//Angolo Autrice
Questa
storia nasce da un’amicizia, da un’occasione
speciale e dalla voglia di
raccontare.
Finora
ho scritto unicamente nel fandom Twin Princess nella sezione Anime e
Manga del
sito e questo è il mio primo tentativo di raccontare una
favola. Spero di aver
fatto un buon lavoro e che la lettura sia piacevole.
Se
avete critiche o consigli li accetterò più che
volentieri.
Di
seguito sono riportate le note originali, indirizzate solo a Miku, a
cui la
storia è stata donata per il suo primo anniversario sul
sito. Auguri ancora!
Un
bacio,
Giulia
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Buon
anniversario!
Sì,
so di essere in ritardo, ma volevo che fosse un lavoro di cui essere
fiera. =)
Questo
è un racconto, una sorta di fiaba che prende spunto dalla
realtà. Non troverai
Fine o Rein, ma due protagoniste che ti saranno comunque familiari. Ho
unito
l’utile al dilettevole. Avevo da tanto il desiderio di
cimentarmi in un
racconto e volevo farti capire quanto ti stimo e ammiro e quanto tengo
a te.
È
in
assoluto la storia più lunga che io abbia mai scritto e ti
chiedo solo di dirmi
cosa ne pensi.
Mi
hai ispirata e motivata e spero di essere sempre pronta a fare lo
stesso per te
in futuro.
Ti
ringrazio di tutto.
La
tua Goccia.
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“I hope you
don’t mind that I
put down in words
how wonderful
life is now
you’re in the
world”
Your
Song
– Elllie
Goulding
Present
La
storia dei ventagli gemelli e di come furono usati da una volpe pigra
e da un lupo
cattivo.
I
Lupi Cattivi vivono da secoli nelle Grandi Foreste del Nord,
lì dove il vento
presta loro la sua potenza, lì dove la fame li divora,
lì dove l’oscurità concede
loro il suo mantello.
Il
Grande Lupo Nero, nato dall’unione della Notte e del
Sussurro, aveva avuto tre
figlie.
La
più piccola delle tre si chiamava Miku. Il suo manto era
grigio perla, soffice
e pulito, aveva occhi azzurri, freddi come il ghiaccio ed era
un’ottima
cacciatrice. Non ci mise molto a guadagnarsi il rispetto
dell’intero branco e
ben presto ne fu a capo, proprio come suo padre.
Aveva
due sorelle maggiori, è vero, ma esse non erano neanche
lontanamente crudeli
come Miku.
Il
branco di Miku, però, si stava progressivamente riducendo.
Il cibo cominciava a
scarseggiare e le foreste a divenire sempre più rade a causa
dell’Uomo. I Lupi
Cattivi erano impazienti e volevano sterminare l’intera razza
umana, ma Miku
era consapevole che ormai il genere umano si era appropriato di gran
parte dei
territori e che poco potevano a questo punto
Decise
quindi di partire per chiedere consiglio all’ultima delle
apprendiste della
Grande Strega del Buio che aveva dimora sulla Montagna delle Nebbie.
Lasciò il
suo branco in fretta, affidandolo alle sue sorelle, e si diresse verso
i
Sentieri della Perdizione,
Lo
stesso viaggio con la stessa meta era cominciato tre anni prima per una
volpe,
Shizuku, una volpe rossa con due code.
La
giovane volpe era sopravvissuta ad un inverno piuttosto rigido e si era
decisa
ad abbandonare il bosco dove era cresciuta per cercare fortuna.
L’Uomo
era ormai troppo ben attrezzato e le sue visite notturne al pollaio
erano
sempre più un fiasco. Nonostante
Perciò
decise di compiere un unico decisivo sforzo e di rivolgersi anche lei
all’apprendista della Grande Strega del Buio per trovare il
modo di liberarsi
di quelle creature immonde, così da poter vivere tranquilla
saziandosi di
galline in quantità, senza doversi preoccupare di morsi di
cane e colpi di
fucile.
Purtroppo
il viaggio verso
Era
ormai tramontato il sole da un pezzo quando si ritrovò
all’imboccatura dei
Sentieri della Perdizione e stabilì di fermarsi.
Lì
vicino aveva intravisto un corso d’acqua e decise di farsi un
bagno. Nascose i
suoi pochi averi su un albero e prese forma umana, molto più
comoda per
lavarsi.
Miku
nel frattempo era poco più indietro e correva decisa a non
fermarsi prima di
essere arrivata molto vicina alla Montagna, ma il suono
dell’acqua la convinse
a ristorarsi un po’ prima di addentrarsi nei Sentieri della
Perdizione.
Anch’essa
decise di prendere forma umana e si avvicinò alla riva per
dissetarsi.
Prima
però che le sue labbra toccassero l’acqua la
raggiunse la voce di Shizuku.
-Che
bei capelli!-
Si
voltò di scatto e vide una ragazza seduta sul ramo di un
pino che la osservava.
I capelli sembravano fiamme e gli occhi rossi avevano una strana forma
allungata.
-Anche
i tuoi non sono male- rispose, con voce ferma.
-Ti
ringrazio. Qual è il tuo nome e come mai ti trovi qui?-
-Io
sono Miku, il lupo. Sono in viaggio per andare alla Montagna delle
Nebbie. E tu
chi sei?-
-Io
sono Shizuku, una volpe del Sud. Anche la mia destinazione è
Le
due si osservarono con circospezione, soppesandosi l’un
l’altra.
-Se
scendo da qui mi mangerai?- chiese Shizuku alla fine.
-Potrei.
Tuttavia non ho fame e non mi dai fastidio per ora, quindi non devi
aver
timore. Ma bada a te-rispose Miku.
Per
tutta risposta Shizuku scese dall’albero in gran
tranquillità.
I
lunghi capelli di Miku, azzurri e scintillanti come un fiume in corsa,
l’avevano incuriosita. Non si trovano molte chiome
così belle al Sud, dove il
sole brucia la pelle e secca i capelli.
