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Autore: AlexaHumanoide    06/09/2013    6 recensioni
Quando Bill, dall'altra parte alzò lo sguardo verso di lei, si immobilizzarono tutti e due a guardarsi negli occhi.
Forse saranno stati colpiti dal famoso "colpo di fulmine", pensai, ma cambiai subito idea quando vidi il vestito della mia migliore amica sporco di sangue.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh god, non so neanche da dove iniziare le mie scuse. È da giugno che non posto e sono davvero mortificata. Scusate davvero tanto, ma tra impegni, l'ispirazione che non contribuiva e altre cose sono riuscita a scrivere il capitolo solo poco tempo fa. Devo precisare che tutta la colpa non è mia, ma anche della mia beta, che ha fatto del suo meglio, ma è riuscita solo oggi a finirlo di betare! Comunque, meglio tardi che mai, no? Non dico più altro, solo un GRAZIE ENORME a tutte le perone che hanno recensito lo scorso capitolo e vi lascio leggere il penultimo capitolo.

xoxo, lex.


XXI: Io sono il sole e tu la luna.



Boom.

Non mi lasciare da solo. Ho paura.

Boom.

Io sono il sole e tu sei la luna, ricordi?

Boom.

Il sole non può vivere senza la luna.

Boom.

Ritorna da me, Bill.

Boom.

Ti voglio bene fratellino.

 

"Tom, calmati." la voce di Ashley era solo un suono distante per le mie orecchie.

Non le diedi importanza e continuai imperterrito, aumentando ancora di più la forza esercitata sullo sterno. Le poche lacrime che erano sfuggite mi avevano annebbiato la vista e dovetti sbattere più volte gli occhi per mettere a fuoco le mie mani appoggiate al centro del petto di mio fratello una sopra all’altra. Non poteva essere morto. Non doveva.

Feci di nuovo pressione e mi venne una fitta allo stomaco nel percepire la cassa toracica abbassarsi e comprimere il cuore. Non avevo mai fatto un massaggio cardiaco. Nonostante ciò, quando avevo alzato la testa e avevo visto la linea piatta dell’elettrocardiogramma mi ero sentito così vuoto, come se anche io fossi morto insieme a lui, che automaticamente avevo spento tutti gli interruttori e avevo agito d’istinto. Anche se tutto il mio corpo diceva di fermarmi, di lasciare perdere perché non c’era più speranza, io non mi potevo arrendere così. Non se si trattava di Bill.

 

Tom, vuoi giocare al dottore con me?” quando alzai lo sguardo dalla torre che stavo costruendo con i lego mi ritrovai due occhi marroni identici ai miei che mi fissavano.

No, non mi va!” dissi subito, odiavo quel gioco e non capivo cosa ci trovasse di divertente.

Il labbro inferiore di Bill si piegò e iniziò a tremare. “Ma io voglio giocare con te.” Sussurrò con una voce che mi fece accelerare i battiti del cuore.

Stava per piangere e odiavo vedere mio fratello piangere. Perché se era triste lui, lo diventavo automaticamente anche io e in più mi sarei sentito tremendamente in colpa.

Bill, non piangere.” Dissi subito, appoggiando una mano sulla sua spalla. “Dai, vieni.”

Mi alzai dal pavimento, prendendolo per mano e avvicinandomi al mio letto.

Allora, signor Kaulitz, dove le fa male?” appena pronunciai quella frase, un sorriso si fece strada sulle sue labbra e si buttò subito sul materasso, stendendosi a pancia in su.

Ho male al cuore.” Rispose, appoggiandosi una mano sul petto. “Mi può salvare, dottore?”

Certamente.” Velocemente presi il kit da medico nel cassetto nell’armadio e tirai fuori il fonendoscopio.

Mi fermai un attimo ad osservarlo mentre aspettava impaziente che lo visitassi. Leggevo serenità nel suo sguardo e come sempre mi sentì più leggero. Era proprio vero che Bill era il sole senza cui non potevo vivere.

Bill?” lo chiamai, attirando la sua attenzione su di me uscendo per un istante dal ruolo del medico.

Sì?”

