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Autore: ivi87    07/09/2013    11 recensioni
Timeline: post 4x23 ma senza il finale con il botto ihihih *-*
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Dopo la discussione di “Always” Rick chiude ogni rapporto con Kate e i due si allontanano l'uno dall'altra. Sarà uno "speciale incidente" a far sì che le loro strade si incrocino di nuovo.
Nuove situazioni, nuove coppie, nuove avventure, ognuna corredata da una canzone speciale.
Perché come dice Kate, quando sei innamorato ‘all the songs make sense’ ;-P
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Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When you're in love, all the songs make sense'
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# 33 – I want you

 

 

Il giudice Emily Carter, una piccola donna sulla sessantina e dallo sguardo nascosto da spesse lenti di vetro, osserva l’imputato dall’alto del suo scranno.

Nota immediatamente la gamba lesa e poi passa oltre.

Dal viso si direbbe un bravo ragazzo ma lei non è tipo da lasciarsi ingannare così.

Ne ha viste tante nei suoi venticinque anni di carriera ma la scena che le si pone davanti è del tutto nuova e inaspettata.

Rilegge il nome del ragazzo sul fascicolo della denuncia e poi lo osserva di nuovo.

Appesa al suo braccio c’è una ragazza, poco più giovane di lui, dai lunghi capelli rossi.

Pochi passi più indietro, tra i banchi solitamente riservati agli avvocati e ai testimoni, altre quattro persone.

Tre donne ed un uomo, tutti in evidente stato di apprensione.

Solitamente si ritrova ad avere a che fare con vandali, teppisti, delinquenti e piccoli spacciatori. Ognuno di loro contraddistinto da un atteggiamento strafottente, maleducato e arrogante.

Di certo è la prima volta che un ladro d’auto si presenta con tutta la famiglia al seguito.

Nonostante la situazione insolita, il giudice Carter non è intenzionata a lasciarsi impietosire.

“Signor Reed, lei è formalmente accusato di appropriazione indebita del veicolo appartenente al Sig. Ethan Hill e quindi di violazione della proprietà privata. Come si dichiara in merito?”.

“Sono innocente!” esclama Peter.

Una smorfia compare sul volto del giudice.

Quante volte ha sentito quella frase?

“Quindi non ha rubato l’auto del suo vicino di casa ottantenne?” insiste la donna.

“N-no...non proprio...” balbetta Peter, sotto pressione.

Il giudice Carter assottiglia lo sguardo, reso ancora più minaccioso dagli occhiali spessi un dito.

“Gliel’ho chiesta, lo giuro!” si difende allora.

Sarah si massaggia le tempie esausta “Per l’amor del cielo, Peter!” suo figlio si volta immediatamente verso di lei “Sai benissimo che il Signor Hill è praticamente sordo!”.

A quell’affermazione Kate rotea gli occhi scuotendo la testa.

Suo cugino non cambierà mai.

“S-sicura? Perché sono abbastanza certo che abbia annuito alla mia richiesta di poter prendere in prestito la sua auto” Peter rimarca con forza la parola prestito guardando il giudice.

Emily Carter abbassa lo sguardo sul suo file “Eppure il Signor Hill sembra non essere d’accordo con lei” sentenzia con un mezzo sorrisetto.

Gli occhi di tutti sono puntati su di lui.

Guarda sua madre e Kate. Sembrano imploragli di dire la verità una volta per tutte.

Poi guarda Alexis.

Annuisce leggermente con la testa spronandolo a parlare.

“Ok, sentite...” Peter gesticola nervosamente “...è vero che gli ho chiesto il permesso di prendere la sua auto, ma è anche vero che il Signor Hill avrà capito si e no mezza parola di quello che gli ho detto” ammette con un risolino “Quell’uomo non esce di casa da almeno una decina d’anni, a malapena ritira la posta dalla cassetta, contavo di riportargliela prima che se ne accorgesse, lo giuro!” spiega tutto d’un fiato.

Il giudice Carter non sembra molto convinta “E di grazia, non poteva prendere l’aereo o usare i mezzi pubblici?” domanda infatti.

“Ehm... è una storia lunga, Vostro Onore... lunga e noiosa.. non vorremmo tediarla con stupidi dettagli insignificanti perciò se potesse battere quel grazioso martelletto e rimandarmi a casa...”

“Chissà che la prigione non le faccia passare la voglia di fare lo spiritoso” sussurra invece il giudice apprestandosi a formalizzare l’accusa.

