AGGIORNO. DOVETE SCUSARMI. IN QUESTI GIORNI CERCHERO' DI FARE DEL MIO MEGLIO, UN BACIONE.
 
-LILY33 
   
 
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