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Autore: GJDunkel    07/09/2013    5 recensioni
Mi ha sempre colpito il profondo ed eterno amore che Piton ha provato per Lily e mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se Severus non l'avesse trattata così male e non avesse intrapreso una cattiva strada frequentando i futuri Mangiamorte quando si trovava ad Hogwarts. In questa storia Piton ha la possibilità di tornare indietro nel passato e di poter rimediare finalmente ai suoi sbagli. Ci riuscirà? O cadrà di nuovo negli stessi errori?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Petunia Dursley, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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  1 settembre 1971, King’s Cross.
Eileen, Tobias e Severus si guardarono attorno e scorsero subito i quattro individui chiamati ‘gli Evans’, spostare disorientati lo sguardo dal binario nove al dieci, chiedendosi se si trovassero esattamente nel posto giusto.
  Severus piantò immediatamente i genitori dov’erano, e  si precipitò dagli Evans. Dopo avergli spiegato il procedimento per arrivare al binario 9¾, una famiglia li superò, prese la rincorsa, andò contro il binario 9, e scomparve. Questo almeno impedì a Jane e Larry di mettersi nuovamente a ridere increduli. Non troppo sicuri sul fatto che non si sarebbero schiantati, Larry e Jane fecero lo stesso, oltrepassando il binario di fronte, subito seguiti da Lily e Tunia.
 
  Piton lanciò un’occhiata ai suoi genitori.
  Il padre, Tobias Piton, osservava annoiato i Babbani scendere e salire dai vari treni. Si disinteressava completamente a qualsiasi cosa, sia del mondo magico che non; sapeva solamente lamentarsi, litigare con la moglie e non essere mai soddisfatto di niente. Fisicamente sembrava la copia di Vernon Dursley : grasso, quasi senza collo, con dei sottili baffetti castano chiaro e due occhi piccolissimi. Era evidente che Severus avesse ripreso tutto dalla madre. Erano identici. Eileen Prince aveva la pelle chiara, quasi giallognola, gli occhi color del carbone,il naso adunco e lunghi capelli corvini. Passava il suo tempo a sorbirsi le urla e le lamentele di quello scansafatiche del marito, quasi sempre senza reagire. Però, il giorno prima, era riuscita finalmente a farsi sentire, durante un loro litigio, incuranti o no del fatto che il loro figlio aveva ascoltato ogni parola dal piano di sopra.
 
 << Non m’importa quali altri importanti impegni tu abbia, Tobias! – aveva gridato lei - Anche se dovessi incontrare il Ministro dei Babbani in persona, NON-MI-IMPORTA! Severus è anche tuo figlio e domani verrai ad accompagnarlo alla stazione con me, che ti piaccia o no! >>
 << Ma no, dai! – aveva protestato il marito – Domani a quell’ora c’è la partita! Londra – Germania, capisci?! Ѐ super importante! >>
<< Chissenefrega della partita, te la registro! – Tobias sembrava un po’ più sollevato – Ma di sicuro – proseguì lei a denti stretti – non è più importante del primo giorno di scuola di tuo figlio, quello non si può registrare!! Domani partirà per  nove mesi. Nove! E lo vedremo solo per le vacanze di Natale e Pasqua! E tu, te ne strafreghi così, come se stesse solo uscendo a comprare il latte! Che razza di padre sei?! >>
<< Uffaaa! E va bene, va bene, vengo! >> Disse, arrendendosi.
<< Bene, sarà meglio! >>
<< Sì, ma adesso togliti che sta iniziando un programma interessante >>
 
  Piton sospirò, ripensando alla loro discussione, poi si rese conto che se non si fossero sbrigati avrebbero di certo perso il treno, quindi richiamò l’attenzione dei suoi genitori.
 
<< Mamma? Papà? Andiamo, è tardi! >>
 
  I tre entrarono nel binario 9, riapparendo subito in quello numerato 9¾ e raggiungendo gli Evans. L’Espresso per Hogwarts, lucido e scarlatto, era già in stazione, permettendo solo di scambiarsi gli ultimi addii.
 
<< Addio, Lily, buon viaggio! >> Disse il padre, stringendola a sé.
<<  Divertiti cara, fai la brava! Ci vediamo a Natale! >> Aggiunse sua madre, abbracciandola a sua volta.
<< Lily… - fece una vocina – ti prometto che ti scriverò ogni giorno! >>
<< Oh, Petunia…! >> Disse lei con le lacrime agli occhi. Il treno fischiò.
<< Ora devi andare! Ti voglio bene, divertiti! >>
<< Anche io! A presto, mandami Will! >> Rispose riferendosi al gufo che la sorella si era comprata giorni prima.
  Le buttò le braccia al collo, poi raggiunse in fretta Piton che, dopo un rapido saluto ai suoi genitori, salì sul treno con lei.
 