“No, no, aspetti!” Alexis si protrae in avanti “Non scriva!”.

Lo slancio della ragazzina sorprende il giudice.

“Peter e sua madre sono stati ricattati dagli strozzini per mesi!” sputa fuori Alexis.

Il sopracciglio del giudice si alza automaticamente e sposta gli occhi su Peter.

“È vero, sono scappato dai fratelli Sparks con l’auto del Signor Hill per evitare che mi rintracciassero” conferma ormai messo alle strette.

“I Fratelli Sparks?” a quanto pare il giudice ne aveva sentito parlare “Siete voi quelli che hanno contribuito al loro arresto?”.

Kate, Castle, Alexis e Peter annuiscono guardandosi tra di loro.

“Ma questo è successo dopo. Se vuole che parta dal principio allora il tutto è iniziato una volta arrivato qui a New York” continua Peter.

“È stato investito da un’auto” seguita Alexis.

“Un volo pazzesco tra l’altro, guardi qui!” il ragazzo mostra sorridente il tutore.

“Io e mio padre l’abbiamo soccorso” prosegue la rossa in un ping pong verbale con il suo ragazzo.

Castle fa un cenno con la testa per identificarsi quando sua figlia lo chiama in causa.

“Così ci siamo conosciuti e in ospedale abbiamo scoperto che Peter è il cugino di Kate” ora è la detective ad alzare di poco la mano quando sente il suo nome, mentre Alexis prosegue “Che io e papà conosciamo già perché lui scrive libri e lei è la detective della omicidi sua musa”.

“Il mondo è piccolo eh!” commenta Peter “Nemmeno si parlavano a quel tempo, se non fosse per me oggi non starebbero insieme”.

“Non è vero!” ribattono Castle e Beckett contemporaneamente.

“Eh su ammettetelo!” insiste Peter per poi continuare con il racconto “Comunque l’incidente mi ha permesso di conoscere questo meraviglioso angelo e per fortuna non ha mandato all’aria il mio piano”.

“Il tuo piano?” domanda il giudice, prestando la massima attenzione a quello strano racconto.

“Sì, la mia intenzione era quella di nascondere i diamanti per non doverglieli dare se non come ultima risorsa e nel frattempo frequentare un corso di Economia alla Columbia” spiega Peter con naturalezza.

“Ha detto diamanti?” chiede nuovamente Emily Carter.

Sarah si sporge in avanti appoggiandosi al banchetto in legno “Appartengono alla nostra famiglia da anni. Mio padre era minatore in Virginia” spiega sperando di aiutare il figlio.

“All’inizio tutto procedeva bene, i diamanti erano al sicuro e io frequentavo il college. Degli Sparks non c’era traccia. Poi lei...” Peter indica Maddie “...ci ha presentato il suo boyfriend e dal quel momento sono iniziati i problemi...”.

“In che senso?” per il giudice è come assistere in diretta ad un episodio di Temptation Lane.

Alexis le risponde prontamente “Nel senso che il ragazzo di Madison è anche l’ex di Kate ma loro non lo sapevano, in più lui odia mio padre perché quando stava con Kate lei in realtà amava già papà e insomma...non è stato piacevole...”.

La spiegazione di Alexis crea un certo imbarazzo alle sue spalle ma non ha tempo di curarsene “Ma poi hanno chiarito tutto”.

“Sembrava tutto ok, ma è arrivata l’hostess” va avanti Peter.

Il giudice sta per domandare chi sia questa hostess ma i due giovani la precedono.

“Una donna con cui papà è uscito per poco tempo per cercare di dimenticare Kate ma è bastato per metterla incinta” dice Alexis.

Peter aggiunge veloce “O almeno così sosteneva lei, facendo quasi mollare lo scrittore e mia cugina ma poi abbiamo scoperto che aveva pagato un tecnico in ospedale per falsificare il test di paternità e così Kate e la sua squadra li hanno arrestati entrambi”.

“Oh santo cielo!” esclama la Carter, presa dalla storia.

“Già e quando credevamo che fosse tutto finito abbiamo trovato l’appartamento di Kate completamente a soqquadro” continua Alexis.

