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Autore: HeliaComeilvento    06/09/2013    9 recensioni
" Non ti sono indifferente."
" Non hai capito. " sorrido. "Per me non esisti. "
" No?" Mi chiede con quel sorriso sexy dipinto in faccia. Il mio cuore diventa un martello pneumatico.
"Quindi se faccio così..." La sua mano si insinua tra i miei capelli e la nostra distanza si annulla. " non senti nulla?"
"No." Mi trema la voce.
" No?Neanche se faccio così?" La mano libera scende sulla coscia destra.
Dovrei prenderlo a schiaffi e invece me ne sto immobile a fissare quei suoi occhi blu.
" E se ti bacio qui?" Le sue labbra premono sul mio collo.
Respiro a fatica.
Lascia lievi baci sul collo, sulle spalle, all'altezza del seno.
" Niente." Dico a denti stretti.
E chiunque si accorgerebbe che sto mentendo.
Si stacca da me, lasciandomi con il respiro spezzato e lo sento ridere.
" Ma guardati, Azzurra, stai tremando e il tuo cuore corre più veloce di un treno."
" Il tuo invece dov'è?" Chiedo, aspra e insolente.
Lo vedo assumere prima un'aria stranamente seria e poco dopo, il solito sorriso canzonatorio.
" Cercalo, se lo trovi te lo regalo."
Si avvicina un'altra volta.
"Non ti innamorare di me, Azzurra."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Qualcuno da qualche parte ti ama. Ti ama di nascosto, mentre tu sei occupata a vivere la tua vita. Ama i tuoi sorrisi quando sei distratta e il modo in cui saluti, quando sei felice. Qualcuno, da qualche parte, sta pensando a te. E si chiede quando diavolo ti accorgerai di lui e del modo in cui ti guarda, quando ti accorgerai di tutte quelle volte in cui raccoglie briciole di te che gli altri puntualmente lasciano sparse in giro. Briciole di parole belle, briciole di affetto, di mistero, di felicità. Qualcuno da qualche parte ti sogna e ascolta le canzoni che ti piacciono, immaginandosi vicino a te, per il tuo compleanno e al mare, al centro commerciale, al ristorante. Qualcuno da qualche parte, ti vuole nella propria vita. Devi solo alzare gli occhi e accorgerti di come è bello il suo sorriso e di quanto potrebbe renderti felice. -
Tiziana Laudani.




"Ma sei matto?" Urlo, mentre cammino a passo spedito verso il Alex, accovacciato a terra e con un labbro sanguinante. 
" Restane fuori, Azzurra." Mi sussurra.
In lui c'è qualcosa. 
Come se portasse addosso una ferita, qualcosa che punge allo stomaco.
Sembra uno di quei casi umano, esattamente come me.
Quando lo guardo, sento le sue ferite.
E mi rendo conto che sia quasi impossibile, ma è così.
Sono come lui, chiusa come un riccio, un po' meno bastarda e ferita.
" Cos'è successo?" Chiedo, mentre aiuto il mio amico ad alzarsi.
" Niente di grave." Guardo entrambi e sospiro. 
Alex si avvicina ad Andrea e lo intimidisce con un dito.
" Provaci di nuovo e..."
"Cosa?" Sorride Andrea. "mi picchierai?" 
" Adesso basta. " Dico. 
" Io devo andare. " Mi sussurra Alex ad un orecchio. 
" E io verrò con te, così mi farai vedere come mi..." 
"No." Intervengo io. " tu, invece di fare l'idiota e provocare tuo fratello, verrai con me al..." Andrea assume un'aria divertita. 
" Preferisci il letto, oppure ti piace il tavolo?"
" Al supermercato." Sottolineo io, alzando gli occhi al cielo. 
" Devo dire che hai gusti veramente strani." Si avvicina e mi sfiora leggermente il braccio. "Ma se a te piace così, mi adeguerò."
Almeno mille sensazioni si accendono lungo il mio corpo.
Fingo indifferenza e lo fulmino con gli occhi. 
" Non fare lo stupido."
"Ci vediamo dopo, fratellino. " Ammicca, seguendomi alla porta.
Alex sembra infastidito ma non ne sono veramente sicura.
Non riesco neanche a ricordare il motivo per il quale mi sono ficcata in questa situazione, come se non avessi altri problemi a cui pensare.
Come se mia madre e suo figlio, non fossero già abbastanza difficili da digerire.
E adesso mi ritrovo con Alex e Andrea, così diversi eppure così simili. 
