# 33 – I want you
Il giudice Emily
Carter,
una piccola donna sulla sessantina e dallo sguardo nascosto da spesse
lenti di
vetro, osserva l’imputato dall’alto del suo scranno.
Nota
immediatamente la
gamba lesa e poi passa oltre.
Dal viso si
direbbe un
bravo ragazzo ma lei non è tipo da lasciarsi ingannare
così.
Ne ha viste
tante nei
suoi venticinque anni di carriera ma la scena che le si pone davanti
è del
tutto nuova e inaspettata.
Rilegge il nome
del
ragazzo sul fascicolo della denuncia e poi lo osserva di nuovo.
Appesa al suo
braccio
c’è una ragazza, poco più giovane di
lui, dai lunghi capelli rossi.
Pochi passi
più
indietro, tra i banchi solitamente riservati agli avvocati e ai
testimoni,
altre quattro persone.
Tre donne ed un
uomo,
tutti in evidente stato di apprensione.
Solitamente si
ritrova
ad avere a che fare con vandali, teppisti, delinquenti e piccoli
spacciatori.
Ognuno di loro contraddistinto da un atteggiamento strafottente,
maleducato e
arrogante.
Di certo
è la prima
volta che un ladro d’auto si presenta con tutta la famiglia
al seguito.
Nonostante la
situazione
insolita, il giudice Carter non è intenzionata a lasciarsi
impietosire.
“Signor
Reed, lei è
formalmente accusato di appropriazione indebita del veicolo
appartenente al Sig.
Ethan Hill e quindi di violazione della proprietà privata.
Come si dichiara in
merito?”.
“Sono
innocente!”
esclama Peter.
Una smorfia
compare sul
volto del giudice.
Quante volte ha
sentito
quella frase?
“Quindi
non ha rubato
l’auto del suo vicino di casa ottantenne?” insiste
la donna.
“N-no...non
proprio...”
balbetta Peter, sotto pressione.
Il giudice
Carter
assottiglia lo sguardo, reso ancora più minaccioso dagli
occhiali spessi un
dito.
“Gliel’ho
chiesta, lo
giuro!” si difende allora.
Sarah si
massaggia le
tempie esausta “Per l’amor del cielo,
Peter!” suo figlio si volta
immediatamente verso di lei “Sai benissimo che il Signor Hill
è praticamente
sordo!”.
A
quell’affermazione
Kate rotea gli occhi scuotendo la testa.
Suo cugino non
cambierà
mai.
“S-sicura?
Perché sono
abbastanza certo che abbia annuito alla mia richiesta di poter prendere in prestito la sua
auto” Peter
rimarca con forza la parola prestito
guardando il giudice.
Emily Carter
abbassa lo
sguardo sul suo file “Eppure il Signor Hill sembra non essere
d’accordo con
lei” sentenzia con un mezzo sorrisetto.
Gli occhi di
tutti sono
puntati su di lui.
Guarda sua madre
e Kate.
Sembrano imploragli di dire la verità una volta per tutte.
Poi guarda
Alexis.
Annuisce
leggermente con
la testa spronandolo a parlare.
“Ok,
sentite...” Peter
gesticola nervosamente “...è vero che gli ho
chiesto il permesso di prendere la
sua auto, ma è anche vero che il Signor Hill avrà
capito si e no mezza parola
di quello che gli ho detto” ammette con un risolino
“Quell’uomo non esce di
casa da almeno una decina d’anni, a malapena ritira la posta
dalla cassetta,
contavo di riportargliela prima che se ne accorgesse, lo
giuro!” spiega tutto
d’un fiato.
Il giudice
Carter non
sembra molto convinta “E di grazia, non poteva prendere
l’aereo o usare i mezzi
pubblici?” domanda infatti.
“Ehm...
è una storia
lunga, Vostro Onore... lunga e noiosa.. non vorremmo tediarla con
stupidi
dettagli insignificanti perciò se potesse battere quel
grazioso martelletto e
rimandarmi a casa...”
“Chissà
che la prigione
non le faccia passare la voglia di fare lo spiritoso”
sussurra invece il
giudice apprestandosi a formalizzare l’accusa.
“No,
no, aspetti!”
Alexis si protrae in avanti “Non scriva!”.
Lo slancio della
ragazzina sorprende il giudice.
“Peter
e sua madre sono
stati ricattati dagli strozzini per mesi!” sputa fuori Alexis.
Il sopracciglio
del
giudice si alza automaticamente e sposta gli occhi su Peter.
