Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Aki_Saiko    06/09/2013    3 recensioni
Dopo attente riflessioni, Homura capisce che per cambiare davvero le cose ci vuole una deviazione più drastica del corso degli eventi. Per esempio, Mami potrebbe non fare più una certa fine. Ma come realizzare il progetto?
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[Lievi(?) contenuti di violenza perchè, oh, le battaglie magiche andranno pur descritte] [Rating giallo, alzabile] [Accenni ad una coppia purtroppo non presente nella lista]
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyubey, Mami Tomoe | Coppie: Homura/Madoka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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2.Del bizzarro concilio che porta alla creazione di un piano
 
 
 
 
«Accomodati pure, non farti problemi... vivo da sola, anche se questo immagino tu lo sappia già» strizzandole l’occhio, Mami invitò Homura ad entrare in casa propria.
«Permesso... » sussurrò quest’ultima, togliendosi le scarpe e seguendo la padrona di casa nell’appartamento. Cavoli, era esattamente come lo ricordava: allegro, disordinato, accogliente e molto pulito. La mancanza di un vero e proprio tavolo da pranzo in sala –sostituito invece da un tavolino basso triangolare e qualche cuscino- la libreria piena di tutto fuorché di volumi, fatta eccezione per quelli scolastici; e ancora i peluche sparsi in giro, la tv che non aveva visto accesa una volta che fosse una, l’ampia finestra che dava sulla strada, la porta che divideva l’ampio soggiorno dal bagno e le scale di vetro che portavano alla bizzarra camera da letto. Era strano, se ci pensava, ma tutto ciò... le era mancato.
“E’ come se fossi di nuovo a casa” pensò con una certa nostalgia.
«Hai un’espressione serena, Akemi-san, ne sono felice» esordì l’altra ragazza sorridendo.
Homura semplicemente abbassò lo sguardo, trovando il pavimento di legno estremamente interessante.
«Vediamo, se aspetti qualche minuto metto su il tè e tiro fuori i biscotti per scaldarli un po’... nel frattempo, prendi qualche foglio di carta e una penna dalla libreria, per favore, potrebbero tornarci utili» propose Mami, cogliendo forse l’imbarazzo della compagna, la quale accettò di buon grado la proposta. Ed era incredibile, pensò, che Mami le avesse chiesto di fare una cosa “per favore” nonostante fosse Homura ad essere ospite in casa sua.
Dopo pochi minuti, la Puella bionda tornò in soggiorno con un vassoio incredibilmente colmo di roba: oltre alle due tazze e alla teiera, erano presenti due bicchieri, una zuccheriera, una piccola caraffa di latte e due o tre piatti colmi di biscotti. Che diamine, da come era corsa a comprare le uova, prima, sembrava che in casa non avesse nulla da mangiare.
«Spero che possa essere tutto di tuo gradimento» disse Mami, iniziando a versare il tè.
Homura sorrise, onestamente grata, prese la tazza che l’altra le porgeva e assaggiò uno dei biscotti. Neanche bisogno di dirlo, era squisito.
«Dunque, dove eravamo rimaste?»
«Al piano»
«Giusto. Che ne dici, potresti... parlarmi un po’ di questa Charlotte?».
«Fammi pensare... » meditò Homura, cercando di mettere insieme tutti i vari pezzi «il Greef Seed di Charlotte si schiude, ogni volta, fuori dall’ospedale. Sono Sayaka e Madoka a trovarlo, quest’ultima viene a cercare te, mentre l’altra con Kyubey resta a guardia dell’uovo. Tu e Madoka attraversate tutta la barriera –dopo avermi immobilizzata, tra l’altro- fino a giungere dagli altri due. Ora, io non so come siano andate le cose, perché arrivavo sempre dopo, tutto quello che ti so riferire del combattimento me l’ha raccontato Madoka: era sempre una faccenda molto rapida, semplicemente tu immobilizzavi la piccola strega e le scagliavi contro il tuo Tiro Finale. Ma questa, facendo uscire un secondo corpo dalla bocca, ti prendeva alla sprovvista e ti... decapitava» si fermò un attimo, per assicurarsi che l’altra non avesse una faccia troppo sconvolta, per quanto possibile.
In effetti, Mami era innaturalmente calma, ma ad una seconda occhiata, si notava che il viso era tirato per nascondere la tensione, e le mani avevano smesso di reggere la tazzina di tè per rendere meno evidente il loro incessante tremolio.
«Continua» le disse in un soffio.
Pensando fosse meglio farla finita in breve, Homura riprese il racconto senza pensarci: «A quel punto, entro in scena io, che tramite la manipolazione del tempo e un paio di esplosivi ben piazzati, riesco a sconfiggere la strega. Penso che il segreto di tutto sia distruggere il corpo e la testa prima che questa abbia il tempo di sputarne fuori un’altro»