Si
avvicinò cautamente alla ragazza e la osservò.
Era
più piccola di lei, ma aveva un carattere forte e le
sembrava piuttosto
pericolosa. Sapeva che al Nord vivevano i Lupi Cattivi, ma non se ne
era mai
preoccupata molto. Stranamente sentiva di volerla conoscere meglio,
perciò si
arrischiò a farle una proposta.
-Dato
che stiamo andando nella stessa direzione, perché non ci
incamminiamo insieme?
La strada non è così cupa se la si percorre con
qualcun altro e io sono stata
sola molto a lungo-
Miku
smise di bere e squadrò Shizuku. Aveva sentito
L’Inganno
era silenzioso e non sembrava maldisposto.
-D’accordo.
Ma sei avvertita. Io sono il Capobranco dei lupi cattivi, quindi poni
attenzione a non intralciarmi.-
-Non
c’è problema- rispose Shizuku –Non ne
avevo l’intenzione-
Dopo
che Shizuku ebbe recuperato il suo fagotto ritornarono alla loro forma
animale
e imboccarono i Sentieri della Perdizione.
-Non
mi aspettavo che fossi così- disse Miku che non aveva mai
visto una volpe con
due code.
-Sì,
beh, so di non essere proprio bella, ma ho questa coda da una vita e
non posso
farci nulla- rispose allegra Shizuku.
-Non
che tu non sia bella…- si affrettò a dire il lupo.
-Non
preoccuparti. Non ti da fastidio, vero?- chiese Shizuku con una punta
di
preoccupazione.
-Nessun
fastidio- rispose Miku a cui la volpe cominciava a stare simpatica.
I
Sentieri della Perdizione erano lunghi percorsi tortuosi immersi in un
bosco di
alberi neri e privi di vita circondati dalla nebbia e per Miku, vissuta
nelle
Grandi Foreste, non fu difficile orientarsi nella giusta direzione.
Quanto a
Shizuku, lei la seguiva di buon passo, disponibile a scambiare qualche
parola
quando le andava e a condividere e scambiare ricordi.
Miku
raccontava del ghiaccio e del Grande Mare del Nord, dei venti
provenienti da
tutte le direzioni che confluivano nelle Bianche Scogliere, della
caverna e di
come il suo giaciglio si trovasse in alto, così che quasi
poteva toccare la
nuda pietra del soffitto, della sua famiglia, del duro addestramento
per essere
accettata nel branco, del problema che avevano con l’Uomo,
dei Grandi Freddi e
di come quell’inverno fosse stato particolarmente
problematico procurarsi il
cibo.
Shizuku
invece le parlava del sole e dei raggi che riscaldano anche il cuore
più
freddo, del mare e di come scintilla quasi come i capelli di Miku,
delle
galline e di come fosse diventato difficile procurarsene una, della
primavera e
dei fiori di campo, del cielo sempre azzurro, della sua tana piccola e
riparata, del boschetto e dell’assenza perenne del silenzio.
-Anche
da noi non c’è mai silenzio. Il vento ci presta il
suo fiato e noi cantiamo
insieme a lui, soprattutto quando la luna è una sfera
completa-
-Beh,
da noi il vento è più una brezza che altro.
Però canta anche lui insieme a
tutti gli altri. Ma la sua voce è molto diversa da quella
del vento di qui. È
più dolce e meno acuta-
Mentre
parlavano del più e del meno i Sentieri della Perdizione,
con i loro sussurri e
i loro rumori sinistri completamente ignorati dalle due, si
trasformavano in
un’unica ripida salita che conduceva alle pendici della
Montagna delle Nebbie.
L’aspetto inquietante e disagevole della Montagna non le
spaventò e non fu difficile
giungere fino in cima.
L’antro
di Kuroki non era ben tenuto e le tarme avevano divorato la porta
d’ingresso. Ciò
nonostante, appena ebbero fatto un passo per entrare, quella si
aprì senza
nemmeno cigolare.
Miku
e Shizuku entrarono con cautela e si avvicinarono all’enorme
tavolo al centro
della stanza.
Alle
pareti erano presenti milioni di barattoli sugli scaffali e infinite
cianfrusaglie ricoprivano gli angoli e il pavimento.
-Benvenute.
Un nome appropriato, “Futuro”, per il Capobranco
dei Lupi Cattivi. In effetti,
immagino che sia stata
Miku
sentì chiaramente l’Inganno fremere e
-E
una volpe del Sud, una “Goccia” fragile e inutile
che è arrivata sin qui per
chiedere aiuto. Notevole per una volpe rossa a due code disadattata e
senza
talento-
Shizuku
si sentì ferita, ma l’Equilibrio la costrinse a
tacere e
Infine,
Kuroki si mostrò. Era una ragazza. Non molto più
grande di Shizuku con lunghi
capelli corvini, occhi di un turchese quasi bianco e un lungo mantello
scuro a
ricoprirla.
-So
già cosa volete ovviamente. Entrambe siete qui per lo stesso
motivo. Un modo
per eliminare l’Uomo e riportare il mondo nelle mani degli
animali, come era un
tempo- disse Kuroki con voce tagliente e stridula, osservando
attentamente il
lupo e la volpe.
-Tuttavia,
io non posso darvi una pozione, un incantesimo o un’arma che
vi aiuti-
L’Inganno
si agitò ulteriormente e Miku digrignò i denti
affilati e appuntiti.
-Ho
uno suggerimento da darvi, però- disse Kuroki
–Scoprite il punto debole
dell’Uomo e lo avrete in pugno. E ora vi saluto-
Con
un sorriso sarcastico Kuroki fece per andarsene, ma prima che potesse
anche
fare un passo Shizuku parlò.