Io ti salverò sempre.”

 

Con le mani tremanti mi avvicinai al suo volto, con una gli tappai il naso e con l’altra gli schiusi le labbra. Altre lacrime salate bagnarono il suo volto mentre soffiavo tutta l’aria che avevo nei polmoni dentro di lui.

Tom…” sussurrò di nuovo Ashley, afferrandomi il gomito per farmi allontanare da lui.

Io mi scrollai di dosso la sua mano, forse con troppa forza, ma in quel momento non mi importava. “Tom, ti prego, fermati.”

No!” urlai, disperato, mentre appoggiavo nuovamente le mani tremanti sullo sterno. “Mio fratello non può morire, non può lasciarmi qui da solo!”

Ma non c’è più –“

A quelle parole mi girai di scatto verso di lei puntandole un dito contro. “Non azzardarti neanche a dire quella parola. Bill…” quando pronunciai il suo nome i crampi ricominciarono a divorarmi lo stomaco. “Non morirà su un letto d’ospedale per colpa di una psicopatica!”

Perché cazzo non arriva nessuno?!” gridai subito dopo, ritornando a comprimere il cuore.

Io…” la sua incertezza indicava che era rimasta immobile per tutto il tempo a guardarmi, senza neanche pensare a come aiutarmi. “…Non lo so!”

Fai qualcosa!”

Si… sì.” Capii dalla sua voce che quella situazione la spaventava. “Vado a chiamare qualcuno.”

 

Matthias, non so nuotare!” disse per l’ennesima volta Bill, facendo un altro passo indietro.

Lo scopriremo subito…” rispose l’altro ragazzo con un ghigno stampato sulle labbra. “Almeno se è la verità morirai davvero questa volta.” Continuò poi, avanzando ancora di più verso di lui e facendo ridere tutti e tre i ragazzi che si trovavano alle sue spalle.

No, ti prego non –“ cercò di dire, ma non si accorse che era arrivato troppo vicino al bordo della piscina.

Il contatto con l’acqua fu inevitabile. Scivolò sulla superficie blu bagnata e cadde all’indietro, provocando schizzi da tutte le parti. Bill cercò con tutte le forze di rimanere a galla muovendo freneticamente le braccia e le gambe. Le risate dei ragazzi riempivano le sue orecchie mentre cercava di gridare aiuto. Ma tutto fu inutile. Altra acqua entrò nel naso e nella bocca mentre le sue forze si esaurivano e lentamente raggiungeva il fondo di quella piscina abbandonata. Chiuse gli occhi, mentre aspettava la sua agonizzante fine.

Aspettò, ma non successe niente. Con un enorme sforzo aprì gli occhi e una luce bianca proveniente dalla superficie dell’acqua lo accecò. Gli venne automatico allungare le braccia verso quel bagliore quando vice qualcosa venire verso di lui. Non capì che cosa fosse fino a quando…

 

Di colpo aprii gli occhi e mi sedetti sul letto, annaspando in cerca di aria, come se fossi stato veramente in apnea per troppo tempo. Sentivo i battiti accelerati del mio cuore pulsare nelle mie orecchie e l’aria che usciva ed entrava dalla mia bocca molto velocemente. Non era possibile, era stato tutto un maledetto sogno. Era sembrato tutto così vivido, io che annegavo, l’acqua che entrava dentro i miei polmoni e la mano che afferrava la mia per aiutarmi a risalire a galla. Ma, se era stato tutto un incubo, perché sentivo qualcosa tirarmi la pelle? E perché sentivo dei bip regolari vicino a me?

Alzai lo sguardo dalla coperta bianca e un brivido mi percorse la schiena. Perché c’erano tre persone che mi guardavano con gli occhi spalancati come se avessero visto un fantasma? Solo di una cosa ero certo in quel momento: non ero a casa. Non ero affatto nel letto di casa mia.

B-Bill?” il ragazzo più vicino a me, con una strana capigliatura fece un passo, avvicinandosi.

