Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: bibrilove98    08/09/2013    3 recensioni
Chiara ama leggere. Legge perché le piace stare con la testa tra le nuvole e per lei tutto ciò che legge può diventare realtà. Ma questa volta non credeva che quel libro potesse avvicinarsi così tanto alla vita reale, o meglio, che lei potesse avvicinarsi così tanto a quel mondo, un mondo vissuto e rivissuto attraverso la storia, ma mai in quel modo, un mondo in pericolo. Presto si ritroverà a combattere al fianco di nuovi amici per difendere quel posto di cui inizialmente non si sente parte, ma poi diventa come una seconda casa. Molti nemici cercheranno di ostacolarla, tra antichi saggi poco permissivi, chimere, principi troppo viziati e la nostalgia di ritornare a casa. Ma niente di tutto questo riuscirà a fermarla, fino a quando quel libro non finirà.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Cercai di addormentarmi per non pensare a ciò che mi stava succedendo e anche nella speranza di risvegliarmi nel mio caldo lettuccio nella mia adorata stanza con la certezza che quello che stavo vivendo era solo un brutto sogno, ma, come al solito, non successe niente. Mi svegliai con il suono di una serratura che scattava. Mi misi in piedi e cercai di trovare tutto il coraggio che avevo per difendermi o almeno, per parlare e per provare a spiegare. Non appena la porta si aprì una forte luce mi accecò. Una figura piccola mi si avvicinò e in mano notai che aveva un pezzo di pane e una ciotola d’acqua.
-Sei sveglia? –mi chiese.
-Chi sei? –chiesi molto allarmata con la luce che continuava ad impedirmi di guardare.
-Sono l’unica tua speranza per sopravvivere. –mi rispose il ragazzo poi mi si avvicinò e finalmente i miei occhi si abituarono alla luce e lo riconobbi. Era il bambino che avevo visto ieri insieme a quegli altri ragazzi.
-Bene! Se l’unica mia speranza di sopravvivere è un bambino di sette anni che ieri ha proposto il rogo, allora sono a cavallo!
Il bambino mi guardò cupo. Aveva gli occhi marroni e i capelli spettinati. Assomigliava moltissimo a Jake e per un istante credetti che fosse ritornato piccolo o che il giorno prima avevo avuto delle allucinazioni e lo avevo visto più o meno grande quanto me. Per un attimo sperai che non fosse successo niente perché Jake era veramente bello e non potevo nemmeno sperare in qualcosa con un bambino di sette anni.
-Io non sono un bambino. Ho dieci anni –si lamentò. –e comunque muoviti a mangiare queste cose, se mio fratello o gli altri mi scoprono, posso essere accusato di tradimento.
-Tuo fratello? Vorresti dire quello che mi ha puntato la spada contro ieri? Jake? –azzardai. Il bambino annuì e poggiò la ciotola e il pane per terra senza mai abbassare la guardia. Mi agitai un poco sulla paglia. In realtà non volevo mangiare, avevo paura che il pane fosse avvelenato, sono sempre stata molto prudente.
-Non è avvelenato. –disse il bambino quasi leggendomi nella mente. Mi avvicinai e presi il pezzo di pane. Effettivamente avevo molta fame, era da un po’ che non mangiavo e il mio stomaco brontolava.
-Come ti chiami? –chiesi masticando un pezzo di pane. Il bambino si irrigidì. –Non dovrei dirtelo. Non mi fido di te.
-Va bene. –dissi bevendo un sorso d’acqua. –Incomincio io. Mi chiamo Chiara.
-Mark. –rispose senza guardarmi in faccia. Mark? Proprio come mio fratello!
-Ha casa ho un fratello che si chiama Mark. –dissi sorridendo.
-Davvero? E gli ci sei affezionata?
-Si, molto. Anche se spesso litighiamo e nostra madre si arrabbia sempre.
Probabilmente facevo pena perché Mark mi guardò come se avesse di fronte un cagnolino che era stato bastonato. Poi sospirò.
-Domani ti faccio uscire di qui. –mi disse. Alzai lo sguardo e lo guardai come se avesse appena bestemmiato.
-Cosa vuoi fare? Ma così verrai accusato di tradimento! Non che non voglia scappare via di qui…–lui scosse la testa.
-No, ti credono una strega e quindi gli altri penseranno che tu sia riuscita a scappare con un trucco magico o con qualcosa di simile. Non sospetteranno mai di me.
La mano con il pezzo di pane si fermò a mezz’aria. Dovevo fare veramente tanta pena. Mark era un poco più che un bambino ma qualcosa dentro di me mi diceva che dovevo essere cauta. Quello sguardo severo e orgoglioso, fin troppo per uno della sua età. Cosa voleva da me? Come mai voleva liberarmi?
-Perché? –chiesi fissandolo.
-Cosa?
-Perché mi vuoi aiutare?
-Perché so che stai dicendo la verità. Non sei una strega e devi tornare dalla tua famiglia.
Continuai a fissarlo e per un attimo una profonda felicità mi scoppiò nel cuore. Forse finalmente sarei ritornata a casa. Poi le parole di Harley mi balenarono nella mente. “Devi aiutare questo posto”. Non potevo lasciare che quei ragazzi affrontassero una guerra da soli sempre che ce ne fosse stata una.
-Toglimi una curiosità? –dissi. –Siete in guerra giusto?
Mark si guardò in torno nella speranza che non ci fosse nessuno, serrò le mascelle e mi guardò come se volesse uccidermi.
-Non dire quella parola. –mi ammonì.
-Scusa, non volevo. –dissi ritornando a masticare il pezzo di pane.
-No. Hai ragione, c’è una guerra e i nostri genitori sono lì a combattere. Probabilmente moriranno e il villaggio cadrà sotto il dominio nemico. –disse Mark con amarezza. –Preparati per domani. Ti porterò dei vestiti decenti e ti accompagnerò fuori dal villaggio.
Mi alzai in piedi e afferrai per un braccio Mark che subito si irrigidì ed estrasse un coltello che portava legato alla cintura.
-Non ho intenzione di scappare. –dissi e sinceramente non so dove trovai la forza di pronunciare quelle parole perché in quel poco tempo che avevo trascorso in quel buco, il mio unico desiderio era stato quello di tornare a casa. Probabilmente non avrei mai più riaperto quel libro per la paura di finire di nuovo intrappolata in un altro mondo, ma la situazione in cui si trovavano quei ragazzi era terrificante e non volevo abbandonarli. Io dovevo aiutarli. Mark mi guardò strano. Probabilmente non si aspettava una reazione del genere. –Devo rimanere qui.
-Ma ti uccideranno, lo sai bene! –disse Mark abbassando l’arma.
-No. Devi aiutarmi. Voglio dimostrare agli altri che non sono una strega senza però rischiare di morire. Mettimi alla prova. Mettetemi alla prova e vi dimostrerò che potete fidarvi di me. Ti prego.
Mark continuò a fissarmi. Poi rialzò la mano con il coltello e me lo puntò alla gola.
-Se scopro che mi stai mentendo e che mi stai sfruttando, giuro che ti uccido con le mie stesse mani.
Wow! Che bambino adorabile! Gli sorrisi prima che se ne andasse.
-Mark. –lo chiamai. –Toglimi un ultima curiosità. Tuo fratello è fidanzato o ha qualche ragazza promessa in moglie?
Mark si girò e mi guardò accennando ad un sorriso. –Attenta a come fai con lui. Non si fida di te e ci vuole tempo per guadagnarsi la sua fiducia. Occhio, sa combattere molto bene.
-Lo prenderò come un si. –dissi sorridendo prima che il portone si chiudesse.
 