-E
così è questo il massimo che sai fare? Uno
stupido consiglio che anche una
farfalla innocente poteva darci. Sei caduta molto in basso dopo la
morte della
tua mentore. E non hai nemmeno cercato di farci fuori. Sono pronta a
scommettere che la magia oscura ti ha abbandonata e che non sei altro
che
un’impostora.-
Kuroki
si voltò con freddezza e agitò la mano, ma non
riuscì a pronunciare nemmeno la
prima parola dell’incantesimo che Miku gliela morse, quasi
tranciandogliela di
netto.
-D’accordo,
stupide bestie, ma il mio aiuto costa e voi non avete né
denaro né beni
preziosi che mi interessino, quindi tornate quando potrete
permettervelo-
Shizuku
decise di trasformarsi in umana e prese a vuotare il suo fagotto. Ne
uscirono
fuori gli oggetti più particolari.
Un
coltello di ottima fattura, un pettine di madreperla, una spilla con
tante
gemme colorate, un anellino minuscolo con una pietra trasparente che
aveva
recuperato dal nido abbandonato di una Gazza Ladra. Ma Kuroki non era
interessata a quegli oggetti.
-Tu
puoi cambiare forma?- le chiese.
-Sì.
-Allora
è questo il mio prezzo per te. Voglio la tua forma di volpe
in cambio di un
oggetto che ti aiuterà-
Shizuku
rimase impietrita. Se avesse ceduto la sua forma di volpe, avrebbe
dovuto
lasciare anche
Nel
frattempo Miku rifletteva. Anche lei era in grado di divenire umana, ma
abbandonare
la sua forma di lupo significava anche abbandonare il branco e
Kuroki
rimase abbagliata da quella trasformazione. Il lupo era una forma anche
migliore rispetto alla volpe e non esitò a proporre lo
scambio anche a Miku.
Shizuku
però le interruppe.
-Ti
vorrei proporre un prestito invece di uno scambio definitivo- disse
Shizuku –Ti
lascio la mia forma di volpe per tre mesi e in cambio avrò
la tua arma per lo
stesso tempo. Una volta scaduti i tre mesi ti restituirò
ciò che mi darai e tu
mi riconsegnerai la mia forma di volpe-
Kuroki
valutò l’offerta di Shizuku e accettò.
Propose a Miku le stesse condizioni e
anche lei acconsentì.
Prese
quindi due scatole identiche, una porpora e una azzurra.
All’interno erano
riposti due ventagli gemelli.
Nella
scatola porpora che consegnò a Shizuku era conservato un
ventaglio azzurro con
disegnati fiori rosa pallido. Nella scatola azzurra che
consegnò a Miku era
contenuto un ventaglio porpora con fiori celesti.
-Questi
sono i ventagli gemelli. Quello azzurro è il Ventaglio
dell’Odio e ha il potere
di provocare sentimenti di astio, disgusto e avversione. Quello porpora
è il
Ventaglio dell’Amore e può suscitare attrazione,
affetto e desiderio. Come vi
ho già detto, dovete scoprire il punto debole
dell’Uomo e per farlo dovrete
osservarli da vicino. Con la vostra forma umana potrete confondervi con
loro,
studiarli e grazie all’uso dei ventagli, renderli amici o
nemici. È tutto nelle
vostre mani. Ci rivediamo fra tre mesi-
Detto
ciò si levò un forte vento che avvolse le due
ragazze privandole del respiro.
Si
risvegliarono entrambe sulla riva del fiume dove si erano incontrate,
stanche e
svuotate.
-E
adesso?- chiese Shizuku – Che cosa facciamo?-
-Andiamo
dove vive l’Uomo. Di solito stanno tutti insieme non molto
lontano dall’acqua,
quindi seguiamo il fiume- disse Miku.
I
piedi nudi erano scomodi per camminare e la marcia fu molto lenta, ma
alla fine
scorsero una donna. Era seduta su un masso e usava le mani per
“trafficare” con
quelle cose di tanti colori che usavano in mancanza di pelliccia.
-Sta
lavando i vestiti- disse Shizuku a bassa voce. Si erano istintivamente
nascoste
dietro un albero e osservavano la scena da lontano.
-I
cosa?- chiese Miku.
-I
vestiti. Quello che si mettono perché non hanno molto pelo.
Sta togliendo via
lo sporco. L’ho visto fare molte volte agli umani quando
andavo a caccia di
galline. Non ho mai capito perché non si lavano con i
vestiti addosso e perché
ne hanno tanti diversi. Sono fatti così- spiegò
Shizuku.
-Forse
allora dovremmo avere dei vestiti anche noi- disse Miku a cui
l’Inganno
sussurrava nell’orecchio –Una di noi la distrae e
l’altra prende i vestiti-
-D’accordo-
Shizuku,
che era la più lenta e che sapeva come parlavano gli umani
si incaricò di
distrarre la donna mentre Miku avrebbe preso due di quei vestiti.
-Ehi,
donna!- esclamò Shizuku come aveva sentito fare a un Uomo
–Voglio la mia cena!
È pronto il maiale?-
La
donna si girò incuriosita e si stupì moltissimo
di trovarsi di fronte una
ragazza nuda che non aveva mai visto.
-Oh,
mia cara. Come ti chiami? Che ti è successo? Tieni, questo
vestito è un po’
bagnato, ma almeno ti coprirà, povera ragazza!-
“Evidentemente
devo averla così spaventata che mi ha dato subito quello che
volevamo.” pensò
Shizuku mentre cercava di infilare un lungo vestito candido.
Fece
segno a Miku di avvicinarsi e la donna si stupì ancora di
più.
-Oh,
povere figliole! Ma che vi è accaduto? Chi siete? Da dove
venite? Ma guarda, come
sei bella tu con questi capelli. Tieni, metti questa e venite con me al
villaggio-
Le
due ragazze seguirono la donna che si diresse all’interno del
paese. Lì tutti
cominciarono ad additarle e le due si presero per mano, pronte a
fuggire se
qualcosa fosse andato storto, dato che ora non avevano più
gli artigli o i
denti per difendersi.