E sono difficili quasi quanto mia madre.
Sto imparando piano piano a conoscere gli aspetti positivi di Andrea.
"Sali in macchina." Mi dice, sicuro e deciso.
" Sissignore." Sorrido. 
"Perché non hai chiesto ad Alex, di accompagnarti?"
" Lui non poteva." Sussurro. 
" Si, come no. Io penso invece che..."
"Mi andava di stare un po' con te? Abiti a casa mia Andrea, e ti conosco appena. Ho bisogno di capire se posso fidarmi oppure..."
" Oppure no." Dice, più a se stesso che a me. 
" Quindi sì, mi andava di stare un po' con te."
" E devi stare con me." Accentua volutamente la frase e fa un ampio sorriso, riprendendosi dall'espressione cupa di poco prima. " proprio al supermercato?"
"Stasera Clarisse ha organizzato una serata per sole donne, a casa sua. E ha incaricato me, di fare la spesa."
" Lacrime, tempesta d'amore e popcorn. " Ironizza e io lo trovo affascinante. 
" Alcol, moderazione e musica. "
"Niente tempesta d'amore?!" Spalanca la bocca, decisamente divertito e io mi metto a ridere.
" Non sei per niente divertente."
" Però stai ridendo."
"Riflesso condizionato."
" Si, certo." Parcheggia la macchina e mi guarda. " prego, signorina."
Scendo dalla macchina e lui mi segue in silenzio. 
Clarisse mi ha raccomandato di non dimenticare nulla.
Vuole preparare una torta e cucinare il pesce. 
Mi chiedo come diavolo riesca a cucinare così bene, visto che io non sono poi così brava a farlo.
Abbiamo deciso di invitare qualche vecchia amica, per passare una serata diversa e soprattutto senza pensieri, anche se sono già consapevole che penserò, eccome se penserò. 
La gravidanza inaspettata di mia madre mi ha stravolta e questo non posso dimenticarlo.
E la cosa che mi stravolge di più di tutto il resto, sono io. 
La mia rabbia, le mie paure e la mia incapacità di accettare la situazione.
" Prendi il carrello, Andrea." 
" Non pensi che sia scomodo?"
" La vuoi smettere?" 
"Okay, va bene. " Mi volto per guardarlo e rimango perplessa:
una ragazza alta e con un fisico da top model, lo saluta con la mano sinistra e lo sfiora con il braccio destro, ammiccando come un gatto in calore, poi come in preda ad un ricordo improvviso, si ferma e torna indietro, forse per mangiarlo con gli occhi. 
Andrea, dal suo canto, fa l'occhiolino e sorride come un perfetto idiota.
" Ti ricordi di me, vero?" Chiede lei, passandosi violentemente una mano tra i capelli. 
"Vagamente." Ammicca lui.
Vagamente!? Dove sono finita, in una puntata di Gossip Girl?!
" Non mi hai più chiamata."
"Volevo farlo ma..." si avvicina a lei e per poco non la bacia. " no, in realtà non volevo farlo."
Oh, ciao ragazzi, ci sono anch'io, non so se ve ne siete accorti. 
" Però è stata una serata bellissima." Sussurra lei. 
Vorrei sprofondare.
" Giusto."
Decisamente sprofondare.
" Soprattutto quando tu mi hai..."
La guardo sbalordita e intervengo. 
"Bene, sono felice di questo vostro incontro, di lui che ti ha..." Scuoto la testa e arriccio il naso. "fatto quello che ti ha fatto e detto... quello che ti ha detto. Se vorrete ripetere." Mi volto verso la biondina " A tuo rischio e pericolo!! Vi vedrete un'altra volta. Addio."
Trascino per un braccio Andrea e lascio la gatta in calore da sola, a rimuginare sulla notte di fuoco con il perfetto idiota.
" Che significava quel - a tuo rischio e pericolo-?"
" Sul serio?"
" Sul serio." Ride lui.
" Ti piacciono le gatte?" 
"Gatte?Sapessi come scopa bene." 
" Sei squallido, lo sai?"
" Sicura?" Mi spinge contro lo scaffale dei detersivi e allontana il carrello. 
Come posso ragionare lucidamente?
Trattengo il respiro, consapevole che il suo profumo, potrebbe farmi perdere la testa.
" Pensi che tutte le donne siano attratte da te, ma ti sbagli."
"Magari non tutte, ma tu si.
" Come puoi..." 
" Non ti sono indifferente."
