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Autore: heytherereds    07/09/2013    0 recensioni
Alexia, 17 anni, Phoenix.
Un'estate per innamorarsi.
Justin, 19 anni, Ontario.
Quattro anni per rincontrarsi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So wake me up when it's all over..





"No, mamma ti prego! Non voglio andare a Long Beach"
"Alexia, ne abbiamo già discusso. Tua zia ci ha invitati e ormai abbiamo già confermato tutto. Un po’ di sole non potrà che far bene alla tua pelle pallida e cadaverica!"
Mi rispose senza neanche guardarmi in faccia mentre lavava i piatti.
Questo è quello che odiavo di mia madre: non puoi mai averla vinta contro di lei.
"Sono stanca di passare tutte le estati in quel buco dove abita Dianne, mà! Facciamo sempre le stesse cose.." Ero esasperata. Erano ormai sette anni che passavo l’estate a casa di mia cugina. Sveglia presto al mattino, bagno a mare dalle 10 all'una circa, pranzo, pulizia dell'intera casa, niente riposo, dalle 3 alle 7 in spiaggia a giocare a carte con Barbara e Jade ed infine, ciliegina sulla torta, serata troviamounbelpostoanticodavisitare con i genitori. E questa routine valeva per tutti i quindici giorni che passavo in quella casa.
Passai le successive due ore a cercare di convincere mia madre a restare a Phoenix, ma niente da fare. Quanta testardaggine in una sola donna!
Erano tre settimane che uscivo con un ragazzo della mia scuola, Rick, e non volevo essere lontana per così tanto da lui.
E parlando del diavolo, controllai il cellulare e trovai:

2 chiamate senza risposta / 1 messaggio

Rick: Dove sei??
Io: Sul campo di battaglia. Credo che non rivolgerò la parola a mia madre fino a settembre.
Rick: Non dire così che magari ti ci diverti pure lì al mare. So che non ci sarò io, quindi non potrai mai divertirti quanto lo fai con me, ma magari giusto un po’ potresti riuscirci. Ti passo a prendere alle 8, puntuale eh!
Io: Sei troppo sicuro di te.. alle 8.35 sono giù 

Sorrisi rileggendo quei messaggi e pensai a quanto mi sarebbe mancato una volta partita.
Alle 7.30 decisi di fare una doccia prima di vestirmi. Relax totale con acqua fredda mentre di fuori c'erano almeno 30 gradi. Mi asciugai in fretta i capelli e andai subito a cercare nel disordine del mio armadio qualcosa da indossare. Optai per una t-shirt azzurra, uno short di jeans e le vans nere, immancabili.
Per le 8.15 ero già pronta con in tasca il cellulare, le sigarette, il mio accendino blu e le chiavi di casa.
"Ciao mà!" Urlai dall'ingresso, sperando avesse sentito che sarei uscita, oppure avrebbe cominciato a chiamarmi fino allo sfinimento credendo fossi scappata di casa.
Rick era appoggiato alla sua Range Rover nera come suo solito. Era convinto che quella posa lo rendesse sexy. E aveva ragione, anche se non ne aveva bisogno dato che era bellissimo già di suo con quegli occhi azzurro cielo.
Sorrisi e scacciai via tutti quei pensieri e raggiunsi Rick dall'altra parte della strada, salutandolo con un bacio. Saliti in macchina, accesi subito lo stereo: amavo stordirlo mentre guidava.
Lasciai la prima stazione che trasmetteva Wake Me Up di Avicii.
“So wake me up when it’s all over, lalalalalala” Canticchiai anche se non conoscevo le parole. E per la prima volta Rick mi seguì. Lo guardai stranita per qualche secondo, poi si giro ridendo dalla mia parte e disse: “Hey, mi piace questa canzone”. E contagiò anche me con la sua risata.
Arrivati alla piazza dove ci aspettavano tutti (Dean, Claire, Mark e Serena), cominciai a scendere mentre Rick cercava un posto dove parcheggiare in quel luogo affollato.
Salutai i ragazzi e dopo esserci seduti su un muretto, presi una Philip Morris dalla tasca dei miei pantaloncini. Un tiro, due tiri, e così via. Mi sentivo così bene quando fumavo, anche se è una contraddizione. Quando spensi la sigaretta, finalmente tornò Rick.
“Restiamo qui o entriamo a prendere qualcosa al Tropicana?”
“Tutti dentro, amico!” Urlò Mark. E così facemmo.
Il Tropicana era uno dei locali più alla moda e frequentati della città.
Appena entrati, una musica assordante mi perforò le orecchie, ma per fortuna uscimmo velocemente nel giardino sul retro. Uno dei posti più rilassanti che io abbia mai visto.
Gli altri presero posto su un divano bianco, mentre io e Rick, rimasti in piedi, ci sedemmo su un due posti di fronte al loro.
“Posso portarvi qualcosa?” Disse gentilmente una cameriera del locale.
Tutti si guardarono per qualche minuto, pensando a cosa prendere.
“Per me un Brandy Cuban” Il primo a decidere fu Dean.
“Due, per favore” Questa volta parlò Claire.
“Io e Serena dividiamo un Caipirinha” Disse Mark.
“Qui invece due Gin Lemon, la mia ragazza non può tornare a casa ubriaca stasera, e qualcuno deve pur accompagnarla” Disse Rick dandomi poi un tenero bacio sulla guancia. La cameriera subito entrò dentro e dopo neanche 10 minuti, tornò da noi con le nostre ordinazioni.
Ognuno prese il proprio bicchiere e, prima di bere, facemmo un brindisi per la mia partenza del giorno successivo. Mentre bevevo il mio drink, pensai a cosa avrei potuto fare a Long Beach. Magari, visto che avevo la giusta età per girare da sola, avrei potuto benissimo prendere l’auto di mio padre e visitare Los Angeles, altro che serate da chepallequestipostiantichi.