-Eccoci
qua- disse la donna entrando in una casa e facendo loro segno di
seguirla
–Aspettate qui un momento-
Le
due si guardarono intorno. Era la casa più grande del
villaggio ed era l’unica
con pareti di pietra grezza dipinte di bianco. Nella stanza in cui
erano
c’erano diversi oggetti che non avevano mai visto.
La
donna tornò e portò con sé un uomo.
-Non
possiamo tenerle entrambe Eliska, lo sai- disse con voce grave.
-Sì,
ma almeno una. L’altra possiamo affidarla a Mariska. Io avrei
proprio bisogno
di aiuto in casa e ci sarebbe necessità di una ragazza
giovane in chiesa, ormai
Mariska è troppo anziana-
-D’accordo.
Allora, ragazze, come vi chiamate? Mia moglie mi ha raccontato di
avervi
trovate vicino al fiume. Da dove venite? Avete famiglia?-
-Io
sono Miku. Vengo dalle Grandi Foreste del Nord. La mia famiglia
è in
difficoltà, per questo sono qui- disse Miku, con espressione
seria.
-Io
sono Shizuku. Ho fatto un lungo viaggio dal Sud per arrivare qui
perché non
riuscivo a procurarmi da mangiare e non ho famiglia- disse Shizuku con
un
sorriso.
-Quindi
siete entrambe in difficoltà. Vi sistemerete qui e
imparerete un mestiere.
Sapete fare qualcosa?-
-Nulla-
disse Shizuku
-Tutto-
disse Miku
-Davvero?
E cosa sarebbe questo tutto?- chiese l’uomo stupito.
-So
cacciare, so trovare un buon riparo dal freddo, so seguire le orme, so
riconoscere le piante curative…-
-Ah,
ecco. Ma sai pulire, avere cura di un giardino, lavare i panni, tenere
un
registro, scrivere, leggere, ricamare…? No? Beh, allora hai
molto da imparare,
mia cara- disse l’uomo con sguardo benevolo – Tu
resterai qui. Aiuterai Eliska
in casa e imparerai da lei ciò che ti insegnerà.
Quanto a te, signorina, andrai
ad aiutare Mariska-
Le
due ragazze si guardarono e poi acconsentirono.
-Vi
potete vedere, naturalmente, una volta terminati i vostri compiti. Mi
raccomando, impegnatevi. In cambio del vostro lavoro riceverete tre
pasti al
giorno e un letto per dormire e, naturalmente, un’istruzione.
Una volta
imparato un mestiere potrete mettere da parte del denaro e farne
ciò che
vorrete.-
Miku
fu sistemata in soffitta, dove il tetto spiovente le ricordava il suo
posto
nella caverna. La donna le aveva dato del cibo e le aveva insegnato a
mangiare
con degli strani oggetti che aveva chiamato
“posate”. La carne era molto buona,
aveva un sapore molto diverso da quella che cacciava di solito.
Il
giaciglio era morbido e ci si stese comodamente. Pensava che avrebbero
dovuto
usare i ventagli per convincere gli esseri umani a farle restare, ma
non era
stato necessario.
Non
avevano caratteristiche particolari, niente artigli o denti o aculei o
becchi,
e non avevano un’indole aggressiva. Solo il loro numero era
il loro punto di
forza e le loro armi. Forse avrebbero dovuto imparare a usarle meglio
di loro.
Shizuku
invece fu accompagnata da un giovane uomo in una strana casa, con
un’ enorme
stanza, molto alta. C’erano un sacco di
“sedie”, come le aveva chiamate il
giovane uomo, e un “altare” e una
“croce” che non si potevano toccare
perché
erano “sacre”.
Mariska
era una donna molto vecchia e Shizuku le fece un inchino in segno di
rispetto.
La vecchia si mise a ridere e la portò in una stanza
più piccola con un tavolo
di legno non lavorato e due sedie dove le diede del pane e del
formaggio.
Poi
la portò in una stanzetta senza finestre con un giaciglio e
un “comodino” con
una “chiave” che le aveva mostrato come far
funzionare. Lì ci aveva riposto il ventaglio
e aveva provato a nascondere la chiave sottoterra ma non
c’era un punto dove
scavare e la vecchia con una grassa risata le diede un nastro in cui
infilò la
chiave e che mise al collo di Shizuku.
-Così
te la porti sempre dietro- le disse.
-Bene-
-Si
dice “grazie”-
-Bene
grazie-
E con
un’altra risata roca la vecchia se ne andò.
La
stanza le piaceva, era buia e le ricordava la sua tana.
Chissà quando avrebbe
usato il ventaglio. Finora gli esseri umani le erano sembrati un
po’ ingenui e
abbastanza amichevoli.
Passarono
due settimane e Miku e Shizuku impararono molte cose.
Anzitutto
era proibito stare nudi. Tutti dovevano avere dei vestiti ed entrambe
ne ebbero
tanti diversi. E avevano delle “scarpe”, dei
vestiti duri che si mettevano ai
piedi e che permettevano di camminare più facilmente. Ci si
lavava in una
stanza apposta e non nel fiume. Si doveva pulire ogni giorno con la
“scopa” e
“spolverare”. Poi impararono a
“cucire”, “lavare i panni”,
“lavare i piatti” e
“leggere”. Per Shizuku era un vero supplizio. A lei
non andava di fare niente e
cercava di sgattaiolare via, ma Mariska la teneva d’occhio e
le batteva sulla
testa con la scopa.
Aveva
anche provato a usare il Ventaglio, ma l’aveva solo fatta
arrabbiare di più.
Il
giorno più pesante era la “Domenica”, in
cui era costretta a pulire tantissimo
e ad ascoltare un sacco di discorsi che non capiva seduta immobile su
una di
quelle sedie.