" Non hai capito. " sorrido. "Per me non esisti. "
" No?" Mi chiede con quel sorriso sexy dipinto in faccia. Il mio cuore diventa un martello pneumatico.
"Quindi se faccio così..." La sua mano si insinua tra i miei capelli e la nostra distanza si annulla. " non senti nulla?"
"No." Mi trema la voce.
" No?Neanche se faccio così?" La mano libera scende sulla coscia destra.
Dovrei prenderlo a schiaffi e invece me ne sto immobile a fissare quei suoi occhi blu.
" E se ti bacio qui?" Le sue labbra premono sul mio collo.
Respiro a fatica.
Lascia lievi baci sul collo, sulle spalle, all'altezza del seno.
" Niente." Dico a denti stretti. 
E chiunque si accorgerebbe che sto mentendo. 
Si stacca da me, lasciandomi con il respiro spezzato e lo sento ridere.
" Ma guardati, Azzurra, stai tremando e il tuo cuore corre più veloce di un treno."
" Il tuo invece dov'è?" Chiedo, aspra e insolente.
Lo vedo assumere prima un'aria stranamente seria e poco dopo, il solito sorriso canzonatorio.
" Cercalo, se lo trovi te lo regalo."
Si avvicina un'altra volta.
"Non ti innamorare di me, Azzurra."
Mi libero dalla sua presa e lo guardo dritto negli occhi. 
" Piuttosto tu." Mi alzo sulle punte per arrivare all'altezza del suo orecchio. "Non ti innamorare di me, Andrea."




" A che diavolo serve la cannella?"
" Dovrei chiederlo a Clarisse." 
Andrea mi aiuta a mettere le buste sul cofano e mi apre lo sportello della macchina.
Chiunque noterebbe il suo solito ghigno malizioso.
" Madame..."
"Dobbiamo portare tutto quello che abbiamo comprato a Clarisse."
" Sissignora."
" Come puoi essere in un certo modo un attimo e in un certo altro modo un attimo dopo?"
" Anni di esperienza." Scherza lui.
" Secondo me ci credi. "
" A cosa?"
" A tutto, secondo me ci credi."
" Se lo dici tu."
" All'amore, alla vita, alle persone. Ti comporti così soltanto perché hai paura, perché chi ama, soffre."
" Ti sbagli. Io non credo più a nulla, piuttosto tu. Come diavolo fai a credere a queste favole da quattro soldi?"
" Favole?" Chiedo. 
"Si, il principe azzurro e la scarpetta di cristallo, trovare l'amore vero e queste stronzate."
"In realtà da piccola le favole non mi piacevano." 
" No?"
"No, non sopportavo la fine." 
" Allora vedi che ti piace Tempesta d'amore? Quello sì che durerà per sempre."Mi metto a ridere.
" Col tempo ho capito che non tolleravo l'amore delle favole, soltanto perché non è quello, l'amore. "
" E cos'è?"
"Quello si chiama principio, non amore. 
L'amore è dopo, dopo essersi incontrati, quando cammini silenziosa, verso l'altare, affrontando decine e decine di persone, che ti guardano curiose e fiere.
Quando cammini e non ti accorgi di nulla, non ti accorgi del vestito bianco, delle scarpe che fanno male, del fotografo che sembra preso da uno spasmo convulso e vuole fotografarti in ogni momento della tua giornata, non ti accorgi neanche dei tuoi parenti, che sembrano perdersi in sorrisi e lacrime. Sembra che quel percorso, sia infinito, che quella sia la distanza che per tutto il tempo non ti ha permesso di essere stata davvero sua. "
"L'amore sarebbe uno stupido anello? Oppure una firma su un foglio bianco? Sul serio?"
Lo guardo seria e con gli occhi che brillano. 
"No, l'amore non è il matrimonio, è la prova tangibile che sarai e sei suo, che sia un bacio, una fede nuziale, una collana, un ricordo, il nulla più assoluto. E io l'ho capito col tempo. 
Amore è svegliarsi e sapere che se ne hai voglia, puoi stringere la sua mano,che conosci ogni riga, piega, neo e traccia del suo corpo. 
Che non dormi. 
Non dormi senza il suo respiro regolare. 
Che il caffè lui sa che lo prendi con lo zucchero e se lo dimentica e te lo offre amaro, ti incazzi pure. 
E' questo, è viversi. 
Incazzarsi e dividere comunque lo stesso letto, e nelle favole che mi raccontavano non c'erano tazzine o letti da dividere. "
Andrea accosta la macchina vicino ad un marciapiede e mi guarda.