“È
vero, sono scappato
dai fratelli Sparks con l’auto del Signor Hill per evitare
che mi rintracciassero”
conferma ormai messo alle strette.
“I
Fratelli Sparks?” a
quanto pare il giudice ne aveva sentito parlare “Siete voi
quelli che hanno
contribuito al loro arresto?”.
Kate, Castle,
Alexis e
Peter annuiscono guardandosi tra di loro.
“Ma
questo è successo
dopo. Se vuole che parta dal principio allora il tutto è
iniziato una volta
arrivato qui a New York” continua Peter.
“È
stato investito da
un’auto” seguita Alexis.
“Un
volo pazzesco tra
l’altro, guardi qui!” il ragazzo mostra sorridente
il tutore.
“Io e
mio padre
l’abbiamo soccorso” prosegue la rossa in un ping
pong verbale con il suo
ragazzo.
Castle fa un
cenno con
la testa per identificarsi quando sua figlia lo chiama in causa.
“Così
ci siamo
conosciuti e in ospedale abbiamo scoperto che Peter è il
cugino di Kate” ora è
la detective ad alzare di poco la mano quando sente il suo nome, mentre
Alexis
prosegue “Che io e papà conosciamo già
perché lui scrive libri e lei è la
detective della omicidi sua musa”.
“Il
mondo è piccolo eh!”
commenta Peter “Nemmeno si parlavano a quel tempo, se non
fosse per me oggi non
starebbero insieme”.
“Non
è vero!” ribattono
Castle e Beckett contemporaneamente.
“Eh su
ammettetelo!”
insiste Peter per poi continuare con il racconto “Comunque
l’incidente mi ha
permesso di conoscere questo meraviglioso angelo e per fortuna non ha
mandato
all’aria il mio piano”.
“Il
tuo piano?” domanda
il giudice, prestando la massima attenzione a quello strano racconto.
“Sì,
la mia intenzione
era quella di nascondere i diamanti per non doverglieli dare se non
come ultima
risorsa e nel frattempo frequentare un corso di Economia alla
Columbia” spiega
Peter con naturalezza.
“Ha
detto diamanti?”
chiede nuovamente Emily Carter.
Sarah si sporge
in
avanti appoggiandosi al banchetto in legno “Appartengono alla
nostra famiglia
da anni. Mio padre era minatore in Virginia” spiega sperando
di aiutare il
figlio.
“All’inizio
tutto
procedeva bene, i diamanti erano al sicuro e io frequentavo il college.
Degli
Sparks non c’era traccia. Poi lei...” Peter indica
Maddie “...ci ha presentato
il suo boyfriend e dal quel momento
sono iniziati i problemi...”.
“In
che senso?” per il
giudice è come assistere in diretta ad un episodio di
Temptation Lane.
Alexis le
risponde
prontamente “Nel senso che il ragazzo di Madison è
anche l’ex di Kate ma loro
non lo sapevano, in più lui odia mio padre perché
quando stava con Kate lei in
realtà amava già papà e insomma...non
è stato piacevole...”.
La spiegazione
di Alexis
crea un certo imbarazzo alle sue spalle ma non ha tempo di curarsene
“Ma poi
hanno chiarito tutto”.
“Sembrava
tutto ok, ma è
arrivata l’hostess” va avanti Peter.
Il giudice sta
per
domandare chi sia questa hostess ma i due giovani la precedono.
“Una
donna con cui papà
è uscito per poco tempo per cercare di dimenticare Kate ma
è bastato per
metterla incinta” dice Alexis.
Peter aggiunge
veloce “O
almeno così sosteneva lei, facendo quasi mollare lo
scrittore e mia cugina ma
poi abbiamo scoperto che aveva pagato un tecnico in ospedale per
falsificare il
test di paternità e così Kate e la sua squadra li
hanno arrestati entrambi”.
“Oh
santo cielo!”
esclama la Carter, presa dalla storia.
“Già
e quando credevamo
che fosse tutto finito abbiamo trovato l’appartamento di Kate
completamente a
soqquadro” continua Alexis.
“I
fratelli Sparks mi
avevano trovato e pretendevano i diamanti e pure gli interessi,
così gli
abbiamo teso una trappola e li abbiamo arrestati... ah sì, e
sono stato
sgridato parecchio, sa? Non creda che non mi abbiano
punito...” le dice Peter
sperando di cavarsela “Non mi può mandare in
prigione Vostro Onore, devo andare
al loro matrimonio!” esclama infine puntando
l’indice contro Castle e Kate.