Miku
aveva scoperto di essere nella casa del “Sindaco”,
una specie di Capobranco
degli esseri umani, e che il giovane uomo che aveva portato Shizuku da
Mariska
era il figlio del Sindaco, Oliver. La aiutava spesso a
“pulire”, quando non
aveva da fare e le faceva strani “scherzi”. Lei si
infastidiva e cercava di
evitarlo, visto che non poteva morderlo per fargli capire di smetterla,
ma lui
non desisteva. Allora aveva usato il Ventaglio, ma Oliver aveva
cominciato a
infastidirla di più.
Lei e
Shizuku si ritrovavano la sera per raccontarsi le loro scoperte
perché per
tutto il resto del giorno avevano troppe cose da fare.
Avevano
capito di dover fare in modo di diminuire il loro numero per indebolire
l’Uomo,
ma come potevano fare? I Ventagli non avevano funzionato
granché finora, ma non
potevano tornare da Kuroki prima d tre mesi, quindi stabilirono di
provarci
insieme la sera della Domenica, quando tutti si sarebbero ritrovati in
piazza.
Si
sarebbero detti un sacco di discorsi come in chiesa, ma ancora
più noiosi e
importanti. Entrambe le ragazze avevano portato il Ventaglio, pronte ad
usarlo
al momento opportuno.
-Anzitutto-
cominciò il Sindaco –dobbiamo affrontare il
problema dei pozzi. L’acqua sta cominciando
a scarseggiare dato che siamo ormai nel periodo di secca e invito
quindi tutti
a non sprecare un bene così prezioso. Soprattutto per il
bene dei nostri campi
è necessario fare particolare attenzione a non eccedere
nella quantità-
Si
levò un mormorio di consenso e a Miku sembrò
proprio come una Riunione del
Branco, durante le quali, quando dava un ordine ragionevole per cui
tutti erano
d’accordo, si alzava un suono simile a quel sussurro.
Capì
allora che a poco sarebbe servito il suo Ventaglio
dell’Amore. Per indebolire
l’Uomo dovevano provare a metterli l’uno contro
l’altro e per farlo serviva il
Ventaglio di Shizuku.
Spiegò
quindi la sua idea a Shizuku e lei con un sorriso tirò fuori
il ventaglio,
badando bene che il venticello colpisse in pieno l’uomo
baffuto seduto alla sua
sinistra.
-E
adesso- continuò il Sindaco, dopo un’accesa
discussione riguardo una stradina
di montagna pericolosa –parliamo del terreno del Signor Kirov
che ha lasciato
questo mondo senza eredi. Chi ha la possibilità di comprarlo
si faccia avanti-
-Posso
comprarlo io- disse un giovane contadino.
-Ma
cosa dici?- esclamò il signore baffuto sotto incantesimo
–Non riesci nemmeno a
coltivare bene il tuo campo, non saresti in grado di occupartene. Lo
prendo
io!-
-Ma
come osi?- strillò
la madre del ragazzo
–Mio figlio è perfettamente in grado di coltivare
anche tre campi, e
sicuramente meglio di te!-
-Zitta,
donna! Questo è un discorso che non ti riguarda!- le rispose
il signore
baffuto.
In
breve scoppiò una lite che coinvolse tutti i compaesani,
schierati da una parte
o dall’altra.
Miku
e Shizuku, divertite, si erano allontanate da quella che stava per
diventare
una rissa, e osservavano compiaciute il loro operato, quando una donna
strepitò
tra gli altri.
-La
verità è che avremmo abbastanza acqua da bere se
non ci fossero quelle due
straniere! È colpa del Sindaco che le ha accolte senza
sapere nulla di loro. E
ora ci rubano l’acqua di nascosto, ne sono sicura!-
-Certo!-
le fece eco un’altra –E scommetto che la morte del
Signor Kirov è stata causata
dalla maledizione che si portano dietro!-
La
folla cominciò a bisbigliare e poi a urlare e Miku stava per
prendere il suo
Ventaglio per provare a calmarli, quando una voce fece zittire tutti.
-Ma
tacete, sciocche superstiziose!- disse Mariska tranquilla –La
siccità c’è ogni
anno e il povero Kirov aveva il cuore debole già da tempo.
Quelle due sono
arrivate solo da poco, perché dovrebbero voler farci del
male?-
-È
vero- intervenne Oliver –lavorano senza lamentarsi e si
guadagnano quel poco
che offriamo. Non possono essere loro la causa di queste disgrazie-
Shizuku
e Miku guardarono Mariska e Oliver con gratitudine.
L’Inganno
esultava perché Oliver aveva fin troppa fiducia in loro, ma
Miku lo osservava
ammirata. Aveva parlato con fermezza come un vero Capo.
Alla
fine tutti ritornarono all’Assemblea, alcuni persino
chiedendo “scusa” alle due
ragazze che decisero di non provarci di nuovo per il momento.
La
serata si concluse con canti e danze e Miku scoprì di
riuscire a ballare molto
bene grazie a Oliver che le insegnava i passi. Shizuku intanto
osservava quegli
umani. Erano simpatici, anche se facilmente irritabili, e non capiva
perché non
potessero vivere in armonia con gli altri animali.
L’Equilibrio le ricordava
che erano sempre stati esseri molto egoisti e ottusi che distruggono
tutto, ma
che erano abbastanza gentili fra di loro. Magari se lei e Miku fossero
riuscite
a convincerli a esserlo anche con gli altri animali avrebbe finalmente
avuto le
sue galline.
Passò
un mese e mezzo e non c’erano stati molti progressi.
Miku
era diventata bravissima a leggere e a scrivere e aveva cominciato ad
occuparsi
di insegnarlo ai piccoli.
Il
primo giorno era stato terribile. Quei piccoli di Uomo erano peggio dei
cuccioli del Branco, non stavano fermi e zitti nemmeno per un attimo e
avevano
subito cominciato a tirarle addosso pezzi di gesso e piccoli oggetti.