Terminò il resoconto dei fatti, riprese fiato e attese la risposta della compagna. Accidenti, questo cambio di modus operandi la stava facendo parlare un sacco.
Mami rimase in silenzio ancora un paio di minuti, poi: «Effettivamente, non è il tipo di strega che sarei stata in grado di sconfiggere da sola. Il Tiro Finale è molto potente, ma non abbastanza veloce; di contro, le normali carabine sono efficaci contro i famigli, ma non hanno forza sufficiente per abbattere le streghe. Chissà a procurarsi una mitragliatrice... beh, comunque penso proprio di doverti ringraziare, Akemi-san. Se non fosse stato per te, probabilmente avrei avuto ancora poche ore di vita davanti. Grazie» e le fece un inchino.
Homura arrossì leggermente alla vista di tutte quelle cerimonie, e si limitò a balbettare un “e di che, alla fine i nostri interessi coincidono”.
«Bene, ora che mi hai informata sulle capacità di questa Charlotte» proseguì Mami afferrando nuovamente la tazzina di tè «direi che è giunto il momento di organizzare il lavoro»
«Siamo d’accordo. Da quel che ho capito, il secondo corpo viene fuori dal primo grazie al tuo Tiro Finale. Non so come questo sia possibile, ma se riesci a –diciamo- seguire il copione, poi al resto ci penso io» propose Homura.
«Mi pare una buona idea, sì» continuò la bionda, prendendo in mano la penna «io faccio sì che Charlotte piccola sputi fuori il suo vero corpo» disse mentre disegnava delle forme astratte sul foglio «e quando lei è sul punto di divorarmi... »
«Semplicemente fai un passo indietro, ed entro in scena io» continuò la mora.
«Esattamente. A quel punto, troviamo un modo per distrarla, così ti sarà più facile piazzare le cariche»
«Può funzionare, sì» concluse Homura, pensando tuttavia a qualcos’altro.
«C’è qualcosa che ti preoccupa, Akemi-san? » chiese Mami subito dopo.
«Sto solo riflettendo su come presentare la collaborazione a Sayaka e Madoka... voglio dire, fintantoché non contrattano, preferirei tenerle all’oscuro di tutta la questione dei viaggi nel tempo. Sayaka, in particolar modo»
«Già, suppongo tu abbia ragione. Al momento, penso sia meglio vedere come evolve la situazione» concordò l’altra «resta comunque il fatto che, dall’oggi al domani, non possiamo improvvisarci collaboratrici. Risulterebbe troppo strano»
Entrambe rimasero in silenzio per un po’, intente a riflette su come risolvere la questione.
«E se... » se ne uscì ad un tratto Homura «e se io ti precedessi all’interno della barriera? Posso entrare nel lasso di tempo fra l’arrivo di Sayaka e il tuo. Nascondendomi nella stanza di Charlotte, posso poi sbucare fuori al momento concordato» suggerì.
«Mi sembra un buona idea... questo tra l’altro mi pare molto nel tuo stile, Akemi-san. E chissà, magari il fatto che apparentemente arrivi al momento giusto per salvarmi la vita, ti farà guadagnare qualche punto agli occhi di Miki-san e Kaname-san» la incoraggiò Mami, porgendole un’altra tazzina di tè.
  Continuarono a definire alcuni dettagli, sorseggiando e mangiando biscotti, finché l’orologio del soggiorno segnò i rintocchi delle due.
«AHHHH, accidenti che ora si è fatta. Vorrai scusarmi, Akemi-san, ma ho bisogno di un bagno caldo, dopo tutte queste emozioni. Tu rimani pure finché vuoi, anche a dormire, non c’è problema» disse Mami, alzandosi dal cuscino e stiracchiandosi.
«Non voglio approfittare oltre della tua ospitalità. Penso che tra un po’ andrò a casa anche io»
«Nessun disturbo! » rispose l’altra di rimando, la voce che proveniva già dal corridoio.
  Homura si alzò e fece per un po’ avanti e indietro lungo la stanza, per sgranchirsi le gambe, e tentò di dare al tavolino un aspetto più dignitoso e ordinato. Il rumore dell’acqua arrivava attutito dal bagno, quasi fosse pioggia che si scatenava fuori dalla finestra...
  Toc toc.
“Questa non è certo acqua” pensò Homura voltandosi verso la finestra. E quel che vide, le fece rimpiangere il peggiore degli acquazzoni.
Kyubey, pelo e quadruple orecchie, stava picchiettando in quel momento contro la finestra per entrare. Proprio come un gattino.
“Un gatto venuto direttamente dall’inferno, altroché”  pensò la ragazza, avvicinandosi a alla vetrata con l’idea precisa di tirare fuori la pistola e sparargli. Ancora.
Poi si ricordò di essere in casa di Mami, e che loro due ora erano alleate... e già era stata –per una volta in vita sua- miracolata ad ottenere la sua fiducia, sarebbe stato veramente stupido da parte sua metterla a repentaglio.