“Come
lo sai?” esclama
Kate cominciando ad arrossire.
Alexis le
sorride e
anche Zia Sarah.
“Eravamo
sul divano, mica
in Alaska!” risponde Peter, fingendosi offeso.
“Ehm...”
Castle cerca di
dare una spiegazione al giudice Carter, che li sta fissando
“In realtà ne
abbiamo solamente parlato, non c’è nulla di
definito”.
“Sono
molto confusa”
ammette la donna levandosi gli occhiali per massaggiarsi le tempie
“Sembra
tutto così assurdo”.
“Ascolti,
non siamo
perfetti e ci siamo incasinati la vita l’un l’altro
ma siamo una famiglia e ci
vogliamo bene” avanza di un passo “Ho sbagliato a
rubare quell’auto lo ammetto
ma l’ho fatto per proteggere mia madre” le dice con
convinzione.
Emily Carter
è
decisamente senza parole.
Mai in vita sua
ha
assistito a niente di più dolce. Completamente folle, certo.
Ma dolce.
Il silenzio del
giudice
getta Peter nello sconforto “E va bene, ho capito, mi
arresti, me lo merito” si
volta verso Alexis e la abbraccia “Ti scriverò
ogni giorno dalla prigione!”
esclama con una punta di melodramma e umorismo nella voce per cercare
di
strapparle un sorriso.
“Non
sarà necessario”
sentenzia il giudice, facendo così voltare tutti
“200 dollari per il furto
d’auto” esclama puntando il martelletto verso Peter “...e 60 dollari
per il certificato di
matrimonio” dice poi spostando lo strumento di legno verso
Castle e Beckett “Si
da il caso che io sia specializzata in celebrare cerimonie molto
romantiche, se
siete interessati”.
Alexis vorrebbe
abbracciare Peter ed esultare per la sua ritrovata libertà
ma la seconda
affermazione del giudice le blocca l’entusiasmo sul nascere,
sostituendolo con
lo stupore.
E dalle facce di
suo
padre e Kate si direbbe che valga lo stesso anche per loro.
“Hum...noi...
come le
stavo dicendo prima, abbiamo solo accennato
all’argomento...” balbetta Castle,
preso in contropiede “...stiamo insieme da soli tre mesi e ci
vogliamo prendere
del tempo per...per...Kate? Mi aiuti per favore?”.
La detective
però,
fissava lo scrittore restando in silenzio.
“Kate?”.
“Sposami”
sussurra lei
con un filo di voce.
L’aula
del tribunale
piomba nel silenzio.
Forse solo il
battito
martellante del cuore di Castle rimbomba nella sala “C-cosa?
Non devi... tu non
vuoi...tu...”.
È
consapevole di
riuscire a dire solo poche parole e oltretutto sconnesse, ma il timore
che lei
possa sentirsi sotto pressione e prendere così una decisione
affrettata di cui
poi si sarebbe sicuramente pentita, gli impedisce di formulare
qualsiasi frase
logica.
“So di
non essere una
persona facile da frequentare e non sempre esterno i miei
sentimenti” Kate
parla senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lui “E
so che siamo molto
diversi. Tu credi negli zombie, negli alieni, nei fantasmi e nei
sensitivi ”
accenna un piccolo sorriso ripensando per un secondo a quei momenti
passati “Io
invece credo nella magia della vita di tutti i giorni. Credo che ci
saranno
giorni in cui non ci sopporteremo a vicenda e ci saranno
difficoltà da
affrontare. Ma credo in noi e sento che se non te lo chiedo in questo
momento
lo rimpiangerò per sempre”.
Castle
è completamente
sotto shock.
L’idea
che fosse Kate a
chiedergli di sposarlo gli era sembrata la migliore soluzione per non
spingerla
a compiere un passo forse troppo affrettato per lei ma mai si sarebbe
aspettato
una dichiarazione del genere.
Nessuno osa
emettere
fiato.
“Sposami,
Rick” ripete
infine.
“Oh my
Duck, ti ha
chiamato per nome!” sbotta Peter, sorprendendo anche se
stesso “Scusate, è
stato più forte di me” si affretta a dire prima di
venire investito da
molteplici sguardi truci.
Kate si stringe
nelle
spalle, timorosa della reazione di Castle “So che non
è come essere in chiesa
con un centinaio di invitati ma...”.
“Non
dirlo nemmeno, è
perfetto così” finalmente Castle riesce a
riprendere l’uso della parola.
Sospira
incredulo “Ci
sposiamo?”.
