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Autore: xpaynerauhl    07/09/2013    2 recensioni
Jade Victoria Bennett, 18 anni, nata e cresciuta a Southampton, in Inghilterra.
Jade è una ragazza come tante ma non come tutte.
Liam James Payne, anche lui diciottenne, anche lui di Southampton.
È bello, una di quelle bellezze interiori che armonizza con quella esteriore.
Jade non appartiene al mondo di Liam. I mondi di Jade e Liam sono molto vicini ma diversi, interagiscono ma non si mescolano, si sentono ma non si ascoltano.
«È ora che tu ti dia una svegliata, tesoro, e inizi a vivere senza preoccuparti del parere degli altri. Vivi per te stessa.» le disse l'amica. Non le piaceva vedere Jade così chiusa e limitata solo per paura dell'opinione degli altri. Le voleva bene e voleva che iniziasse a volersene anche lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2

Jade stava aspettando Liam a qualche metro di distanza dalla porta dell'aula 9, ancora chiusa. La sua lezione di storia dell'arte era finita in anticipo e aveva approfittato per starsene un po' tranquilla ad ascoltare la musica. Quando sentì la campanella trillare e vide la porta aprirsi abbassò la musica e cercò Liam con lo sguardo in mezzo allo sciame di studenti. Lo vide uscire una manciata di secondi dopo mentre parlava con altri ragazzi provenienti da quell'aula.

«Stiamo insieme a pranzo?» ascoltò, involontariamente, Jade la proposta di uno dei ragazzi.
Liam si guardo intorno alla ricerca della ragazza che sapeva lo stava aspettando e quando la vide le mimò un "arrivo".
«Io no, devo studiare» declinò l'invito.
«Non dirmi che è una scusa per stare con quella» disse un'altro dei ragazzi enfatizzando l'ultima parola in modo dispregiativo.
«Io con quella? Ma va'! Dobbiamo solo studiare» chiarì Liam.
«Ah, va be'... Ci vediamo dopo a diritto» lo congedò il ragazzo.
«A dopo» salutò Liam avviandosi verso la direzione di Jade e insieme uscirono nel giardino della scuola.

Jade non sapeva se dirlo o no, alla fine si decise ad aprir bocca «senti... se... insomma se avevi altri programmi per pranzo non devi per forza stare qui a spiegarmi matematica, non importa» affermò con tono gentile.
«A: non avevo nessun altro programma, B: mi fa piacere, C: te l'avevo promesso, tu hai aiutato me stamattina» elencò Liam in tono convincente «dico davvero» aggiunse notanto l'espressione dubbiosa della ragazza.
«Ok...» balbettò incerta lei prendendo i libri dallo zaino.
Non gliel'aveva di certo detto, ma aveva sentito la conversazione con i suoi amici.
Aveva sentito di come avevano usato quel tono riferito a lei, di come Liam si era subito preoccupato di chiarire che non era minimamente interessato a lei 'in quel senso'.
Di certo non era sorpresa di nulla. Purtroppo ci era abituata, a tutto quello, e non si aspettava che andasse diversamente.
Spazzò via quei pensieri e mise su la sua espressione neutrale per concentrarsi sulla matematica.
Liam spiegò a Jade le cose che non aveva capito, quelle più difficili e Jade si rincuorò al pensiero che forse la verifica non sarebbe andata poi così male. Con il professore non aveva capito quasi nulla mentre con Liam tutto appariva più chiaro. Jade lo ringraziò di cuore per l'aiuto e lui fu contento di aver, in un certo senso, saldato il debito verso di lei.
Non ci misero molto, una mezzora circa, dopodiché Liam raggiunse i suoi amici e Jade andò a fare un giro nella strada dietro alla scuola, quella che era collegata alle scuole elementari, dove trovò vari gruppetti di ragazze che parlavano e passeggiavano tranquille ridendo e scherzando.
Si sentì mancare per un momento. Le invidiava terribilmente, avrebbe voluto avere delle amicizie così.