Quindi si limitò a girare la maniglia e aprire la finestra, al che la palla di pelo saltò dentro senza pensarci un attimo e corse ad accovacciarsi sul divano.
I due si fissarono intensamente per parecchio tempo, senza mai abbassare o distogliere lo sguardo.
Finché: «Sono sinceramente sorpreso di trovarti qui, Akemi Homura. Dopo quel che è successo nei giorni scorsi, mi meraviglio che Mami ti abbia fatta entrare in casa» osservò l’animaletto con la solita noncuranza.
«Semplicemente, abbiamo parlato a lungo stasera. È venuto fuori che i nostri interessi coincidono» rispose la ragazza in tono glaciale.
«Suppongo che questo sia un bene. È per questo che non tenti più di uccidermi? O forse ti sei resa conto che sarebbe inutile?»
Non le piaceva quel discorso. E non le piaceva Kyubey, nella maniera più assoluta. Non capiva se le stesse davvero rivolgendo una domanda o semplicemente volesse giocare con lei perché in realtà aveva origliato tutta la conversazione tra lei e Mami. Cazzo, questo avrebbe dovuto prevederlo. Non le restò che sperare che la palla di pelo bianco in quel momento fosse altrove a scocciare qualche ragazza con le sue mefistofeliche proposte.
«Entrambe le cose, immagino» rispose infine, continuando a fissarlo in cagnesco «ma ciò non vuol dire che mi piaci, Kyubey»
Lo scambio di sguardi continuò per un po’, almeno finché Mami non fece ritorno nella stanza, asciugamano avvolto a turbante in testa, pigiama e ciabatte.
«Spero di non averci messo troppo, Akemi-san, ma un bagno caldo mi ci voleva» esordì, visibilmente meno tesa di prima.
«Tranquilla, ho avuto compagnia» rispose Homura, in un tono che sperava non risultasse troppo sarcastico.
«Uhm... oh, buonasera, Kyubey»
«Mami, buonasera»
«Cosa ti porta qui? Pensavo fossi in giro a sbrigare i soliti affari»
«La temperatura è scesa parecchio, cercavo un posto accogliente» rispose quello in tutta tranquillità.
«Al solito, insomma. Beh, se vuoi sono avanzati dei biscotti, prendili pure»
Kyubey, senza farselo ripetere, balzò sul tavolino in cerca del cibo. Cavoli, pensò Homura, fortuna che per scrupolo ho messo via i fogli.
Un’altra cosa che la lasciò grandemente impressionata era la confidenza con la quale la palla di pelo si era presentata a casa di Mami senza alcun ritegno e come, invece, lei lo avesse accolto come il più gradito degli ospiti. Dovevano conoscersi da molto tempo. A ben pensarci, era sempre stata abituata a considerare Mami come “Tomoe-senpai”, ma non si era mai realmente soffermata sulla quantità effettiva di tempo trascorso dalla stipula del contratto. Da quel che era riuscita a capire spulciando informazioni qua e là, almeno due anni, o forse più. Era un tempo niente male, per una Puella Magi.
  Improvvisamente, tutta la stanchezza e lo stress accumulati iniziarono a farsi sentire, proprio quando l’orologio batté i rintocchi delle tre. Decise di tornarsene a casa.
«Io mi avvierei verso casa» esordì d’un tratto.
«Ripeto, se vuoi puoi fermarti qui a dormire, non c’è problema» ripeté Mami con gentilezza.
«E io ripeto, non voglio abusare della tua gentilezza. Direi che con me per oggi ne hai avuto abbastanza» rispose Homura, avviandosi verso la porta.
«Forse» ridendo, Mami la accompagnò fino all’inizio delle scale, prima di salutarla.
«Allora, buonanotte Akemi-san» porgendole la mano. Homura trovò molto divertente quel gesto.
«Buonanotte...Mami-san» ricambiò la stretta «e Kyubey» aggiunse, suo malgrado, alla vista della sottospecie di volpe.
Imboccò le scale e il vialetto d’uscita, aprì il cancello e se lo chiuse alle spalle. Quindi, si incamminò verso casa.
Forse, questa volta avrebbe potuto funzionare. Questa volta, avrebbe potuto essere l’ultima.
“Ciò non toglie” pensò “che devo comunque continuare a tenere d’occhio la palla di pelo”.










ANGOLO AUTRICE
Ecco qui il secondo capitolo! Pensavo di postarlo tra un po', ma visto che sono piuttosto avanti sia a livello di bozze che di stesure effettive, ho deciso di anticipare la pubblicazioneper quelli ansiosi di vedere come prosegue la storia , anche perchè stasera non avevo nulla da fare.
Il piano delle due Puellae è pronto, resta solo da metterlo in pratica... spero che questo capitolo due non vi abbia annoiato, lo so che c'è ancora poca azione, ma se avessi accorpato tutto sarebbe venuta una schifezza -oltre che un testo oltremodo lungo, tipo 10 pagine di word.

Che dire, spero vi sia piaciuto e vi abbia fatto venir voglia di proseguire!
Alla prossima (che, visti gli incredibili ritmi, non dovrebbe essere tra molto lol)
Aki_Saiko

 
  
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