"Che c'è?" Sussurro.
"Sei peggio di una bambina." Mi spettina i capelli e il mio stomaco si capovolge.
Vorrei smetterla si sentirmi così ogni volta che le sue mani sfiorano il mio viso o i miei capelli. 
"Peggio di una bambina?" 
" Si, sei esasperante, stupida ed estremamente sognatrice."
" Adesso mi spieghi perché tra tutti gli aggettivi che hai detto, soltanto uno è positivo."
Lo sento ridere;potrei morire di collasso con un solo suo gesto e lui ne è totalmente ignaro. 
Lo guardo con aria offesa.
Lui trattiene un'altra risata e il cuore diventa più grande del sole.
" Quale sarebbe l'aggettivo positivo?"
" Sognatrice." sorrido. "e adesso riportami a casa."



Finalmente sono tornata a casa mia.
Le luci sono spente e riesco finalmente a rilassarmi.
Mi rendo conto soltanto adesso di quante cose ho lasciato perdere da quando è morto mio padre.
Uscire con Clarisse come una volta, ad esempio.
Lei è sempre così disponibile con me e la io tratto come un cassetto dove gettare i miei problemi.
Con lei riesco ad essere chi voglio, invece quando sono con Andrea, torno ad essere bambina.
Lo conosco da poco, eppure non posso far altro che uscire quella parte di me che ho sepolto.
L'amore esiste, io lo so.
Anche se a volte ammetterlo mi fa paura, anche se non credo che sia possibile viverlo in prima persona, anche se ho sofferto parecchio, ne sono certa.
L'amore esiste.
E quando sono con Andrea, sento il bisogno di parlarne, di tracciarne i contorni, di trascinarlo nel mio mondo. 
Perché sento qualcosa, in lui. 
E come se non bastasse, ne sono terribilmente attratta,ma sono comunque convinta che questa situazioni migliorerà, con il tempo. 
In fondo è un ragazzo particolarmente bello ed un perfetto bastardo, il che lo rende un predatore affabile.
Più gli uomini sono stronzi, più noi donne ne siamo attratte. 
Ma la colpa non è nostra, noi cerchiamo soltanto l'avventura, la passione, cerchiamo rumore, scompiglio, respiri mozzati, fuochi d'artificio, tempeste, noi cerchiamo
sensualità ma anche dolcezza; 
tutte cose che soltanto un bastardo, potrebbe regalarci.
Uno come Andrea, forse.
Mi tolgo i vestiti ed entro sulla doccia, scuotendo ripetutamente la testa.
Devo essere impazzita.
Andrea non può darmi passione o rumone e neanche dolcezza, lui è soltanto un lupo ferito che prova a leccarsi le ferite e a non mangiarsi i coniglietti del bosco.
E io sono il coniglietto per eccellenza, con i miei modi puliti e gentili e i miei momenti da spregiudicata.
Sono la preda perfetta per quelli come lui, perché sono fragile, forse.
Ecco perché devo smetterla di pensare ad Andrea in questo modo e soprattutto di sognarlo nudo.
Esco dalla doccia, asciugo velocemente i capelli e indosso un vestito comodo.
Non pensare, mi dico.
Non pensare e divertiti.
I miei pensieri vengono spazzati via dal campanello;
mi guardo un'ultima volta allo specchio e corro alla porta.
" Chi è?"
" Reina." Sorrido e apro.
"Ciao."
" Ehi! " l'abbraccio.
Reina è una mia vecchia amica, l'ho conosciuta per caso durante una vacanza e da allora abbiamo continuato a sentirci.
" Clarisse ci aspetta." Mi sorride lei.
Prendo una giacca leggera ed usciamo insieme.
I lunghi capelli neri di Reina le donano un aria quasi eterea e gli occhi, color nocciola, creano un perfetto contrasto. 
Sembra una bambola.
"Tua madre te l'ha detto?" Mi sorride lei, timida ed impacciata.
" Come, scusa?" Chiedo, esterrefatta. 
" Non..." il suo viso prende un colore rossastro. "non te l'ha ancora detto?"
" Che è incinta?" Sussurro.
Come diavolo fa, Reina, a sapere di mia madre? A quanto pare ne erano tutti a conoscenza, tranne io.
" Davvero?" Mi chiede sorpresa.
" Non lo sapevi?" 
"No." Si volta per guardarmi e io sospiro.
"Allora che altro c'è?"