Aveva gli occhi rossi, come se avesse pianto a lungo e le sue spalle si abbassavano e si alzavano velocemente, come se fosse stato affaticato. Arrivò in prossimità del mio letto e appoggiò delicatamente un mano sul mio braccio. “Bill, ti senti bene?”

Mi incantai alcuni secondi ad ammirare i suoi occhi, perfettamente uguali ai miei. Sbattei più volte le palpebre, cercando una risposta nella mia mente confusa. Mi sentivo bene? Sì, mi venne spontaneo rispondere. Perché non dovrei stare bene?

Certo.” Dissi subito e la mia voce mi fece rabbrividire.

Perché era così roca e sporca, come se avessi dormito per mesi? Troppe domande mi passarono per la testa in quel momento, ma una in particolare spinse per uscire dalle mie labbra.

Guardai quel ragazzo ancora per un po’ prima di passare alle altre due ragazze: una era in piedi davanti a me, aveva lunghi capelli neri e due occhi così chiari che riuscivo a vederli anche da quella distanza. Girai ancora di più la testa e trovai una ragazza bionda con la carnagione molto chiara seduta su un letto identico al mio alla mia destra.
Ora le domande erano diventate due. “Perché mi trovo in un ospedale? E, non vorrei essere scortese, ma…” deglutii a fatica prima di porre la domanda. “Noi ci conosciamo?”

 

***

 

Mio fratello aveva gli occhi aperti. Era vivo. E l'avevo salvato io. In quel preciso istante quando i suoi occhi color mandorla si inchiodarono nei miei provai una delle sensazioni più belle di tutta la mia vita. Mi sentivo sollevato e orgoglioso di me stesso come non mai per essere riuscito anche quella volta a rispettare la promessa fatta a nostra madre moltissimi anni prima, quando eravamo ancora bambini. Forse era una cosa stupida, ma avevo promesso di proteggere per sempre il mio fratellino e l'avrei continuato a fare fino alla morte. Purtroppo però quella sensazione non durò a lungo, perché fu sostituita quasi subito da terrore, rabbia e ansia.

Perché mi trovo in un ospedale? E, non vorrei essere scortese, ma... Noi ci conosciamo?”

Noi ci conosciamo?

L'aveva chiesto sul serio?

Tutte le mie sicurezze crollarono. Tutto quello per cui avevo combattuto fino a quel momento si frantumò in mille pezzi. Qualche mese prima il dottore l'aveva detto, ma io non ci avevo dato peso. Aveva detto che era possibile che non si sarebbe ricordato del suo passato, ma non avevo pensato che sarebbe potuto succedere davvero. Non a Bill, non a mio fratello.

So-sono Tom.” sussurrai con voce strozzata, avvicinandomi ancora di più a lui. “Il tuo gemello.”

Lo vidi sbattere più volte le palpebre, come per cercare di ricordare.

Io...” aggrottò la fronte, guardandomi meglio. “Io non ho mai avuto un gemello.”

Io rimasi senza parole. Non sapevo cosa dire, cosa fare. Le mani mi tremavano e i crampi mi divoravano la bocca dello stomaco.

Bill.” disse Ashley, con calma. “Che cosa ti ricordi?”

Tutto.” rispose subito, senza una minima esitazione e quello mi fece ancora più male.

Mi chiamo Bill Kaulitz, mia madre Simone e viviamo insieme al patrigno Gordon a Leipzig. Son-”

C-conosci...” lo interruppi, ma le parole mi morirono in gola. “Sai chi sono i Tokio Hotel?”

Lui mi guardò stranito, come se stessi parlando in un altra lingua. “Chi?”

A quella misera domanda non ce la feci più, strinsi i pugni, mi girai di scatto e uscii da quella dannata stanza, sbattendo con forza la porta dietro di me.

 

***

 

E non dimenticarti le foto.” esclamò Tom prima di spegnere la chiamata e avvicinarsi a me.

Vedrai che si ricorderà di te.” sussurrai, picchiettando la mano sulla panchina.

Ho paura.” disse lui, accettando il mio invito e sedendosi. “Ho davvero paura.” aggiunse poi, come se stesse parlando con se stesso e coprì il viso con le mani.