  Entrarono in uno scompartimento vuoto e si sedettero vicini, accanto al finestrino, e poggiando i bagagli sulla reticella sopra di loro insieme ai loro due animali da compagnia.
 
<< Sev? – disse Lily – Mi ripeti ancora i nomi delle case? >>
<< Allora… c’è Tassorosso, Corvonero, Grifondoro e… >>
 
  In quel momento la porta dello scompartimento si aprì e fecero irruzione tre ragazzi della loro stessa età, tutti e tre sembravano molto affascinanti per avere solo undici anni. Sedendosi, il primo di loro, occhi castani e capelli arruffati che gli conferivano un’aria di mistero, concluse ciò che Piton stava dicendo.
 
<< E Serpeverde, la casa più orribile di Hogwarts. Ѐ malefica, quasi tutti i maghi che ne hanno fatto parte hanno intrapreso pratiche e lavori oscuri. Oppure, sono finiti male >>
 
  Mentre in Piton stava per avere luogo una guerra interiore per decidere se rispondergli o meno a tono, un ragazzo dai lunghi capelli scuri lo precedette.
 
<< Ehi! – protestò – Tutta la mia famiglia è stata a Serpeverde! >> James lo osservò.
<< Oh – fece, inclinando leggermente la testa –peccato >> soggiunse, con un’aria che sembrava voler dire: “Peccato, sì, per te! Ti sei appena perso l’opportunità di entrare nella futura gang più in di Hogwarts!”
<< E… I tuoi sono finiti male o hanno abbracciato le arti oscure? >> Chiese l’ultimo di loro, un ragazzo dai capelli bruni, per vedere se quanto detto da Potter fosse vero.
<< In un certo senso… >> Ammise Sirius, sospirando.
<< Esattamente come vi avevo detto. Vedete? Io ho SEMPRE ragione >> Disse James compiaciuto.
 
  “Sempre il solito presuntuoso” Pensò Piton, e sbuffò. Ma nessuno sembrò accorgersene. Nessuno, tranne James, che cominciò a fissarlo.
 
<< Comunque, detto fra noi – continuò Sirius – io non ho il minimo desiderio di finire a Serpeverde, ma credo che verrei diseredato se ciò non accadesse… Tu invece dove vorresti andare? >>
<< Grifondoro, senza alcun dubbio! – rispose Lupin – E tu James? James..? >>
 
  Ma Potter sembrava non ascoltarlo e continuava a squadrare Piton, mentre invece Lily spostava silenziosamente lo sguardo dal suo amico, ai tre nuovi arrivati che avevano di fronte. Dopo vari attimi di silenzio Severus, stanco del peso di quello sguardo, a cui si erano aggiunti quelli di Remus e Sirius che sembravano essersi accorti della sua presenza solo in quel momento, chiese, con la sua solita voce fredda:
 
<< Qualcosa non va? >> James sembrò riscuotersi.
<< Oh no, nulla – rispose – solo mi chiedevo… prima stavate parlando anche voi delle case, se non sbaglio. Quindi… tu cosa ne pensi invece….? >>
<< Piton. Severus Piton >> Disse, chiedendosi quanto avrebbe dovuto aspettare prima che cominciassero a storpiare il suo nome.
<< James >>
<< Sirius >>
<< Remus >> Si presentarono a loro volta. Poi, ripresero a guardare Severus in attesa della sua opinione.
<< Sinceramente – esordì, mandando all’aria tutti i suoi buoni propositi – non prenderei malvolentieri l’ipotesi di finire a Serpeverde. Credo invece che sia sbagliato definire ‘malefica’ un’intera casa basandosi solamente su degli stupidi stereotipi >>
<< Veramente – ribatté James – io non mi baso su degli stereotipi, ma su dei fatti. Tutti sanno che a Corvonero finiscono i più logici, a Tassorosso quelli che non dimostrano qualità particolari, a Serpeverde… beh, sì, i più scaltri, ma anche i più nefasti, e a Grifondoro – concluse con uno sguardo sognante – i più coraggiosi! >>
<< E a Grifondoro – lo corresse Piton – chi predilige i muscoli al cerv.. – oh, no! – ..ello >>
 
  Si pentì di averlo detto già a metà frase. Perché? Perché lo aveva detto? Non si ricordava forse la frase sprezzante che Sirius gli aveva dato in risposta? La frase che aveva dato inizio ad anni ed anni di odio reciproco? Ma forse…, in Piton si accese una speranza, forse il giovane Black, quella volta, non avrebbe reagito in quel modo… forse c’era una possibilità!
 
