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Autore: Claire Piece    07/09/2013    2 recensioni
Salve a tutti, quest'idea di scrivere una commedia/raccolta, mi è venuta in concomitanza dalla mia ultima lettura di “Cinquanta sfumature di grigio” e il voler unire scherzosamente le caratteristiche ‘stravaganti’, rudi degli uomini e usanze che ci sono nel mio paese. Questa raccolta narrerà di tutte le sfaccettature (non sono sicura se arriveranno a cinquanta) dell’uomo ‘cafone’ e nasce come parodia, presa in giro, del chiacchierato romanzo sopra citato.
" Un vero cafone. [...]
La canottiera bianca era inamidata di sudore, dato il sole infuocato delle tre del pomeriggio ancora estivo, e la catenina con il pendente - ed evidente - crocifisso risplendeva adagiata grettamente sul cuscino di irsuti peli del petto . Ecco come mi si presentò, un attraente campagnolo sprizzante di testosterone, credo proprio che fu questa la sua prima sfumatura. "
Genere: Commedia, Parodia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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        Cinquanta sfumature di cafone

 

Prima sfumatura - Biondo 1999

Sono Claretta, da tutti conosciuta come ‘Claretta la tonda’* per via del mio carattere mansueto, e sono sempre stata una ragazza semplice e di buona famiglia. Ho vissuto sempre con mia madre, che per via del nostro ceto sociale e dell’ingente eredità lasciataci da mio padre alla sua morte, viene sopranominata dai nostri braccianti ‘La C’ntessabrilluocchè*. Sono stata educata a mantenere sempre vivo il mio stato sociale e non mi sono mai spinta oltre i confini della mia elegante tenuta.

Ma c’era un solo giorno designato ai festeggiamenti di fine estate, in cui noi nobili ricconi potevamo interagire con i nostri fedeli braccianti; quel giorno sulla mia strada vi trovai colui che cambiò e stravolse il mio destino in modo dirompente.

Un vero cafone.

Lo vidi per la prima volta passare nel fiume di folla, tra i nastrini gialli e blu delle decorazioni campagnole. Portava i capelli rigorosamente a spazzola, ricordava un porco spino, e il colore biondo innaturale era ricreato dalla decolorazione di una scadente tinta. I pantaloni jeans con strappi sfilacciati e con un taglio svasato sulle caviglie, richiamavano la moda di un decennio prima; la canottiera bianca era inamidata di sudore, dato il sole infuocato delle tre del pomeriggio ancora estivo, e la catenina con il pendente - ed evidente - crocifisso risplendeva adagiata grettamente sul cuscino di irsuti peli del petto .

Ecco come mi si presentò, un attraente campagnolo sprizzante di testosterone, credo proprio che fu questa la sua prima sfumatura.

 

 

* la tonda: Claretta la tonta.

* C’ntessa  brilluocchè: La contessa dai brillanti gioielli.

(Nel dialetto ascolano, in generale, le T vengono pronunciate come D quando precedute da N, ad esempio, attentamente, diventa ‘attendamende’, ecc… In altre parole vengono omesse alcune vocali, ‘C’ntessa’ di Contessa. Gli articoli e proposizioni si stravolgono, ‘lu’ sarebbe il, oppure ‘na’ sarebbe, una, ‘d’ o ‘’, con articolo maschile o femminile, intende del o della. E il semplice ‘st’ di stare o sto, viene pronunciato con una C al suo interno, quindi diventerebbe ‘sctò’. Inoltre le vocali di alcune parole vengono accentate, cadere, diventa, ‘cascacà’. Ci tengo a spiegare questi punti, perché dato che dovrà aiutarvi a capire ciò che scrivo, trovo che sia molto meglio che io inserisca questa lunga nota per permettervi, anche in seguito, di comprendere il dialetto ascolano.)

 

 

Salve a tutti quanti, sono tornata con questa strana idea che mi è venuta in mente in concomitanza della mia ultima lettura “Cinquanta sfumature di grigio” (non mi soffermerò nel fare una recensione del libro, posso dire che me lo sono fatto scendere di forza) e il voler unire scherzosamente le caratteristiche ‘stravaganti’, rudi degli uomini e usanze che ci sono nel mio paese.

Questa raccolta narrerà di tutte le sfaccettature (non sono sicura se arriveranno a cinquanta) dell’uomo ‘cafone’ e nasce come parodia, presa in giro, del chiacchierato romanzo sopra citato.

Spero che faccia ridere almeno un po’ e vi capirò se non capirete molto l’idea di ciò che volevo ricreare. Ma magari vi incuriosirà a voler scoprire i coloriti modi di dire e modi di fare degli ascolani.

Grazie per essere entrati a leggere .

 

Alla prossima sfumatura.

 

   
 
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