Kate sorride
dolcemente
e annuisce “Ci sposiamo!”.
“Oddio”
Madison ha una
mano alla bocca e con l’altra cerca di asciugarsi le lacrime
“Sono così felice
per voi” esclama con la voce rotta dalla commozione.
“Maddie,
non piangere”
le sorride Kate.
Per una decina
di minuti
tutti si abbracciano e si congratulano con Castle e Beckett.
“Ok...”
inizia lo
scrittore “...abbiamo un paio di telefonate da fare, giusto?
Mia madre, tuo
padre, Lanie e i ragazzi non ce lo perdonerebbero mai se lo dovessero
perdere!!” esclama, già con il cellulare in mano.
“Assolutamente!”
conferma Kate “Io chiamo mio padre e Lanie, tu Martha e i
ragazzi” si dividono
così i compiti.
Il giudice
Carter scende
dal suo podio e raggiunge i presenti “Bene, intanto che vi
organizzate, vi
mostro la sala delle cerimonie e cominciamo a registrare i vostri
documenti
d’identità”.
Zia Sarah,
Madison,
Peter e Alexis seguono il giudice fuori dall’aula lasciando
soli Kate e Rick,
entrambi al telefono.
“Lanie”
la detective
freme al telefono “Lascia perdere qualunque cosa tu stia
facendo e vieni al
tribunale sulla 56th strada...e mettiti un
vestito rosso...” le
dice, pensando che si sarebbe abbinato bene al vestito bordeaux che ha
indosso
Maddie “...fidati...” la ammonisce quando Lanie
comincia a fare domande “Ah,
saresti così gentile da passare a casa mia a prendere un
abito anche per me?
Quello bianco avorio...te lo ricordi? Perfetto, ti aspetto. Grazie
Lanie”.
Riaggancia e
compone il
numero di suo padre.
Riattacca
immediatamente.
Deve pensare
bene a come
dirglielo. Non può semplicemente dirgli di raggiungerla.
Si siede su una
delle
panche e mentre riflette sul giusto approccio da utilizzare, ascolta
come se la
sta cavando Castle.
“Mamma...sì,
come
vuoi... ti volevo...si me lo ricordo Philip... mamma vorrei dirti...
sì certo
che la trovo un’ottima idea...mamma se mi fai dire una
cosa... mamma...” Castle
scosta il telefono dall’orecchio e guarda Kate ridere
“Mamma. Mi sposo. Vieni
al tribunale sulla 56th. Portami uno smoking.
Fai presto, ciao!”
parla veloce per evitare di essere interrotto e poi riattacca sbuffando.
“È
stato facile” scherza
lui, andando a sedersi vicino a Kate “Tu hai già
fatto?”.
“Lanie
sta arrivando.
Ora chiamo papà” risponde con una piccola smorfia
“Devo solo capire come
dirglielo senza provocargli un infarto”.
Castle sorride e
le
prende la mano “Se sei sicura della tua decisione, allora
sarà felice per te”.
“Sono molto sicura della mia
decisione...”
Kate risponde al sorriso “...R-i-c-k” scandisce
bene le lettere del suo nome
facendolo ridere “Non ti ci abituare però, mi
piace di più chiamarti Castle”
gli dice lasciandogli un bacio sulla guancia.
Lui la guarda,
innamorato perso “Chiamami come vuoi, basta che non smetti
mai di chiamarmi”.
“Always”
risponde Kate,
con lo stesso sguardo.
Poi
si alza e posizionandosi di fronte a lui,
tende la mano “Andiamo a sposarci”.
Castle intreccia
le loro
dita e, mentre Kate chiama suo padre e Castle rintraccia i Roach, fianco a fianco raggiungono gli
altri nella sala delle
cerimonie.
* I want you – Andrew Allen - http://www.youtube.com/watch?v=WaYko5drgKA
Ivi’s
Corner:
Tra rose e
fiooooooor
Nasce
l’amooooooorrrrrrrr
Castle e Beckett
si voglion
sposaaaaaaaaaaarrrrr
*sono stonata e
me ne vanto*
Dunque, che ne dite di questo
penultimo capitolo?
Ho ripreso un
po’ le parole di
Kate nella 2x24 e nella 5x18 per la dichiarazione di Kate. La ragazza
sarà poco
estroversa, ma quando parla... beh, PARLA!!
Ora tutto è risolto, contente??
Posso camminare per strada tranquilla senza aspettarmi degli agguati??
:p
A presto con l’epilogo! :D
Kisseeeessssss