Grazie
al cielo aveva con sé il Ventaglio e, dopo averlo usato una
sola volta, si era
ritrovata con dei “bambini” buonissimi che la
adoravano e la riempivano di
fiori di campo e disegni.
Aveva
conosciuto una ragazza, Alice, che insegnava ai bambini più
grandi e che la
aiutava a mettere in ordine la stanza dove insegnava ai piccoli. Si era
ritrovata spesso a parlare con lei e aveva imparato molte cose.
Le aveva
insegnato a contare e a piantare i semi nel giardino.
Per
ricambiare Miku era andata nel bosco e aveva recuperato tante diverse
erbe
curative e le aveva insegnato a riconoscere le più utili.
Invece
Shizuku aveva cominciato a lavare i piatti in una piccola osteria dove
aveva
conosciuto due ragazze, Lumin e Angel. La prima era una cameriera e la
seconda
faceva un po’ di tutto, anche intrattenere gli ospiti
raccontando qualche
“leggenda” o “barzelletta”.
Si
trovava abbastanza bene ed era interessante ascoltare tutte quelle
strane
storie su degli esseri umani che compiono imprese straordinarie. Andava
ad
aiutare ancora Mariska in chiesa, ma solo
Grazie
al lavoro entrambe avevano una “paga”,
cioè dei “soldi” che scambiavano con un
posto letto e tre pasti in una locanda.
La
sera si ritrovava sempre con Miku e si raccontavano tutto. Da un
po’ non
parlavano di come annientare l’Uomo, ma a Miku mancava il suo
Branco e a
Shizuku il sole caldo del Sud.
Shizuku
scoprì che Lumin aveva lasciato il suo lavoro da cameriera
solo all’ultimo
momento. Angel le aveva spiegato che non se la sentiva più
di servire ai tavoli
e aveva preferito un lavoro più semplice. Avrebbe lavorato
alla mensa dei
bambini della scuola elementare in cui lavorava Miku.
Il
suo posto fu preso da Jaspy, una ragazza che doveva avere
all’incirca la stessa
età di Shizuku.
Dopo
una settimana però cominciarono i problemi.
Miku
e Lumin presero a litigare e Shizuku venne a sapere tutto una sera
dalla stessa
Miku.
Lumin
aveva iniziato a vestirsi come lei, a pettinarsi come lei, ad attirare
l’attenzione dei bambini, a interferire quando li sgridava
per qualche
monelleria. Anche Alice stava avendo dei problemi e soprattutto per
questo Miku
aveva cominciato a covare un’antipatia molto profonda nei
confronti di Lumin.
L’aveva affrontata apertamente, chiedendole di smetterla con
il suo
comportamento, ma lei aveva negato tutto.
Dopo
pochi giorni aveva rassegnato le dimissioni ancora una volta e si era
messa a
lavorare come dattilografa.
Miku
disse a Shizuku che non aveva pensato neanche per un momento di usare
il
Ventaglio per risolvere la questione. Non voleva che diventasse sua
amica o una
cosa del genere.
Shizuku
pensò che ci fosse un qualche motivo dietro al comportamento
di Lumin. Quando
erano colleghe le era sembrata una ragazza abbastanza alla mano e
gentile,
perciò decise di andare a parlarle e darle la
possibilità di scusarsi.
Ne
parlò con Miku, ma lei non la prese bene tanto che
arrivarono a un punto di
rottura.
-Ma
non potrebbe essere che vi ammirava talmente tanto che ti prendeva come
esempio?-
-Non
essere sciocca. È solo un’imitatrice e come tale
va trattata-
Shizuku
le spiegò le sue ragioni, ma Miku fu molto convincente
nell’esprimere la sua
opinione. Lumin non meritava gentilezza e di certo non aveva bisogno di
quella
di Shizuku. Se la sapeva cavare benissimo da sola e aveva
già delle amiche a
confortarla. Così il discorso morì lì
e di Lumin non se ne seppe più nulla.
Miku
e Shizuku stavano diventando sempre più parte integrante
della vita del
villaggio.
Miku
era molto apprezzata come maestra, i bambini le volevano sinceramente
bene e
Oliver la faceva volteggiare come un fiore azzurro nella piazza ogni
Domenica.
Shizuku
invece aveva cambiato lavoro. Una volta imparato bene a leggere e a
scrivere
aveva pensato di mettere su carta i bellissimi racconti che sentiva la
sera da
Angel all’osteria insieme a quelli che ricordava della sua
terra.
Li
aveva perfezionati grazie alla sua buona conoscenza della grammatica e
li aveva
redatti in un unico libro.
Miku
aveva già scritto una serie di racconti che leggeva ai
bambini ogni tanto e
Shizuku le offrì anche i suoi.
La
voce si sparse nel villaggio e Shizuku venne impiegata
nell’editoria, per
correggere e rivedere i libri per bambini alla stampa del paese.
A
Miku e Alice, invece, fu chiesto di occuparsi di redigere nuovi libri e
le due
si diedero molto da fare soprattutto nei pomeriggi liberi, tanto che
spesso la
sera finivano tardi e per Miku e Shizuku non era più
possibile incontrarsi come
prima.
Erano
passati due mesi e ancora non avevano deciso cosa fare con i Ventagli.
Miku lo
portava sempre con sé, ma non era stato necessario usarlo
che poche volte,
quando le mamme, più severe anche di lei, battevano con
troppa forza i figli o
quando i bambini diventavano troppo irrequieti. Bastava sventolarlo una
sola
volta perché si ricreasse la calma.
Shizuku
aveva usato ancora meno il suo Ventaglio. Non aveva alcun interesse a
inimicarsi la gente e non le sembrava saggio, come le aveva suggerito
l’Equilibrio, far litigare ancora una volta
l’intero paese.