I bambini ridevano e correvano ma lei non li sentiva perché aveva le cuffiette, come sempre. Il suo non era semplice amore verso la musica. Lei ne aveva bisogno come l'aria se non di più e ogni momento libero era una scusa buona per mettere le cuffiette ed entrare in quel meraviglioso mondo.
Due ragazze che chiacchieravano animatamente passarono davanti ad un gruppetto di bambine che giocavano a fare intrugli con foglie e terra sul muretto della cancellata. Alcune bambine diedero loro il cinque, altre scambiarono qualche parola con le ragazze che subito dopo sorrisero e ripresero a camminare continuando la loro conversazione. 
Camminando anche Jade passò davanti alle bambine e una di loro quando la vide sorrise e sporse la manina dalla cancellata con il palmo rivolto verso di lei per chiedere di batterle il cinque. Jade si tolse una delle cuffie, batté la manina alla bimba e le sorrise dolcemente.
«E tu ce l'hai il fidanzato?» chiese un'altra bambina.
«No» rispose cordiale Jade per poi proseguire a camminare.
«Certo, questa era brutta» commentò la bambina che le aveva appena posto la domanda.
Jade tentò di ignorare la fastidiosa fitta al cuore e il nodo alla gola mettendo l'altra cuffia e aumentando il volume. Aumentò anche il passo verso l'edificio scolastico mano a mano che procedeva, tanto da arrivare a correre. Quando entrò vide il corridoio deserto - probabilmente erano tutti fuori o in qualche aula - e si rifugiò nel primo angolo che trovò, quello sotto le scale e non resistette più: scoppiò a piangere.
Si diede mentalmente della stupida più di una volta, come poteva piangere semplicemente perché una bambina la riteneva brutta? Eppure era più forte di lei, era troppo sensibile, uno dei tanti difetti che odiava di sé stessa. E poi com'era il detto? Ubriachi, leggings e bambini non mentono. Appunto.
E la sua bassa autostima diminuì ancora.

Liam entrò nella scuola un'amico gli aveva rovesciato la Coca-Cola sulla maglietta ed ora aveva bisogno di un bagno per cambiarsi.
Andò al suo armadietto a prendere la maglietta di ricambio che usava per l'ora di educazione fisica e si avviò al bagno.
Passando davanti alle scale sentì dei singhiozzi e si guardò intorno per capire da dove provenissero. Chinò la testa e scorse una figura rannicchiata sotto le scale che tremava ad ogni singhiozzo.
Era indeciso sul da farsi, non sapeva se intervenire e dire qualcosa o semplicemente ignorarla.
La ragazza alzò la testa dalle ginocchia per asciugare le lacrime con la manica della giacchetta e quando girò la testa per asciugare l'occhio sinistro vide Liam ma rimise immediatamente la testa sulle ginocchia portandosi le mani intorno ad essa e smise di singhiozzare, sperando che non l'avesse vista.
Liam la riconobbe e si chiese cosa potesse essere successo. L'aveva vista molto serena poco tempo prima ed ora aveva cambiato completamente umore.
Non seppe perché ma si decise ad avvicinarsi, seppure non sapendo bene come comportarsi.
Si sedette davanti a lei e le sussurrò piano il suo nome. Lei sussultò, era convinta che il ragazzo se ne fosse andato, e in risposta si rannicchiò ancora di più. «Jade» la chiamò di nuovo appoggiandole una mano sull'avambraccio e provocandole un'altro sussulto. Questa volta la ragazza si vide costretta ad alzare la testa. Incrociò i suoi occhi leggermente preoccupati per un secondo ma distolse immediatamente lo sguardo portandolo sulle proprie gambe.
«Cos'è successo?» chiese Liam piano.
Jade non sapeva cosa rispondere. Era abituata a mentire in questo genere di situazioni ma stavolta era stata 'colta in flagrante'. «Oh nulla, sono... allergica alla polvere» inventò lì per lì asciugandosi nuovamente le lacrime, la voce tremante anche se tentava di nasconderla.
«Sei una ragazza troppo intelligente per rifilarmi una scusa talmente banale. Se non vuoi parlarne dillo e basta» affermò il ragazzo in tono comprensivo.
«Non voglio parlarne» gli fece dunque eco Jade.
«Come vuoi. Se cambi idea sai dove trovarmi, ok? Intanto ti ricordo che fra poco inizia la lezione di matematica e hai una verifica da fare» la informò per poi alzarsi.
La campanella suonò. «Merda» imprecò Liam guardandosi la maglietta sporca di Coca-Cola, non aveva più tempo di andare in bagno a cambiarsi così, dopo aver controllato che nessuno lo vedesse, tolse velocemente quella bagnata e si mise quella pulita.
A Jade non dispiacque la vista del fisico robusto ed allenato del ragazzo - lo aveva sbirciato un secondo senza farsi vedere.
La ragazza sospirò e sciolse le braccia dalle ginocchia.
«Dai, andiamo» le sorrise Liam porgendole una mano.
Jade ricambiò con un mezzo sorriso poco convinto ma sincero, accettò la mano, si alzò, si mise la cartella e andò in classe insieme a lui.