“I fratelli Sparks mi avevano trovato e pretendevano i diamanti e pure gli interessi, così gli abbiamo teso una trappola e li abbiamo arrestati... ah sì, e sono stato sgridato parecchio, sa? Non creda che non mi abbiano punito...” le dice Peter sperando di cavarsela “Non mi può mandare in prigione Vostro Onore, devo andare al loro matrimonio!” esclama infine puntando l’indice contro Castle e Kate.

“Come lo sai?” esclama Kate cominciando ad arrossire.

Alexis le sorride e anche Zia Sarah.

“Eravamo sul divano, mica in Alaska!” risponde Peter, fingendosi offeso.

“Ehm...” Castle cerca di dare una spiegazione al giudice Carter, che li sta fissando “In realtà ne abbiamo solamente parlato, non c’è nulla di definito”.

“Sono molto confusa” ammette la donna levandosi gli occhiali per massaggiarsi le tempie “Sembra tutto così assurdo”.

“Ascolti, non siamo perfetti e ci siamo incasinati la vita l’un l’altro ma siamo una famiglia e ci vogliamo bene” avanza di un passo “Ho sbagliato a rubare quell’auto lo ammetto ma l’ho fatto per proteggere mia madre” le dice con convinzione.

Emily Carter è decisamente senza parole.

Mai in vita sua ha assistito a niente di più dolce. Completamente folle, certo. Ma dolce.

Il silenzio del giudice getta Peter nello sconforto “E va bene, ho capito, mi arresti, me lo merito” si volta verso Alexis e la abbraccia “Ti scriverò ogni giorno dalla prigione!” esclama con una punta di melodramma e umorismo nella voce per cercare di strapparle un sorriso.

“Non sarà necessario” sentenzia il giudice, facendo così voltare tutti “200 dollari per il furto d’auto” esclama puntando il martelletto verso Peter  “...e 60 dollari per il certificato di matrimonio” dice poi spostando lo strumento di legno verso Castle e Beckett “Si da il caso che io sia specializzata in celebrare cerimonie molto romantiche, se siete interessati”.

Alexis vorrebbe abbracciare Peter ed esultare per la sua ritrovata libertà ma la seconda affermazione del giudice le blocca l’entusiasmo sul nascere, sostituendolo con lo stupore.

E dalle facce di suo padre e Kate si direbbe che valga lo stesso anche per loro.

“Hum...noi... come le stavo dicendo prima, abbiamo solo accennato all’argomento...” balbetta Castle, preso in contropiede “...stiamo insieme da soli tre mesi e ci vogliamo prendere del tempo per...per...Kate? Mi aiuti per favore?”.

La detective però, fissava lo scrittore restando in silenzio.

“Kate?”.

“Sposami” sussurra lei con un filo di voce.

L’aula del tribunale piomba nel silenzio.

Forse solo il battito martellante del cuore di Castle rimbomba nella sala “C-cosa? Non devi... tu non vuoi...tu...”.

È consapevole di riuscire a dire solo poche parole e oltretutto sconnesse, ma il timore che lei possa sentirsi sotto pressione e prendere così una decisione affrettata di cui poi si sarebbe sicuramente pentita, gli impedisce di formulare qualsiasi frase logica.

“So di non essere una persona facile da frequentare e non sempre esterno i miei sentimenti” Kate parla senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lui “E so che siamo molto diversi. Tu credi negli zombie, negli alieni, nei fantasmi e nei sensitivi ” accenna un piccolo sorriso ripensando per un secondo a quei momenti passati “Io invece credo nella magia della vita di tutti i giorni. Credo che ci saranno giorni in cui non ci sopporteremo a vicenda e ci saranno difficoltà da affrontare. Ma credo in noi e sento che se non te lo chiedo in questo momento lo rimpiangerò per sempre”.

Castle è completamente sotto shock.

L’idea che fosse Kate a chiedergli di sposarlo gli era sembrata la migliore soluzione per non spingerla a compiere un passo forse troppo affrettato per lei ma mai si sarebbe aspettato una dichiarazione del genere.

Nessuno osa emettere fiato.

“Sposami, Rick” ripete infine.

“Oh my Duck, ti ha chiamato per nome!” sbotta Peter, sorprendendo anche se stesso “Scusate, è stato più forte di me” si affretta a dire prima di venire investito da molteplici sguardi truci.

Kate si stringe nelle spalle, timorosa della reazione di Castle “So che non è come essere in chiesa con un centinaio di invitati ma...”.

“Non dirlo nemmeno, è perfetto così” finalmente Castle riesce a riprendere l’uso della parola.