Solo
una volta le capitò di usarlo. Una sera aveva notato il
figlio del Direttore
della stampa e la sua fidanzata che si tenevano per mano senza parlarsi
né
degnarsi di uno sguardo. Dopo una settimana i rapporti tra quei due si
erano
fatti sempre più freddi e Shizuku aveva scoperto che
entrambi erano offesi, ma
che non avevano intenzione di discuterne.
Bastò
un colpo di Ventaglio perché si scatenasse il putiferio.
Però, una volta che
tutte le parole che non si erano detti furono uscite fuori, si
abbracciarono
così stretti che sembrava potessero affondare
l’uno nell’altra.
La
sera dopo era un Sabato e Miku e Shizuku si ritrovarono dopo una
settimana in
cui non si erano viste per niente.
-Secondo
te, cos’è l’Odio?- chiese Shizuku.
-Perché
me lo chiedi? Non hai visto come funziona il tuo Ventaglio?-
-Sì,
ma non riesco a capire bene. Speravo che se avessero litigato quei due
poi
sarebbe tutto tornato come prima, come è successo in una
storia di Angel, anche
se si sono detti un sacco di cose bruttissime. Però vorrei
scoprire come
agiscono questi “sentimenti”-
-Beh…
somiglia alla Cattiveria. Ma non è proprio uguale- rispose
Miku alla fine.
-Già-
-E
invece, secondo te, cos’è l’Amore?-
chiese Miku.
-Somiglia
alla Gentilezza, quella che ha Alice o quella di Jaspy, la cameriera
dell’osteria, o quella di Oliver nei tuoi confronti, ma non
è proprio la stessa
cosa-
-Sì,
hai ragione-
-Siamo
qui da tanto e non abbiamo concluso niente. Manca solo un mese e poi
dovremo
restituire i Ventagli. Ma a questo punto credo che né tu
né io saremo in grado
di usarli fino in fondo-
Miku
si girò di scatto arrabbiata.
-Parla
per te! Io sono un Lupo Cattivo, ricordalo. Posso fare quello che
voglio,
quando voglio e come voglio! Sono venuta qui con una missione e la
porterò a
termine-
-Quindi
sei pronta a distruggere Alice, i bambini, Oliver? Sei davvero sicura
di
riuscirci? Guardati bene dentro. Sei davvero così Cattiva,
Miku?- le chiese
Shizuku.
Miku
si avvicinò a Shizuku con occhi gelidi.
-Io
sono il Capobranco dei Lupi Cattivi.
Shizuku
la ascoltò paziente e ci pensò su. Non sembrava
turbata.
-Non
intendo ostacolarti, te l’ho detto. Anche perché
sono sicura che non ucciderai
nemmeno un solo essere umano-
-Ti
sbagli!- esclamò Miku con sguardo glaciale.
-No,
sei tu che non conosci te stessa abbastanza bene. Sono sicura che
saresti in
grado di far fuori tutti, qui. Ma nel tuo cuore, nel tuo profondo, sai
di non
volerlo- affermò Shizuku
-Gli
esseri umani sono ottusi ed egoisti. Ma si rendono conto dei propri
errori e
sono pronti a riparare- continuò Shizuku -Secondo me, ci
sono ottime
possibilità che l’Uomo comprenda quanto stia
facendo soffrire tutti gli animali
e che si metta all’opera per rimediare. Bisogna solo
farglielo sapere. Rifletti
su questo-
A
mezzanotte Miku si avvicinò alla casa di Kanna, una bambina
della sua classe
che viveva poco distante dalla locanda.
Aveva
un pugnale in mano e in mente un lavoro veloce e pulito.
Non
aveva più la forma di lupo, ma i suoi sensi erano
perfettamente allenati. Aveva
tolto le scarpe e sentiva la terra e la polvere fresca sotto i piedi
dopo tanto
tempo.
La
camera dei genitori di Kanna era a sinistra. I due erano addormentati
con la
bambina tra di loro.
Fece
un sorriso sarcastico e levò il pugnale.
-Buongiorno
Miku. Hai dormito male? Hai delle occhiaie profonde-
-Tutto
bene, grazie Alice. Ho solo un po’ di cose a cui pensare-
Shizuku
sorrideva guardando la scena da lontano. Lo sapeva che non
l’avrebbe fatto.
Miku non era cattiva, lo sapeva. Lo era solo un po’ di
più della media. Ma
aveva un cuore buono e gentile, più di quanto credeva.
-Ehi
Shizuku!-
-Ciao
Jaspy! Come và il lavoro?-
-Bene,
grazie. Ti va di entrare?-
-Con
piacere-
Un
ragazzo al banco attirò l’attenzione di Jaspy che
gli corse incontro.
-Shizuku,
questo è il mio fidanzato, Kaito-
-Molto
piacere- disse Shizuku, allungando la mano come aveva imparato a fare
quando ci
si presentava.
-Piacere
mio- disse lui sorridendo.
Miku,
nel frattempo, si tormentava. Non ci era riuscita. Aveva ucciso intere
famiglie
di coniglietti, distrutto migliaia di tane e non aveva risparmiato
nessuno che
meritasse la morte. Però non era riuscita a togliere di
mezzo nemmeno una
famiglia di essere umani dei miliardi che c’erano. Come
sarebbe riuscita a
salvare il suo branco?
-Miku-sama!-
-Cosa
c’è Kanna?-
-Questo
è per te- disse la bambina porgendole un disegno. Erano
raffigurati, in modo un
po’ grossolano, un lupo blu, una volpe rossa e dei bambini
che giocavano con
loro.
-È
una delle storie di Shizuku. Ti piace? Te lo voglio regalare
così ci pensi
sempre-
In
quel momento Miku capì l’Amore molto
più di prima. Per la prima volta abbracciò
un essere umano.
La
settimana prima dello scadere dei tre mesi Miku e Shizuku partirono.
C’era
voluto molto per convincere il paese di come tutti gli animali fossero
in
difficoltà a causa delle frequentissime battute di caccia,
degli
avvelenamenti e
dell’indifferenza
dell’uomo. Convincere prima di tutto i bambini era stata
un’ottima mossa.
