Capitolo IV, o Prima della scuola
L'ho trovato, dopo ore e ore di vane ricerche di fronte allo schermo del computer, l'ho trovato. Mattia Greco. 3As. Dodicesimo alunno in ordine alfabetico.
Totalmente e insopportabilmente scientifico.
Sì, il mio odio per il talebano è talmente profondo da spingermi a frugare come una maniaca tra gli elenchi delle classi dei miei acerrimi nemici, pur di rintracciarlo. Non vi sono dubbi sulla sua identità, perché ci sono solo tre Mattia in tutto l'Aligheri – e tra questi, uno fa il classico e uno è di prima.
Sospiro, scrutando rabbiosamente il suo nome. Ma perché uno scienziato di prima categoria deve avere un cognome come Greco?
Ma torniamo a me.
Dopo la terrificante esperienza al Residence Baia Grigia, il resto delle Afose Vacanze Estive 2014 le ho trascorse tra il divano, le versioni di latino, le chiacchere inutili della nonna Laura e, occasionalmente, qualche giro in centro con i miei compagni di classe.
Più di una volta ho tentato di avventurarmi con Giulia alla piscina comunale, ma il caldo, l'immensa confusione (tre persone circa a metro quadrato) e il colore giallognolo dell'acqua mi hanno dissuaso dal tornarci.
E non ho ancora illustrato il tormento principale: gli sguardi interessati dei ragazzi, sempre ossessivamente fissi in quella zona. Solo poche settimane prima mi avrebbe fatto piacere, e, chissà, forse sarei stata anche disposta a ricambiare con un'occhiatina poco innocente ai loro addominali. Ma ora... Sarà che sono paranoica, ma in questo periodo qualunque persona che mi guarda fissamente mi ricorda lui.
E il fatto che potrei incontrarlo in qualsiasi momento.
Così, eccomi qui, spaparanzata sul letto a sgranocchiare patatine mentre la mia migliore amica se la spassa con il suo nuovo ragazzo in piscina. Sono pure aumentata un chilo. E tutto per colpa di un immenso coglione.
Beh, domani è l'11 settembre. Lunedì. Primo giorno di quell'incubo lungo nove mesi solitamente definito scuola.
Primo giorno della guerra di quest’anno.
Anzi, delle guerre.
Quella violenta e irrefrenabile che coinvolge classicisti e scientifici, e quella, molto più aspra e difficile, che coinvolge me e Mattia.
Inutile, non riesco a scherzarci su. Sembra quasi che il mio storico senso dell'ironia mi abbia abbandonato.
Già alle otto e mezza di sera sono uno straccio. Vado a letto presto, consapevole che se stasera resto alzata fino a tardi domani mattina non avrò neanche la forza di alzare la mano all'appello.
Mi accoccolo sotto le coperte, tutta rannicchiata come un soldato in una trincea durante un bombardamento aereo, ma mi ritrovo puntualmente con gli occhi a pesce luna fissi sul soffitto. Rifletto, rifletto, rifletto. Non posso fare a meno di immaginare quale esito avranno le due guerre, soprattutto la mia.
E al fatto che probabilmente non ne uscirò tutta intera.
Ore 22:03. Nell'esatto momento in cui le palpebre mi si chiudono vinte dal sonno, il cellulare squilla.
Riconosco la melodia picchiettante di Levels di Avicii, e in pochi secondi il mio cervello collega la canzone al contatto a cui l'ho assegnata.
Leonardo, penso imbestialita. Domani ti ammazzo. E col cazzo che ti faccio sedere vicino a me alla prima ora.
Angolo autrice (appena uscita da uno stressante periodo di cinismo e poca voglia di vivere che hanno minato le sue abilità letterarie)
Sì, lo so. Avevo promesso rapidi aggiornamenti invece è da più di un mese che non vado avanti con la storia. Ma che ci volete fare, IL BLOCCO DELLO SCRITTORE ha colpito anche me. E siccome nell'ultimo mese non passa giorno che non litighi con amiche/amici/ragazzi-che-ami-disperatamente-ma-che-non-ti-cagano/genitori e che non ne esca distrutta, è un miracolo se sono riuscita a completare questo breve capitolo. Ora che mi sono ripresa prometto che sarò più rapida in futuro.
P.S: spiegazioni sull'identità del ragazzo di Giulia e di codesto Leonardo mipiacechiamareallediecidisera nel prossimo capitolo.
Recensite numerosi :)