Io chiusi qualche secondo gli occhi per pensare a qualcosa da dire, da fare. In quel periodo era come se il mio cervello fosse andato in ferie e mi avesse lasciato da sola. Non riuscivo più a pensare lucidamente a causa di tuttoi i casini che succedevano uno dietro l'altro.

Ehi.” sussurrai, appoggiando delicatamente i palmi sulle sue guance, facendolo girare verso di me. “Ehi, guardami.”

E lui lo fece. Alzò lo sguardo e l'azzurro dei miei occhi si fuse con il marrone dei suoi e per un attimo mi sembrò di tornare indietro nel tempo.

 

Ashley, smettila di piangere.” mormorò lui, asciugandomi con il pollice l'ennesima lacrima che mi sporcava il viso di nero. “Ti rovini il trucco così.”

A quelle parole non riuscii a reprimere un sorriso. Non era possibile, quel ragazzo mi faceva sorridere in qualsiasi situazione, anche quella più tragica ed era per quello che gli volevo bene. Era per il suo essere così sincero, divertente e coraggioso per cui era diventato il mio pilastro, il mio modello. Quel giorno però, la sofferenza era troppa e non si poteva cancellare con una sola battuta. Mi liberai dalla stretta delle sue mani sul mio viso e mi buttai sul materasso, soffocando la faccia sul cuscino e continuando a singhiozzare come se non ci fosse un domani.

Ehi.” sussurrò, accarezzandomi la schiena. “Ehi. Ascoltami.”

Mi afferrò dalle spalle e mi fece sedere di nuovo vicino a lui con la forza. Io cercavo di liberarmi, ma i suoi muscoli non erano niente in confronto ai miei. Mi prese per l'ennesima volta il volto tra le mani e io non ebbi scelta: mi immersi nei suoi occhi color nocciola.

Deglutii a fatica, cercando di trattenere le lacrime per farlo felice, ma non ce la feci.

Devi smetterla di essere così fragile, di essere troppo altruista.” iniziò e io chiusi gli occhi, sapendo già la direzione del discorso. “Ecco, vedi. Ti nascondi anche in questo momento, chiudendo gli occhi. Guardami, Ashley. Guardami.”

Io obbedii. “Io sono tuo fratello. E sai che ti voglio bene. Quindi ascoltami per una buona volta e reagisci. Sii te stessa, fottiti di tutti gli altri. Capito? Tu sei perfetta così come sei, perché sei Ashley e nessun'altra. E non avere paura di cadere, mai. Sbaglia, cadi, ma poi devi avere la forza di alzarti e guarire. Mi stai ascoltando?”

Io annuii, sbattendo gli occhi più volte e cercando di fermare le lacrime che ormai erano fuori controllo. “Ma la cosa più importante che ti devi ricordare, sempre, in ogni momento della tua vita è che io sarò sempre con te. Non sarai mai sola. Anche quando io non ci sarò più.”

 

Guardai ancora una volta quegli occhi nocciola che amavo così tanto, prima di deglutire e parlare.

Una sera un ragazzo mi disse una cosa.” iniziai, cercando di trattenermi da iniziare a piangere al ricordo di Adam. “Mi disse che io non ero sola, che lui sarebbe sempre stato al mio fianco.” feci un respiro profondo. “La stessa notte morì.”

Tom sobbalzò leggermente e il suo corpo fu percorso da un brivido. Io cercai di non farci caso e continuai il mio discorso, ma sapevo che aveva già capito che stavo parlando di mio fratello.

Ma nonostante la morte ci abbia diviso, io continuo a volergli bene come a nessun altro. Ho sbagliato quando ho cercato di tornare tra le sue braccia, è stato l'errore più grande della mia vita. Ma è grazie a quell'errore se ora sono qui e ho capito che lui ci sarà sempre per me, nonostante ci sia il cielo a dividerci.” feci una pausa, cercando di capire la sua reazione. “Quello che sto cercando di dirti è che non importa cosa succeda, lui rimarrà sempre tuo fratello. Rimarrà sempre sangue del tuo sangue, una parte indelebile di te. E, anche se in questo momento lui non se ne rende conto, nel profondo sa chi sei, perché non può dimenticarsi di te, non può dimenticarsi di una delle persone più importanti della sua vita. Perché ti vuole bene e te ne vorrà per sempre, capito?”