Alle
Assemblee di paese avevano avuto un ruolo di primo piano ed erano
finalmente
riuscite a far comprendere ai più che gli animali avevano lo
stesso diritto a
vivere in pace degli esseri umani.
Miku
aveva usato il suo Ventaglio ogni giorno per fare in modo di essere
ascoltate.
Mariska e Oliver erano dei grandi alleati, e così anche
Alice, Jaspy e Angel.
I
bambini ne parlavano a casa, facendo sì che i loro genitori
almeno ascoltassero
con attenzione.
Shizuku
non aveva mai visto Miku sorridere così tanto e lei stessa
sentiva dentro un
nuovo Coraggio.
Miku
le confidò che
La
sera prima della partenza vi fu una festa in loro onore. I bambini
avevano
fatto un enorme disegno con una scritta: “Tornate
presto”.
Alice,
Jaspy e Angel avevano fatto loro un regalo: due braccialetti con un
ciondolo a
forma di lupo e uno a forma di volpe intagliati nel legno. Si
abbracciarono
strette in un cerchio, commosse e sorridenti allo stesso tempo.
Oliver
non lasciò Miku tutta la sera e alla fine la
baciò al centro della piazza in un
coro di –Oh- e –Ah- meravigliati.
-Tornerai?-
le chiese.
-Non
posso promettertelo. Ma ci proverò-
Partirono
all’alba, in silenzio entrambe. Il viaggio fu lungo e
abbastanza faticoso e la
sesta notte arrivarono all’inizio dei Sentieri della
Perdizione.
-Senti
Shizuku, tu cosa farai dopo?-
-Dopo
che avrò di nuovo la mia forma di volpe?-
-Sì-
-Tornerò
al Sud. Voglio cercare di convincere gli esseri umani di lì
come abbiamo fatto
con gli abitanti del villaggio. Sarà difficile senza il tuo
Ventaglio, ma
voglio provarci. E tu? Che farai?-
Miku
la guardò pensierosa.
-Devo
tornare al mio branco e dare loro le nuove direttive. Ci
vorrà un bel po’ a
convincerli tutti che si può convivere con gli umani e che
non c’è bisogno di
sterminarli. Quando ci sarò riuscita tornerò al
villaggio-
-Da
Oliver?-
Shizuku
non l’aveva mai vista arrossire. E aveva un viso
così dolce che pensò di aver
avuto un’allucinazione all’inizio.
-Sì-
Kuroki
le accolse di malavoglia e la restituzione avvenne senza intoppi.
-Siete
sicure che non vi servano ancora? Mi avete detto di averli convinti, ma
l’Uomo
è una creatura volubile e dimentica in fretta le promesse e
i buoni propositi. Se
non li togliete di mezzo tra qualche anno vi ritroverete di nuovo con
lo stesso
problema. Vi pentirete di non esservene liberati al momento opportuno-
-Non
ha tutti i torti- disse Miku a bassa voce.
-Sì,
è vero. Ma ho un’idea per questo-
-E
sarebbe?-
-Scriveremo
storie- disse la volpe.
-Cosa?-
esclamò il lupo.
-Le
leggende, i racconti insegnano sempre qualcosa e vengono sempre
ricordati se
sono delle belle storie! Vengono tramandate di generazione in
generazione e
servono da monito per tutti. Pensa alle storie di Angel, pensa a come i
bambini
ripetevano sempre quelle che raccontavi loro, tanto che alcuni le
avevano
addirittura imparate a memoria!-
-Mi
ricordo. Anche i genitori le avevano imparate-
-Ecco.
Quindi perché non diffonderle? Le mettiamo tutte insieme e
le portiamo in
quanti più villaggi è possibile e chiederemo a
chi viaggia di divulgarli. Così
tutti sapranno e capiranno-
Lo
sguardo di Miku si illuminò.
Salutarono
Kuroki e arrivate al fiume si abbracciarono.
-Ci
ritroveremo qui fra cinque anni. E cominceremo la nostra missione-
-Sì-
disse Shizuku –Mi mancherai un sacco-
-Anche
tu-
-Davvero?-
-Sì,
davvero- sorrise Miku.
Si
separarono con tanta Speranza dentro i loro cuori.
Miku
riuscì a convincere il suo Branco, non senza problemi.
Diversi la accusarono di
essersi rammollita e abbandonarono il Branco. Non furono mai
più visti.
Shizuku
tornò tre anni dopo nella sua terra e riprese i contatti con
le volpi del
bosco. Si ritrasformò in umana e cominciò a
lavorare per una piccola scuola
insegnando ai figli dei contadini a leggere, scrivere e contare.
Cominciò
a scrivere qualche storia e a raccontarle nelle serate della Domenica e
le
cacce cominciarono a diminuire.
Con
il suo stipendio comprava una gallina alla settimana, ma ben presto
scoprì che
non avevano poi tutta questa importanza, così
cominciò a investire il suo
denaro in carta e inchiostro.
Miku
lasciò nuovamente il branco alla guida delle sue sorelle,
questa volta per un
periodo molto più lungo, e tornò al villaggio.
Sposò Oliver e riprese il suo
lavoro a scuola, ritornando a scrivere storie insieme ad Alice a cui si
erano
unite Angel e Jaspy.
Una
volta tornata Shizuku, le consegnò tutti i racconti che
avevano inventato
perché li unisse ai suoi e li perfezionasse per poi stampare
il primo libro di
soli racconti.
Il
racconto più bello, l’unico che era stato scritto
da tutte le autrici insieme,
raccontava di un lupo, di una volpe, di una farfalla, di una lepre e di
un
cardellino che viaggiavano insieme per il mondo raccontando storie
meravigliose
a tutti gli animali che incontravano lungo il cammino.
Ma
questa è un’altra storia.