<< E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due? >> disse… no, questa volta non fu Sirius, bensì il solito Potter.
 
  Lily spalancò la bocca, indignata. Mentre Severus si preparava a rispondergli per le rime, sentì qualcuno rincarare la dose.
 
<< Che ne sai? – disse Sirius – Magari hanno instituito una nuova casa gestita da sciampisti… almeno gli insegnano a lavarsi i capelli! >>
 
  I due scoppiarono a ridere, mentre Lupin lanciava a Severus delle occhiate di scusa. Remus era sempre stato diverso dagli altri Malandrini, e Piton non era mai riuscito a capire perché avesse scelto di frequentarli.
  Lily, alla provocazione di Sirius, scattò in piedi.
 
<< Voi… voi… - disse con tutto il disprezzo possibile – siete due ingrati, stupidi, infantili, maleducati!! Andiamo, Sev! >>
<< Sì – rispose Piton alzandosi a sua volta – cerchiamo uno scompartimento con delle… persone >>
 
  Lily afferrò le due valigie e il box contenente Cherie, e si avvicinò alla porta quando, improvvisamente, si voltò verso Severus alle sue spalle.
 
<< Black!! >> esclamò.
<< Black? >> Ripeterono James, Sev e Lupin, confusi.
<< Che vuoi da me? >> Chiese invece Sirius, con un tono insolente e per niente gentile.
<< E chi ti ha detto niente a te? – ribatté Lily, sprezzante – Sev, ti stai dimenticando Black >> Aggiunse poi, in modo raddolcito,  indicando la gabbietta in cui il piccolo gufo nero dormiva, ignaro.
 
  Tutti in quel momento sembrarono capire e Severus, disperato, si mise le mani fra i capelli. Cavolo.
  Come – cavolo – aveva – cavolo – fatto a non pensarci – cavolo -?
Come – cavolo – aveva potuto non rendersi – cavolo – conto che Black era il – cavolo di – cognome di uno dei suoi – cavolo – peggiori nemici?
 
<< Black?! – esclamò Sirius, trattenendo a stento una risata – Hai chiamato il tuo gufo… BLACK?! >> Ripeté. Lily era al limite della sopportazione.
<< Sì, il suo gufo si chiama Black. E allora? >> Sirius rideva così tanto che fu James a rispondere.
<< E allora nieeente, solo non sapevamo che il tuo fidanzatino nutrisse questa grande devozione per Sirius, tutto qui! >>
 
Cavolocavolocavolocavolocavolocavolo!!!

  Lily, non capendo, li ignorò e si sporse per prendere l’animaletto posto sulla reticella portabagagli. Accanto ad essa c’era una grossa valigia, con un’etichetta che riportava scritto il nome di…
 
<< Sirius… Black??!! >> Lesse Lily, sconvolta.
 
  I due ridevano troppo per riuscire a fare ulteriori battute, mentre Lupin mormorava frasi del tipo: << Mi dispiace… scusate… sono fatti così… >>
  Scocciata di rimanere lì anche solo un secondo di più, porse la gabbietta a Severus che ormai aveva acquisito lo stesso colore scarlatto del treno, e si avviò una seconda volta verso la porta. Qualcuno, però, li precedette, aprendola lentamente da fuori. Sulla soglia, stava un bambino basso, ricurvo, con i capelli sul grigio scuro e i denti sporgenti. Sembrava la caricatura di un topo.
 
<< S-scusate… - disse questo timidamente, torcendosi le mani – v-vi dispiace s-se… se entro anch’io? C-c’è posto…?  >>
<< Sì – disse Lily, con rabbia – tanto io e Severus ce ne stavamo giusto andando >>
<< Sì – le fece il verso James – tanto io e Mocciosus  ce ne stavamo giusto andando! >>
 
  Dopodiché Lily, sbuffando, uscì sdegnata dallo scompartimento, seguita da Sev, lasciando il giovane Peter Minus a James e Sirius che non la finivano più di sghignazzare, e a un Lupin imbarazzato per il comportamento dei suoi nuovi amici. 
  
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