Lui annuì leggermente. “Non scordartelo mai.” sussurrai prima di avvolgere le braccia intorno al suo collo e stringerlo con tutta la forza che avevo.

E comunque tu l'hai salvato, Tom.” aggiunsi con il mento appoggiato alla sua spalla. “È vivo grazie a te. Dovresti essere orgoglioso di te stesso per questo.”

Restammo qualche secondo così, abbracciati e in silenzio. Sentivo i suoi respiri lievemente accelerati nei miei capelli e i suoi battiti cardiaci che rimbombavano lenti nel torace.

Grazie.” sussurrò poco dopo, con la voce tremante. “Grazie davvero.”

Come risposta accarezzai lentamente la sua schiena e mi strinsi di più a lui, ma proprio in quel momento la porta della stanza si aprì e ne uscirono il dottor Peters e alcune infermiere.

Di colpo ci staccammo dall'abbraccio e ci girammo automaticamente verso di lui, che leggeva qualcosa sulla sua cartella bianca. “Fisicamente va tutto bene.” iniziò, alzando lo sguardo. “Ma purtroppo non si ricorda una parte della sua vita. E la parte più grande sei tu, Tom. Non si ricorda di avere un fratello gemello. Abbiamo bisogno di qualcosa che gli faccia ricordare. Tipo foto, filmini, qualunque cosa.”

Mia mamma sta arrivando con tutto.” disse prontamente Tom e il dottore annuì.

Perfetto. Allora voi è meglio se andate a riposarvi a casa. Avete trascorso una giornata molto stressante. La cosa migliore per suo fratello è comunque quella di dormirci sopra. Domani mattina vedremo i risultati.”

All'inizio lui si irrigidì all'idea di lasciare l'ospedale e Bill, ma alla fine capì che era per il suo bene, quindi annuì. “Grazie Dottore, per tutto.”
“È il mio lavoro.”

 

*

 

Smettila di muovere la gamba.” esclamò di punto in bianco Ashley, rompendo il silenzio nel corridoio e facendo un po' di pressione sulla mia coscia per cercare di fermare il tremolio. “O te la stacco a morsi.” aggiunse, non riuscendo però a trattenere un sorriso.

Scusa se sono nervoso per il fatto che mio fratello non si ricordi più di me.” borbottai, sovrapponendo la mia mano più scura e callosa sulla sua.

Scusa se provo a consolarti.” mi rispose a tono, posando poi la testa sulla mia spalla.

In quel momento la porta si aprì e uscì la stessa infermiera che faceva il turno la mattina. Era giovane, alta e con dei capelli ricci rossi.

Buongiorno.” ci salutò, regalandoci un sorriso. “Bill è sveglio.”

A quelle parole il cuore iniziò a pulsarmi nelle orecchie, impazzito. Non sapevo cosa pensare. Da una parte ero grato che era di nuovo in piena salute, ma dall'altra avevo paura che non si ricordasse mai più di me.

Possiamo entrare?” chiesi e al suono della mia voce leggermente tremante, Ashley allungò la mano verso la mia e la strinse con forza.

Certo.” rispose, allargando il sorriso. “Ah.” aggiunse poco prima che entrassimo nella stanza. “Appena ha aperto gli occhi ha chiesto di un certo Tom.”

Non riuscii neanche a metabolizzare le parole che avevo già spalancato la porta ed ero entrato nella camera. Appena lo vidi lì, seduto su quel letto che odiavo a morte, con gli occhi aperti fissi nei miei, il mio cuore scoppiò dalla felicità. Non mi ero mai sentito così prima d'ora e non riuscivo neanche a spiegarlo. Il cuore martellava impazzito nel petto, i battiti echeggiavano nelle orecchie, tutto il mio corpo era attraversato da brividi e gli occhi mi pizzicavano, vogliosi di liberare lacrime di felicità.