"Nulla, io pensavo che..." Fatica a respirare e la vedo chiaramente in difficoltà.
"Che?"
" Tua madre ti vuole bene." Soffia leggera sul mio viso, riprendendo il suo normale colorito e io sbuffo impaziente.
"Non fate altro che ripetermelo. "
"Lo sai, i miei genitori conoscono i tuoi da molto tempo." 
"Conoscevano. " Dico tra me e me. 
"Siamo arrivate." Mi sorride Reina.
Non pensare, non pensare, non pensare, non pensare, mi ripeto.
Entriamo in casa con un sorriso sornione ed entrambe salutiamo Gloria.
Lei è castana e ha due bellissimi occhi azzurri.
La conosco un po' meno, considerando che è una vecchia conoscenza di Clarisse, eppure, tutte le volte che l'ho incontrata, mi ha mostrato fiducia e simpatia. 
Saluto la mia migliore amica con un abbraccio e mi siedo sul divano, guardando sbalordita la torta preparata dalla mia migliore amica.
Non posso crederci. 
" L'hai preparata davvero tu?"
" Certo. "
" Che buona." Commenta Reina.
" Siamo soltanto noi quattro?" Chiedo.
" Noi quattro, la torta e..."
"Tequila." Urlo di gioia. 
"Attenta a te, sai? L'ultima volta hai fatto un casino tremendo!"
"Soltanto perché non bevo mai." Puntualizzo. 
"Si, come no, immagino." Ironizza Gloria.
"Azzurra, aiutami con il pesce." 
"Sissignor capitano." Scherzo io.
Ci dirigiamo entrambe verso il forno e la sento canticchiare leggermente.
"Sei di buon umore?"
"Speravo che me lo chiedessi!" Squittisce di gioia.
"Novità?" Sorrido.
" Lo so che tu sei incasinata, con tua madre che è incinta, l'impulso di portarti a letto Andrea ogni volta che puoi e con Alex versione cucciolo smarrito e innamorato, 
però devo raccontartelo!" 
" Cucciolo smarrito e innamorato? E poi chi ti dice che vorrei portarmi a letto Andrea!?"
" Si vede tesoro." 
" Va bene." decido di lasciar perdere. " allora?"
" Esco con un ragazzo!" Mi dice a bassa voce. 
Sembra davvero felice e se lo è lei, lo sono anch'io.
" Sul serio? Sono felicissima per te, Clarisse!" 
" Si chiama Marco! Lavora in biblioteca ed è perfetto, l'ho conosciuto qualche settimana fa e soltanto adesso mi ha chiesto di uscire."
" E' fantastico!"
"Si, lo è!" Ci abbracciamo e dopo aver dato un occhiata al forno, ci avviamo dalle ragazze.
Spero davvero che sia quello giusto e che non la faccia stare male.
Lei è sempre così decisa ed estroversa, semplice ma anche geniale; si merita qualcuno di speciale. 
" Aspetta." Mi afferra da un braccio e mi guarda negli occhi. "tu stai bene?"
" Cerco di non pensare." Sussurro. "anche se Reina ha detto una cosa, in macchina."
" Che ti ha detto?"
" Mi ha chiesto se mia madre mi aveva detto non so cosa, ma non sapeva che era incinta."
" E tu?" 
" Ho chiesto cosa avrebbe dovuto dirmi e ha risposto che mi vuole bene."
"Magari voleva dirti questo."
"No che non voleva dirmi questo." 
"Non pensarci." Mi sussurra, prima di invitare le ragazze a sedersi a tavola. 
Cosa nasconde mia madre?




Spazio d'autore.
Macciao, ragazze.
Questo capitolo, l'ho considerato, sin da subito, come un capitolo più (diciamo) frivolo e tranquillo.
Spero che sia stato gradito lo stesso.
E non prendetemi per una tutto miele e zucchero, è soltanto che sono del parere che su una storia romantica, si debba parlare dell'amore.
E una volta, come Azzurra, anch'io ero innamorata dell'amore.
Non uccidetemi, vi prego. Ahahaha.
Allora, cosa nasconde la madre di Azzurra? E nasconde davvero qualcosa?
E Reina? Chi è questa nuova ragazza dai capelli neri?
Perché hanno litigato i due fratelloni?
Clarisse, in compenso ha trovato qualcuno con cui uscire e... incrociamo le dita.
RINGRAZIO TUTTE QUELLE CHE HANNO RECENSITO, ve ne sono grata e... continuate a farlo!

Un abbraccio!



  
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