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Autore: fanniex    07/09/2013    1 recensioni
Pensate a Sherlock Holmes. Unitegli una dose di Poirot e una generosa spolverata di Ispettore Barnaby. Amalgamate il tutto, dandogli un aspetto un po' più seducente e piazzatelo in una Londra di un tempo non ben definito, alle prese con un classico intrigo british style. Questo è il detective John Elias!
Genere: Commedia, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. GOOD TIMES, BAD TIMES!

A Castlemaine fummo ricevuti dal visconte e dalla viscontessa. Harry Donager, il diciassettesimo visconte, era un uomo sulla quarantina, dall’aria stanca e inquieta. Era l’ultimo di cinque fratelli, e aveva, suo malgrado, ereditato la proprietà dopo la scomparsa di tutti i suoi fratelli e nipoti.

Suo malgrado perché le più grandi passioni della sua vita erano state da sempre la chimica e la biologia, e per gestire la tenuta era stato costretto ad abbandonare una prestigiosa cattedra a Cambridge.

“Sono un uomo votato alla scienza, signor Elias,” - esordì il visconte, dopo averci fatto accomodare in un salottino, - “… non ho mai creduto nelle superstizioni. Nemmeno nella maledizione dei Donager. … Ma questi incidenti non hanno nulla di naturale. E non mi riferisco solo a quello che è successo a mio figlio. I Donager sono segnati dal male … e non c’è più nulla che si possa fare.”

Donager si lasciò cadere inerte su una poltrona, premendosi le mani contro le tempie, sconsolato.

“Sarebbe così gentile da parlarmi della sua famiglia, signor visconte?” - Domandò cortesemente Elias.

Il visconte parve risvegliarsi di colpo a quella richiesta. - “Sono tutti morti! Che altro c’è da dire?”

Lady Donager ci raggiunse qualche minuto più tardi, accompagnata da un ragazzo che ci presentò come Anthony Rivers, il lontano cugino. Il visconte si alzò dalla poltrona e, scusandosi per la scortesia, si ritirò in camera per riposarsi. Non era molto in forma quel giorno, e questo era perfettamente evidente.

Così fu il giovane Anthony ad offrirsi di farci fare un giro della tenuta. - “Ottima idea!” - Esclamò Elias con entusiasmo. - “Vivien, perché non ti fai accompagnare dal signor Rivers? Mentre io scambio due parole con Lady Donager.”

Era palese che il detective fosse convinto di ottenere di più dalla donna parlandogli da solo. Generalmente i suoi metodi non fallivano mai. Mi stupivo ogni volta che un uomo dal carattere tanto ostico riuscisse ad ammaestrare le menti di chi gli stava davanti con tanta facilità come faceva lui.

Il ragazzo mi fece strada attraverso gli splendidi giardini della villa. Non era una bella giornata. Il cielo era nuvoloso, ma ancora non si era deciso a piovere. Eravamo in autunno inoltrato ormai, ma con temperature insolitamente alte per la stagione, che rendevano davvero piacevole passeggiare in campagna.

“E’ davvero un tipo curioso, il signor Elias!” - Affermò Anthony, mentre costeggiavamo il bel roseto di Lady Corinne. - “Da quanto tempo lavora per lui?”

“Circa due anni!”

Mi indispose non poco sentirmi dare del lei. Sapevo che era prassi corrente, soprattutto in certi ambienti. Ma non ero ancora abituata a quel tipo di formalità. Avevo solo ventisei anni, dopotutto! Troppo pochi per sentirmi già un rudere. - “… Puoi darmi del tu, se vuoi. … Il mio nome è Vivien!”

Lui si fermò un istante a scansare delle frasche che intralciavano il sentiero. Stava sorridendo.

“Sì, forse è meglio! … Tra coetanei ...” - Quasi arrossì. - “Io ho ventitré anni! Cioè, li avrò fra poco! … Comunque dicono tutti che sembro più maturo della mia età.”

Non era del tutto vero. Era un ragazzino e si vedeva. Piuttosto bello, ad essere sincera. Aveva un’aria innocente, anche se i suoi occhi, di un colore indefinito che virava dal blu all'indaco, avevano un ché di conturbante.

“Sir Donager ha accennato ad altri incidenti capitati ad altri membri della famiglia. Sai a che cose potrebbe riferirsi?”

“Stai parlando della maledizione dei Donager? … Avrai sentito quello che è successo a mio cugino Alexander? I giornali ne hanno parlato per settimane. …” - Io annuii. “… Diciamo che il ramo ereditario dei Donager è stato vittima di una serie di sciagure a dir poco crudeli.”

E mi rivelò dettagliatamente la tragica storia recente della famiglia Donager.