Tom.” sussurrò mio fratello con gli occhi lucidi, staccando il busto dal materasso che l'infermiera aveva alzato per farlo stare più comodo. “Oh, Tom, mi -”

Shh.” soffiai subito, facendo due passi verso di lui. “Sssh. Non dire niente.”

Quando arrivai di fianco al letto avvolsi senza esitazione il suo corpo magro con tutta la forza che avevo. Mai come in quel momento avevo bisogno di sentirlo vicino a me.

Mi sei mancato così tanto.” sussurrai nei suoi rasta corvini.

Nel momento in cui sentii le sue mani appoggiarsi sulla mia schiena e intensificare ancora di più l'abbraccio non riuscii più a resistere. Calde lacrime iniziarono a scendere sul mio viso. Ma, questa volta a differenza di tutte le altre, erano di gioia.

Ti voglio tanto bene, fratellino.”

Anche io.” la sua voce era malapena udibile, ma risentirla dopo tutto quel tempo era una delle cose più belle al mondo. “Mi dispiace tanto.”

A quelle parole sciolsi l'abbraccio quel tanto che mi bastava per guardarlo in viso e altri brividi mi attraversarono la schiena. Mai in tutta la mia vita ero stato così felice di vedere quelle due pozze color mandorla uguali alle mie. Mai. Quelle due pozze che ora erano arrossate a causa delle lacrime che gli bagnavano le guance rosee.

Non provarci neanche.” lo ammonii subito con il mio tono da fratello maggiore. “Non è colpa tua, capito?”

Ma-”

Ma niente, Bill. Ora è tutto finito, tu stai bene, questo è l'importante. Okay?”

Lui annuì, tirando su con il naso. “Ma io non mi ricordo niente.” mormorò poi.

Io sbattei le palpebre più volte, confuso e sorpreso. “Davvero?” chiesi e dentro di me sentii un enorme peso svanire di colpo.

Sì.” rispose subito, mentre mi sedevo vicino alle sue gambe sul letto. “Mi ricordo che stavo autografando un album e poi buio totale.”

Io, involontariamente sospirai e incominciai a raccontargli la storia dall'inizio.

 

Quindi.” disse alla fine, guardandomi con le sopracciglia aggrottate e gli occhi socchiusi. “Tu sei fidanzato.”

A quelle parole, mi spalmai le mani sul viso. “Seriamente, Bill?”

Cosa?” chiese con il suo solito tono da innocente.

Vieni sparato da una stalker, entri in coma, rischi di morire per due volte e tu mi chiedi se sono fidanzato?”

Certo!” squittì, battendo le mani sulle coperte e quel gesto mi fece sorridere. “È la cosa più strana che potesse mai accadere!”

Io rimasi immobile. Lo fissavo sconcertato, con le braccia incrociate al petto. “Sono io quello che fa le battute tra i due.”

Sì, ma hai sempre fatto schifo.” sbuffai, aveva sempre la risposta pronta.

Ti odio.” sussurrai, ma fui tradito dalle labbra che si tesero in un sorrido.

Anche io.” disse, ricambiando il sorriso. “Ora però voglio conoscere questa santa!”

Alzai gli occhi al cielo. Era ritornato tra noi da nemmeno un giorno e già rompeva le scatole. Ma era proprio quello che mi era mancato di più di mio fratello: averlo attorno tutto il giorno e dover sopportare la sua lingua lunga e il suo carattere difficile. Mi alzai dal letto e, prima di andare a chiamare Ashley che era rimasta fuori dalla stanza per lasciarci un po' di privacy, tirai un pugno non troppo forte sulla sua spalla.

Ahi!” si lamentò. “Non sei cambiato di una virgola vedo!”

Neanche tu!” risposi subito, andando ad aprire la porta. “Tranne qualche rughetta sotto gli occhi.”

Stronzo!” lo sentii gridare mentre facevo un gesto ad Ashley per invitarla ad entrare.

Esattamente, lo dico sempre anche io!” esclamò appena entrò nella camera.
“Già mi piace!” disse, battendo le mani e sorridendole felice.