«Mi dispiace signorina Bennett, lei ha fatto praticamente scena muta, non ci siamo, non posso assolutamente darle la sufficienza» sentenziò Mr Griffiths finita l'interrogazione. 
Jade si limitò ad abbassare il capo, mortificata. Lei aveva previsto una verifica scritta, poiché era stata assente quando i suoi compagni l'avevano fatta, e invece il professor Griffiths aveva preferito farle un'interrogazione orale. Ma già il carattere non l'aiutava, in più non era proprio dell'umore, perciò fece fatica a parlare. Le cose le sapeva, le aveva studiate prima con Liam, ma aveva paura che le lacrime le si strozzassero in gola al posto delle parole e che uscissero senza permesso quindi preferì la scena muta.
Jade tornò al suo posto, ancora più demoralizzata dal pessimo voto in matematica che le avrebbe abbassato precipitosamente la media e assicurato la bocciatura in quella materia. Bene. Come se tutto il resto andasse già meravigliosamente, ci mancava solo quella.
Non aveva mai rischiato la bocciatura in una materia, era una brava studentessa e non aveva mai permesso al suo umore di influire sul rendimento scolastico, si preparava sempre psicologicamente prima. Finché un professore non le rovinò i piani.
«Finita la lezione si fermi un'attimo, le devo parlare» la informò Mr Griffiths.
Jade annuì e pregò che la campana arrivasse in fretta per andarsene da quella situazione.

Liam aveva assistito esterrefatto all'interrogazione della compagna. "Ma come?! Sapeva tutto prima!" pensò. Si accorse però del volto della giovane e capì che il suo non era un problema di studio. Gli dispiaceva, gli sembrava che non lo meritasse, anche se non la conosceva.
Quando l'aveva vista nel sottoscala le sembrò così indifesa, ferita, come non l'aveva mai vista. Aveva già visto delle ragazze piangere, ma spesso i loro si erano rivelati pianti forzati per motivi futili. Liam non conosceva i motivi di Jade, ma aveva capito dalla sua espressione che quello che provava era vero, non fingeva nulla, ne era sicuro.

Quando la campanella suonò Jade aveva già la cartella e andò immediatamente alla cattedra come le aveva detto il professore mentre la classe iniziava a svuotarsi.
«Signorina Bennett, non capisco cosa le sia successo, non è da lei fare scena muta» iniziò il professore.
Jade abbassò lo sguardo ammonita.
«In ogni caso qualunque sia stato il motivo, so che se si impegna è in grado di recuperare. Però io devo dare i voti di fine semestre entro la settimana prossima perciò se vuole recuperare mi deve fare un'interrogazione o una verifica su tutto il programma non oltre venerdì. Le va bene?»
Jade annuì ritrovando un minimo di speranza per la promozione. «Preferirei una verifica scritta, se possibile» azzardò. Non era da lei fare di quelle proposte, ma non poteva permettere che anche quell'interrogazione fosse andata male per il suo carattere.
«Come vuole lei» acconsentì Mr Griffiths.
«La ringrazio. Arrivederci.» si congedò poi la ragazza.

Liam fece la cartella con calma, l'ora dopo era quella di ginnastica e non importava se tardava qualche minuto.
Aveva sentito la conversazione tra Mr Griffiths mentre usciva e sperava che Jade recuperasse. Per un attimo gli venne in mente un'idea a cui non sapeva se dar retta: e se si fosse offerto di aiutarla? Dopo tutto a lui non costava niente. Decise che ci avrebbe pensato su.

Fuori da scuola Jade aveva ritrovato il sorriso: stava scherzando e ridendo con una sua compagna di storia dell'arte mentre aspettava l'autobus.

In autobus Liam notò che Jade sembrava di nuovo rattristata, sempre con le sue cuffie nelle orecchie, come isolata dal mondo. Si chiese come avesse potuto cambiare espressione così in pochi minuti, ma si impose che non erano affari suoi e si costrinse a pensare ad altro.





HEY:)

So che la lunghezza del capitolo non è coerente con quella del primo, perdonatemi se sono impedita in queste cose, ma non sono una scrittrice e questo pezzo l'ho scritto tutto insieme.

Vi prego, davvero, se avete qualcosa da farmi notare che ho sbagliato, che non vi piace, che secondo voi non va bene, per favore ditemelo senza paura, ci tengo, mi serve a migliorare!

Su twitter sono @xpaynerauhl c:


E questa è Jade, in lacrime :(



-Amy

 
   
 
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