 

La serata sembrò essere volata, tra risate e vomiti di Serena che, dopo un Caipirinha diviso e due Tequila Boom Boom, non resistette.
Verso mezzanotte, salutai tutti con un forte abbraccio e tornai a casa in macchina con Rick.
“Ti sei divertita stasera?” Mi chiese mentre era concentrato sulla strada.
“Come sempre, del resto. Dove lo trovi un gruppo come il nostro?” Sorrisi mentre mi tornavano a mente alcune delle cazzate che erano state dette quella sera.
“Alex, mi prometti una cosa?” Mi chiese quando fermò la macchina nel vialetto di casa mia.
Annuii.
“Mi prometti che farai la brava in vacanza e che mi manderai un messaggio oppure mi chiamerai ogni volta che non sarai a divertirti?” Mi disse tutto d’un fiato mentre mi guardava fisso negli occhi.
“Se fosse per me, starei 24 ore su 24 a parlare con te, ma c’è mamma che rompe come al solito. Quindi dovrai accontentarti di solo 10 chiamate al giorno. Ma non posso prometterti di fare la brava, mi divertirò un sacco alle feste in discoteca, nei bar, sulla spiaggia, ai falò..” Cercavo di restare seria mentre dicevo le cazzate più grandi di sempre, ma subito scoppiai a ridere. E Rick fece lo stesso: sapeva cosa mi aspettava in vacanza.
“Ti fidi di me?” Gli dissi una volta smesso di ridere.
Ci pensò su per qualche secondo, ma subito gli diedi uno schiaffo al braccio.
“Hey, giù le zampe, animale! E sì, mi fido di te”
“E’ tardi, è meglio che rientri. Non divertirti troppo senza di me, e la mia promessa vale anche per te”
Mi avvicinai e gli diedi un ultimo bacio, forse quello più intenso e tenero della serata.
“Buon viaggio, piccola” Sussurrò dal finestrino per non far svegliare tutto il vicinato.
Gli sorrisi ed entrai in casa, facendo il più piano possibile.
La sala da pranzo era intasata di valigie e, tra le tante, intravidi anche la mia blu.
Brava madre, almeno qualcosa di buono quel giorno l’aveva fatto.
Salii in camera mia, mi lavai i denti e subito andai a stendermi nel letto.
Passai almeno un’ora a fissare il soffitto e ad immaginare una vacanza diversa, dove avrei potuto finalmente divertirmi, magari insieme a Rick; poi finalmente caddi in un sonno profondo.
Il mattino seguente venne a svegliarmi mia madre, eccitata per la partenza.
Quanto avrei voluto avere la stessa sensazione. Mi vestii in fretta scegliendo tra le poche cose che mia madre aveva lasciato nell’armadio, cioè una t-shirt gialla, uno short nero e un paio di converse alte nere.
Nascosi le sigarette e l’accendino in uno zainetto nella quale finsi di aver messo alcuni vestiti di cui avevo bisogno. La macchina di mio padre era una macchina enorme, che era riuscito a comprarsi dopo oltre 20 anni di risparmi. Mio fratello, Robert, appena partiti subito si riaddormentò sulle mie gambe. Aveva solo 5 anni e, almeno quando dormiva e non distruggeva le mie cose, gli volevo bene.
Durante il viaggio, mia madre e mio padre cominciarono a ricordare le loro “esperienze adolescenziali” credendo fossi interessata, ma non fecero altro che darmi una ragione per addormentarmi.


“So wake me up when it’s all over..”

  
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