Dovresti stare dalla mia parte, Ash!” borbottai, sapendo di essere spacciato se quei due si fossero alleati contro di me.

Io sto dalla parte di chi ha ragione.” rise lei, scuotendo le spalle e avvicinandosi a Bill. “Comunque piacere, io sono Ashley.” si presentò educatamente allungando la mano.

Sono molto contento di conoscere la ragazza che finalmente è riuscita a far innamorare mio fratello.” le sorrise, stringendo la mano che le aveva porto lei per educazione. “Comunque io sono Bill, come tu ben saprai. Buona fortuna con il mio caro fratellone!”

Lei rise di nuovo e si girò verso di me. “Ha sempre questa parlantina?” chiese, divertendo entrambi.

Sempre, ogni volta vorrei prendere un calzino e chiudergli la bocca!” esclamai, piegandomi quasi a metà dal ridere quando vidi la faccia allibita di mio fratello ed Ashley.

Basta.” disse poi Bill. “Ho bisogno di una vacanza.”

A chi lo dici!” annuì subito lei.

Che ne dite di due settimane alle Maldive?” chiese e i suoi occhi si illuminarono al solo pensiero del mare, della spiaggia e del sole.

Ma sei proprio fissato con quelle isole!”

 

***

 

Tom?” lo chiamai nel buio, allungando una mano fuori dal lenzuolo per cercare l'interruttore della lampada. “Dormi già?”

No.” mugugnò e si girò verso di me quando la debole luce illuminò la stanza. “Non ci riesco.”

Neanche io.” concordai e spinsi le mani sul materasso per alzare la schiena a appoggiarla allo testata. “Ho troppi pensieri che mi frullano in testa.”

Lui fece lo stesso e allungò la mano per afferrare la mia, incrociando le sue dita calde alle mie. A quel gesto fissai prima le nostre mani intrecciate e poi alzai lo sguardo verso il quadro che avevamo appeso al muro poche ore prima proprio di fronte al letto. Ce l'aveva regalato Simone il giorno prima in ospedale, dicendo che era stato il pezzo principale della sua ultima mostra. Ritraeva due mani intrecciate molto simili alle nostre al centro, in primo piano ed erano contornate da un paesaggio spettacolare fatto dai colori del tramonto.

Non ci posso ancora credere che siamo realmente noi due.” sussurrai più a me stessa che a lui.

Ti ricordi quando hai parlato per la prima volta con mia madre?” mi sussurrò nell'orecchio.

Sì, certo che mi ricordavo. Come potevo scordarmelo? Stavano facendo la rianimazione a suo fratello e Simone ci aveva chiamato da parte per dirci che doveva partire. Ma cosa centrava con...

Mi hai stretto la mano.” soffiai.

Esatto.” disse, facendo una risatina. “Ora sei convinta?”

Sospirai e mi girai verso di lui, ritrovandomi a pochi centimetri dal suo volto. “Sai di cosa non sono convinta? È veramente tutto finito?”

Ed è andato tutto bene.” aggiunse lui, appoggiando dolcemente le sue labbra sulle mie, per poi avvolgere le braccia intorno a me e stringermi al petto.

Io appoggiai la testa sul tuo torace e per alcuni secondi rimasi ad ascoltare i battiti regolari del suo cuore. “Alla fine dei conti un po' sono contenta che tutto questo sia accaduto.” sussurrai alla fine.

Perché?” chiese e sentii la sua voce rimbombare nella cassa toracica.

Alzai la testa verso di lui e mi immersi ancora una volta nei suoi occhi. “Perché ho conosciuto te.”

Lui mi guardò e mi sorrise dolcemente. “Sei stata l'unica cosa positiva in tutto questo casino.”

Lo prendo come un complimento.” sussurrai, facendolo ridere.

Devi.” mi accarezzò delicatamente la guancia con il pollice per poi abbassarsi e posare le sue labbra sulle mie. “Buonanotte.”

'Notte.” mormorai, girandomi di schiena, senza rompere però il nostro contatto.

Spensi la luce e mi addormentai per la prima volta tra le sue braccia.

E, per la prima volta dopo mesi, sorrisi, felice.

   
 
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