Il dodicesimo visconte di Castlemaine, il padre dell’attuale visconte e prozio di Anthony, ebbe cinque figli. Il primogenito, Paul, morì a causa di una meningite fulminante a soli sette anni. Il diritto al titolo, perciò, passò al secondogenito, Peter, il quale in effetti riuscì ad ereditare, diventando il tredicesimo visconte. Peter amministrò la proprietà per vent’anni, fino a quando, circa sei anni fa, rimase vittima di un terribile incidente d’auto. Una sera, mentre stava percorrendo la strada che da Bidnold portava alla villa, perse il controllo della vettura andandosi a schiantare contro un camion che giungeva dalla direzione opposta. Gli inquirenti attribuirono le cause dell’incidente alla poca visibilità e alla stanchezza di Sir Donager. Il visconte rimase in coma per dieci giorni, prima di smettere definitivamente di respirare. Aveva da poco compiuto cinquant’anni.

Il figlio di Peter, William, ventidue anni, abitava a Londra a quel tempo. Fu avvertito dell’incidente occorso al padre la notte stessa e si precipitò alla stazione per prendere il primo treno disponibile per Bidnold. Il treno aveva già percorso circa metà del tragitto, quando fu fermato da un guasto meccanico, alla fermata di Warton, una piccola stazione di campagna. Molti dei passeggeri scesero per sgranchirsi le gambe, compreso William. Il ragazzo stava passeggiando lungo la piccola banchina, confuso e in preda all'angoscia per la salute del padre. Era buio pesto, e tra ferrovieri e passeggeri, il marciapiedi era molto affollato. Poi, in un istante infinitesimale, William scivolò giù dalla banchina proprio mentre il treno aveva ripreso a camminare. Il suo corpo fu smembrato dall’impatto con il convoglio e di lui non rimase un granché.

“Avevamo cenato insieme, proprio quella sera.” - Mi riferì Anthony, ancora visibilmente commosso. - “Studiavo ancora al Moreton College all’epoca, ma ero andato a trovarlo a Londra per il weekend. Billy aveva comprato i biglietti per la finale di cricket. …” - Tirò un respiro profondo.

“Eravate molto uniti?” - Gli domandai.

“Era il mio eroe! Avevamo sei anni di differenza … però per me era come un fratello. Era un ragazzo eccezionale!”

“Mi dispiace molto per la perdita.” - Anthony annuì. - “Però tu non credi nella maledizione, vero?” - Anthony scosse la testa. - “E William, ci credeva?”

Il ragazzo ci pensò un po’ su. - “In principio no! Sapeva della storia di suo zio Paul, ma era successo più di vent’anni prima della sua nascita. Non gli aveva mai dato peso. Non fino alla morte di Robert e Charlie!”

“Robert e Charlie?” - Gli chiesi. Era la prima volta che li sentivo nominare.

Robert e Charlie erano i fratelli minori di William. Gemelli. Erano di due anni più piccoli, e, all’età di undici anni avevano perso la vita nell’esplosione del cinema di Bidnold. Fu un caso alquanto eclatante all’epoca. Un pazzo con idee secessioniste aveva fabbricato un ordigno rudimentale molto potente, e lo aveva piazzato nel retro della locale agenzia delle entrate. Purtroppo l’ufficio confinava con il cinema e la deflagrazione distrusse molto più gravemente la sala cinematografica piuttosto che l’obiettivo scelto. Morirono sedici persone, tre impiegati del cinema e tredici spettatori. Tra loro, i due gemelli Donager.

Io e Anthony eravamo, nel frattempo, giunti al laghetto della tenuta e mi venne quasi l’impressione che, forse, il giovane Rivers mi avesse portato lì di proposito.

“E’ successo qui?” - Gli domandai, assecondandolo. - “L’incidente al piccolo Terrence, intendo?”

Lui mi indicò un gruppo di liane ammassate in punto, vicino alla riva. - “Harry le ha fatte tagliare tutte, dopo l’incidente. … Così i bambini non si potranno più arrampicare.”

Mi avvicinai al groviglio di liane per esaminarle. Erano cinque o sei funi nodose, molto resistenti, di lunghezza variabile tra il metro e il metro e mezzo. Una di esse, quella che aveva ceduto, era spezzata circa ad un terzo della sua altezza. Mi rialzai. Anthony si era seduto sulla ghiaia e fissava il lago.

“E’ vero che sei stato tu ad insegnare a Terrence a nuotare?” - Lui annuì. - “E’ molto portato per l’attività fisica. Lo portavo qui sin da piccolissimo. Ho sempre cercato di essere per lui ciò che William è stato per me. Siamo rimasti in pochi … dobbiamo contare uno sull’altro.”

Ricordai improvvisamente che il visconte era in carica da poco più di un anno. - “Da quanto tempo sir Harry e la sua famiglia vivono ad Castlemaine?”

“Dalla morte di suo fratello Terrence, circa sei anni fa. Era il padrino del figlio di Harry. Lui e Corinne aspettavano il secondo figlio, mentre il piccolo Terry aveva solo un paio d’anni.” - Si diede una lunga occhiata intorno. - “Dopotutto, questo è un ottimo posto per crescere una famiglia! Non credi? Lo zio Thomas, che era il visconte in carica dopo la morte di Terrence, non ha mai amato Castlemaine …”

***
n.d.a
La canzone scelta per il titolo è ovviamente il grande classico dei Led Zeppelin! <3 <3 <3

A presto,
Fannie

   
 
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