Sospira incredulo “Ci sposiamo?”.

Kate sorride dolcemente e annuisce “Ci sposiamo!”.

“Oddio” Madison ha una mano alla bocca e con l’altra cerca di asciugarsi le lacrime “Sono così felice per voi” esclama con la voce rotta dalla commozione.

“Maddie, non piangere” le sorride Kate.

Per una decina di minuti tutti si abbracciano e si congratulano con Castle e Beckett.

“Ok...” inizia lo scrittore “...abbiamo un paio di telefonate da fare, giusto? Mia madre, tuo padre, Lanie e i ragazzi non ce lo perdonerebbero mai se lo dovessero perdere!!” esclama, già con il cellulare in mano.

“Assolutamente!” conferma Kate “Io chiamo mio padre e Lanie, tu Martha e i ragazzi” si dividono così i compiti.

Il giudice Carter scende dal suo podio e raggiunge i presenti “Bene, intanto che vi organizzate, vi mostro la sala delle cerimonie e cominciamo a registrare i vostri documenti d’identità”.

Zia Sarah, Madison, Peter e Alexis seguono il giudice fuori dall’aula lasciando soli Kate e Rick, entrambi al telefono.

“Lanie” la detective freme al telefono “Lascia perdere qualunque cosa tu stia facendo e vieni al tribunale sulla 56th strada...e mettiti un vestito rosso...” le dice, pensando che si sarebbe abbinato bene al vestito bordeaux che ha indosso Maddie “...fidati...” la ammonisce quando Lanie comincia a fare domande “Ah, saresti così gentile da passare a casa mia a prendere un abito anche per me? Quello bianco avorio...te lo ricordi? Perfetto, ti aspetto. Grazie Lanie”.

Riaggancia e compone il numero di suo padre.

Riattacca immediatamente.

Deve pensare bene a come dirglielo. Non può semplicemente dirgli di raggiungerla.

Si siede su una delle panche e mentre riflette sul giusto approccio da utilizzare, ascolta come se la sta cavando Castle.

“Mamma...sì, come vuoi... ti volevo...si me lo ricordo Philip... mamma vorrei dirti... sì certo che la trovo un’ottima idea...mamma se mi fai dire una cosa... mamma...” Castle scosta il telefono dall’orecchio e guarda Kate ridere “Mamma. Mi sposo. Vieni al tribunale sulla 56th. Portami uno smoking. Fai presto, ciao!” parla veloce per evitare di essere interrotto e poi riattacca sbuffando.

“È stato facile” scherza lui, andando a sedersi vicino a Kate “Tu hai già fatto?”.

“Lanie sta arrivando. Ora chiamo papà” risponde con una piccola smorfia “Devo solo capire come dirglielo senza provocargli un infarto”.

Castle sorride e le prende la mano “Se sei sicura della tua decisione, allora sarà felice per te”.

“Sono molto sicura della mia decisione...” Kate risponde al sorriso “...R-i-c-k” scandisce bene le lettere del suo nome facendolo ridere “Non ti ci abituare però, mi piace di più chiamarti Castle” gli dice lasciandogli un bacio sulla guancia.

Lui la guarda, innamorato perso “Chiamami come vuoi, basta che non smetti mai di chiamarmi”.

“Always” risponde Kate, con lo stesso sguardo.

 Poi si alza e posizionandosi di fronte a lui, tende la mano “Andiamo a sposarci”.

Castle intreccia le loro dita e, mentre Kate chiama suo padre e Castle rintraccia i Roach, fianco a fianco raggiungono gli altri nella sala delle cerimonie.

 

 

 * I want you – Andrew Allen - http://www.youtube.com/watch?v=WaYko5drgKA

 



Ivi’s Corner:

Tra rose e fiooooooor

Nasce l’amooooooorrrrrrrr

Castle e Beckett si voglion sposaaaaaaaaaaarrrrr

*sono stonata e me ne vanto*

 
Dunque, che ne dite di questo penultimo capitolo?

Ho ripreso un po’ le parole di Kate nella 2x24 e nella 5x18 per la dichiarazione di Kate. La ragazza sarà poco estroversa, ma quando parla... beh, PARLA!!

 
Ora tutto è risolto, contente?? Posso camminare per strada tranquilla senza aspettarmi degli agguati?? :p

 
A presto con l’epilogo! :D

 
Kisseeeessssss

 

Ivi87

   
 
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