Il giorno dopo ero fuori di prigione. Alex e Greg erano venuti a prendermi e mi avevano portato in un campo sterrato. Era circondato da delle mura molto alte, difficili da scavalcare e in torno c’erano numerose scalinate di pietra. Probabilmente era un posto dove si tenevano delle esibizioni e capii subito di che tipo guardando una macchia rosso scuro sul terreno.
-Questa è l’Arena. –mi spiegò Alex. –è il posto dove tutti si allenano e spesso ci sono dei veri e propri combattimenti.
-Un poco come nell’antica Roma. –osservai.
-Si, più o meno è così.
Nell’Arena c’erano tre ragazzi che si stavano allenando. Riconobbi subito Mark con una spada enorme. Era strano vedere un bambino di dieci anni con una spada alta quasi quanto lui. Gli altri due erano Stefany e Jake. Ci avvicinammo a loro. Rimasi stupita di come il piccolo Mark riuscisse a padroneggiare i movimenti della spada e mi presi un colpo quando Jake gli stava per conficcare la spada nel petto. Fortunatamente Mark riuscì a schivarlo con un salto ma questo non bastò perché Stefany gli si avvicinò da dietro e lo fece cadere. In un lampo il bambino si ritrovò due lunghe spade vicino alla gola.
-Sei troppo lento e impacciato nei movimenti Mark. Devi svegliarti. –lo rimproverò Jake con aria severa.
-Wow. –furono le uniche parole che mi uscirono. Solo all’ora gli altri si accorsero della nostra presenza.
-Che ci fa lei qui. –disse Jake con disgusto.
-Quanto sei simpatico. –lo schernii. –Ti sforzi per essere così o lo sei di natura?
Lui mi si avvicinò con la spada alta e sembrava intenzionato a farmi a brandelli. Fortunatamente Mark si mise tra me e lui.
-Fermati. –gli disse. –Voglio metterla alla prova, gli altri sono d’accordo con me.
-Ma lei vi ucciderà! Ci ucciderà tutti! –continuò ad insistere.
-Ehi calmati. Non ho intenzione di uccidere nessuno. –mi difesi. Jake mi guardò malissimo, probabilmente per lui ero solo un verme, una minaccia che doveva distruggere, un erbaccia da estirpare e lo avrebbe fatto anche all’istante se gli altri non mi avessero protetto.
-Non lo farà, fidati. –disse Mark.
-Lo vedremo. –aggiunse Jake.
 
 
 
ECCOMI DI NUOVO!
E come promesso ecco il terzo capitolo :3 tra domani e dopodomani arriverà anche il quarto e forse anche il quinto ;D
Be, come vi sembra? :) spero che vi sia piaciuto ;) ora devo scappare perché  ho intenzione di scrivere ancora :D
A prestissimo!!! :3
-Bibrilove98

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: bibrilove98